Sul monte Algido gli Equi avevano stretto d’assedio l’esercito Romano con lo stesso console Minucio. Per questo motivo i senatori avevano deciso di eleggere un dittatore: infatti era necessario ricostruire ciò che era stato distrutto. Questi elessero all’unanimità Lucio Quinto Cincinnato.
Quinto coltivava con le sue mani un campo di quattro iugeri. Gli incaricati del senato lo trovarono intento al lavoro agreste e gli riferirono gli ordini dei senatori. Allora quell’uomo valoroso asciuga il sudore, indossa la toga, giunge a Roma con gli incaricati, dove rassicura i cittadini e arruola truppe di giovani. Il giorno dopo arrivò al monte Algido con grandissima velocità. Qui, cavalcando intorno al monte, esaminò la conformazione dell’accampamento dei nemici e preparò il piano d’attacco: nel frattempo i suoi militari aspettano nei loro ranghi il comando per la battaglia. Poco dopo il dittatore lo dà e subito le truppe irrompono nel vallo nemico, liberano i propri soldati e mettono in fuga gli Equi. Quinto accrebbe con umanità la gloria della vittoria: infatti, oltre i comandanti, lasciò andare incolumi tutti i nemici. il popolo decretò un magnifico trionfo al dittatore, ma Cincinnato preferendo la vita agreste alla dittatura, depose le insegne del comando e ritornò all'occupazione interrotta.
Misereàtur nostri omnìpotens Deus.
martedì 28 ottobre 2014
domenica 26 ottobre 2014
PICCOLI MOSTRI CURIOSI
Come si era deciso, è stato fatto. Uscita organizzata da due mamme di bambini della scuola dell'infanzia, di cui una guida ufficiale della provincia. Ottima compagnia, giornata di fine ottobre calda e assolata, pranzo al sacco e pomeriggio libero. Il Sacro Bosco non delude mai, figuriamoci dei bambini vispi, svelti e curiosi, che gironzolano tra colossali statue di peperino, enormi, seminude, con occhi strabuzzanti, bocche aperte e cavernose.
Bravissima la mamma-guida armata di tanta pazienza.
Per coinvolgere i piccoli visitatori ancora di più, abbiamo preparato cuori di cartoncino verde - solo per veri coraggiosi - da appendere al collo e tre palette di diversi colori per votare il livello di mostruosità dei personaggi via via incontrati nel percorso.
Sono tornata al Sacro Bosco dopo tanti anni e ho trovato grandi e positivi cambiamenti: tutto lucido e pulito, un bar comodo e fornito, una piccola libreria, i servizi addirittura profumati e nessuna cartaccia o sporcizia in giro.
Purtroppo però il percorso avventuroso e accidentato non è molto adatto a passeggini e persone disabili, manca il bancomat alla cassa, quindi si paga solo in contanti un biglietto che purtroppo scoraggia le famiglie.
Comunque un'ottima esperienza, i bimbi in particolare hanno giocato in piena libertà senza alcun supporto tecnologico, che di questi tempi non è di poco conto.
Bravissima la mamma-guida armata di tanta pazienza.
Per coinvolgere i piccoli visitatori ancora di più, abbiamo preparato cuori di cartoncino verde - solo per veri coraggiosi - da appendere al collo e tre palette di diversi colori per votare il livello di mostruosità dei personaggi via via incontrati nel percorso.
Sono tornata al Sacro Bosco dopo tanti anni e ho trovato grandi e positivi cambiamenti: tutto lucido e pulito, un bar comodo e fornito, una piccola libreria, i servizi addirittura profumati e nessuna cartaccia o sporcizia in giro.
Purtroppo però il percorso avventuroso e accidentato non è molto adatto a passeggini e persone disabili, manca il bancomat alla cassa, quindi si paga solo in contanti un biglietto che purtroppo scoraggia le famiglie.
Comunque un'ottima esperienza, i bimbi in particolare hanno giocato in piena libertà senza alcun supporto tecnologico, che di questi tempi non è di poco conto.
mercoledì 22 ottobre 2014
LA SAGRA VISTA CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO, il mio.
...Ovvero: Soriano in festa, la Sagra della castagne.
Soriano, durante la festa che si tiene ogni anno, la Sagra della castagne, per me è il più bel paese della Tuscia. E' così perché tutti si danno da fare per renderla ogni anno unica. Oggi, a quarantasette anni dalla prima Sagra, vengono molti turisti per assaggiare il nostro prodotto tipico, le castagne e per assistere alle varie rievocazioni storiche e agli altri spettacoli che i rioni ci offrono. I vari rioni si possono distinguere per le loro bandiere, sparse per ogni parte del paese. Io sono del rione S. Giorgio e di tutti i piatti che cucinano nella Taverna del Drago, mi piacciono i "sangiorgesi" cioè gnocchetti conditi con panna, salsiccia e funghi. Fabio, un mio amico, ha il suo papà che lavora in taverna e cuoce salsicce squisite e braciole magnifiche. A mio avviso, però, dovrebbero diminuire le porzioni e cuocere meno le castagne. Il mio rione come stemma ha uno scudo bianco con una bella croce rossa al centro, simbolo dello scudo di Santo Giorgio. L'unico difetto di questo rione è che i suoi componenti litigano spesso per decidere quale drago far uscire, quello rosso o quello verde? Secondo me, quello verde, perché quello è un drago storico.
Antonio
Soriano, durante la festa che si tiene ogni anno, la Sagra della castagne, per me è il più bel paese della Tuscia. E' così perché tutti si danno da fare per renderla ogni anno unica. Oggi, a quarantasette anni dalla prima Sagra, vengono molti turisti per assaggiare il nostro prodotto tipico, le castagne e per assistere alle varie rievocazioni storiche e agli altri spettacoli che i rioni ci offrono. I vari rioni si possono distinguere per le loro bandiere, sparse per ogni parte del paese. Io sono del rione S. Giorgio e di tutti i piatti che cucinano nella Taverna del Drago, mi piacciono i "sangiorgesi" cioè gnocchetti conditi con panna, salsiccia e funghi. Fabio, un mio amico, ha il suo papà che lavora in taverna e cuoce salsicce squisite e braciole magnifiche. A mio avviso, però, dovrebbero diminuire le porzioni e cuocere meno le castagne. Il mio rione come stemma ha uno scudo bianco con una bella croce rossa al centro, simbolo dello scudo di Santo Giorgio. L'unico difetto di questo rione è che i suoi componenti litigano spesso per decidere quale drago far uscire, quello rosso o quello verde? Secondo me, quello verde, perché quello è un drago storico.
Antonio
lunedì 20 ottobre 2014
LA VOCAZIONE TURISTICA? A INTERMITTENZA
Come ho avuto modo di scrivere altrove, la festa è terminata, alto il livello delle manifestazioni e altissimo il riscontro di pubblico. All'epoca di internet, con una platea praticamente planetaria, il messaggio-invito-pubblicità è arrivato in ogni dove, complice un clima meravigliosamente primaverile, risultato una folla curiosa e affamata è approdata nel mio piccolo paese anche la terza domenica di Sagra, quella più fiacca e meno sentita.
Peccato che l'organizzazione non ha retto l'urto.
Erano aperte solo due taverne su quattro, fila chilometrica alla cassa; chi era alla ricerca di prodotti tipici della cucina paesana, magari di carne alla brace, o ha desistito o si è accontentato, perché prima della fine del servizio erano finiti sughi e vari tipi di secondi.
Molti si sono fermati al gazebo della Classe 75 per chiedere informazioni fondamentali, perché il sito ufficiale non essendo aggiornato riportava notizie fuorvianti, e non erano riusciti a contattare l'Ufficio Informazioni.
Tanti sono rimasti delusi dalla mancanza di caldarroste e castagne crude.
Molti commercianti hanno rinunciato ad aprire e le serrande chiuse non hanno dato certo un tocco di allegria e vivacità, oltre al mancato lauto guadagno.
Nel pomeriggio i gruppi delle contrade sono scesi in piazza nel silenzio assordante di un qualsiasi annuncio, nessuno che abbia spiegato chi, cosa, quando o abbia dato l'arrivederci alla prossima edizione.
Quando ancora un fiume di persone transitava tra il ponte levatoio e l'arco dell'orologio è iniziato il via-vai degli operai che smontavano le strutture.
A mio modesto parere, protrarre la Sagra per tre domeniche per i paesani non ha senso, se si invitano ospiti da fuori si deve allora garantire un servizio turistico di qualità.
Peccato che l'organizzazione non ha retto l'urto.
Erano aperte solo due taverne su quattro, fila chilometrica alla cassa; chi era alla ricerca di prodotti tipici della cucina paesana, magari di carne alla brace, o ha desistito o si è accontentato, perché prima della fine del servizio erano finiti sughi e vari tipi di secondi.
Molti si sono fermati al gazebo della Classe 75 per chiedere informazioni fondamentali, perché il sito ufficiale non essendo aggiornato riportava notizie fuorvianti, e non erano riusciti a contattare l'Ufficio Informazioni.
Tanti sono rimasti delusi dalla mancanza di caldarroste e castagne crude.
Molti commercianti hanno rinunciato ad aprire e le serrande chiuse non hanno dato certo un tocco di allegria e vivacità, oltre al mancato lauto guadagno.
Nel pomeriggio i gruppi delle contrade sono scesi in piazza nel silenzio assordante di un qualsiasi annuncio, nessuno che abbia spiegato chi, cosa, quando o abbia dato l'arrivederci alla prossima edizione.
Quando ancora un fiume di persone transitava tra il ponte levatoio e l'arco dell'orologio è iniziato il via-vai degli operai che smontavano le strutture.
A mio modesto parere, protrarre la Sagra per tre domeniche per i paesani non ha senso, se si invitano ospiti da fuori si deve allora garantire un servizio turistico di qualità.
LA MUSICA E' FINITA...e la classe 75 tira le somme
E' proprio terminata, dopo giorni, dopo settimane da domani torneremo alla tranquillità, alla civiltà e abbondanza di parcheggio, al silenzio, alla convivenza civile. Forse.
Niente più cori, prese in giro, rulli di tamburi, oppure no?
Che sia proprio finita lo si può facilmente capire dal febbrile lavoro dei contradaioli, che già dalla fine del servizio del pranzo hanno iniziato a smontare, svitare, staccare, accatastare pezzi delle taverne che ritorneranno nei magazzini e nelle cantine rionali.
Naturalmente noi c'eravamo anche questa volta, abbiamo vissuto l'ultimo fine settimana gomito a gomito con il rione del ponte levatoio, una nuova esperienza musicale, danzante, culinaria, buona.
Questa edizione della Sagra è stata baciata dal sole, arricchita dagli ospiti, coccolata dai turisti, ingrassata dalle cucine delle taverne e noi stavamo lì, più o meno operosi, stanchi, fritti, dolci, liquorosi. Per chi di noi era o non era abituato al tumulto festaiolo, è stata comunque una bella esperienza fisicamente logorante, ci riprenderemo.
Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta fondi per la festa patronale del prossimo maggio, aprendo generosamente il proprio portafoglio, fiaccati forse dalle nostre gentili ma continue richieste?
Niente più cori, prese in giro, rulli di tamburi, oppure no?
Che sia proprio finita lo si può facilmente capire dal febbrile lavoro dei contradaioli, che già dalla fine del servizio del pranzo hanno iniziato a smontare, svitare, staccare, accatastare pezzi delle taverne che ritorneranno nei magazzini e nelle cantine rionali.
Naturalmente noi c'eravamo anche questa volta, abbiamo vissuto l'ultimo fine settimana gomito a gomito con il rione del ponte levatoio, una nuova esperienza musicale, danzante, culinaria, buona.
Questa edizione della Sagra è stata baciata dal sole, arricchita dagli ospiti, coccolata dai turisti, ingrassata dalle cucine delle taverne e noi stavamo lì, più o meno operosi, stanchi, fritti, dolci, liquorosi. Per chi di noi era o non era abituato al tumulto festaiolo, è stata comunque una bella esperienza fisicamente logorante, ci riprenderemo.
Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta fondi per la festa patronale del prossimo maggio, aprendo generosamente il proprio portafoglio, fiaccati forse dalle nostre gentili ma continue richieste?
venerdì 17 ottobre 2014
TUTTI AL CASTELLO... C'E' UNA MOSTRA
Nel giro di venti giorni ho accompagnato per la terza volta le classi terze della scuola primaria ad una mostra, a piedi, nel centro storico, con tanto di scambi di idee e opinioni con l'artista, non mi sembra per niente poco per un paesino di cui tanti lamentano l'apatia.
Questa volta gli alunni hanno potuto conoscere Giuseppe Rossi, lo hanno intervistato e hanno ammirato i suoi quadri, in una delle stanze al piano terra del Castello Orsini. Grande interesse, come sempre i bambini non si lasciano sfuggire nulla, attenti osservatori, critici senza pudore di imbarazzare l'adulto.
Quando si decide di diventare pittore?
Quanti anni si studia e si prova a disegnare?
Qual è il disegno più difficile da realizzare?
Tanti quesiti, più o meno pertinenti con il contesto, ma certo mai banali per quelle giovani menti in continuo fermento intellettuale.
Come ho avuto modo di scrivere in altro articolo, l'opera d'arte piace o non piace, è una questione di sensazioni, di "amore a pelle", di innamoramento, ma certo le parole dell'artista che l'ha realizzata, il messaggio che attraverso di essa ci arriva sono più chiari, più comprensibili dopo una bella chiacchierata.
I nostri bambini hanno goduto di questa fortuna artistica, spero che riescano a coinvolgere le famiglie in una visita al castello e si soffermino un poco davanti ad una tela spiegando tecnica, supporto, preparazione della tela e sfumature della velature.
Questa volta gli alunni hanno potuto conoscere Giuseppe Rossi, lo hanno intervistato e hanno ammirato i suoi quadri, in una delle stanze al piano terra del Castello Orsini. Grande interesse, come sempre i bambini non si lasciano sfuggire nulla, attenti osservatori, critici senza pudore di imbarazzare l'adulto.
Quando si decide di diventare pittore?
Quanti anni si studia e si prova a disegnare?
Qual è il disegno più difficile da realizzare?
Tanti quesiti, più o meno pertinenti con il contesto, ma certo mai banali per quelle giovani menti in continuo fermento intellettuale.
Come ho avuto modo di scrivere in altro articolo, l'opera d'arte piace o non piace, è una questione di sensazioni, di "amore a pelle", di innamoramento, ma certo le parole dell'artista che l'ha realizzata, il messaggio che attraverso di essa ci arriva sono più chiari, più comprensibili dopo una bella chiacchierata.
I nostri bambini hanno goduto di questa fortuna artistica, spero che riescano a coinvolgere le famiglie in una visita al castello e si soffermino un poco davanti ad una tela spiegando tecnica, supporto, preparazione della tela e sfumature della velature.
martedì 14 ottobre 2014
LA CLASSE 75 IN SAGRA
Finita, archiviata come si dice, anche questa edizione della Sagra, l'evento per eccellenza per il paese e i paesani. Come ogni anno spettacolo, esibizioni, tamburi, stendardi, ma anche polemiche, discussioni... Così è se vi pare, scriveva Pirandello. Fatto insindacabile, alla Sagra non si può rinunciare, o forse sì?
Considerando che la Sagra è l'occasione più ghiotta per raggranellare, prima del lungo periodo che vedrà il paese soporifero, avvolto dalla nebbia che sale dalla valle, la Classe è scesa in campo per le due settimane consecutive con gazebo, braciere, fornelloni, dolcetti, liquori e tanta pazienza.
Abbiamo svolto un lavoro encomiabile a mio avviso, centellinando famiglia, riposo, cene in taverna, passeggiate, non lesinando sorrisi, spiegazioni, ringraziamenti anche a chi non ha partecipato alla nostra raccolta fondi mettendo mano al portafogli, che alla fine dei giochi poi è quello che conta.
Comunque è andata, abbiamo discusso, bisticciato (e uso un eufemismo), ma anche sfilato, riso, mangiato insieme, festeggiato, brindato. Ne siamo usciti fisicamente malconci, ma con il morale alto per l'ennesima buona riuscita.
A breve altri impegni.
Considerando che la Sagra è l'occasione più ghiotta per raggranellare, prima del lungo periodo che vedrà il paese soporifero, avvolto dalla nebbia che sale dalla valle, la Classe è scesa in campo per le due settimane consecutive con gazebo, braciere, fornelloni, dolcetti, liquori e tanta pazienza.
Abbiamo svolto un lavoro encomiabile a mio avviso, centellinando famiglia, riposo, cene in taverna, passeggiate, non lesinando sorrisi, spiegazioni, ringraziamenti anche a chi non ha partecipato alla nostra raccolta fondi mettendo mano al portafogli, che alla fine dei giochi poi è quello che conta.
Comunque è andata, abbiamo discusso, bisticciato (e uso un eufemismo), ma anche sfilato, riso, mangiato insieme, festeggiato, brindato. Ne siamo usciti fisicamente malconci, ma con il morale alto per l'ennesima buona riuscita.
A breve altri impegni.
venerdì 10 ottobre 2014
Quello che un quadro (di Alessia Clementi) dice...
Semplicemente magnifica, il corpo fasciato dal suo abito bianco, i suoi lunghi capelli raccolti, qualche ricciolo capriccioso che le scende danzando sul collo e le spalle nude, quelle spalle dalle dolci curve. Tutti gli occhi fissi su di lei, nessuna perfida bocca osa pronunciare malevoli parole, le lingue delle invidiose non favellano. Un fresco bocciolo di rosa che si apre al mondo e che il mondo sta aspettando.
Raggiante nel giorno delle nozze, timida e riservata, dimostra forza e grinta, tanta voglia di farsi rivalere. Ha quello splendido sorriso, della donna sicura di sé, sicura della propria forza e delle proprie capacità.
L'uomo la stringe forte al suo corpo, la ama con tutto se stesso.
Una volta aperta la porta della carrozza, la forza sprigionatasi dal suo corpo maestoso investe i presenti.
Non ha nulla della ragazza gracile e remissiva, seduta in disparte descritta all'inizio.
Ogni donna si sente una principessa nel giorno del suo matrimonio.
Raggiante nel giorno delle nozze, timida e riservata, dimostra forza e grinta, tanta voglia di farsi rivalere. Ha quello splendido sorriso, della donna sicura di sé, sicura della propria forza e delle proprie capacità.
L'uomo la stringe forte al suo corpo, la ama con tutto se stesso.
Una volta aperta la porta della carrozza, la forza sprigionatasi dal suo corpo maestoso investe i presenti.
Non ha nulla della ragazza gracile e remissiva, seduta in disparte descritta all'inizio.
Ogni donna si sente una principessa nel giorno del suo matrimonio.
MOSTRA "FAVOLOSA" DI ALESSIA CLEMENTI
Con due classi della scuola primaria alla mostra di Alessia Clementi, buona occasione per visitare l'esposizione con la pittrice, godere delle sue spiegazioni riguardo a tecnica, fine e significato delle opere, tutti quadri. Sono acquerelli, monocromatici per la maggior parte, alcuni presentano "macchie" di colori a tempera acrilici.
Una gioia per gli occhietti vispi dei bambini, curiosi, incuriositi e attenti.
Ci sono tanti personaggi, famosi protagonisti di fiabe note e meno note, come l'immortale Cappuccetto Rosso o Cenerentola, dal triste finale o concluse dal rassicurante "... e vissero tutti felici e contenti". Alessia ha scelto tra la giovane popolazione paesana quei volti, quelle espressioni, quegli sguardi complici, birichini, gioiosi, unici che l'hanno ispirata per una determinata storia. Immancabili naturalmente i suoi figli, che di volta in volta sono stati interpretati come Pinocchio, la principessa sul pisello, Canto di Natale e tanto altro, tutto interessante, accattivante, "favoloso".
Perfettamente coniugate in questa mostra, da non perdere, l'Idea artistica e l'immortalità delle storie, proprio perché Arte e Fiaba hanno in comune questo Tempo eterno, statico, tanto lontano dal presente quanto attuale nella realtà delle prove vissute e superate.
Quando all'uscita abbiamo chiesto ai giovani visitatori cosa li avesse più colpiti, hanno risposto senza esitazione il vedere i bambini loro coetanei, magari anche amichetti, trasformati in personaggi fiabeschi, certamente una grande fortuna!
Ancora una volta un ottimo lavoro quello di Alessia, un progetto che ha maturato negli anni, studiato, realizzato con estrema cura e attenzione nei minimi particolari, come la meravigliosa quinta scenica del balletto dello "Schiaccianoci".
Una gioia per gli occhietti vispi dei bambini, curiosi, incuriositi e attenti.
Ci sono tanti personaggi, famosi protagonisti di fiabe note e meno note, come l'immortale Cappuccetto Rosso o Cenerentola, dal triste finale o concluse dal rassicurante "... e vissero tutti felici e contenti". Alessia ha scelto tra la giovane popolazione paesana quei volti, quelle espressioni, quegli sguardi complici, birichini, gioiosi, unici che l'hanno ispirata per una determinata storia. Immancabili naturalmente i suoi figli, che di volta in volta sono stati interpretati come Pinocchio, la principessa sul pisello, Canto di Natale e tanto altro, tutto interessante, accattivante, "favoloso".
Perfettamente coniugate in questa mostra, da non perdere, l'Idea artistica e l'immortalità delle storie, proprio perché Arte e Fiaba hanno in comune questo Tempo eterno, statico, tanto lontano dal presente quanto attuale nella realtà delle prove vissute e superate.
Quando all'uscita abbiamo chiesto ai giovani visitatori cosa li avesse più colpiti, hanno risposto senza esitazione il vedere i bambini loro coetanei, magari anche amichetti, trasformati in personaggi fiabeschi, certamente una grande fortuna!
Ancora una volta un ottimo lavoro quello di Alessia, un progetto che ha maturato negli anni, studiato, realizzato con estrema cura e attenzione nei minimi particolari, come la meravigliosa quinta scenica del balletto dello "Schiaccianoci".
sabato 4 ottobre 2014
PORTATI AL PENSIERO
Questo pomeriggio ho partecipato all'inaugurazione della mostra personale di un artista-amico-pittore con grande piacere; piacere per la cortesia e la stima che ogni volta mi dimostra, per il rispetto e l'attenzione con cui mi ascolta, la gentilezza e l'importanza con cui mi accoglie ogni volta che inaugura. Ci sono sempre perché il dendronaturalismo è una nostra "creazione", una buona creazione, da divulgare. Un panorama da ammirare, un'esposizione da valutare, un ristorante da provare, il gusto fisico e mentale da esercitare, cosa chiedere di più?
Non fermarsi , non limitarsi, non chiudersi al particolare, al conosciuto, ma aprire lo sguardo a ciò che ci circonda, curiosare, ispezionare, entrare nell'intimo della natura, si può. Andate in via C. Battisti, entrate nel locale, prendete confidenza con una pittura altra, fa bene allo spirito, oltre che alla mente.
Non fermarsi , non limitarsi, non chiudersi al particolare, al conosciuto, ma aprire lo sguardo a ciò che ci circonda, curiosare, ispezionare, entrare nell'intimo della natura, si può. Andate in via C. Battisti, entrate nel locale, prendete confidenza con una pittura altra, fa bene allo spirito, oltre che alla mente.
giovedì 2 ottobre 2014
CHE LA SAGRA ABBIA INIZIO...
Finalmente ho reperito il programma ufficiale, un bel pieghevole color marrone-castagna stampata sulla copertina. Programma ricco mi ci ficco, come si dice, o no?
Non proprio, perché quest'anno sotto al gazebo del Comitato Festeggiamenti S. Eutizio ci saremo noi del 75, l'impegno preso si onora. Già da tempo abbiamo discusso, pianificato, scandito questo evento enorme, grandioso, sentito, atteso per il piccolo paese di collina. Il nostro ultimo, nobile e sacro fine è sempre lo stesso: reperire quanti più possibile denari per organizzare una buona festa patronale per maggio 2015, compito per niente facile sulla carta, figuriamoci quando tutti i compaesani sono in fermento rionale.
Ma noi cercheremo ugualmente di dare il massimo quanto a lavoro, fatica, coesione, sorriso e guadagno, naturalmente. Abbiamo pensato di esporre prodotti tipici e genuini, cooperando con i negozianti e gli artigiani del luogo, perché la festa che si organizzerà dovrà avere l'impronta autoctona, per andarne fieri.