lunedì 29 febbraio 2016

BRAVA TU, IO BRAVA?

Sabato pomeriggio appuntamento a Ronciglione per iniziare ad organizzare l'evento, sono emozionata e preoccupata: mi si chiede una grande partecipazione e un impegno che non sono sicura di onorare. Ci sediamo ad un tavolo, carta e penna a portata di mano: ognuno propone la sua, idee tante che richiedono tempo e fondi adatti, si comincia dal materiale pubblicitario, relazione e poi inviti. Bene, molto bene: lavoro avviato, nero su bianco, così le intuizioni si trasformano in parole, quindi in movimento e lavoro per tutti, scultore in primis naturalmente.
 L'artista ha un grande ardore, quel furor che lo spinge ad intere giornate di lavoro, perché il progetto è impegnativo e ambizioso, un entusiasmo che non mi capita di incontrare spesso, perché gli adulti sono sovente spenti, stanchi, appagati dalla agognata pensione e riflessivi. Non tutti evidentemente, ho la fortuna di essere stata ingaggiata da uno bravo e ancora non pago delle sue sperimentazioni artistiche, fortunata io.
 Mi dimostro un poco intimorita, tentennante, indifesa direi, perché  temo di non essere all'altezza, magari non soddisfo le aspettative, realizzando solo un flop. Invece...
 Invece raccolgo complimenti e parole di incoraggiamento, di stima e soprattutto mi si incita alla lotta, cioè all'affermazione della mia personalità e delle mie capacità. Perché per impormi, ricevere importanza, devo dimostrarmi io convinta di quanto valgo, sicura del mio talento.
 Chi l'avrebbe mai detto, in terra oltremontana cotanta soddisfazione!
 Anche amici e parenti mi incoraggiano e si complimentano, ma ho sempre pensato che fossero troppo buoni e magari troppo di parte, mi vogliono bene, non possono essere imparziali!
 Che sia veramente la volta buona?



domenica 28 febbraio 2016

IL SABATO SERA CARTONE

 Di nuovo al cinema, nel nostro cinema preferito, quello dei nostri amici, l'unico del paesello, e menomale che adesso c'è: film-cartone per tutta la famiglia, pop-corn caldi caldi, non manca nulla per una buona serata.
 Si tratta di una storia di formazione, sulla tenacia delle proprie idee, sul sogno da avverare con impegno e sacrificio, lontano dalla famiglia, dal luogo in cui sei cresciuto sicuro, aperta campagna, per ritrovarti nella città più grande e attrezzata, divisa per zone climatiche con tanti animali civilizzati e "umanizzati".
 Protagonisti una coniglietta e una volpe, nel più classico degli accostamenti: bellezza esteriore/intelligenza e tenacia contro astuzia/esclusione: la coniglietta senza la volpe non saprebbe come muoversi, la volpe ritrova fiducia in sé stessa e coraggio solo grazie alle lacrime di lei. Non manca certo il cattivo, che più cattivo non si può nascosto sotto le spoglie più miti e morbidose dell'immaginario bestiale.
 Scene da tenere il fiato, molta azione, nessuna volgarità, ritmo alto e lieto fine da copione, in cui tutti si voglion bene, accettano le differenze e la gazzella Shakira si esibisce su un meraviglioso palco in un concerto da paura!

Aspettiamo con ansia l'uscita del panda lottatore, ci stiamo già allenando.

 Volutamente non ho arricchito il testo di troppi particolari, per non rovinare la sorpresa a chi vorrà godersi lo spettacolo,  che merita anche l'attenzione degli adulti, così il mio amico Antonio mi ha suggerito all'uscita dal locale, di non anticipare nulla, perché non è cosa buona e giusta.





HO CONOSCIUTO UNO SCULTORE...

 Schivo, silenzioso, riflessivo, che parla a voce bassa, che non proclama, non spara sentenze e non minaccia la fine dell'arte, del bello, della validità del messaggio universale.
 Anzi, si dedica anima e corpo, spirito e mente al suo lavoro e crea, soddisfatto del suo arrovellamento alla ricerca della Forma.
 Al riparo da occhi e orecchie indiscreti, lontano dalla folla, dalla musica, dagli adulatori, nel chiuso del suo laboratorio in aperta campagna, elabora un progetto e vi si dedica in un lavoro matto e disperatissimo, nella certezza della sua Idea, della sua felice intuizione, per uno scopo alto, importante, impegnativo, coinvolgente.
 Plasma, modella, dà forma al ferro, gli dà anima e senso d'esistere oltre la materia, sicuro del suo Pensiero, concentrato sul risultato finale, tutto allora è in fieri, in divenire continuo, da vile metallo a materia d'arte, da spunto professionale a provocazione, da curve che si rincorrono a volti, mani, abbracci, corpi umani in cerca di riflessione.
 Arte, insomma, nella forma più pura di lavoro che nobilita ed eleva l'uomo al di sopra del creato, vicino agli dei.


Leopardi, dallo Zibaldone
"...perché in somma io mi sono rovinato con sette anni di studio matto e disperatissimo in quel tempo che mi s’andava formando e mi si doveva assodare la complessione. E mi sono rovinato infelicemente e senza rimedio per tutta la vita, e rendutomi l’aspetto miserabile, e dispregevolissima tutta quella gran parte dell’uomo, che è la sola a cui guardino i più; e coi più bisogna conversare in questo mondo: e non solamente i più, ma chicchessia è costretto a desiderare che la virtù non sia qualche ornamento esteriore, e trovandonela nuda affatto, s’attrista, e per forza di natura che nessuna sapienza può vincere, quasi non ha coraggio d’amare quel virtuoso in cui niente è bello fuorché l’anima..."







COME FERRO VIVO, L'INSTALLAZIONE

 Lo senti il mare, lo senti il rumorio del mare, il continuo movimento insistente delle onde, quelle onde che ti cullano, ti trasportano, ti lasciano volare con la fantasia e la libertà nel sogno...
 Non per noi, no...
 Guardaci siamo qui, tra cielo e mare, tutto è azzurro, quello splendido azzurro del mare di speranza e del sereno sopra di noi, ma siamo qui soli, disperati, infreddoliti, abbiamo paura, abbiamo fame, abbiamo bisogno di un posto sicuro dove andare, dove trovare rifugio, un riparo per un nuovo inizio, una nuova esistenza. Senza la nostra vita, lontano dagli affetti, per un sogno da donare ai nostri figli, per un futuro da inventare.
 Senti i lamenti, senti le grida, senti le richieste di aiuto, abbiamo bisogno del tuo sguardo, abbiamo bisogno della tua attenzione, non puoi non guardarci, lì davanti ai tuoi passi, tu sicuro nella tua casa, sicuro della tua esistenza, caldo abbraccio dei tuoi cari. Ci passi attraverso, ci scavalchi, ci schivi, scegli il meglio, non vuoi vacillare, non vuoi perdere l'equilibrio della tua vita, per quanto grigia e dura, te ne lamenti, vorresti il meglio e non ti accontenti e non ti soddisfa.
 Allunga invece il tuo braccio, allunga il tuo sguardo fuori, oltre, sulla distesa immensa della nostra speranza, del nostro coraggio.
 Da costa a costa, abbiamo abbandonato tutto e tutti, ricominciamo da qui, ci è rimasto solo il fiato in corpo, l'ultimo disperato grido di salvezza.

Scultura di Rinaldo Capaldi


sabato 27 febbraio 2016

HO BISOGNO DI CAPIRE

 Come tutti gli adulti di oggi, bambini sprovveduti ieri.
 Non è facile adeguarsi ad un nuovo mondo, quando si è stati cresciuti con le idee, le convinzioni e il dialogo del mondo antico.
 Il sesso, ai miei tempi, era un discorso vietato: oggi i miei alunni mi hanno rivolto domande imbarazzanti e hanno rivelato di scoperte e pratiche di cui alla loro età neanche sapevo il nome, figuriamoci se avessi mai potuto rivolgermi ad un ragazzo che mi piaceva.
 Oggi no, sono le ragazze che si fanno avanti, sfrontate e sicure, pronte ad ottenere favori, pena lo sberleffo pubblico del maschio, non più sicuro della propria virilità.
 Poi si passa all'attualità, alle nuove leggi in materia di famiglia: in questo sono categorica, ma mi devo rendere presto conto che sono poche le coppie solide, storiche e ancora unite: i ragazzi nei fine-settimana si sparpagliano per la provincia per raggiungere casa del genitore con cui non stanno mai durante la settimana, con conseguente interrogatorio, scene di gelosie del genitore rimasto "solo".
 Troppi stimoli a portata di mano, a mio parere, troppo facile raggiungere ed ottenere determinati premi, tanto che molti non sanno cosa chiedere.
 E poi vogliamo parlare dello studio? Al primo posto degli impegni per i giovani adolescenti, se fosse per me, invece mi si risponde che il pomeriggio hanno altro a cui pensare, la lettura li annoia e si imparerebbero nozioni inutili, se non superflue.

Rinaldo Capaldi scultore.
 Ma non mi arrendo e preparo terribili - stando al loro giudizio - compiti di recupero di storia

venerdì 26 febbraio 2016

FIUMI DI PAROLE? NON BASTANO

 Nel momento di maggior sconforto, in un periodo buio della tua esistenza, in qualunque istante della tua vita ciò che veramente conta non sono le parole che puoi leggere sul cellulare, un messaggino inviato da non si sa dove, che rimane lì con la doppia spunta, in memoria fino a quando non decidi di cancellarlo. Neanche i miei articoli, per quanto riflessivi, ponderati, scritti con il cuore e indirizzati ad personam possono, a mio parere, essere più confortanti di un abbraccio, una lacrima che riga la guancia, un momento di raccoglimento o una stretta di mano, di questo sono sicura.
 Ecco perché mi rammarico di non esservi vicina, di non poterlo fare come vorrei, mi spiace ammetterlo, ma gli impegni, il dovere, il tempo che scorre come il fiume non mi permettono quella confidenza che unica può portare un modesto raggio di sole.
 La penso così, da sempre, anche quando era ricoverato mio padre e non sapevamo dove "sbattere la testa": la telefonata può risultare invadente, le chiacchiere pesanti e superficiali, ma una visita, un sorriso e un strizzata di costole mi hanno fatto sempre sentire meglio di mille parole, di cui inevitabilmente ricordi poco, perché hai altro a cui pensare, perché non hai voglia di ascoltare, perché pensi che si parla così solo perché non "stai nei miei panni".
 Un abbraccio lontano lontano.


giovedì 25 febbraio 2016

DAL GLOBALE AL PARTICOLARE

 Con questo termine abbiamo imparato a convivere da poco, pochissimo tempo; è entrato nel lessico quotidiano da quando si è diffusa a macchia d'olio la tecnologia del mondo a-portata-di-mano, anzi meglio di pollici. Globale il tuo divertimento, il tuo profilo, il tuo abbigliamento, il tuo attore, le tue vacanze, i tuoi "mi piace", alla velocità di un click!
 Nel bene e nel male, solo che non ci arrendiamo al male e vorremmo solo godere degli aspetti positivi, dei benefici dell'essere sempre informati, raggiungibili, commentati e ammirati. Invece succede che il mondo ci rimandi anche immagini terribili di morte, di sofferenza, di tragedie, di quei famosi viaggi della speranza che dal nostro quotidiano punto di vista di adulti oppressi da tasse, lavoro determinato, banche esose e irresponsabili non riusciamo proprio a comprendere.
 La guerra, la fame, lo sfruttamento, la scabbia, la desolazione non ci appartengono, ancor meno se siamo fortunati abitanti di piccoli centri di provincia scarsamente industrializzata e poco trafficata. Però non possiamo girarci dall'altra parte, evitare il confronto, negare l'aiuto, cercare di risolvere almeno in parte i problemi di fondo: cosa spingerà mai questi uomini e queste donne a lasciare la loro terra d'origine e affidare alle onde del mare capriccioso la loro sorte e, peggio, quella dei loro figli?  Le associazioni umanitarie, quelle serie, sono impegnate in prima linea, operano sul posto: c'è chi rischia la vita ogni giorno in terra ostile per capire e far capire a noi, comodi trangugiatori da salotto di immagini disperate, la realtà.

 Nel piccolo però c'è anche chi con la sua opera artistica richiama la nostra attenzione, decide di lavorare e impegnarsi nel sociale, convoca le istituzioni e l'amministrazione per avvicinare e avvicinarci a sofferenza, disperazione e solitudine. Guardiamo e parliamone.

Scultura di Rinaldo Capaldi.


NON CORRIAMO TROPPO...

 Quando era giovane studentessa io, attraverso gli anni '80, molto si discuteva di America e Urss, Regan e Gorbaciov, un martellamento continuo di temi ecologici e CFC presentati come il demonio per l'ozono, poi si vedevano in tv le immagini della guerra in Libano, ma tutto molto lontano, confuso, estraneo. I bambini, poi, non erano ammessi all'ascolto di certe notizie e di peccaminosi discorsi, perché menti indifese e pure, incapaci di discernere il male dal bene, il pettegolezzo dalla realtà.
 Oggi, era tecnologica di menti geniali all'ennesima potenza, tutti parlano di tutto, discutono, ragionano, guardano e soprattutto condividono. Non abbiamo nessun segreto, argomento tabù per giovani sprovveduti, come se nascessero bimbi già dal pollice attivo, saputi sul funzionamento del cellulare di ultima generazione e soprattutto smaliziati e pronti a certe riflessioni/rivelazioni dei genitori-eterni Peter Pan, da ultima conquista.
 Peccato, veramente un grosso peccato, a mio modestissimo parere, non lasciare ai pargoli la bellezza della fanciullezza, la spensieratezza delle cicogne e il mito del bacio della buona notte.


Scultura di Rinaldo Capaldi



INSTALLAZIONI

 Sono forse l'opera d'arte contemporanea più usata, conosciuta e discussa del momento: chi si interessa d'arte ne ragiona, chi non se ne intende la prende a paradigma della difficoltà di comunicazione del messaggio dall'artista al pubblico.
 In effetti, tante installazioni risultano di difficile comprensione, superficiali se non addirittura superflue: molta gente comune non ne afferra il contenuto ed ha ragione, perché per capire quanto l'artista vuole esprimere, occorre seguire lo stile, l'evolversi del discorso artistico/Idea come principio scatenante e punto di inizio di un pensiero, di un percorso che si evolve, si modifica nel tempo e nello spazio.
 Sempre buon suggerimento partecipare alle inaugurazioni, alle mostre, alle conferenze per tentare di diradare la nebbia artistica e il messaggio criptico e confuso, ma è cosa buona e giusta che anche l'artista spieghi, esponga le proprie idee, il perché dell'installazione e cosa voglia significare cotanto impegno, lavoro, materiale, Idea appunto.
 Ancor meglio se il lavoro artistico parte dalla quotidianità, da una notizia del giorno o da una realtà tanto difficile quanto sentita: sono fortemente convinta che l'arte contemporanea rifletta la società che l'ha prodotta, là dove pensa e opera il maestro.
 Non sopporto le provocazioni gratuite, il far parlare di sé tanto perché si produca un po' di fumo, lasciamo da parte il populismo o le Idee demagogiche, meglio una riflessione seria e costruttiva sui problemi reali, veri e concreti, per parlarne, prenderci confidenza e magari cercare di trovare una soluzione, primo passo, buon inizio.

La vocazione di San Paolo, Rinaldo Capaldi





mercoledì 24 febbraio 2016

NON GIUDICARE DALLE APPARENZE

 A mio modestissimo parere, una delle massime più azzeccate di tutti i tempi, come non lasciarti influenzare dall'abito del monaco, non ti fidare dell'oro che luccica.
 Una mia meravigliosa amica in abiti da lavoro è un'impeccabile docente, in abiti civili quotidiani dà l'idea di semplicità e trasandatezza, ma mai si potrà capire che è una cuoca sopraffina e di alta qualità.
 Mia madre continua a ripetermi che la maggior parte delle azioni quotidiane è dettata dalla spasmodica voglia di apparire invece di essere: le persone vogliono sembrare ciò che invece non sono e non saranno mai.
 Genitori perfetti, che possiedono tutte le chiavi di lettura e le soluzioni dei problemi non esistono; madri e mogli modello che riescono a portare avanti contemporaneamente più impegni non vivono su questo pianeta; perché allora montare un'enorme bugia o, meglio, costruire una finta identità?
 Rimaniamo con i piedi per terra, prefissiamoci degli obiettivi minimi ma compatibili con la nostra personalità, il carattere, il nucleo familiare e soprattutto lo stipendio da spendere.
 Andare oltre, superare il limite consentito procura dolore al cuore, causa malessere e instabilità, non appaga il senso di inferiorità, che peraltro non ha ragione di esistere, perché conviene di più accettare come il Buon Dio ci ha creati piuttosto che rincorrere un mito del Creato.


Opera dello scultore Rinaldo Capaldi.


COME FERRO VIVO

 Alcuni vivono ritirati nella propria torre d'avorio, aspettando di essere corteggiati e pregati di scendere tra i comuni mortali, vivono della loro arte e ritengono che sia naturale così, estraniarsi dalla società, distinguersi nell'attesa di essere capiti, compresi e pagati.
 Altri, invece, si mescolano tra la gente, prendono parte agli avvenimenti, ascoltano gli altri e cercano di capire, senza saccenza, son quelli che adoro.
 L'artista non può rimanere al di sopra degli altri, non può far finta di niente aspettando che gli altri si accorgano del suo stile e comprendano il suo messaggio: la società in cui viviamo e operiamo è un continuo fervido brulichio di problemi in cerca di soluzioni, forti personalità emergenti, notizie sensazionali, ma anche notizie sottaciute e scomode, in cerca di visibilità.
 L'artista che si interessa dei fatti di cronaca, che usa la sua maestria per richiamare l'attenzione dei media su tali complessi fatti non può che attirare il mio consenso: non possiamo girarci dall'altra parte e far finta che certi avvenimenti non accadano, che gli uomini non muoiano, che i bimbi siano tutti felici e ancorati ai loro genitori.
 Guardiamoci attorno, prendiamo coscienza della vastità dei casi e facciamo qualcosa per migliorare la realtà:
tante voci insieme formano un coro,
tanti battiti di mani formano un applauso,
tante opere artistiche riescono a sensibilizzare gli animi meglio delle umane parole, scritte o pronunciate che siano.

Scultura di Rinaldo Capaldi

lunedì 22 febbraio 2016

IMPARA L'ARTE...

 Si discute tra adulti sul futuro dei figli e una signora sbeffeggia bonariamente una ragazza di sedici anni, brava liceale, che vorrebbe seguire più corsi di disegni MANGA possibile, prospettandole un futuro da fame, o quasi, perché molto raramente si sente in giro affermare: "professione disegnatore, manga poi..."
 In effetti, se si scegliesse il corso scolastico in base ad un probabile futuro lavoro, rimarrebbero fuori tanti istituti e licei; allora, come procedere?
 Ho scelto autonomamente il glorioso liceo classico, non che me ne sia pentita, però, la ricerca del lavoro, di una strada maestra, di un'occupazione seria è sempre stata difficile, tutt'ora sono "a tempo determinato".
 Però per i miei pargoli ho progettato lo studio dell'inglese, in modo serio s'intende, carenza che mi pesa, e molto, ignorante io.
 Però, non me la sento di imporre una scuola piuttosto che un'altra, perché poi la vita è la loro: impegni, viaggi, famiglia, passatempi è bene che ognuno scelga secondo il proprio essere, senza poi addossare ai genitori un'eventuale "sconfitta".
 Chissà dove li porterà il cuore...


 Sculture di Rinaldo Capaldi


I PROFESSORI, NO...

 Quanto rumore crea una brutta notizia su una docente del viterbese, e a buon diritto, certo.
 Quanto dolore per un alunno morto in classe, durante una delle tante lezioni quotidiane, infinito per i genitori, i compagni increduli.
 Questi casi non si discutono, lasciano solo amarezza, dispiacere e voglia di urlare contro.

 Però, senza parlare da saputa, vorrei spezzare una lancia per i miei temporanei colleghi, quelli che hanno studiato una vita per specializzarsi, abilitarsi, dietro il continuo rinnovo delle regole, delle competenze e non vedono ancora la luce oltre il tunnel.
 Ogni giorno in sala professori ognuno racconta un aneddoto spiacevole, si cerca la solidarietà degli altri, si cerca conforto e consigli per arginare la maleducazione verbale e fisica di giovanotti più alti del docente, per niente intenzionati ad ascoltare nozioni troppo lontane nel tempo e nello spazio dalla loro vita globale e attuale.

 Chi viene alle mani, chi ti manda direttamente all'altro paese, chi messaggia anche dopo il sesto rimprovero, chi fa colazione inzuppando i cioccolatini nelle finte bevande del distributore sul banco mentre si interroga...Chi parla di questi nostri giovani?
 Ogni giorno i miei alunni mi raccontano orgogliosi di come sono riusciti a far piangere i loro insegnanti lo scorso anno, "un vero mito", commentano e c'è chi si esalta ricordando quanto si è divertito a scuola, anche se questo gli è costato l'anno per la bocciatura.

 Convocati i genitori, molti tentano di negare, anzi giurano di un figlio di tutt'altra razza a casa, tranquillo e sereno, per niente manesco, ci mancherebbe...
 Allora, cosa si suggerisce?


Scultura di Rinaldo Capaldi

domenica 21 febbraio 2016

OGGI, INVECE, BOMARZO

 Potrei raccontarvi di grandi, forti emozioni;
potrei cercare le parole giuste per tentare di descrivere movimento e passione;
potrei narrare di sessanta minuti di arte pura;
potrei cercare di scegliere se sia stato più bravo il chitarrista, il pittore o la danzatrice;
potrei dirvi di un Palazzo nobiliare che ha ospitato un'esibizione mai vista, e parlo per me e per la mia giovane famiglia, ipnotizzati noi dai movimenti ritmici e perfetti di una giovane ballerina e dalla pennellata sicura di un ottimo artista che alzava gli occhi al cielo per cercare la giusta ispirazione;
potrei enumerare i pregi di un trio in sintonia, nessun sbafo durante lo spettacolo, ogni momento cadenzato ogni pausa studiata;
potrei assicurarvi che in certe occasioni le parole non servono, le spiegazioni possono tacere e il silenzio della bocca può regnare sovrano.
 Invece vi invito a seguire, a partecipare e ad applaudire agli eventi di questi tre giovani: Arte antica, il ballo la musica la pittura, ma nuovo tutto il resto.

  Stefano Cianti ai pennelli
Daria Giomma alle scarpette
Tony Ranocchia alla chitarra










OGGI, RONCIGLIONE

 Primo sopralluogo ad un edificio/fabbrica dismesso e riqualificato con intervento del Comune, invitata dal mio amico Rinaldo Capaldi, superbo esempio di spazio portato a nuova vita, ottimo.
 Si tratta dei locali delle ferriere, tanto anonimo caseggiato all'esterno, quanto meraviglioso scrigno all'interno, equilibrata ristrutturazione di mattoni, ferro e vetro.
 Si muove qualcosa, anzi due ed io sono stata invitata in anteprima, orgoglio e preoccupazione.
 Orgoglio perché si tratta di un grosso, ma prestigioso impegno, che non so se riuscirò ad onorare, e qui scatta l'ansia da prestazione. Naturalmente cercherò di impegnarmi al massimo per ottenere il meglio e non sfigurare in terra oltremontana, già solo per l'alta considerazione ottenuta.
 Lo scultore ronciglionese mi ha permesso di dare un'occhiata al suo rifugio di progettazione e lavoro, in vista di una mostra importante, su cui punta molto per visibilità e contatti; poi abbiamo visitato appunto lo spazio museale di archeologia industriale che mi ha tanto impressionata: ambiente signorile, curato, accogliente, ideale per una serie di istallazioni e sculture realizzate da questo riflessivo artista.
 Molto bene.







Quest'opera ora è mia, grazie Maestro


www.rinaldocapaldi.net/percorso-artistico/critica/

sabato 20 febbraio 2016

QUESTIONE DI PRIORITA'

 Tutto nella nostra vita, frenetica esistenza, ruota intorno alle priorità, cioè all'importanza che assegniamo ad ogni impegno, promessa, appuntamento.
 Odio, nel senso meno forte del termine, chi mente sapendo di mentire affermando di non aver avuto tempo per rispondere ad un messaggio o una mail; impossibile non avere trenta e dico trenta secondi per battere il pollice sulla tastiera del cellulare per negare o affermare in risposta ad un quesito, una richiesta d'aiuto o un invito.
 Ho allontanato dalla mia vita chi non mi ha spiegato in faccia, a parole povere il suo pensiero, le sue ragioni, i perché di determinate scelte: non mi piace il silenzio, il lasciar correre, dal momento che causa troppi dubbi, perplessità e vuoti d'anima. Dimmi quel che pensi e poi ognuno comunque per la sua strada, senza tanto rammarico.
 Non sopporto chi si defila da un minimo impegno, lasciando che gli altri, quelli sopraffatti da senso civico puliscano, aiutino, facciano insomma il lavoro sporco degli ultimi che chiudono la fila. Basta un poco di impegno in ognuno di noi e vivremmo in un paese più pulito e a misura di civilizzazione, dove si rispetta la fila o addirittura si lascia passare chi ha veramente fretta.
 Se tutti ci impegnassimo nel dovere quotidiano, non ci sarebbero problemi di comunicazione, se ognuno rispettasse il proprio ruolo tutti lavorerebbero più tranquilli e sicuri: docenti, genitori, allenatori, negozianti e clienti, impiegati e amministratori, operai e contadini ad ognuno il suo ruolo e le sue competenze e non la tuttologia sbandierata e difesa ad oltranza.

Metsys Elizabeth I The Sieve Portrait c1583.jpg
Elisabetta I col setaccio di Tuccia, simbolo di castità. Quentyn Metsys il Giovane, 1583.

venerdì 19 febbraio 2016

BIBLIOTECA CHE VAI, EVENTO CHE TROVI!

 Tutto come da copione, nella Biblioteca Comunale del paesello: pomeriggio ricco e interessante per piccoli quanto esigenti lettori, alle prese questa volta con forbici, carta, colla e fantasia.
 Festa di Carnevaletto organizzata dalle meravigliose ragazze, che ogni giorno animano i locali della biblioteca, aiutano nei compiti per casa, leggono, cercano, registrano, sistemano e archiviano.
 Oggi in particolare si sono rese disponibili per un laboratorio maschero-cartaceo: i bambini hanno avuto a disposizione modelli da colorare, ritagliare e decorare di mascherine per gli occhioni loro dolci e sensibili, con materiale vario per abbellire il tutto.
 Tante le bambine/piccole stiliste intervenute a incollare fiocchetti, nastrini, riccioli e tutto quello che Fantasia detta per una maschera personalizzata, e guai a suggerire modifiche a loro che sanno bene quel che fanno.
 Semplicemente bello vedere le signorine alle prese con le piccole pestifere donne, tutte sedute al tavolo imbandito con colori a matita, cartoncini vari e tanta pazienza, fino al momento della chiusura.
 Prima però, c'è stato anche il tempo di bere un bicchiere di tè e di sgranocchiare qualcosa, perché giocare stanca e mette appetito.
 E le ragazze per niente sazie di tanto impegno, stanno già tramando ulteriore divertimento per il periodo pasquale, prossimamente più notizie su questo blog.
 Grazie.

giovedì 18 febbraio 2016

STRANA LA VITA

   Non voglio essere di nuovo polemica, ma mi devo togliere questo sassolino dalla scarpa, perché oggi mi sento così, l'ho vissuto sulla mia pelle per l'ennesima volta e non mi sta per niente bene.

 Ci incontriamo per strada, percorriamo lo stesso tragitto, siamo in fila dal dottore e non mi guardano, non mi parlano, non mi salutano, pace. Sono una povera Cenerentola, non do una buona impressione evidentemente, nei panni civili, soliti e semplici di tutti i giorni; e poi il ceppo familiare non è quello giusto, nobile e altolocato, ancora una volta pace, a me va bene così.

 Poi scoprono che scrivi su un blog, scoprono che hai una certa "autorità" intellettuale, magari perché ti hanno vista in qualche foto accanto alle personalità; oppure ti incontrano in un ufficio sindacale, con le scartoffie scolastiche o ti scorgono tra i docenti in una saletta; peggio ancora quando capiscono che sei amica o parente di una persona importante, allora capita che ti salutino.
 Non solo un banale saluto, furtivo, che mi lascerebbe già sconcertata, ma ti fermano, ti stringono la mano e ti rivolgono qualche domanda.
 E li guardi incredula, non credi ai tuoi orecchi né ai tuoi occhietti.
 E inizi a rimuginare, come mai l'altro giorno si sono girati dall'altra parte ed ora ti mostrano il loro miglior sorriso dentato...
 Sono sempre io, quella del paesello o no?


martedì 16 febbraio 2016

PROSSIMI APPUNTAMENTI

 Sembro più un'annunciatrice TV che una blogger, ma ora mi sento di richiamare la vostra attenzione su due appuntamenti completamente diversi per età di pubblico, ma molto simili nello scopo e nell'attenzione che meritano.
 E quindi procedo, semplice!

 Dunque per i più piccoli, ricordo giovedì pomeriggio dalle 16:00 l'incontro presso la Biblioteca Comunale di Soriano Carnevaletto Bibliotecario con le meravigliose ragazze - volontarie e del servizio civile - per un divertimento origami-letture ad alta voce, imperdibile.
 Mi raccomando, preparate anche un'offerta per tutte le attività della biblioteca e qualcosa da sgranocchiare e/o da bere insieme ai tanti amichetti, che certamente parteciperanno.

Invece per i grandi, amanti delle arti, di tutte le espressioni dell'animo umano, rinnovo l'invito di due miei amici di Ronciglione Stefano Cianti e Tony Ranocchia, che si esibiranno domenica 21 nel pomeriggio presso il Castello Orsini di Bomarzo in un evento a tuttotondo.
 Stefano è un grande pittore e Tony l'ottimo musicista, che ha accompagnato con la chitarra la lettura delle poesie di Paola Sanna, nella presentazione del suo libro "Il mondo eterno degli angeli" sabato 6 febbraio presso la Sala Consiliare di Soriano.

 Così tutta la famiglia è accontentata, semplice no?

 Per conoscere meglio questi due artisti, rimando anche ad altri articoli scritti sulle loro esibizioni:

- Artista da parco? del 16/08/2014
- La mia anima si spande del 29/06/2014
- Vivendo Francesco del 16/04/2014


BELLI SI NASCE, FAMOSI SI DIVENTA!

 Ebbene sì, carissimi amici lettori, capita, è capitato anche a me: un giorno ti cercano, ti chiamano, ti contattano per qualcosa di importante, nel piccolo della provincia, per il momento, ma sono i primi passi, poi si vedrà.
 E così c'è qualcuno che pensa che sia bravina, interessante, che scriva in maniera decente e che parli in modo coinvolgente, spiritoso, per niente accademico o pallos#, che insomma sia giusta per la sua arte, per il suo evento, per la sua opera. Incredibile, ma vero.
 Ho risposto a diversi messaggi, chissà cosa mi riserva il futuro?
 Sono una donna disponibile, io, non mi tiro certo indietro se c'è da chiacchierare, proporre, convincere, aiutare, esaltare o, qualche volta, ma raramente, criticare, sbeffeggiare o prendere in giro bonariamente... Non sia mai che offenda alcuno, se non se lo merita!
 Allora, ne leggerete delle belle, che sia per me un lavoro, poco ma sicuro, ora sta agli altri prendermi sul serio!

Andrew Warhola Jr, in arte Andy Warhol, è stato un pittore, scultore, regista, produttore cinematografico e fotografo statunitense.
Ricordato soprattutto per le sue tele raffiguranti Marilyn Monroe e molte altre figure celebri dell’epoca, l’artista è stato la figura predominante della Pop Art, corrente artistica che rivolge la sua attenzione ai miti, agli usi e ai costumi della società di massa.

domenica 14 febbraio 2016

AMORE E'...

 Quando dicono Amore, quello con la A maiuscola penso

 alle mie zie tutte nessuna esclusa, che pur sposandosi giovani, senza soldi e con tanti grattacapi, ancora condividono lo stesso letto e lo stesso tetto con l'uomo della loro vita; non che non si lamentino dei difetti, del caratteraccio, ma mai hanno pensato a staccarsi o a dividersi, creando un legame quasi simbiotico;

 alla zia - ora in cielo anche lei - e a mia madre, che giovani spose e giovani madri hanno perso troppo presto il marito, non sono invecchiate con il compagno di vita al loro fianco, sono rimaste sole ma fedeli al padre dei loro figli;

 a mia nonna, che in vecchiaia ha instancabilmente accudito il marito paralizzato negli ultimi anni di vita, senza mai un lamento né un ripensamento;

 a tutte quelle signore che rispettano e amano negli anni i loro compagni.

 Sono esempi di vita che nessuno può sminuire; facile riempirsi la bocca con i paroloni e i regali vistosi, se poi non seguono le giuste riflessioni e le buone azioni.
 Sono i piccoli gesti quotidiani a creare e rafforzare l'amore, quello vero, di un marito nei confronti della moglie, di un padre verso la madre dei suoi figli, di una mamma riguardo al padre dei suoi pargoli.

 Tutto il resto è noia e vana realtà.

Gli affreschi della Loggia di Amore e Psiche di Raffaello
Villa Farnesina, Roma


COME E' ANDATA A FINIRE?

 Quando hai lettori fedeli, che ti seguono, ti condividono, ti chiedono, non puoi lasciarli nel buio più totale, nell'indeciso, nel limbo dell'ignoto...
 Scusatemi, chiedo venia, prima vi racconto delle mie palpitazioni lavorative, dei miei stare in bilico, nell'attesa di una chiamata e poi neanche vi aggiorno sull'evoluzione ottima, sul risvolto, sulla piega più che positiva che ha preso la mia vita professionale...
 Ebbene sì, la mia occupazione continua, sarò ancora attiva per il prossimo mese, l'unico mio dispiacere è il dover gioire dell'infermità altrui.
 Atteggiamento molto poco cristiano, devo ammetterlo, ma che ci posso fare?
 Lavoro perché qualcun'altra è in malattia, questa è la vita delle supplenti, l'anno scorso ho sostituito una maternità, quest'anno mi tocca un'ernia, a chi tocca non si ingrugni, finché c'è vita c'è speranza,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, 
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh... 



RICOMPENSA

 Fino ad oggi, come già ben sapete, non ho mai ricevuto ricompensa in denaro per le mie parole, né scritte né pronunciate, così posso vantarmi di non essere influenzata da alcuno, nessun potere che mi sovrasti, comandi o imponga, come dire, una linea editoriale.
 Sono totalmente libera di commentare, virgolettare, criticare la mia vita, il mio vissuto, le mie emozioni, ma...
 Certo quando qualcuno si ricorda di ringraziarmi in pubblico o in privato, tramite messaggio su FB mi fa molto piacere, mi lusinga molto, del resto sono una donna, la civetteria è insita nel carattere.

 Se poi mi si ringrazia davanti ad un folto uditorio, vado in brado di giuggiole.

 Comunque qualcuno, nonostante i miei gratuiti servigi, si è dimenticato qualche buona parolina, anzi ha preteso sempre di più; sorvoliamo; qualcuno da me ha ricevuto gratuitamente quel che poi ha pagato, andiamo oltre.
 Non importa, avrò la mia piccola grande rivincita, prima o poi.
 Ora mi siedo ad aspettare...


MANCA QUALCOSA

 Vi sono mancata?
 Ho avuto una giornataccia dietro l'altra, di lavoro s'intende: impegnative, faticose e menomale, dico sempre! Così non sono neanche riuscita a concentrarmi un poco su qualcosa di interessante da scrivere, qui, per il blog, per ridere o riflettere o semplicemente per permettervi di leggere qualche leggerezza. Ho appena dato un'occhiata a FB, anche quello trascurato: poche novità, ma interessanti; e ho riflettuto, non molto però perché è tardi, è sabato sera, anche quel poco di materia grigia che mi rimane attiva si sta spegnando.
 Domani S. Valentino, festa.
 Alle ricorrenze ci tengo, pure molto: compleanni, anniversari e certo anche questo tipo di feste, non che sia fondamentale ricevere un regalo, tirchia io, ma mi fa estremamente piacere rendermi conto che qualcuno di importante per me si sia ricordato, abbia avuto un attimo di riguardo nei miei confronti.
 Mi spiego meglio: per il mio compleanno non mi interessa il dono, ma sicuramente aspetto con ansia anche solo un messaggino, meglio una telefonata. Così per la festa degli innamorati, aspetto un qualcosa di piccolo ma significativo: marito avvisato, mezzo salvato!


giovedì 11 febbraio 2016

QUANTE VOLTE AL GIORNO...

... Vi domandate se state facendo bene, se vi comportate come dovreste, se state sbagliando irrimediabilmente mettendo a rischio la tranquillità familiare?
 Spesso, io molto spesso.
 Se non lavoro abbastanza mi spiace non disporre di denari a sufficienza da spendere senza troppe preoccupazioni, se lavoro mi rammarico di lasciare indietro tante incombenze, trascurare i figli e la casa. Quando finisco tardi e organizzo una cena veloce, buona ma "rimediata", mi sento una mamma - poco di buono che non sa viziare i palati dei propri cari affamati.
 A scuola per essere credibile e incutere il giusto timore da silenzio e ascolto, ho tanti dubbi su compiti, spiegazioni e punizioni, fino a quando i ragazzi non cercano di prendere il sopravvento, magari inventando mille scuse per non aver svolto i compiti, beffandosi di me e degli altri colleghi. A quel punto esce fuori una belva, che non credereste mai di riconoscere.
 Vorrei godere di una certa considerazione, vorrei meritare complimenti e plauso anche dagli estranei, che apprezzino il mio impegno, ma poi ci rimugino, non mi sento all'altezza, priva di certe doti o al contrario troppo saccente e antipatica.
 Per non parlare di amiche e parenti, della cui vita vorrei far parte ogni istante, incontentabile io di coccole e attenzioni, mentre magari loro hanno altro a cui pensare.


L'Incredulità di san Tommaso è un dipinto a olio su tela di 107 × 146 cm realizzato tra il 1600 ed il 1601 da Caravaggio. È conservato nella Bildergalerie di Potsdam.


NOSTALGICA IO

 Non doveva succedere così presto, eppure è accaduto.
 La scorsa settimana ho trascorso due splendide serate, una in compagnia delle mie amate cugine - festeggiando i primi quarant'anni di Arianna - l'altra con i miei unici coetanei; per entrambe le occasioni musica con dj e ballo in pista.
 Niente da ridire se non che ho ascoltato tutta musica dei miei tempi...
 Ebbene sì, hanno scelto la musica anni '70 - '80 - '90, quella dei tempi andati, passati, trascorsi, quando ero giovincella, magra, capelli cotonati e immobilizzati dalla lacca, spalline sotto le camicette tipo giocatore di football, trucco scuro agli occhi, bocca al lucidalabbra brillantinato.
 Ascoltavo quella musica a tutto volume appena possibile, anche a casa della mia amica che aveva i dischi del fratello maggiore e a carnevale, quando andavo con le mie amiche presso la sala dell'ANSPI del paesello a ballare ore e ore, cercando di scorgere nella folla quel ragazzetto che mi piaceva tanto, e che naturalmente non mi filava.
 Venerdì sera e sabato ho ballato, come una ragazzina, cantando a squarciagola tutte le canzoni che ricordavo, anche quelle in inglese che sapevo più o meno pronunciare, saltellando sul posto benché munita di tacchetti e agitando in aria i pugni...

 ...Tutta un'altra cosa gli EUROPE, THE FINAL COUNTDOWN

Sono invecchiata? NO, vallo a spiegare al maggiore dei pargoli.



LA POETESSA, LA CHIACCHIERONA E LE FOTO

 Evento ben riuscito, merito delle mie compagne di viaggio, girano ancora alcune belle parole di complimento.
 Grazie.















mercoledì 10 febbraio 2016

QUANDO SUOR CRISTINA CHIAMA...

 Attenzione: articolo a forti contenuti cattolici

 In paese la conosciamo tutti, è la dirigente della Scuola dell'Infanzia paritaria, educatrice, catechista, animatrice di incontri, etc. etc. energica e volitiva al punto giusto. I miei figli non hanno frequentato la sua scuola, preferisco quella comunale, pubblica, statale, ma la stimo e la rispetto e, naturalmente, condivido molte delle sue idee e delle sue convinzioni.
 Suor Cristina cercava un modo per divulgare alcuni concetti che le stanno particolarmente a cuore e la rappresentante dei genitori di quella scuola mi ha interpellata per questo semplice quanto importante piacere.
 In pratica do voce all'opinione dei genitori dei bambini della scuola guidata dalla Suora: mi fa piacere, e in parte mi lusinga, essere stata scelta tra tante; condivido appieno certe posizioni e lascio volentieri la parola a chi cerca un canale oggettivo e aperto ad altre posizioni.

Per le mie personali idee rimando chi fosse interessato ad un prossimo articolo.

 "In occasione del carnevale, la scuola dell'Infanzia in due pomeriggi ha voluto dimostrare che la scuola non è solo vista come ricettacolo delle nozioni, ma anche come esempio di vita. In tali eventi per volere dell'Istituto stesso, c'è stato un vero e proprio coinvolgimento delle famiglie: non solo i bambini, ma anche gli stessi genitori si sono voluti mettere in gioco, facendosi travolgere dall'euforia carnevalesca e indossando le maschere più disparate al cospetto dei propri figli. Inevitabilmente sono rimasti esterrefatti e gratificati allo stesso tempo, anche nel vedere come ognuno ha contribuito alla preparazione di una pietanza, nello spazzare a terra o nel fare tutti i dovuti acquisti e preparativi in funzione della festa.
 Il messaggio, che si è voluto diffondere, è quello che è importante per i nostri figli creare un legame e un rapporto di continuità fra la scuola e la famiglia all'insegna dell'accoglienza, lo spirito di collaborazione e la condivisione. Valori che, e ciò va sottolineato, purtroppo oggi giorno sono messi in discussione nel sistema sociale in cui viviamo. Tutto dipende da noi: in una società in cui la famiglia è spesso messa a repentaglio, dove spesso c'è poco dialogo e vige l'indifferenza, solo portando avanti determinati valori possiamo dare un buon esempio ai bambini. La scuola deve chiamarsi in causa e saper dimostrare che ha grandi potenzialità e sa dare una spinta positiva a quelli che saranno gli adulti di domani".

                                                                                                                Le famiglie

martedì 9 febbraio 2016

ANIMALI DA SCOPRIRE

 C'era una volta, tanto tempo fa, un imperatore romano secondo la tradizione un po' matto che per dimostrare che un cavallo avrebbe potuto far meglio degli altri senatori nominò il proprio cavallo Incitatus senatore, si tratta di Gaio Giulio Cesare Germanico, meglio conosciuto come Caligola (12 d. C. - 41 d. C.).

 Secondo un film d'animazione americano, un topolino dotato di grande fiuto e forza di volontà può diventare un affermato chef, aprire e gestire un proprio ristorante, preparando succulenti pasti per un burbero critico gastronomico "conquistato" dalla ratatouielle, piatto povero ma ricco di ricordi.

 Poi c'è l'astuto consigliere gatto del figlio minore del mugnaio che con abile mossa e giuste parole riesce a renderlo padrone di tutte le terre del marchese di Carabas, dopo naturalmente aver convinto l'orco a trasformarsi in topolino e lasciarsi mangiare.

Il migliore però è quel brutto anatroccolo indifeso, solo, triste in balia delle persone più cattive di questo mondo durante un duro inverno che riesce però a riscattarsi, risvegliandosi un giorno di primavera magnifico cigno bianco dal lungo collo.

 Voi non ci crederete, ma ho fatto amicizia da qualche tempo con un cane che vuol imparare a curare le persone: ha provato anche ad annusarmi, si sarà accorto che non ho tutte le rotelle a posto.




VADO IN BIANCO

 Ebbene sì, ho questo brutto problema da qualche giorno...
 Dopo aver scritto le mie solite stupidaggini, cerco un'immagine significativa, appropriata, spiritosa, simpatica, artistica o anche una foto da FB non importa quale, la salvo, la scelgo dal file, la apro/seleziono, la aggiungo all'articolo ma il risultato è sempre lo stesso.
 Quando vado a pubblicare lo spazio rimane candido, sul mio diario di FB e brutto, naturalmente.

 Non si vede nulla, in copertina tutto rimane bianco, resta il titolo poco attraente e basta.
 Però se poi, sempre da FB apro l'articolo l'immagine scelta si vede, come anche se seleziono solo il blog, senza passare dal social network, che cosa posso fare?
 Come si risolvono questi tristi problemi tecnologici? C'è qualcuno di buono volontà all'ascolto disposto a suggerire qualcosa di utile a questa povera derelitta classica omerica?

 Fatemi sapere la soluzione, altrimenti rimarrò in bianco per il resto dei miei giorni da connessione...
 Mio marito in tutto questo fa spallucce, afferma di non sapere...
 Acc...

La zattera della Medusa (Le Radeau de la Méduse) è un dipinto a olio su tela (491x716 cm) di Théodore Géricault, realizzato nel 1818-19 e conservato nel Museo del Louvre di Parigi.



lunedì 8 febbraio 2016

CARNEVALETTO BIBLIOTECARIO

 Ebbene sì, in biblioteca la festa continua in modo interessantissimo - e non poteva essere altrimenti. Le meravigliose volontarie e le ragazze del Servizio Civile stanno preparando un altro pomeriggio di gruppo, di divertimento e di piacevole lavoro per e con i nostri pargoli.

 Prendete allora carta e penna, segnatevi data e ora e organizzatevi con amichetti e parenti vari per giovedì 18 febbraio: la bravissima Luisa, voce narrante invernale ed estiva, mette a disposizione della popolazione giovanile paesana, affamata di arte cartonata colorata, anche le sue grandi capacità manuali e svelerà agli attenti mini-intellettuali i segreti degli origami, giocando a costruire maschere carnevalesche.
 Un pomeriggio all'insegna del gioco, del piacere di imparare, della condivisione del materiale, dell'ascolto e del sorriso.
 Tutti i bambini sono invitati, perché insieme si sta meglio.
 Basta una piccola offerta per sostenere le tante attività della biblioteca e la merenda è rimessa nelle mani e nel buon cuore di chi parteciperà - basta insomma che ognuno porti qualcosa da mangiare e da bere per completare il mega-divertimento.

Come si dice in questi casi: ACCORRETE NUMEROSI!

Così si fa...

 Ci sono riuscita, sembrava impossibile, invece...
 Venerdì mi sono decisa, l'ho portata a chi di dovere: non ne potevo più, mio marito non mi voleva soddisfare, togliere questo impegno non fa per lui e il suo lavoro.
 Sono soddisfatta, mi ha accontentato, ho pagato il giusto, peccato che avessi previsto di far presto, mentre sbrigavo altre incombenze, ma poi ho dimenticato l'accessorio più importante - devo farmi controllare da uno bravo.
 Ho eseguito meccanicamente le stesse mosse, ho reagito come sempre, solo che invece di lasciare tutto come dovevo, distratta, soprappensiero mi sono allontana, portando via l'accessorio appunto.
 Che dire? Niente, capita, non giriamo il dito nella piaga, già ero mortificata di mio per non aver lasciato la chiave sul cruscotto ed essermela messa in borsa, ho corso come una matta per recuperare il tempo perduto, povera me!
 L'importante è il risultato, dicono.
 Ora neanche la riconosco, non sembra più la mia, la guardo e se non fosse per le ammaccature...
 Ho finalmente lavato la macchina, Punto.

Impressione, levar del sole (in francese: Impression, soleil levant) è un dipinto a olio su tela di 48×63 centimetri realizzato nel 1872 dal pittore francese Claude Monet, dal cui titolo deriva il nome Impressionismo. È conservato nel Musée Marmottan Monet di Parigi.