giovedì 31 marzo 2016

COME FERRO VIVO - LA POESIA DI UN ATTIMO

 Questa mattina ho fatto una capatina a Ronciglione, presso il Museo della Ferriera Vecchia, per sbirciare l'allestimento della mostra che prenderà il via sabato pomeriggio, presente l'artista Capaldi naturalmente. Sono andata con la mia amica poetessa Paola per farle conoscere lo scultore, lei che è particolarmente sensibile ad ogni dimostrazione e forma d'arte.

 Come una magia, ci siamo emozionate, ognuna per il proprio sentire, certo, ma tutte e due ne siamo uscite con forti pensieri, a me trema ancora la voce - spero di essere pronta al meglio - Paola invece ha preso carta e penna e ha scritto, così di getto, perché è rimasta affascinata da una scultura di circa tre metri d'altezza che richiama uno degli schiavi michelangioleschi. Questa figura illuminata dall'alto da un faretto, proietta sul muro un'ombra particolare, che sembra essa stessa disegno, sfumato, incompiuto, bello!
 Che dire, quando le arti si compenetrano, quando un'opera, qualunque essa sia, crea emozioni, scuote l'animo e spinge a creare?
 Dall'Idea al ferro, dalla Forma al Pensiero, dall'ombra alla Poesia.

 Sfacciatamente ho chiesto a Paola il manoscritto, prezioso e immacolato, ve ne faccio partecipi, perché credo che sia cosa buona e giusta, onore allo scultore e alla poetessa dall'animo sensibile.

 Come da un pennello etereo
fili di color fumo
sul muro nudo e freddo,
del suo schiavo riflesso,
nata dal fuoco
dell'artista che l'ha forgiato
l'impronta superba
sinuosa si muove
e nell'ombra rimane eterna

Paola Sanna




DOMENICA POETICA, A MONTEFIASCONE

 Gli appuntamenti si moltiplicano, le occasioni ci rincorrono e le forze si uniscono, è così e non può non essere. Quando si ha voglia di pubblicizzare il proprio libro, quando si è coinvolti in una tavola rotonda libresca, quando si è invitati in terra straniera  e si spera di lasciare un buon segno-ricordo-interesse culturale.
 La mia amica poetessa sta raccogliendo tutta la grinta necessaria per parlare, ad un uditorio estraneo, delle sue poesie, per far conoscere il suo sentire poetico e stimolare la riflessione su tematiche importanti, spesso lasciate da parte dal  mondo dell'apparire.
 Quanto è importante un filo d'erba, a chi parla la luna, siamo noi stessi in ogni occasione?
 E' veramente un'ottima occasione quella di domenica mattina presso la biblioteca di Montefiascone, l'ascolto di versi personali che possono essere fatti propri da ognuno di noi, anime sensibili assopite, smorzate dalla realtà virtuale, dai contatti social-verosimili, ma non veri.
 Si tratta di pensieri scritti nel tempo, nati da un'occasionale evento, strappati al grigio della quotidianità per rimanere indelebili sulla carta poetica, perché non far parte di questa condivisione di sentire, partecipare del pathos dell'animo ed esprimere sentimenti veri?

... grandi e piccoli come i pianeti, 
chiusi e aperti come i cuori, 
forti e fragili come le ali degli angeli,
noi siamo la meraviglia del mondo.

Il filo d'erba
La terra non lo sa,
ma anche quel filo d'erba calpestato
faceva parte del prato
e voleva essere notato,
uno fra tanti
che guardava crescere gli altri
vicino allo stelo di un fiore
ormai stanco
perché nessuno lo aveva ammirato
ora anche lui
si stava addormentando
sotto il dolore di quel passo
che senza saperlo
lo aveva schiacciato,
e per sempre la testa gli aveva chinato
C'e' una parte di noi che viaggia veramente, al di là dello sguardo, al di là di ogni passo, l'anima si ritrova nuda ma non sente freddo se la pace la riscalda.
Paola Sanna




mercoledì 30 marzo 2016

UBI MAIOR MINOR CESSAT

 Articolo semiserio sull'importanza dell'essere sé stessi.

 Devo arrendermi, è inutile continuare a far finta di niente o peggio prendersi in giro, non sono tagliata per stare ai fornelli dolci, zuccherosi e ben amalgamati. L'ho capito tardi, ma l'ho capito.
 La mia amica Michela è una delle pasticcere più buone che conosca e, blasfemia, è tanto carina e magra! L'ultima torta di compleanno che ho avidamente assaggiato, post-pasquale, l'aveva realizzata lei, meravigliosamente buona e ben decorata con quella pasta di zucchero per niente stucchevole e delicata...
 Dunque ad ognuno il proprio pregio, la propria passione, la propria particolarità, se i dolci non fanno per me, devo per forza passare ad altro, ora lo so!

 Ho anche capito che i blog servono ad esaltare queste affinità elettive, a esprimere al mondo quel che si prova, mettere in evidenza ciò di cui si è capaci e, magari, trarne profitto lavorativo, che non guasta mai!
 Allora io che sono una ciarlona-ciarliera-loquace prestata saltuariamente al mondo ingrato della scuola, tengo un diario quotidiano virtuale di chiacchiere e critica a trecentosessanta gradi, la mia amica Michela che è un'ottima cake designer, cioè una vera e propria stilista di dolci in particolare torte, ha aperto un blog personale sul social FB, Il Riccio nel Forno, controllare per credere.
 Alla prossima torta o al prossimo articolo?


DIARIO DI SPAGNA

 Così come mio marito Marco ha visto la terra di Spagna, Pasqua 2016.















COME FERRO VIVO: L'OSPITE D'ONORE

 Ebbene sì, signori lettori amanti dell'arte, intenditori di scultura e sensibili alle tematiche sociali più attuali, stiamo lavorando per voi, per un evento che riuscirà completo e soddisfacente e abbiamo agganciato la persona giusta.
 Per l'installazione prevista per sabato 16 aprile all'Antica Ferriera di Ronciglione sarà presente anche un giornalista di portata internazionale - come si dice in questi casi - un uomo che ha affrontato molti pericoli e rischiato più volte di morire per verificare, sondare, scoprire di persona cosa stesse succedendo in Africa, quali traffici illeciti muovessero le fila di uomini e donne disperati e senza futuro.
 Questa mattina lo abbiamo conosciuto di persona: alla mano, socievole e molto interessato alla mostra di Capaldi, Giuseppe Carrisi ci ha parlato durante un colloquio informale e intimo delle sue molteplici attività di divulgatore nelle scuole, scrittore, sceneggiatore e, come già detto, libero giornalista, che ha viaggiato in lungo e in largo in vari continenti venendo a contatto con orribili realtà del nostro tempo, di quelle che ti lasciano l'amaro in bocca e un forte senso di impotenza. Abbiamo ascoltato racconti dalla Cecenia, all'Eritrea, alla Nigeria al quartiere di Napoli Barra su bambini-soldato, donne-kamikaze, bambine vendute dalle madri per cento dollari, disperati che hanno tentato di arrivare in occidente e, abbandonati nel deserto, hanno trovato la morte sepolti poi dalla sabbia.
 Tutte testimonianze che lasciano senza parole, indignati, arrabbiati e umiliati per una realtà terribile, che non si conosce, che non si vuole o non si può conoscere.
 Chi volesse approfondire, chi fosse interessato a saperne di più, direttamente da chi ha visto e può testimoniare, è atteso all'installazione dello scultore Rinaldo Capaldi: non mancate.



martedì 29 marzo 2016

VI SONO MANCATA?

  Per qualche giorno mi sono allontanata dal mio computer e dal mio blog.

Forse non tutti sanno che mia sorella, più giovane di ben otto anni e più magra di non ben precisati kg, è "trattenuta" a forza in terra straniera, costretta a vivere e lavorare in quel di Spagna da undici anni circa, da quando cioè era una pulzella, colpa/merito del progetto universitario Erasmus, per cui ha avuto la possibilità di trasferirsi nella regione iberica e "rinunciare" così alla tranquilla e lineare vita domestica del paesello.
 Per evidenti problemi economici, organizzativi, domestico-familiari non possiamo raggiungerla spesso, ma per questa Pasqua siamo riusciti a trasferirci per qualche giorno e a trascorrere liete ore eno-gastro-cultural-ludiche insieme.
 No, la Spagna non è bella: abbiamo lasciato 25° e un sole asciuga-reumatismi e abbiamo ritrovato pioggia e nebbia, meglio; non ci siamo fatti mancare qualche pranzetto a base di paella, ma da domani torneremo alla cara vecchia dieta e basta anche con la colazione in albergo con cornetto e caffellatte, che ci vizia troppo, meglio un sano cappuccino al bardimamma.
 Non dichiarerò che  è stato semplicemente coccoloso, scacciapensieri e diverso dalla vita nostra quotidiana né tanto meno che all'aeroporto ho come al solito lacrimato, vi lascio con la proposta del minore dei miei pargoli:
 "Trasferiamo tutto il nostro paesino qui al mare, dalla zia, abitanti e sassi compresi".



giovedì 24 marzo 2016

CHIEDERE E' LECITO...

...Rispondere è cortesia.
 Anche se ormai sempre più difficilmente assistiamo a manifestazioni di gentilezza, omaggio servile ed educazione, non sono qui per assumere le vesti della bacchettona, anzi lungi da me la difesa del tempo passato rispetto al contemporaneo malcostume.
 Cerco di educare i miei pargoli al rispetto, all'affabilità e alla disponibilità verso gli altri, come sono stata cresciuta io, con il rimbrotto che le persone più grandi hanno comunque sempre ragione, a prescindere.
 Allora perché chiedo risposte o conferme e qualcuno non mi risponde, non  mi si fila?
 Non mi si dica che non c'è stato tempo, che non si è trovato un minuto del nostro prezioso tempo per digitare quattro tasti del telefono o della tastiere del pc, perché non ci crederò mai. Sarà una questione di priorità, vengono prima i più importanti, chi ha un ruolo di potere o prestigio?
Prego, lascio il passo, ma prima o poi toccherà anche a me, spero.
Se rispondo con una certa solerzia ad un impegno, lavoro, richiesta scritta, perché poi non mi arriva la risposta di avvenuta presa visione, conferma della buona riuscita dello scambio intercorso?
 Altrimenti sono costretta a richiedere ancora una volta prova o approvazione, e diventa allora antipatico.
 Grazie dell'attenzione per lo sfogo.


LE HO SCOPERTE... E NESSUNO ME LE TOGLIE

  Articolo semiserio, ma molto vero e sentito da me medesima...

Sapete già quanto io sia arretrata tecnologica, sorpassata e antiquata nell'uso degli infernali apparecchi telefonici portatili ultrasottili, altrimenti detti cellulari. Non fa per me la connessione ovunquevada, la fotografia autoscatto, sono impedita e fortemente impacciata in ogni applicazione e per qualsiasi inciampo chiedo aiuto, chiamo in soccorso, scoccio, interpello quel brav'uomo che condivide con me l'esistenza, che ormai sta pensando di interrompere tale esistenza.
 Comunque anch'io ho ceduto all'ultrapiatto e per tale ragione usufruisco di messaggi gratuiti in gruppi, chat e tutto il resto, ma... ho scoperto le faccine! Meravigliosi cerchietti umanoidi, espressione delle emozioni umane, sentimenti senza più parole, occhioni, denti digrignati, boccucce, labbra leporine, dubbio, incertezza, soddisfazione, pianto e disperazione, basta una faccina e tutti capiscono.
 Le adoro, infarcisco il discorso con tali estetismi, basta un cuore pulsante, un pollice alzato o abbassato e tutti afferrano il concetto sotteso, senza tanti ghirigori, giri di parole, perifrasi - qualche volta il pover'uomo di cui sopra mi manda in risposta il dito medio e allora capisco che mi ama sempre di più.
 Così è la vita, leggi tanto, ti appassioni di letteratura, impari a memoria sonetti e versi sciolti, poi arriva il giorno in cui è sufficiente un'emoticon per migliorarti la vita!




mercoledì 23 marzo 2016

ULTIME ORE

 Mercoledì della Settimana Santa è sempre l'ultimo giorno di scuola, poi vacanze pasquali, per me anche ultimo giorno da supplente, poi si vedrà, il prossimo mercoledì sarà un altro giorno...
 Ho due progetti da portare a termine che mi lasciano ben poco spazio alla disperazione, però mi dispiace non lo posso negare.

 Comunque anche oggi ho dovuto ascoltare chi pensa che sia colpa dei docenti se in classe si creano problemi a valanga, pace sua.
 Tanto per essere precisi, la scorsa settimana, gli alunni di una delle classi in cui ho il piacere di insegnare storia antica nascita della democrazia, etc. hanno chiesto e ottenuto da un professore due ore consecutive per l'assemblea di classe, il cosiddetto collettivo ai tempi liceali miei, per discutere dei massimi sistemi dell'universo e dei vari micro e macro problemi scolastici.
 I poveri studenti vessati solitamente dai perfidi professori sono dunque rimasti soli in classe per scambiare idee e opinioni, però strano caso, loro angioletti dolci e di solito innocenti non si sono fermati alla discussione democratica, no, hanno preferito dimostrare a fatti le loro alte idee, scambio ravvicinato di opinioni, anche maschi contro femmine all'occorrenza, e qui mi fermo.
 Caspita, però e i dolci agnellini, incompresi dai docenti troppo esigenti?

Al colloquio, stringo la mano ad una mamma molto disponibile e logorroica, che mi spiega tutte le tappe evolutive del figlio, poi mi rivela amorevolmente che quando andava a scuola lei, i professori menavano come fabbri, muovendo il braccio come se battesse col martello sull'incudine (confesso che questa non l'avevo mai sentita). Bene, se lo facessimo anche oggi?


lunedì 21 marzo 2016

ECCOLI, STANNO ARRIVANDO...

Articolo semi-serio, ma non troppo, sulla costumanza elettorale, non me ne vogliate, si fa per ridere un po' e qualche volta riflettere sul modus operandi civico.

 Strani movimenti primaverili, si aggirano tra la folla, li incontri sempre più spesso, al bar, in piazza la domenica mattina, all'uscita dalla messa, non puoi non vederli stanno lì con il loro bel sorriso a trentadue denti, freschi, ti salutano con un cenno della testa, del mento, con la sigaretta stretta tra indice e medio e ti guardano.
 Ma soprattutto guardano se ti avvicini o saluti qualcun altro, se qualcuno ti invita per una bevuta o un caffè.
 Li incontri anche in manifestazioni a cui non hanno mai partecipato negli anni passati, ma ora è arrivato il momento di farsi vedere, meglio una capatina veloce, sobria, ma al punto giusto, qualche stretta di mano, pacca sulle spalle.
 Qualcuno ti telefona per invitarti ad una riunione informale, tra amici, tanto per rendersi conto delle idee, dello sviluppo, insomma del programma da presentare, quanto sia efficace e soprattutto vicino alla gente, come nessuno mai.
 Ricordo ancora quante persone sono venute a trovarmi a casa, si sono scomodate, mi hanno lasciato pieghevoli e biglietti da visita per la scorsa tornata, attendo con ansia anche per questo appuntamento, pensavo di chiedere in cambio un lavoruccio, un postarello, una lettera di presentazione, un encomio, chenesò una menzione speciale per alti valori professionali raggiunti.
 In fondo ormai sono abbastanza conosciuta in paese, quantomeno per quello che scrivo dopo ogni evento cultural-artistico, e se non scrivo due righe io...



PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE, IN 3D

 Siamo tornati da poco, un po' infreddoliti per la forte umidità. Quest'anno lo spettacolo della Passione di Cristo è stato allestito all'aperto, nello spazio antistante l'entrata al convento di S. Eutizio, ottima idea.
 Svelo subito che gli attori dilettanti sono persone fantastiche che hanno dedicato ogni momento libero del loro tempo negli ultimi due mesi ad allestire insieme al parroco Padre Aldo queste due ore di spettacolo, semplice nella scenografia ma di forte impatto emotivo: in alto il palco, chiuso manualmente da tendoni verdi, e tutto il resto dello spazio ad altezza pubblico usato come parte integrante del racconto per lo svolgimento della storia.
 Hanno recitato persone di ogni età, con grande impegno, un buon gruppo molto affiatato anche nella vita quotidiana e sul finire ci hanno stupito con effetti speciali di luci e tuoni per la Resurrezione.
 Non so cosa si possa chiedere di più ad una piccola parrocchia, anzi direi che mancava proprio un bussolotto per depositare qualche offerta.
 Hanno raccolto una bella soddisfazione per la partecipazione e l'ottimo risultato ottenuto: tanto entusiasmo, attenzione prolungata anche dei più piccoli e tanti applausi sinceri e commossi alla fine di ogni atto e complessivi alla fine dello spettacolo.
 La salita la Golgota è stata la carta vincente: il Cristo portatore di croce, soccorso dalla Veronica, ci ha lasciati con il fiato sospesi e non solo, per presenza di cavalli e cavalieri.
 Bravi tutti, senza distinzione di merito










sabato 19 marzo 2016

COME FERRO VIVO - COME CARTIGLI AL VENTO

 Oggi pomeriggio ho fatto una capatina veloce a Ronciglione, dove ho incontrato lo scultore e amico Rinaldo Capaldi: mi sono appropriata di un po' di materiale cartaceo da distribuire in giro tra amici e estimatori del mio paesello (ho inviti e locandine che vi aspettano!) e ho dato un'occhiata al lavoro in fieri, alle sculture sia quelle già pronte per la mostra, che partirà sabato 2 aprile, sia quelle per l'installazione del 16 aprile, sul tema attualissimo della migrazione via mare.
 Nel laboratorio cittadino dell'artista ho potuto ammirare l'opera che vi darà il benvenuto, perché stazionerà all'ingresso del Museo, tante figure sinuose e libere nel movimento, corpi di uomini e donne atleti, sportivi, suonatori e ribelli e un gatto-micio tranquillo.
 Orgoglioso lo scultore mi ha mostrato l'ultima sua idea che è diventata realtà: ha preso alcune parole da un articolo e le ha riportate su cartigli di lamina arrugginita e contorta, realizzando così appunti che costringono a pensare e riflettere, che ti colpiscono, messi lì così, come se tutto fosse casuale e abbandonato al moto ondoso.
 Vedere quelle parole come tanti messaggi lasciati nella bottiglia alla ricerca di un aiuto è commovente, come se dessero voce alle opere e queste iniziassero a parlare, a gridare e  a cercare di attirare la nostra occidentale attenzione.

 Parole in libertà, da aggiungere ai cartigli...

Per il benvenuto ho pensato a qualcosa come:
"Quel che io ero, sono diventato e dimostrerò al mondo",
oppure "Guardami come io guardo te, rifletti come ero e come sono diventato, pensa come si conviene..."

Distrazione colpevole - attenzione manifesta
Amore e speranza - odio e indifferenza
Orizzonte linea d'ombra - Paura e timore
Aiuto terreno oltre l'aiuto marino
Alla disperata ricerca di aiuto, conforto, un letto caldo, coperte calde, asciutto e calore
Di cosa ho bisogno? Solo del tuo sguardo, del tuo calore, della tua attenzione
Umanità non perdere il dono per cui sei stata creata


TRA ALTI E BASSI

 Così mi sento, tra le stelle in alto, quando raccolgo consensi e parole di stima dalle persone con cui collaboro; quando un alunno mi rivela di aver finalmente capito; quando ricevo un invito a cena; quando rispondo a messaggi di apprezzamento, quando leggo di condivisioni e sussulti del cuore; quando le mie parole servono a qualcuno, quando quel che scrivo non cade nel vuoto più nero.

 Così mi sento, in basso nel fango, quando capisco di essere stata ancora una volta esclusa, quando mi si dimentica o peggio mi si snobba, quando si sottovalutano i miei sentimenti e i miei pensieri, quando la "mia amica" neanche mi saluta, quando mi sento inadeguata alla situazione o al gruppo di persone che mi circondano, quando mi paragonano a qualcun'altra.

 Eppure così è la vita, un momento ti senti alle stelle, invincibile e sulla strada della vittoria; un attimo dopo sei nelle stalle da solo o peggio con chi non ti può o vuole aiutare.

venerdì 18 marzo 2016

TU, COME STAI...?

 Domanda superflua, quasi inutile in alcuni casi, ma non so cosa dirti.
 Posso solo immaginare come ti senti, cosa provi, cosa vorresti urlare al mondo, perché poi ognuna di noi sente e vede la realtà in modo diverso, non esiste il meglio o il peggio, ma il diverso sì.
Strana la vita, sempre più crudele, anche in giovane età, ma la sofferenza non ha età lo sappiamo bene in molti: un giorno stiamo insieme e festeggiamo sorridenti, spensierate e felici del nostro essere e del nostro esserci, dopo poco neanche riusciamo più a vederci, distanti, silenziose, perplesse e arrabbiate.  Non comunichiamo se non a simboli, messaggi muti, carichi di significato. Vorrei esserci ancora, stringerti la mano, confortarti con una strizzata di costole amorevole, ma ho quasi timore ad avvicinarmi, è vero mi sento impotente, inutile e stupida. L'ho sempre pensato, ma ora ancor di più, sembriamo estranee e non lo siamo.
 Le parole confortano poco e male, lo confesso, non so neanche se i miei articoli ti piacciono, se li leggi tutti, ma li scrivo ugualmente, perché questo so fare, così riesco ad esprimermi meglio di qualsiasi altro modo, senza imbarazzo, senza vergogna.
 Quel che provo, quel che sento, come sto, lo scrivo e lo condivido, mi piace, mi libera il cuore e l'anima, nient'altro. Vorrei sapere tu come stai, non ho più tue notizie se non indirettamente, per vie traverse, come si dice e questo mi spiace molto, ci tengo al nostro legame, ne vado immensamente fiera, lo grido sempre ai quattro venti, voglio continuare a circondarmi di persone speciali, ne ho bisogno.



giovedì 17 marzo 2016

PUNTO PRIMO: VOLER BENE A SE' STESSI

 L'altro pomeriggio ho incontrato la mia  amica poetessa, per preparare l'incontro di Montefiascone e per discutere di arte letteraria: ci siamo poi ritrovate a parlare della vita, delle fregature e del futuro.  Capita così alle donne, sedute davanti ad un cappuccino: si parte da un'analisi cosmica e ci si ritrova a confessarsi di sogni, delusioni e paure. Bello il confronto, intanto perché non ti senti poi tanto sola o diversa dalle altre, ti si apre un mondo di considerazioni, sentimenti comuni, timori femminili sopiti dalla vita familiare, in cui devi sempre dimostrare forza e decisione estrema.
 Insomma, ho capito che è già difficile coltivare un sogno, figuriamoci realizzarlo o peggio concretizzarlo, eppure ci si può riuscire credendo prima di tutto in sé stessi, nelle proprie capacità e nella propria forza. Questo ha affermato con grinta la poetessa: bisogna volersi prima di tutto bene, essere i primi a non maltrattarsi, perché nessuno più di noi stessi può desiderare il nostro bene, la nostra serenità; la nostra tranquillità e il saper controllare la rabbia migliora notevolmente il nostro stato, la sicurezza e la determinazione.
 Punto primo di questo nuovo percorso è dedicarsi tempo e forza, lasciare alle spalle il male, i dispetti, la rabbia e cercare di circondarsi di persone positive e buone, tralasciando o meglio snobbando i litigiosi, gli eterni scontenti e chi non desidera il nostro miglioramento.
 Non male come programma, mi piace soprattutto il punto di lasciarsi scivolare di dosso le cattiverie altrui, la negatività per sentirsi almeno alla pari con gli altri e mai al di sotto, mai inferiori.
 Ci siamo lasciate con l'accordo che leggerò in anteprima alcuni versi.
 Una promessa ti chiedo, Paola, che sia io a scrivere la prefazione della prossima raccolta di poesie!



QUELLI DEL MIO PAESE CHE DONANO

 E' partita una splendida iniziativa da una mamma, in particolare, del paesello in cui vivo: si raccolgono fondi, donazioni, aiuto economico, una colletta insomma da devolvere all'ospedale della capitale dei bambini, quelle creature che lottano per crescere, correre, calciare un pallone, nascondersi, imparare a leggere e scrivere, tornare sui banchi di scuola, sconfiggere il male, affrontare le chemio e mescolarsi ai loro coetanei e spegnere le candeline della torta del prossimo compleanno.
 Ottima iniziativa, presa a seguito di due vicende, due storie tristi che vedono protagonisti due concittadini, splendide e dolci creature, indifese e le loro famiglie forti, anzi fortissime.
 Si raccolgono denari sonanti da spendere per l'acquisto di balocchi, materiale e tutto quello che può servire per il gioco e il divertimento dei bimbi ricoverati, ma anche vestiti e indumenti vari sempre per i piccoli fino ai dodici anni.
 Le scuole, tutte le classi, le rappresentanti dei genitori, insomma tutti gli uomini e le donne di buona volontà si sono già confrontati per decidere modi e giorni di raccolta, il tutto entro la prima settimana di aprile. Ma possono partecipare anche tutti gli altri concittadini, anzi in questi casi l'unione fa la forza e la riuscita della raccolta.
 Bello, non si può perdere un'occasione del genere, per dimostrare quanto bene siamo in grado di esprimere a fatti e non solo a parole.



martedì 15 marzo 2016

TANTI AUGURI A TE...

 ...Che ci guardi di lassù e vegli su di noi, la tua famiglia.
 Oggi avresti compiuto sessantasette anni, solo sessantasette, invece te ne sei andato già da diciotto e sei mesi. Passano in fretta i giorni, i mesi e gli anni, eppure parliamo di te e ancora mi salgono le lacrime agli occhi, proprio non mi arrendo all'idea, no, di averti perso per sempre.
 Quando sento un padre e una figlia discutere, quando la figlia porta poco rispetto, mi viene una rabbia che non so spiegarti e penso a noi due che non godiamo più del privilegio di litigare e riappacificarci.
 Sai che spesso ti immagino seduto ad un tavolo con le carte in mano o libero in campagna come piaceva tanto a te, tra i castagni, nell'orto, con i cani del nonno.
 Ingiusta la vita. Poi sento le esperienze degli altri, tanti che soffrono il loro lutto, le pene e le preoccupazioni dell'esistenza, ingiusto il mondo.
 Sembra, così almeno mi dicono, che il Buon Dio mandi ad ognuno la croce che può sopportare, devo approfondire questo discorso che non mi convince più di tanto.
 Ho poche foto di noi insieme, ma la mia preferita è quella in cui mi tieni in braccio, piccola io ricciola e castana, crudele la vita, di più non riesco a dire.



HO CEDUTO...

 Ebbene sì, cari amici lettori, anch'io ho dovuto al fin cedere. Non è stata tutta colpa mia, no assolutamente no, avrei resistito ancora a lungo io, invece lui si stava spegnendo lentamente.
 L'altro giorno, cercavo di rianimarlo, l'ho preso e caricato, ma niente, sembrava poco propenso a reagire, buio, quasi immobile.
 Mio marito solerte, non vedeva l'ora lui, si è incaricato dell'acquisto, semplice, carino, nero, modello standard, ha preso uno di quelli a buon mercato, anche perché non mi sembra proprio il caso di spenderci più di tanto.
 Non sono granché capace, anzi direi piuttosto lenta e imbranata, abituata come sono al livello giurassico dell'ultimo esemplare conquistato. Fatto sta che da questa sera anch'io posso messaggiare tra i gruppi, controllare la posta elettronica e il mio profilo il tutto con quell'apparecchio sottile e diabolico.
 Abbiate pazienza, se leggerò i vostri messaggi ma non risponderò immediatamente, sappiatelo che il cellulare ed io non siamo fatti l'una per l'altro, mi ci vuole tempo per prenderci confidenza, digitare il giusto tastino e seguire lo scambio fitto di idee tra partecipanti.
 Allora ci sentiamo anche su whatsapp...
 Che la forza tecnologica sia con me!



QUELLE CHE... CI HANNO PRESO GUSTO!

 Oggi ho ricevuto una telefonata veramente inaspettata, ma altrettanto lusinghiera: una richiesta di partecipazione alla presentazione del libro di poesie, che già ho avuto modo di onorare lo scorso 6 febbraio.
 Questa volta la mia amica poetessa è stata invitata fuorisede, presso la biblioteca comunale di Motefiscone, a proporre il suo primo libro, la raccolta di trentatré componimenti che si intitola "Il mondo eterno degli angeli".
 Bene, molto bene, benissimo!
 Naturalmente ho accettato di buon grado di far parte della squadra in trasferta, per far conoscere il libro, per parlare di un talento paesano, per darmi un po' l'aria saputa e intellettuale.
 Cosa si dirà? Ne parlerò con l'autrice nei prossimi incontri, per accordarci su come stuzzicare l'interesse dei presenti, come invogliarli all'acquisto, come tenere desta l'attenzione su un tema difficile e personale quanto il parlar d'amore in versi sciolti.
 Come sono contenta di essere stata coinvolta, spero di essere all'altezza del luogo e degli ascoltatori, che la forza del sapere sia con noi, Paola Sanna!



IL LAVORO? TE LO INVENTI

 A proposito di laurea, lavoro, impiego, occupazione, stipendio, come già ampiamente detto non mangio del mio titolo di studi, anzi. Certo, lo dice anche il Vangelo "non di solo pane vivrà l'uomo ma ..." Matteo 4,3-6; sono pienamente d'accordo, infatti si campa di soddisfazioni, fregature, prese per il c... Tutto può accadere nella vita di un uomo, figurarsi in quella di una donna!
 Comunque, dati gli ultimi sviluppi critico-artistici, posso ritenermi fortunata, non dico che vivo da conservatrice di BB CC, ma certo ho il mio bel da fare, posso mettere in campo le mie conoscenze, il mio sapere e scrivere di arte, cultura, tempo libero.
 Quando era bambina, lo rivelavo a tutti, il mio grande sogno: diventare giornalista, scrivere e lavorare in una redazione; c'è molta differenza tra la mia vita e quelle farneticazioni giovanili, però posso continuare a sognare, posso credermi comunque importante opinionista, esperta di estetica e discreta affabulatrice, tanto tutto si riduce a questi scarni articoli da blog, me la suono e me la canto, contenta io...
 Perché poi la mia docenza volge al termine, siamo sul viale del tramonto, ho cominciato il conto alla rovescia, verso le vacanze pasquali, quando tutto avrà fine.
 Guardiamo il positivo, che col negativo ho un pessimo rapporto.



lunedì 14 marzo 2016

DA QUATTORDICI ANNI CONSERVO CUM LAUDE

 Correva l'anno 2002, per assecondare il volere della mia amata prof di Storia del disegno e della grafica ho discusso la tesi su un editore di stampe romano nella sessione straordinaria dell'AA 2000-2001 in marzo, ma avevo già altri progetti pianificati io.
 Ho affrontato la discussione in aula magna con una forte tensione, come l'ultima grande sfida, perché dovevo riscattare il voto della maturità, che proprio non mi era andato giù, cercavo la mia rivincita dal luglio '94.
 Tra lutti, problemi e lavori stagionali,  avevo finito il mio corso di studi, ero arrivata finalmente alla meta: seduta, completo grigio, scarpe blu col tacco, capelli lunghi ben pettinati e una matita nuova tra le mani, come sempre avevo fatto in ogni esame, una matita nuova portafortuna. Domande dei prof seduti di fronte, il Presidente che mi interrompe e chiede spiegazioni sulla bibliografia, lunghi minuti interminabili, poi tutti i candidati schierati, la proclamazione e il voto che ho sempre voluto ascoltare.
 Lacrime, tante lacrime, mi sono sciolta in un pianto dirotto, liberatorio, contagioso che si è portato dietro le lacrime di tutti coloro che erano lì con me, a fare il tifo per me.
 Attimi, momenti indimenticabili, splendide soddisfazioni che ti riserva la vita, a prezzo di grandi sacrifici.


domenica 13 marzo 2016

TIMIDO SOLE DI MARZO AL MARE

...Che meraviglia 
stare sotto il sole 
sentirsi come un bimbo ad una gita 
ha voglia di giocare...

 In macchina, gita organizzata all'ultimo momento, su invito dei nostri più cari amici, meta il mare .
 Spiaggia semideserta, meraviglioso il mare increspato dal vento contrario alle onde, qualche pezzo di pizza al taglio, giusto per stuzzicare l'appetito, qualche trancio di dolce rinsecchito, la mia amica speciale lo sa fare molto meglio, ma non importa i pargoli trangugiano di tutto.
 Passeggiata per noi adulti, escavatori manuali i gasati bimbi a caccia di conchiglie-ricordo, prima e dopo pranzo ricerca affannata e boscosa degli asparagi selvatici per un gustoso primo piatto una volta a casa.
 C'è anche il bar aperto per il gelato artigianale della merenda, il mare mette appetito è cosa risaputa, poi in macchina per il ritorno e qualche lacrima di sconforto, perché nessuno dei piccoli vorrebbe salire.



TROPPA GRAZIA

 Questo è un semplice e sincero articolo di ringraziamento.

 Quando questa sera ho aperto il mio blog, casalingo e senza troppe pretese, ho gioito di una grande soddisfazione, un risultato che non avrei mai pronosticato: il solo post sul Museo della Ferriera Vecchia che ospiterà la mostra di Rinaldo Capaldi ha ottenuto quasi trecento visualizzazioni, ne sono lusingata.
 In tutto, gli articoli che riguardano la mostra e l'evento ideati dallo scultore hanno raccolto più di millequattrocento lettori, che dire se non semplicemente "GRAZIE!"

 Stiamo lavorando insieme, ognuno con la propria professionalità, ad un evento di Arte importante per lo scultore, che per l'installazione ha già realizzato una trentina di sculture, per il Museo che farà da contenitore al tutto, per l'agenzia che cura l'organizzazione e, naturalmente, per me, piccolo e nero Calimero in terra straniera.
 Permettetemi un grazie a chi mi ha scelta, chiamata e incoraggiata in questa splendida avventura, che la forza dell'Arte sia con me!








LA CENA CHE NON MI E' PIACIUTA

 Sabato sera con la piccola e rumorosa famiglia, fa bene all'amore e all'unione anche se mette a dura prova il sistema nervoso dei grandi.
 Pargoli sovreccitati, contenti all'ennesima potenza perché si opta per cenare fuori casa, per rilassarsi un poco, coccolarsi e prendersi quei momenti di importanza dopo la settimana lavorativa, pregna di inciampi, incomprensioni e bracciodiferro vari.
 Si va nel capoluogo alla scoperta del locale aperto da poco, quello della catena americana, che ti offre il cibo incartato sotto due ponti dorati.
Folla accettabile, scelta e prenotazione tecnologica: grandi schermi verticali simili a tablet: i pargoli con l'indice pronto selezionano sicuri il loro baby-menù con giochino personalizzato in base al sesso, intanto ci sediamo mentre gli altri finiscono di toccare. Sedili colorati bassi, puff cilindrici intorno ad un tavolo, senza schienale, non so dove appoggiare i giubbotti, borsa e borsello finiscono sul tavolo in bella vista, pace.
 Alla cassa si paga contanti o bancomat e ti rilasciano uno scontrino per il servizio al tavolo di giovanotti muniti di auricolare, alla disperata ricerca del proprietario di panini e coca su vassoio marrone, ti girano intorno e li guardi finché non arriva il tuo turno. Fiammiferi di patatine striminziti, rintirizziti e oleosi troppo pochi per la mia fame, salse e striscioline di lattuga che fuoriescono dall'imbottito. Si mangia di corsa, la folla aumenta, chi si impappina con l'ordine chiede aiuto, ma i clienti che entrano sono più numerosi e veloci di quelli che consumano. Bisogna sbrigarsi, appena ingoiato l'ultimo unto boccone già ti chiedono il posto, alzarsi e scattare. Neanche il tempo di rilassarsi, meglio raccogliere giochini, bicchieri ancora pieni e salire in macchina.
 Fast food.



L'ARTISTA, L'ARCHITETTO E LA CRITICA

 Due lavorano, producono, restaurano, realizzano e mostrano, l'altra chiacchiera e scrive, scrive e chiacchiera, ognuno le sue doti.

 Importante incontro oggi pomeriggio da me richiesto, e di buon cuore accontentata, con l'architetto Pietro Lateano, artefice del recupero e della riqualificazione di un ambiente da archeologia industriale di tutto rispetto, e con l'artista Rinaldi che ha chiesto e ottenuto di riempire della sua arte questo ambiente restituito alla popolazione ronciglionese da pochi mesi.

 Che dire se non entusiasmante, fruttuoso e foriero di mille idee, spunti e riflessioni?
 Eccomi allora a raccontarvi in parole povere e ferrose di un museo che accoglierà le opere di ogni dimensione e forma del Maestro, museo ricavato da fucine, carbonaia e officine delle antiche ferriere di Ronciglione in un compenetrarsi di antico e moderno, lavoro manuale artigianale e lavoro manuale artistico, là dove il ferro era materiale di lavoro agricolo e oggi Materia che solidifica l'Idea.

 Pietro Lateano ci ha illustrato con grande passione il suo lavoro, ci ha chiarito la scelta di finito-non finito del percorso museale: che sia da monito tra il passato - in che condizioni e ambiente si lavorava fino agli anni '70 - e il presente, quanto abbiamo ancora di buono da mantenere e conservare.

 L'architetto sarà uno degli ospiti dell'inaugurazione del 2 aprile: spiegherà, a chi avrà il piacere di partecipare, come funzionava la ferriera, la scelta di lasciare certe strutture intaccate dal tempo e dal lavoro umano e l'idea della "casetta dell'accoglienza" al centro della sala d'entrata.

 Semplicemente suggestivi: ambiente-passione-lavoro.

 Per il servizio fotografico - troppo bello - devo ringraziare Giovanni Galotta dell'Agenzia Iterland di Ronciglione.