domenica 30 ottobre 2016

CHIESA DI SAN PIETRO A VETRALLA, CI SIAMO ANCHE NOI

 Domenica pomeriggio, il primo giorno del cambio ora, mi aspetto un paesino sornione e silenzioso, invece Vetralla ci accoglie con la musica del gruppo bandistico, formato perlopiù da giovanissimi eleganti e ricercati negli accessori color lilla. Premessa d'obbligo: la chiesa oggetto del nostro interesse non è neanche ricordata sulla Guida Rossa del Touring, arrivo a naso ad un parcheggio e sul luogo desiderato grazie all'aiuto di una signora che si recava sullo stesso posto.
 Comunque una gran folla sosta in attesa del vescovo e dell'apertura della Porta Santa, si fa una lunga fila per entrare dall'ingresso laterale e comunque si rimane incastrati vicino all'uscita.
 Il vescovo officia la messa, distribuisce dei ricordini ad alcuni bambini e scambia battute con il parroco e i fedeli: c'è da restaurare ancora molto sul territorio e Sua Eccellenza "prevede" il restauro anche del Duomo.
 Una snella orazione anche da parte delle autorità preposte al restauro, i tecnici, che hanno compiuto un piccolo miracolo di valorizzazione di una chiesina del centro storico in grave difficoltà, grazie all'otto per mille, ai fondi della diocesi e alle collette raccolte in chiesa da parte della popolazione tutta.
 Veramente interessante, ciclo pittorico racchiuso sulla parete absidale, compresa di elegante catino, pitture laterali eccellenti, scialbatura laterale e soffitto a capriate riportate ad antico splendore, tutto molto buono e un pizzico del paesello mio: dalla ditta che ha montato i ponteggi alla ditta edile che ha operato su questi.













COLORI D'AUTUNNO

 Passeggiata frizzante: già dormo poco, poi col cambio d'ora ancora più mattiniera, ma il sole è alto, caldo e invitante; avevo in mente la ricerca di testimonianza autunnale del paesello e sono uscita da casa carica di fiducia fotografica. Invece il cellulare di una che poco ama la tecnologia, poco rende in qualità, sommata alla scarsa dimestichezza con il focus, che pretendo?
 Apprezzate almeno lo sforzo, lo slancio iniziale e la buona volontà di una dilettante blogger in cerca di notorietà... Devo aver sbagliato strada!
 Seduta la tavolo del bardimamma è tremata la sedia, il lampadario ha oscillato e un velo di terrore ha percorso lo sguardo: pochi secondi, al pianoterra, un'eternità, figurarsi ai piani alti del mio palazzo; l'ansia si impossessa della nostra mente, lascia poco spazio alla poetica autunnale.







LA GIUSTA COMPAGNIA

 E' la fine di una lunga giornata, di una lunga settimana e mi sento bene, non dico felice - che è un aggettivo impegnativo - ma sono serena, tranquilla; anzi mi sento filosofica, riflessiva e, come al solito, chi non ha voglia di una lettura "alta, sostanziosa e forse pesante" vada oltre, non tenga in considerazione i miei pensieri notturni.

 In diverse occasioni abbiamo avuto modo di ragionare sulle difficoltà dell'esistenza, sulle prove e gli ostacoli di ogni individuo, famiglia, gruppo o tribù: che questi problemi si affrontino meglio insieme, con un aiuto, con la vicinanza dei più cari, dei parenti e degli amici più stretti è verità nota e appurata, ma... Certo avere la famosa spalla su cui appoggiarsi e piangere, avere un amico vicino nel momento del bisogno non lo nega nessuno che sia sacrosanta realtà, ma...
 Finita l'emergenza, finito il trambusto, finiti i convenevoli pochi restano, pochi reggono lo sforzo e l'urto del dolore e come dice una mia cugina, travolta dalla più grande tragedia che possa colpire una madre: "Dopo qualche tempo, nessuno viene più a bussare alla porta, nessuno che si interessi di come proceda la vita dopo...". Perché tanti si impicciano, confabulano, ficcano il naso, si dimostrano amici tanto per sapere, indagare, spiare, poi?
 E non sono naturalmente d'accordo con chi si presenta al tuo campanello SOLO in seguito a un momento di sofferenza, scarsa salute: se devo sentirmi male o vedere i miei cari soffrire per essere onorata di una visita, di un saluto, beh...Posso anche farne a meno, rimango nell'anonimato, che è meglio!
 E' bello stare insieme per le feste comandate, le occasioni di gioia, un appuntamento al bar, una visita inaspettata: questi sono i ricordi che mi piace conservare, i momenti felici da condividere con chi mi è amico.
 Nel momento buio, sicuramente, ma non solo...

sabato 29 ottobre 2016

LEGGIAMO ANCORA?

 Altro incontro redditizio, mattutino in biblioteca, con le altre classi quinte del paesello: trentadue vigili ascoltatori, ben informati su R. Dahl e le sue opere, comodamente seduti, occhi e orecchie ricettivi.
 Sempre assaggi di lettura, per stuzzicare l'appetito letterario: si inizia con la biografia di R. Dahl, scritta in modo scherzoso e per niente scontato o ripetitivo, poi Sepulveda, De Amicis e via in un crescendo di illustrazioni e riflessioni importanti, per approdare a Rosa Bianca e la sua generosità verso i bambini rinchiusi in un campo tedesco.
 Non si finisce mai di leggere, la fantasia corre veloce, le illustrazioni impreziosiscono le parole, affrontare tematiche importanti, forti e per certi versi imbarazzanti, difficili da giustificare, con un libro si può.
 In biblioteca si può ancora meglio, perché di libri ce ne sono a centinaia, perché incontri sempre tanti amici, persone interessanti e divertenti, perché la bibliotecaria conosce tutti i segreti della disposizione dei libri e come un mago trova in mezzo a tanti quello che ti serve, perché si ricorda tutte le copertine, gli autori...
 E poi ci sono le volontarie infaticabili, instancabili e sempre sorridenti.
 Catturati ormai dalla magia di R. Dahl, dopo un rapido consulto familiare, abbiamo deciso di prendere in prestito e leggere Matilde, a breve un articolo, promesso.
 Per capire a quale grande e splendida iniziativa hanno partecipato i nostri giovani lettori, sbirciate questa pagina social:
https://www.facebook.com/hashtag/ioleggoperch%C3%A9?source=feed_text&story_id=1730057623912274&pnref=story



QUEL MOMENTO IN CUI...

 Quel momento di illusione, quando procedi a passo di lumaca alla ricerca di un posto auto e ti allontani sempre più dalla tua meta; alla fine parcheggi lontano lontano, ti avvii a piedi e si liberano almeno tre posti, uno dopo l'altro... E allora attraversi quel lievissimo momento di nervosismo...
 Quel momento di rabbia misto a rassegnazione, quando sei sul punto di punire il pargolo particolarmente agitato e tua madre se ne esce candida e tranquilla con un "Ma è solo un bambino" e ripensi a quanto hai corso per schivare ogni giorno la sua pungente punizione...
 Quel momento di fame nera quando la cena dovrebbe essere finita, ci si dovrebbe alzare da tavola sazi e satolli, invece tu senti ancora un certo languorino...
 Quel momento di vuoto, mente modalità tabula rasa e ti serve il nome di chi ti sta di fronte, lo dovresti ricordare, caspiterina, invece niente, invece inizi a sudare a freddo...
 Quel momento di menefreghismo quando leggi certi post sulle pagine social, poi ci ripensi, quasi ti penti e clicchi "mi piace" altrimenti ci rimangono male...
 Quel momento di confusione quando ti pongono una domanda senza capo né coda e tu non capisci dove va a parare, ma sei stata chiamata in causa e non puoi sottrarti...
 Quel momento di indignazione quando stai parlando con una bella e affascinante che si lamenta di aver avuto poco tempo per prepararsi e tu ti senti brutta, sporca e cattiva...
 Quel momento di terrore misto a panico quando la maestra sul portone all'uscita da scuola ti cerca con la mano sugli occhi e, appena ti avvista, ti fa cenno di avvicinarti e di ascoltare quanto ha da dirti sul dolce e tenero nipotino delle nonne...
 Quel momento di smarrimento, quando finisce la carta igienica e tu sei in bagno e hai bisogno urgente della carta igienica...
 E tutto il resto è noia...

venerdì 28 ottobre 2016

MA CHI TE LO FA FARE?

 Quante volte avete udito pronunciare questa frase rivolta a voi, riguardo al vostro operato, o peggio quante volte vi siete fermati a riflettere e alla fine avete concluso che non ne valeva veramente la pena, come aveva sostenuto qualcuno che a voi tiene veramente e vi conosce pure molto bene?
 Così mi capita spesso di guardarmi allo specchio, occhiaie cerchiate, viso sfatto, casa avvolta nel silenzio del riposo, pila di panni stirati da spingere a forza nei cassetti dei pargoli, sfinita e poco soddisfatta del mio lavoro, di tutto il darmi da fare...
 Beh, innanzitutto lo sapete, aspetto con ansia di stringere il frutto dorato di ottobre prossimo venturo, quindi una meta più che valida ce l'ho; mi manca tutto il resto, o quasi: oggi verifica di storia antica  un pianto, ad esempio, come spesso capita, quelli che a lezione annuiscono e tacciono, al momento del compito non scrivono...
 E sento molte lamentarsi dei figli, adorabili creature che manco ascoltano quel che l'adulto folgorato e riflessivo suggerisce, perché il genitore rompe a prescindere, non perde occasione per una ramanzina, ripete all'ossessione le solite raccomandazioni. Se solo riuscissimo ad essere tanto interessanti quanto lo youtuber del momento, anche noi avremmo il nostro momento di celebrità in casa...
 Certe volte la ricompensa, il salario, la quota parte, lo stipendio non basta, quel che conta è il riconoscimento verbale o scritto, pubblico o privato di tutti gli sforzi per raggiungere il traguardo agognato.
 Ammiro con viva forza coloro che si dedicano al volontariato, spendono tempo ed energie per il bene della comunità, senza ottenere nulla di materiale in cambio, se non gratitudine e riconoscimento: molti sono coloro che parlano e non agiscono, simulano ma non concretizzano, sparlano ma non prendono iniziativa; poi ci sono quelli che mandano avanti un'istituzione, un ente, una festa e una tradizione senza lucro, anzi rimettendoci in fatica e denaro, famiglia e mondo privato. Ricordiamo più spesso di ringraziare e di non dare per scontato che la pensione si passi in qualche grosso impegno, che il tempo dell'altro è prezioso e impegnato quanto il nostro.
 Tutti hanno uno scopo, un nobile fine da onorare, portare avanti: che sia il premio, un grazie, un bacio, una strizzata di costole, il solo piacere di vedere la casa in ordine nelle sole ore notturne come il profumo di pulito, uno stipendio che si possa definire tale, insomma quel che ci fa stare bene con noi stessi e con il creato, la soddisfazione di far capire, di collegare concetti astrusi a realtà odierne tutto questo e altro ancora spinge le persone a migliorarsi, a mettersi in gioco, a scommettere sulla vita attiva e non contemplativa...

mercoledì 26 ottobre 2016

LIBRIAMOCI, ANCHE AL PAESELLO

 Settimana della lettura ad alta voce: in ogni paese, istituto o scuola ci si organizza per invogliare, catturare, ipnotizzare, avvicinare gli alunni al piacere di leggere, di conoscere e ascoltare. Tante le iniziative, come le idee che possono venire alle insegnanti appassionate di libri, biblioteca, immagini, in una parola malate di immaginazione!
 Questa mattina, due classi quinte del paesello - in tutto trentasette bimbi e tre insegnanti - sono andate "in missione lettura" presso la biblioteca comunale per un nobile e importante scopo come può essere quello della scelta azzeccata del libro dei sogni...
Le volontarie e la bibliotecaria si sono alternate nella lettura interpretata dell'incipit di una decina di libri, scelti a caso tra le centinaia che affollano gli scaffali dell'area ragazzi, poi hanno incoraggiato gli ascoltatori a decidere quale fosse di loro gusto, riempire una scheda apposita e quindi tornare in un secondo momento a chiedere il prestito.
 Tanto entusiasmo da parte delle maestre, bimbi attenti e oltremodo silenziosi interessati a mostri, draghi, streghe, pesche giganti, orsacchiotti invadenti, cuginetti dispettosi e fratelli puzzolenti.
 La maestra del mio terzogenito ha suggerito, per questa settimana particolare, la lettura di un'opera di R. Dahl, ricorrendone il centenario della nascita: autore eccellente, molto famoso e conosciuto da tutti i bambini e da quelli che un tempo lo erano. Abbiamo "scelto" Le Streghe, preso in prestito in biblioteca e lo stiamo leggendo - !!! - a dosi giornaliere serali: una goduria per i miei pargoli, che cominciano anche ad avere una certa paura, tanto convincente è la narrazione dei particolari delle azioni delle perfide decise ad eliminare tutti i pampini/cacca di cane del mondo... Ricordo ancora perfettamente il finale "sconvolgente", pur avendo letto anni or sono il libro.



martedì 25 ottobre 2016

QUANTE VOLTE HO GUARDATO IL CIELO

 Siamo alla fine di un'altra lunga giornata, peggiore di altre perché con le mie amiche ho partecipato all'ultimo saluto alla sorella di una cara coetanea; non servono tante parole ben scritte, messe al punto giusto, nessuna frase che possa consolare il dolore dei genitori, della grande famiglia, niente.
 Corriamo, ci affanniamo, cerchiamo la felicità sempre nel dopo, sempre oltre il nostro traguardo, nella vita degli altri, anche se inventata, falsa o fuori fase; viviamo per chi o cosa? Non riusciamo a goderci la famiglia, i figli ci sfuggono e li ritroviamo già grandi e autonomi - o così pare a noi - il rapporto con l'altra metà del cielo diventa laborioso, insostenibile, impegnativo, meglio declinare o lasciar scorrere.
 Purtroppo è così: a chi non è mai capitato di pronunciare o sentirsi rispondere di non aver tempo, di non riuscire a sbrigare neanche le incombenze minime giornaliere, figuriamoci gli extra, allora per chi e cosa viviamo? Se non abbiamo la possibilità di renderci conto del trascorrere del tempo che ci è concesso di vivere su questa terra, lo sprechiamo, lo perdiamo, lo impieghiamo male, allora cosa ci resterà alla fine della corsa? Cosa avremo lasciato a chi ci sopravvive?
 Come sempre la teoria mi è chiara, limpida, netta, poi al solito difetto sulla pratica: cerco di accontentare e assecondare desideri e richieste di tutti, che comportano anche impegno, dispendio di energie e cartamoneta, che naturalmente non piove dal cielo... Allora come si ferma il circolo, dove è il punto di equilibrio tra il dire e il fare? Non servono formule magiche, non serve teoria astrofisica, si tratta di correre dietro a sogni di gloria, carriera, perfezione materna, gioia coniugale, parità di diritti, eterna giovinezza, forma fisica e chi più ne ha più ne metta.
 Però solo suggerimenti fattibili, non castelli di carta di ragionamenti astrusi...

Quante volte ho guardato al cielo
ma il mio destino è cieco e non lo sa...
che non c'è pietà, per chi non prega e si convincerà
che non è solo una macchia scura...il cielo...
Quante volte avrei preso il volo
ma le ali le ha bruciate già
la mia vanità e la presenza di chi è andato già
rubandomi la libertà...il cielo...

domenica 23 ottobre 2016

COSI' NON VA BENE

 Ho una voglia matta di scrivere, di mettere per iscritto i pensieri che continuano a frullare nella mia testolina, questa è la terza volta che comincio a digitare e poi pentita elimino tutto, cancello le righe prodotte, vergognosa, indecisa su quel che posso confessare, proporvi e condividere: incredibile, ma vero, ho tanti spunti interessanti e poche parole giuste per esprimermi, che sia segno di senilità precoce invece che espressione pura del pensiero?
 Con ordine, sempre, per facilitare il compito di voi malcapitati lettori miei: non si confondano le intuizioni, si proceda con precisione, se si vuol diventare famosi, che diamine! VOJOLA A ME - che si metta a verbale!
 Come sempre accade in fase festaiola, sono trafitta da turbe psichiche più o meno forti ogni volta che fotografano e condividono magnifici buffet fatti in casa, perfetti, geometrici, colorati e composti, niente a che spartire con le mie doti culinarie, a proposito qualcuno le ha viste?
 E quelle famiglie amorose e amorevoli, baci e coccole? Si muovono in gruppo, pensano in gruppo, agiscono in gruppo; tutto vero? Certe volte mi sento terribilmente sola io e poi a casa mia è una guerra continua, maneschi tutti, nessuno che sia diplomatico, hanno tutti ragione e la pretendono dal vivo.
 Ho un terribile difetto - mia sorella mi rimprovera sempre: invece di gioire per tutto quel che mi circonda, per l'affetto che mi viene dimostrato, mi cruccio per le parole non dette, mi dispiaccio per le frasi non messaggiate o per le persone che non mi cercano; ha perfettamente ragione, ma vorrei piacere a tutti e godere dell'affetto di tanti, non so se rendo l'idea...
 Difficile la quotidianità: hai una dote e ne vorresti un'altra, cerchi la perfezione dove magari non esiste e ti dispiaci se il mondo non gira come e dove vorresti tu, mah...

DEL DOMANI NON C'E' CERTEZZA...

 Strana la vita: intense emozioni, atroci dolori, famiglie vicine apposti sentimenti.
 Oggi, domenica di gioia e confermazione per tanti bambini e i loro genitori, parenti ed amici riuniti e soddisfatti della compagnia e del lauto banchetto, come è giusto che sia; all'opposto ancora una volta il paesello si stringe al dolore che ha colpito una famiglia per la scomparsa prematura di una giovane donna, figlia, sorella, nipote, amica...
 Grande festa in duomo, i bimbi seduti a semicerchio, alle loro spalle i padrini e le madrine e non si capisce chi è più emozionato e fremente; i canti, il battito delle mani, i vestiti eleganti, le pettinature, i sorrisi e gli auguri ed è giusto così.
 A pochi chilometri, il lutto e la disperazione...
 Strana la vita, dura la vita.
 Le parole non servono, il dolore non si consola.

venerdì 21 ottobre 2016

SE SENTI UN SOFFIO NEL CIELO...

 Ci siamo, mancano poche ore alla celebrazione della Santa Cresima in duomo, al paesello, il mio, la parrocchia, il pargolo primogenito. E' un'emozione sempre la festa, ma la prima esperienza è comunque diversa, forte, adrenalina alle stelle e naturalmente lacrime quasi pronte. Questa sera, appena dopo cena, l'appuntamento era per la penitenziale o confessione che dir si voglia, in chiesa, con la doppia fila di sedie marroni in posizione, beh! Già le palpitazioni di nervosismo, guardarsi intorno e scorgere gli altri genitori amici accanto: qualcosa è cambiato, qualcuno non c'è più, qualche coppia è scoppiata e come un lampo il ricordo della Prima Comunione dei nostri bambini, oggi ragazzetti più alti delle catechiste, ma bambolotti, giocherelloni e un poco scossi dagli ormoni, qualche piccola cotta qua e là...
 Siamo arrivati alla vigilia della Confermazione, la loro fede si dovrà rafforzare o disperdersi, ma intanto si godono il momento di protagonismo, incoscienti loro dei tremolii della famiglia e dell'agitazione delle mamme alle prese con i preparativi e il calcolo di ogni minimo dettaglio, perché la giornata fili via liscia, senza inconvenienti, senza intoppi, nella gioia di una riunione familiare e dello star bene.
 E' solo il mio punto di vista, la mia esperienza, per molti una perdita di tempo forse, uno sperpero di denaro, ma la contentezza di questi momenti è diversa, intensa, indelebile nei ricordi di una vita; la nostra piccola famiglia si è riunita per il cresimando, saranno ore di allegria uniche che ricorderemo tutti, ognuno secondo il proprio sentire.
 Buona festa ragazzi del 2004, buona vita.

Quanto è difficile

Riconoscere le doti altrui
chiedere scusa
ammettere di essere incapaci o comunque non capaci allo stesso livello di altri
applaudire la bravura dei "nemici"
vedere nell'altro un alleato e non un concorrente
compiere un passo indietro
lasciare spazio agli altri
lasciare la parola
tacere e non criticare, mettere becco o storcere la bocca
ringraziare del bene ricevuto
abbassare lo sguardo
dire la verità, anche se pesante e destabilizzante


Odio la tecnologia

Ti abbandona sul più bello
Ti scarica, perché si scarica
Il nulla, il buio e non riparte
Ti costringe a rivedere tutti i tuoi perché proprio a me, perché ora, perché adesso che devo consegnare i documenti
Ti consegna i messaggi quando vuole dove vuole se vuole
Lavoro, impegni, scadenze tutto andato, qualcosa se non tutto perso
E via di nuovo a riscrivere, copia e incolla, parolacce, insulti ad una macchina ingenua e innocua che tiene in pugno la nostra esistenza...⏳

giovedì 20 ottobre 2016

Santapazienza

Dall'inizio: ero seduta carina carina al tavolo in cucina digitando sul mio vecchio caro portatile tutto quello che mi frullava nella testolina, quando puff! Lo schermo è diventato nero e il computer si è ammutolito, addormentato, praticamente spento... Tristezza infinita eppure è la verità, il portatile è andato in pensione, ha deciso di non lavorare più, mi ha abbandonata sul più bello di uno spiritoso articolo di costume e società!😱
Per fortuna che la mia dolce metà non aveva raggiunto ancora il mondo dei sogni ed è venuta in mio aiuto immediato, tra parolacce e bestemmie naturalmente... Comunque ha salvato il salvabile e mi ha attivato il controllo del blog dal cellulare😎
Ho potuto così continuare e finire l'articolo, condividerlo e pubblicarlo sui social. Certo la versione appena nata non è molto invitante, manca di foto accattivante, cercherò di provvedere strada facendo, prima si compra un aggeggio usato ma in buono stato, che mi permetta di lavorare ai miei sogni di gloria letteraria, intanto scrivo dalla tastiera del cellulare, come fosse un messaggio alle mie amiche, con tanto di faccine😱😱😱
A tempi migliori...

mercoledì 19 ottobre 2016

L'INFORMAZIONE VIAGGIA SUL GRUPPO

  Articolo spiritoso sulle moderne app che ci avrebbero risolto, semplificato e liberato la vita...

E ogni tanto mi ritrovo a ragionare di quando non ero tecnologica, di quando non avevo il cellulare con le malefiche applicazioni che mi seguono ovunque vada e mi chiedono di condividere, fotografare, lasciare un segno del mio passaggio, salutare o scrivere come mi sento...
 E poi come si viveva senza la comunicazione di gruppo? Ma come erano tristi i nostri risvegli, senza la foto di un bel caffè caldo fumante, il saluto collettivo a valanga di ogni componente, di ogni ritrovo, di ogni nucleo. Ci svegliamo e consideriamo il sorgere del sole, la foschia, le nuvole, la pioggia e via con la ricerca affannata di simboli, sorrisi, baci e bocche stampate e le mie adorate faccine - quella dell'Urlo di Munch rimane la mia preferita.
 Saluti mattutini, pomeridiani, di pranzo, pomeriggio, merenda, cena e immancabile la buona notte stellata, lunare, bambolotti, sogni d'oro e dolci pensieri.
 E i gruppi scolastici? Appena quindici minuti dopo il suono della campanella comincia il tam tam di richieste compiti, prese visioni, messaggi, ragguagli più o meno interessanti sull'andamento scolastico, il lavoro, il copiato, il dettato, il problema...
 Le informazioni viaggiano veloci, le richieste, i quesiti, i dubbi, gli scambi di opinioni, le riunioni, gli appuntamenti...
Che ne sanno i mariti di tutto quel da fare delle loro compagne alle prese con la dura vita di gruppo!
Quando non avevamo a nostra disposizione tutto questo Bendidio, come si viveva nella più triste solitudine?
😱☕😍😘😎

martedì 18 ottobre 2016

CONTRADDIZIONI

 Semplici riflessioni notturne, senza polemica né arroganza, solo prendere atto della realtà che ci circonda e del mondo che abbiamo trovato - ereditato - cambiato?

 C'è chi vince il Premio Nobel per la letteratura perché scrive testi di canzoni, che poi interpreta; c'è chi scrive di mestiere e non sarà mai riconosciuto.
 C'è chi non studia e vuole essere promosso; c'è chi studia tanto e rimane sempre deluso.
 C'è chi non ha intenzione di lavorare, ma vuole campare bene.
 C'è chi si sposta di negozio in negozio solo in macchina e poi si iscrive in palestra, per sudare.
 C'è chi rimane le ore a scorrere le pagine dei social e poi afferma di non essere stato informato su eventi e feste varie.
 C'è chi non legge e pretende di saper scrivere, c'è chi scrive e pretende un riconoscimento.
 C'è chi va in pensione e si annoia e chi si annoia perché non ha un'occupazione.
 C'è chi è bella dentro e chi è bella fuori, poi c'è quella che pur bella si è rifatta e allora fa schifo.
 C'è chi a quindici anni si atteggia a donna e chi è matura e si veste da ragazzetta.
 C'è chi pensa solo alle donne e ci sono le donne che pensano solo alla carriera.
 C'è chi si accontenta del poco e chi ha tanto e non gode.
 C'è quello sveglio e quello addormentato, quello che si sente furbo e poi rimane fregato.
 C'è l'innamorato, il sognatore, il solista e il gregario; c'è chi vuole sempre migliorare e chi si sente appagato.

lunedì 17 ottobre 2016

HO UN SOGNO...

 Riflettevo sull'importanza dei sogni nel cassetto: tutti noi ne abbiamo avuti e ne abbiamo per il resto della vita, ci accompagnano strada facendo, crescono con noi, in base alle necessità e agli inconvenienti dell'esistenza, dal fidanzatino al diploma, dal lavoro alla famiglia, dalla casa alle vacanze...
 Ai miei tempi sognare era più facile, nel senso che si dava quasi per scontato lo studio e/o il matrimonio, con figli annessi e connessi, semplice e lineare, di generazione in generazione. Già per mia sorella, più giovane di ben otto anni, i sogni hanno avuto una nuova consistenza: viaggio/studio all'estero, soggiorno e magari occasioni di lavoro, esperienza varia; per il matrimonio c'è tempo, figuriamoci per i figli.
 Una volta l'orologio biologico galoppava, ora viaggia a rallentatore, ma i sogni sono rimasti, cambiati ma rimasti.
 Per la casa, basta accollarsi un mutuo trentennale e iniziare a tirare la cinghia, ad esempio; per il lavoro, ognuno si inventa e si ingegna, a sua immagine: c'è che si trasferisce all'estero per qualche mese all'anno - moderni Persefone/Proserpina - chi rileva l'attiva paterna, chi prosegue nella bottega in cui ha imparato il mestiere; chi tenta una strada insolita da solo e poi fa retromarcia; il mondo è bello perché vario.
 C'è chi fa solamente un gran parlare, chi scrive di meritarsi un premio e intanto sogna di afferrarlo, chi cerca trova e i cocci sono i suoi e poi c'è chi si candida, ma non viene eletto e allora cambia aria e c'è chi mette in pratica le idee che gli frullano per la mente, a costi contenuti, accontentandosi del poco, tanto per iniziare, ma con grande orgoglio.
 Oggi pomeriggio, ad esempio, ha preso il via un piccolo sogno, un lavoro che è un piacere e un onore, che merita tutto il rispetto per l'audacia e l'inventiva.
 C'è chi si ferma al sogno e chi prosegue la corsa, c'è chi chi fa della propria vita un sogno e chi non sogna più neanche di notte.

LA MUSICA E' FINITA...

 Titolo quasi scontato: mi riferisco al canto del cigno della quarantanovesima edizione della Sagra del paesello, è giunto il momento di tirare le somme, insomma del bilancio.
 Sagra bagnata, molto bagnata, varie esibizioni rimandate causa nubifragio; non ho mai assistito agli spettacoli a pagamento e non vi sto ad illustrare il motivo, fin troppo plateale; siamo andati a degustare la cucina "casareccia" in due delle quattro taverne, buona naturalmente; caldarroste prese; tutto sotto controllo.
 La terza domenica è quella più tranquilla, non sarebbe Sagra, però ce la facciamo stare ugualmente: pranzo fuori tipico, pomeriggio sugli spalti ad applaudire musici e gruppi delle quattro contrade, comodi e caldi, perché il sole fa brillare la piazza principale.
 Se scrivo che sono stati tutti bravissimi i ragazzi in calzamaglia del paesello, penserete che sono di parte, però è così; una nota particolare per gli sbandieratori della Nobile: agili, svelti, sembrava danzassero, giocolieri della bandiera, sarà stata la bella giornata di calma, sarà stata l'assenza di vento ma la loro esibizione è risultata impeccabile; per non parlare di tutti i giovanissimi, contradaioli in erba "futuro della festa" che hanno strappato sorrisi e forti applausi non solo alle loro orgogliose mamme.
 Allego qualche foto di quanto ho visto e applaudito.









domenica 16 ottobre 2016

ESORTAZIONE

 Questa mattina in chiesa incontro con le famiglie, si cerca di organizzare un buon gruppo parrocchiale in continuità con il catechismo tradizionale della comunione - non è semplice.
 Il parroco ha letto alcune parti di un "documento" di papa Francesco: il punto non è credere o non credere, ognuno faccia ciò che coscienza indica, il punto è che queste parole non possono che essere pienamente condivisibili da tutti.
 Sono sempre più convinta delle difficoltà di educare, crescere e sostenere questi nostri figli, in un mondo in cui la scuola non è più autorevole come una volta, dire ciò che pensi in contrasto con gli altri ti lascia isolato, invecchiare non è più permesso perché non è più dignitoso.


261. Se un genitore è ossessionato di sapere dove si trova suo figlio e controllare tutti i suoi movimenti, cercherà solo di dominare il suo spazio. In questo modo non lo educherà, non lo rafforzerà, non lo preparerà ad affrontare le sfide. Quello che interessa principalmente è generare nel figlio, con molto amore, processi di maturazione della sua libertà, di preparazione, di crescita integrale, di coltivazione dell’autentica autonomia. Solo così quel figlio avrà in sé stesso gli elementi di cui ha bisogno per sapersi difendere e per agire con intelligenza e accortezza in circostanze difficili. Pertanto il grande interrogativo non è dove si trova fisicamente il figlio, con chi sta in questo momento, ma dove si trova in un senso esistenziale, dove sta posizionato dal punto di vista delle sue convinzioni, dei suoi obiettivi, dei suoi desideri, del suo progetto di vita. Per questo le domande che faccio ai genitori sono: «Cerchiamo di capire “dove” i figli veramente sono nel loro cammino? Dov'è realmente la loro anima, lo sappiamo? E soprattutto: lo vogliamo sapere?»

263. Anche se i genitori hanno bisogno della scuola per assicurare un’istruzione di base ai propri figli, non possono mai delegare completamente la loro formazione morale. Lo sviluppo affettivo ed etico di una persona richiede un’esperienza fondamentale: credere che i propri genitori sono degni di fiducia. Questo costituisce una responsabilità educativa: con l’affetto e la testimonianza generare fiducia nei figli, ispirare in essi un amorevole rispetto. Quando un figlio non sente più di essere prezioso per i suoi genitori nonostante sia imperfetto, o non percepisce che loro nutrono una preoccupazione sincera per lui, questo crea ferite profonde che causano molte difficoltà nella sua maturazione. Questa assenza, questo abbandono affettivo, provoca un dolore più profondo di una eventuale correzione che potrebbe ricevere per una cattiva azione.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20160319_amoris-laetitia.html

sabato 15 ottobre 2016

LA MIA NUOVA AVVENTURA

 Ho la fortuna di lavorare, di insegnare in un Istituto Tecnico molto conosciuto ed apprezzato del nostro capoluogo, al serale: solo due istituti in città organizzano corsi per adulti in cerca di diploma, praticamente una sfida!
 Difficile conciliare tutto, per me poi che in fondo in fondo sono una casalinga disperata, pentita, madre rompicogl#@*$, mancata pasticcera...
 Molto interessante, senza dubbio, ma impegnativo, primo perché l'insegnamento è in verticale: il 2^, il 3^ e il 5^ da educare in storia e italiano: oggi pomeriggio ad esempio sono passata dalle figure retoriche alla globalizzazione, dalle elezioni USA al Guinizzelli passando per Giolitti e la colonizzazione italiana in Africa; ne esci intontita e un poco confusa, ma al lavoro non si comanda!
 Inoltre gli studenti, gli alunni che mi guardano, mi squadrano, mi vivisezionano sono anche persone adulte, molto adulte a cui a fatica do del tu - e guai se le chiamo signore, solo nome di battesimo! Ammetto che con una certa difficoltà le valuto, perché la loro storia, il loro vissuto e i guai familiari e personali spesso le tengono lontane dallo studio, dalla scrivania, ma anche dalla seggiola!
 Eppure dimostrano un interesse vivo, prendono appunti e chiedono spiegazioni e chiarimenti, come a scuola "normale"; certo la voglia di far bene è maggiore della capacità di saltare di palo in frasca: il ragionamento e i collegamenti vanno ripetuti e illustrati per bene, però quando a fine lezione qualcuno mi confessa di aver finalmente capito, beh, somma soddisfazione!
 In quinto la voglia di far bene è enorme, si sente proprio l'ansia da esame, la paura della prestazione, il timore della scelta degli argomenti e già qualcuno ha colto il suggerimento di iniziare a leggere qualche classico italiano, per esempio Calvino, già un grosso successo.
 Nota molto positiva, in ogni aula è attiva e vegeta la LIM, un supporto e non il male assoluto, come pensavo: ho cercato e trovato, ad esempio, in pochi secondi, un'opera del Bernini per meglio fissare il concetto di visione estatica, potenza dell'arte...

venerdì 14 ottobre 2016

COSE DI CUI PARLARE

 E' veramente tardi per filosofare, ma mi va così, così mi sento di scrivere e allora comincio.

 Si può parlare di tutto e di conseguenza scriverne?
 I social sono fatti per dialogare, mettersi in vetrina o riallacciare rapporti andati?
 La mia non è una critica negativa, ma una provocazione: si può condividere tutto quel che ci passa per la testa, quel che facciamo, viviamo, sentiamo, osserviamo?
 Oppure dobbiamo limitare e/o autolimitarci? C'è un limite invalicabile di pudore, vergogna, intimità, privato, bruttezza, horror?
 Scorro la pagina principale e passa di tutto, dalla ricetta facile e veloce, agli orrori della guerra a pochi passi dai nostri confini, la dieta personalizzata e i segreti per un'intimità perfetta; questa è la nostra esistenza al giorno d'oggi?
 Possiamo condividere tutto e parlare di tutto? Perché?
 A casa dei miei nonni ci sono sempre stati discorsi tabù, primo fra tutti il sesso, da sempre; che io ricordi non ho mai sentito parlare di certi argomenti non adatti ai minori, mai in mia presenza; invece di bilancio familiare, lavoro e fatica se ne è sempre discusso fin troppo: in pratica, sempre di dovere, mai di piacere! Adesso che sono adulta io, molti giovinastri mi spiegano come funziona con le ragazze, tutti educati dal WEB a cui accedono facilmente, nonostante in teoria ci sia il controllo parentale.
 Anche su temi luttuosi, violenza e sofferenza andrei con i piedi di piombo, invece molti bambini conoscono a memoria serie televisive o film in cui si spara, si tortura e si uccide; il confine tra finzione e realtà è netto, ma non sempre afferrabile da una giovane ed inesperta mente: un conto i cartoni animati sgangherati, un conto una riproduzione "verosimile".
 E il pericolo più grande - leggo dagli articoli degli esperti - è lasciare i figli da soli davanti a questi spettacoli serviti sotto qualsiasi forma a qualsiasi ora del giorno e spesso della notte, in cameretta. Sembra che sia latitante, e nei casi più gravi inesistente, il controllo vigile degli adulti spesso inesperti, arrendevoli o semplicemente stanchi; difficile al giorno d'oggi essere bambini, ma anche essere genitori attenti e sempre presenti non scherza come impegno!