E niente, è successo, temevo che prima o poi sarebbe giunto questo fatidico momento, ho sperato fino in fondo di non esserne messa al corrente in tempi brevi, così presto, eppure é successo...
Alunna brava di terza tendente al liceo, mi ha scritto in un tema personale che da grande vuole, desidera, aspira a diventare una fashion blogger proprio come Chiara Ferragni e magari partecipare alle sfilate di moda per conto della rivista più famosa di moda, quella che detta le regole delle collezioni. E non sola, non è l'unica: sta lavorando con un gruppetto di amiche e compagne di classe ad un blog di moda, cercando di emulare la madre dell'amichetta del cuore che è abbastanza famosa, conosciuta, seguita e taggata...
Non una di Piccole Donne, non la Rosa del Piccolo Principe o una casalinga disperata, la ragazzina vuole la fama, la gloria estetica, la gioia dell'accessorio; non dico - si badi bene - che sia il male assoluto, ma certo un poco sconvolge.
Le vedi bambine, pulite, carucce insomma, lungi dal mondo patinato, dalle secche isteriche anoressiche, sono innocenti ancora, però, rimangono estasiate dal mondo festoso e festaiolo dei grandi...
Che fare e che dire? Meglio proseguire con le letture classiche, canoniche alla scoperta dell'amicizia, del tradimento per invidia o dei viaggi di scoperta, almeno finiscono questo ciclo di studi con una conoscenza generale - un'infarinatura si diceva un tempo - delle letture classiche per la loro età, quelle che tutti dovrebbero citare e apprezzare.
Però, in fondo le capisco, queste giovani di oggi, così prese anche dalla pubblicità, dall'immagine e dagli accessori: la famiglia non fa mancare loro nulla, magari si tratta di figli unici e poi inutile affermare il contrario: l'aspetto fisico, il portamento, gli abbinamenti di colore e taglio sono fondamentali per farsi guardare, distinguersi senza uscire dal seminato nel mondo dei fuori di testa.
Bisogna essere belli, colpire per un particolare unico, ma la testa/il cervello non lo dimenticate mai...
lunedì 30 gennaio 2017
domenica 29 gennaio 2017
DOMENICA VITERBESE
Ci siamo alzati di buon'ora per raggiungere il capoluogo in tempo per la sfilata degli animali. Invece, una volta arrivati in centro, ci siamo accomodati in un caldo bar per consumare una meritata colazione, la prima tutti insieme così. Giro lungo, su e giù con gli ascensori ultramoderni dal Sacrario a Valle Faul e dal parcheggio a Piazza S. Lorenzo: quartiere semi-deserto in una fredda ma assolata domenica di fine gennaio, qualche rimasuglio delle decorazioni natalizie, graffiti e vandalismi, ma soprattutto esempi sparsi di ingegneri o architetti, non saprei dire, che sanno veramente il fatto loro, guardare per credere certi infissi e porte...
Rimpiango Il Paese dei Balocchi elfico, che almeno aveva popolato strade e vicoli ora affetti da solitudine e guano di volatile urbano, ora i Beni Storici sono lì a bella posta, ma nessuno li fotografa...
Ritorniamo verso Piazza del Comune che comincia a popolarsi di esemplari canini di ogni razza, taglia, colore e cappottino, alcuni più nervosi di altri; puntatina alle bancarelle dei libri per tutte le tasche, ne compriamo alcuni a un euro, in buono stato, sembra un ottimo affare.
Poi arriva la sfilata aperta da un trattore che porta una grande gabbia con vari esemplari domestici iperfotografati, naturalmente, e più di centocinquanta cavalli, belli veramente; discorsi sacri - benedizione - e profani delle autorità tutte.
Dopo un lauto pranzo dai nonni, in una passeggiata a due romantica, abbiamo visitato la mostra inaugurata sabato 28 alla Pensilina del Sacrario, ve la consiglio: Andrea Cagnetti, che non conosco personalmente mi ha piacevolmente colpito e affascinato, corpi e proporzioni classiche, nudi traforati, colori innaturali, materia rinnovata e basamenti moderni di materiale edile isolante, connubio tra forme antiche e materiale moderno, il bello che non scade mai e il nuovo sempre più funzionale e pratico. Ingresso libero e comodo arrivarci.
Rimpiango Il Paese dei Balocchi elfico, che almeno aveva popolato strade e vicoli ora affetti da solitudine e guano di volatile urbano, ora i Beni Storici sono lì a bella posta, ma nessuno li fotografa...
Ritorniamo verso Piazza del Comune che comincia a popolarsi di esemplari canini di ogni razza, taglia, colore e cappottino, alcuni più nervosi di altri; puntatina alle bancarelle dei libri per tutte le tasche, ne compriamo alcuni a un euro, in buono stato, sembra un ottimo affare.
Poi arriva la sfilata aperta da un trattore che porta una grande gabbia con vari esemplari domestici iperfotografati, naturalmente, e più di centocinquanta cavalli, belli veramente; discorsi sacri - benedizione - e profani delle autorità tutte.
Dopo un lauto pranzo dai nonni, in una passeggiata a due romantica, abbiamo visitato la mostra inaugurata sabato 28 alla Pensilina del Sacrario, ve la consiglio: Andrea Cagnetti, che non conosco personalmente mi ha piacevolmente colpito e affascinato, corpi e proporzioni classiche, nudi traforati, colori innaturali, materia rinnovata e basamenti moderni di materiale edile isolante, connubio tra forme antiche e materiale moderno, il bello che non scade mai e il nuovo sempre più funzionale e pratico. Ingresso libero e comodo arrivarci.
sabato 28 gennaio 2017
LA STANCHEZZA DEL SABATO SERA
Incredibile ragazzi, si corre tutta la settimana da un punto all'altro della provincia e arrivi il sabato sera, finalmente libero da impegni e invece di cercare una cena in pizzeria o uno spettacolo al cinema, ti vorresti nascondere sotto le coperte ancor prima di mangiare.
Faticano a rimanere aperte anche le palpebre, tutto tace: invece di sentirti aperto la mondo, stai col muso, arrabbiato e pensi solo a spegnere la luce, a chiudere tutti i canali intellettivi per non pensare più, non organizzare. Basta grattacapi, scadenze, rimpianti; basta pensare a chi continua a scocciare, a chi si fa vivo solo per interesse, a chi sparisce per lunghi periodi e poi ritorna, perché magari ti deve adulare, chiedere; basta con le pulizie, che tanto non si arriva mai alla fine, basta con i rimpianti e le speranze, per questa sera basta così.
Ognuno ha questioni importanti a cui pensare, non sono necessariamente vitali e fondamentali per tutti, anzi per molti neanche sarebbero tema di discussione, dipende da come si prende la vita.
Questa sera voglio abbandonare presto il mondo reale per raggiungere quello dei sogni, mi sono stancata di programmare, ponderare e anticipare risposte a domande che magari nessuno mi porrà mai.
Questa filosofia del sabato sera lascia il tempo che trova, ma non possiede alcuna pretesa, non voglio mica pontificare o farvi cambiare idea, con questo mio scalcagnato blog, ragiono e basta, tutto qui. Ragiono di quotidianità, di forza e coraggio ad affrontare i piccoli dettagli dell'esistenza, che ti lasciano basito, scoraggiato a volte, per le pretese di alcune persone che non capiscono il limite da non valicare, ad esempio.
Questa é la vita, questi gli affanni e questa sera non tengo la giusta forza di reggere all'urto del mondo esterno, ho quasi paura, capita.
Faticano a rimanere aperte anche le palpebre, tutto tace: invece di sentirti aperto la mondo, stai col muso, arrabbiato e pensi solo a spegnere la luce, a chiudere tutti i canali intellettivi per non pensare più, non organizzare. Basta grattacapi, scadenze, rimpianti; basta pensare a chi continua a scocciare, a chi si fa vivo solo per interesse, a chi sparisce per lunghi periodi e poi ritorna, perché magari ti deve adulare, chiedere; basta con le pulizie, che tanto non si arriva mai alla fine, basta con i rimpianti e le speranze, per questa sera basta così.
Ognuno ha questioni importanti a cui pensare, non sono necessariamente vitali e fondamentali per tutti, anzi per molti neanche sarebbero tema di discussione, dipende da come si prende la vita.
Questa sera voglio abbandonare presto il mondo reale per raggiungere quello dei sogni, mi sono stancata di programmare, ponderare e anticipare risposte a domande che magari nessuno mi porrà mai.
Questa filosofia del sabato sera lascia il tempo che trova, ma non possiede alcuna pretesa, non voglio mica pontificare o farvi cambiare idea, con questo mio scalcagnato blog, ragiono e basta, tutto qui. Ragiono di quotidianità, di forza e coraggio ad affrontare i piccoli dettagli dell'esistenza, che ti lasciano basito, scoraggiato a volte, per le pretese di alcune persone che non capiscono il limite da non valicare, ad esempio.
Questa é la vita, questi gli affanni e questa sera non tengo la giusta forza di reggere all'urto del mondo esterno, ho quasi paura, capita.
CUORE, LETTO E DISCUSSO
Come anticipato l'altro giorno, ho provato un esperimento in prima/undici anni: ho letto ai miei alunni e ai piccoli ospiti qualche pagina dal libro Cuore, buon risultato, anzi ho sfruttato due racconti mensili del maestro Perboni anche per una supplenza in seconda.
Devo confessare che certi protagonisti fanno ancora molto effetto, catturano l'attenzione dei giovani, che si immedesimano anche perché sono loro coetanei: la caduta della piccola vedetta lombarda ha ammutolito tutta la classe così come il coraggio del tamburino sardo e alla fine molti sono stati quelli rimasti male; invece il patriota padovano ha compiuto gesti, per molti alunni, inspiegabili: come rinunciare ai soldi offerti da parte un bimbo povero e disgraziato per un'offesa oggi purtroppo ripetuta?
Devo confessare che un poco mi sono commossa anch'io riflettendo sul rapporto padre-figlio/scrivano fiorentino: rileggere alcuni brani da genitore ti scombussola, proprio così, perché ho vissuto con consapevolezza diversa i gesti e le parole del babbo, insoddisfatto del rendimento scolastico del figlio e per questo adirato, offeso e quasi estraniato dalla vita familiare.
Potenza della lettura.
Comunque, seguire il dibattito e la riflessione scaturiti da poche ma intense pagine di un libro, in un gruppo di piccoli alunni é veramente interessante, non si finirebbe mai di ascoltarli, specie quando poi cominciano a mischiare pensieri propri e dei parenti, aneddoti familiari e vicissitudini per loro correlate.
Devo confessare che certi protagonisti fanno ancora molto effetto, catturano l'attenzione dei giovani, che si immedesimano anche perché sono loro coetanei: la caduta della piccola vedetta lombarda ha ammutolito tutta la classe così come il coraggio del tamburino sardo e alla fine molti sono stati quelli rimasti male; invece il patriota padovano ha compiuto gesti, per molti alunni, inspiegabili: come rinunciare ai soldi offerti da parte un bimbo povero e disgraziato per un'offesa oggi purtroppo ripetuta?
Devo confessare che un poco mi sono commossa anch'io riflettendo sul rapporto padre-figlio/scrivano fiorentino: rileggere alcuni brani da genitore ti scombussola, proprio così, perché ho vissuto con consapevolezza diversa i gesti e le parole del babbo, insoddisfatto del rendimento scolastico del figlio e per questo adirato, offeso e quasi estraniato dalla vita familiare.
Potenza della lettura.
Comunque, seguire il dibattito e la riflessione scaturiti da poche ma intense pagine di un libro, in un gruppo di piccoli alunni é veramente interessante, non si finirebbe mai di ascoltarli, specie quando poi cominciano a mischiare pensieri propri e dei parenti, aneddoti familiari e vicissitudini per loro correlate.
venerdì 27 gennaio 2017
ALLA SCOPERTA DI DON CHISCIOTTE
Pomeriggio spagnolo in biblioteca, gruppo di lettura riunito intorno ad un lungo tavolo nella sala al piano superiore, Cervantes protagonista con il famoso don Chisciotte: quello dell'investitura a cavaliere dal barbiere, della lotta contro i mulini a vento, delle visioni e dei grandi cavalieri del passato da emulare.
La Spagna con le sue cinque lingue ufficiali, la nascita della letteratura nazionale, le contraddizioni della cavalleria tradizionale: i due personaggi - coppia comica - in giro per la regione di Madrid, fino alla discesa in una grotta piena di pipistrelli, il cuore di un cavaliere da recapitare all'amata e rocce antropomorfe; tutto questo e altro ancora é il romanzo più famoso di Spagna.
Incontro interessante, abbiamo imparato tanto, quasi quasi ci é venuta anche voglia di leggere quel mattone, grazie alla spiegazione di Angela puntuale e mai noiosa.
Dopo tanto scoprire e chiedere, abbiamo dedicato qualche minuto a rifocillarci, che non guasta mai...
Per la prossima settimana si accettano volontari, esperti, scrittori, amanti o semplici appassionati lettori in cerca di pubblico per ascoltare e leggere, spiegare e incantare.
E ancora grazie Angela, al prossimo ritorno.
https://www.facebook.com/angela.corsi.98?fref=ts
La Spagna con le sue cinque lingue ufficiali, la nascita della letteratura nazionale, le contraddizioni della cavalleria tradizionale: i due personaggi - coppia comica - in giro per la regione di Madrid, fino alla discesa in una grotta piena di pipistrelli, il cuore di un cavaliere da recapitare all'amata e rocce antropomorfe; tutto questo e altro ancora é il romanzo più famoso di Spagna.
Incontro interessante, abbiamo imparato tanto, quasi quasi ci é venuta anche voglia di leggere quel mattone, grazie alla spiegazione di Angela puntuale e mai noiosa.
Dopo tanto scoprire e chiedere, abbiamo dedicato qualche minuto a rifocillarci, che non guasta mai...
Per la prossima settimana si accettano volontari, esperti, scrittori, amanti o semplici appassionati lettori in cerca di pubblico per ascoltare e leggere, spiegare e incantare.
E ancora grazie Angela, al prossimo ritorno.
https://www.facebook.com/angela.corsi.98?fref=ts
giovedì 26 gennaio 2017
QUALE SCEGLIERE?
Allora vi racconto sempre quel che vivo, quindi ora tocca all'orientamento.
A scuola siamo in piena fase decisionale/confusionale: gli studenti della terza media devono pre-iscriversi alla scuola superiore che vorrebbero frequentare per i prossimi cinque anni di pura passione studentesca. Vi ho già raccontato di incontri vari, poi ci sono i giorni di apertura straordinaria, insomma non mancano certo notizie da vagliare, informazioni da verificare e aule da visitare per decidere dove studiare, formarsi, apprendere fondamentali rudimenti di un mestiere, esaltare la propria vena artistica, imparare a tradurre, afferrare lingue europee...
Gli Istituti fanno a gara per "affascinare" e alcuni ragazzi sono confusi, non tutti certo, ma gran parte brancola, insieme ai genitori!
Dove andare, cosa scegliere o cosa scartare, quale materia acchiappa e quale respinge?
L'opzione voluta e sentita dal ragazzo oppure guidata dal genitore?
Si sceglie in base alla predisposizione naturale o per le possibilità di lavoro?
La scuola vicino casa o quella più rinomata ma lontana?
Tener conto dell'amichetta o rimanere soli ma coerenti con sé stessi?
Si comincia e poi si vedrà magari di cambiare oppure si continua dritti per la propria strada, anche in caso di difficoltà?
Tanti gli interrogativi, i dubbi, le raccomandazioni, gli esempi, le aspettative dei genitori o al contrario la denigrazione del figlio fannullone; non è semplice, ma non lo deve essere. Stiamo parlando di una scelta che cambia la vita, il ritmo, le amicizie, gli orari, la visione della vita e la forgiatura dell'esistenza futura, o futuro che dir si voglia.
I genitori devono partecipare, ascoltare, immedesimarsi o lasciar andare? E' di pochi gironi fa la terribile notizia di due genitori massacrati nel sonno dal figlio svogliato...
Come esempio negativo, ho nel cuore la mia compagna di scuola Patrizia, bocciata all'esame di maturità dopo sette lunghi anni di classico, imposto dal padre. Follia paterna, sicuro, e tanto altro.
A scuola siamo in piena fase decisionale/confusionale: gli studenti della terza media devono pre-iscriversi alla scuola superiore che vorrebbero frequentare per i prossimi cinque anni di pura passione studentesca. Vi ho già raccontato di incontri vari, poi ci sono i giorni di apertura straordinaria, insomma non mancano certo notizie da vagliare, informazioni da verificare e aule da visitare per decidere dove studiare, formarsi, apprendere fondamentali rudimenti di un mestiere, esaltare la propria vena artistica, imparare a tradurre, afferrare lingue europee...
Gli Istituti fanno a gara per "affascinare" e alcuni ragazzi sono confusi, non tutti certo, ma gran parte brancola, insieme ai genitori!
Dove andare, cosa scegliere o cosa scartare, quale materia acchiappa e quale respinge?
L'opzione voluta e sentita dal ragazzo oppure guidata dal genitore?
Si sceglie in base alla predisposizione naturale o per le possibilità di lavoro?
La scuola vicino casa o quella più rinomata ma lontana?
Tener conto dell'amichetta o rimanere soli ma coerenti con sé stessi?
Si comincia e poi si vedrà magari di cambiare oppure si continua dritti per la propria strada, anche in caso di difficoltà?
Tanti gli interrogativi, i dubbi, le raccomandazioni, gli esempi, le aspettative dei genitori o al contrario la denigrazione del figlio fannullone; non è semplice, ma non lo deve essere. Stiamo parlando di una scelta che cambia la vita, il ritmo, le amicizie, gli orari, la visione della vita e la forgiatura dell'esistenza futura, o futuro che dir si voglia.
I genitori devono partecipare, ascoltare, immedesimarsi o lasciar andare? E' di pochi gironi fa la terribile notizia di due genitori massacrati nel sonno dal figlio svogliato...
Come esempio negativo, ho nel cuore la mia compagna di scuola Patrizia, bocciata all'esame di maturità dopo sette lunghi anni di classico, imposto dal padre. Follia paterna, sicuro, e tanto altro.
martedì 24 gennaio 2017
CUORE
Per il progetto "continuità" scuola primaria - scuola secondaria, nell'istituto in cui ora supplisco sono attese per giovedì mattina alcune classi della quinta, in visita durante le ore di lezione. Tocca anche a me tenere una lezione di dimostrazione, chiamiamola così, nella prima media in cui insegno storia e geografia, con possibilità però di spaziare anche nell'italiano, anzi di rendere quell'ora quanto più piacevole ed interessante.
Ho accettato entusiasta, incoscientemente forse, per non apparire bisbetica, intrattabile o poco disponibile verso la collega organizzatrice; poi ho iniziato a focalizzare l'impegno e un poco mi tremano le gambe.
Ho rimuginato su cosa potrei affrontare, descrivere, spiegare... Poi una piccola illuminazione: parlerò di un romanzo quasi dimenticato, passato forse di moda, che però ben si adatta all'età degli alunni, al programma da svolgere e all'attenzione dei piccoli ospiti.
Ho pensato al libro di Edmondo De Amicis, Cuore, che ho letto tanti anni fa e che ho apprezzato anche in forma di cartone animato.
Ho trovato la parte in cui si descrive il bullo della classe del maestro Perboni: il comportamento e gli atteggiamenti di Franti sono sicura che acchiapperanno le orecchie dei bambini; poi ho pensato ad uno dei racconti mensili, abbinati ad alcune regioni italiane; credo che leggerò ad alta voce "Il piccolo patriota padovano" e poi lascerò i commenti a loro, che sanno sempre stupire.
Spero di cavarmela, sono sicura che non molti conoscono questo testo, uno dei pochi della letteratura italiana per ragazzi. Renderò conto dell'esperienza, in modo sincero, intanto però si accettano suggerimenti e consigli.
lunedì 23 gennaio 2017
PERCHÉ IN FONDO SIAMO TUTTI UN PO' DON CHISCIOTTE
Prossimo incontro di lettura in biblioteca, sala al primo piano, spostato a venerdì 27 gennaio sempre ore 16:30.
Avremo un'ospite d'eccezione che ci parlerà della Spagna, delle tante lingue ufficiali di questa terra, di letteratura con qualche accenno storico e curiosità gustose. Tutti conosciamo, almeno per sentito dire, uno degli eroi più strambi e amati della letteratura mondiale, nonché il suo aiutante Sancho: analizzeremo il romanzo, il contesto storico e la lavorazione dell'opera che ha festeggiato proprio nel 2015 i suoi primi quattrocento anni di vita; non sempre questo libro ha goduto di grande considerazione, anzi nel Settecento era stato quasi dimenticato per venire poi riscoperto ed amato con il Romanticismo.
Cercheremo di seguire le peripezie e le tappe del lungo viaggio di Don Chisciotte alla scoperta della Spagna, ma anche di sé tesso: uomo moderno nella continua ricerca dei limiti dell'umano, grande nelle lotte contro i giganti, visionario ed esagerato in ogni situazione.
Ci guiderà in questo viaggio letterario fantastico Angela, che dopo la laurea in Lingue e Letterature straniere Moderne presso l'Università della Tuscia, ha deciso di perfezionarsi, vivere e lavorare in Spagna, da più di dieci anni ormai.
domenica 22 gennaio 2017
SCORDATELA
La più classica delle situazioni, il più temuto dei triangoli, il peggiore dei fraintendimenti, il più tenero e amoroso degli sguardi: lui ama lei, ma lei ha perso la testa per un altro e non ha alcuna intenzione di rinunciare a conquistarlo, costi quel che costi, si aspetti tutto il tempo necessario possibile.
La storia la conosciamo tutti, abbiamo avuto tutti un amico innamorato pazzo, che fungeva da zerbino per l'amica carina, che non lo considerava niente di più che un amico speciale, magari anche un po' appiccicoso, ma comunque un gradino sopra gli altri, ma nulla di più.
E niente, quello tanto disperato, ansioso e irascibile in sua assenza, quanto mansueto e docile in femminile presenza; tutti a dirgli di lasciarla stare, che si sta comportando da cicisbeo, un pupazzo nelle sue curate mani lunghe e affusolate, smaltate e feline. Ma il suo cuore sussulta solo per lei, i suoi occhi si trasformano in enormi, pulsanti e languide cascate lucide, tira fuori la lingua, scodinzola quando la vede avvicinarsi al gruppo, magari le fa cenno con il mento, la ragazza risponde con la mano, lo chiama a sé e quello si libra in volo, fluttua e arriva in un baleno presso di lei, che si vuole confidare dei suoi fremiti d'amore, della sua cotta non ricambiata e dei suoi dubbi enormi.
L'Amore: brutta bestia quello folle, che non ti mermette di ragionare, che ti trova una scusa per ogni cattiveria subita, che ti lascia uno spiraglio di giustizia e poi ti ghigliottina appena abbassi la guardia.
Pensi solo a lei, non ci sono altre che lei, tutte le paragoni a lei e comunque nessuna le si avvicina per dolcezza, occhioni o magari quella bocca rosso scarlatto che ti causa brividi lungo la schiena...
Brutta cosa l'Amore forzato, poveri uomini quelli che cadono nella rete delle delusioni; l'unico valido rimedio la compagnia di un'amica vera, sincera e magari single convinta, fino a questo momento...
DOSTOEVSKIJ, IL LIBRO IN REGALO
Prima di Natale, non so se ricordate, mi è stato recapitato un pacchetto che conteneva un libro in regalo, un omaggio al grande autore russo in forma teatrale di una scrittrice che vive e lavora nella nostra provincia, conosciuta per caso all'inaugurazione di una mostra nell'aprile dello scorso anno.
Ho letto il libro, mi è piaciuto e premetto che sono un'ignorante profonda di letteratura e cultura russa, eccezion fatta per le solite nozioni sociali apprese sui manuali di storia e filosofia, qualche film e poco altro.
La figura di quest'uomo è analizzata sotto vari aspetti e momenti salienti della sua esistenza: dalle sue convinzioni politiche che lo "portano" in Siberia all'uomo che lo ha scoperto ed ha valorizzato il suo talento, dalle donne amate alla malattia che lo ha condotto alla morte.
Ho così scoperto tanti lati sconosciuti, poco scolastici diciamo, quanto lavoro e impegno, ma anche umiliazione dietro ad ogni successo letterario e infine il pensiero profondo su arte e vita.
La lettura di una riduzione teatrale non è mai facile, meglio naturalmente assistere allo spettacolo sul palcoscenico, ma la drammatizzazione di sicuro aiuta ad avvicinarsi al soggetto, al protagonista e alla sua filosofia, se ne colgono sfumature e informazioni preziose, che poi spingono ad approfondire l'argomento, a cercare i libri di cui si è letto le fasi del lavoro preparatorio.
Buona prova questa di Camilla Migliori; magari le nostre vite un giorno si incontreranno di nuovo.
http://www.camillamigliori.it/
Ho letto il libro, mi è piaciuto e premetto che sono un'ignorante profonda di letteratura e cultura russa, eccezion fatta per le solite nozioni sociali apprese sui manuali di storia e filosofia, qualche film e poco altro.
La figura di quest'uomo è analizzata sotto vari aspetti e momenti salienti della sua esistenza: dalle sue convinzioni politiche che lo "portano" in Siberia all'uomo che lo ha scoperto ed ha valorizzato il suo talento, dalle donne amate alla malattia che lo ha condotto alla morte.
Ho così scoperto tanti lati sconosciuti, poco scolastici diciamo, quanto lavoro e impegno, ma anche umiliazione dietro ad ogni successo letterario e infine il pensiero profondo su arte e vita.
La lettura di una riduzione teatrale non è mai facile, meglio naturalmente assistere allo spettacolo sul palcoscenico, ma la drammatizzazione di sicuro aiuta ad avvicinarsi al soggetto, al protagonista e alla sua filosofia, se ne colgono sfumature e informazioni preziose, che poi spingono ad approfondire l'argomento, a cercare i libri di cui si è letto le fasi del lavoro preparatorio.
Buona prova questa di Camilla Migliori; magari le nostre vite un giorno si incontreranno di nuovo.
http://www.camillamigliori.it/
E POI LORO, I TUOI PENSIERI
Sabato sera brividoso, vicini vicini al termosifone, scatola di agoefilo accanto, buchi e buchini da chiudere, cartone animato simpatico alla tele, latte e cioccolato caldo, ma cosa chiedi di più alla vita?
Certe volte non mi sopporto da sola, non sopporto il mio stato d'animo né i miei tristi e stupidi pensieri, come il mancato saluto di una persona, le parole ridicole di un'altra o quell'amichetta che snobba mia figlia, ma pensa tu!
A voi capita mai? Di raccogliere pensieri vacui, inutili sussulti della mente che rimuginati e rimuginati ti fanno stare male, ti rattristano e ti deprimono, dico; a me qualche volta, a fasi alterne: mi sento il padrone del mondo o la Piccola Fiammiferaia, la regina della letteratura o l'ultimo dei mohicani, dipende. Dipende dagli impegni, dal lavoro, dai soldi nel portafoglio e quelli che mi devono, dipende anche dagli amici che mi circondano e da quelli che mi "evitano".
Certo che sta filosofia del sabato sera merita proprio un premio, sì proprio un premio per l'originalità e la profondità di pensiero post-giovinezza/pre-maturità, perché nonostante i miei quarantuno anni quarantuno ancora sono fortemente indecisa tra Topolino o Paperino, Tom o Jerry, Bud o Terence, Candy o Lady Oscar, Richard o Raoul, Tom o Brad. E questi sono tutti interrogativi a cui cercare una risposta, per vivere sereni e tranquilli, quando il mondo fuori fa paura, quando la realtà supera qualsiasi incubo.
Non sono soddisfatta, questa sera, no, mi sembra di aver girato tanto e concluso poco, molto poco; quando dicono "semina che con i figli poi raccoglierai buoni frutti", devo aver sbagliato seme suppongo; aspetto ancora libere parole da alcune persone, pure in questo caso campacavallo. Questa sera mi gira così, poi magari mi passa, ci dormo su e domani mattina tutto sarà a posto, al posto giusto però, sennò non vale!
Certe volte non mi sopporto da sola, non sopporto il mio stato d'animo né i miei tristi e stupidi pensieri, come il mancato saluto di una persona, le parole ridicole di un'altra o quell'amichetta che snobba mia figlia, ma pensa tu!
A voi capita mai? Di raccogliere pensieri vacui, inutili sussulti della mente che rimuginati e rimuginati ti fanno stare male, ti rattristano e ti deprimono, dico; a me qualche volta, a fasi alterne: mi sento il padrone del mondo o la Piccola Fiammiferaia, la regina della letteratura o l'ultimo dei mohicani, dipende. Dipende dagli impegni, dal lavoro, dai soldi nel portafoglio e quelli che mi devono, dipende anche dagli amici che mi circondano e da quelli che mi "evitano".
Certo che sta filosofia del sabato sera merita proprio un premio, sì proprio un premio per l'originalità e la profondità di pensiero post-giovinezza/pre-maturità, perché nonostante i miei quarantuno anni quarantuno ancora sono fortemente indecisa tra Topolino o Paperino, Tom o Jerry, Bud o Terence, Candy o Lady Oscar, Richard o Raoul, Tom o Brad. E questi sono tutti interrogativi a cui cercare una risposta, per vivere sereni e tranquilli, quando il mondo fuori fa paura, quando la realtà supera qualsiasi incubo.
Non sono soddisfatta, questa sera, no, mi sembra di aver girato tanto e concluso poco, molto poco; quando dicono "semina che con i figli poi raccoglierai buoni frutti", devo aver sbagliato seme suppongo; aspetto ancora libere parole da alcune persone, pure in questo caso campacavallo. Questa sera mi gira così, poi magari mi passa, ci dormo su e domani mattina tutto sarà a posto, al posto giusto però, sennò non vale!
giovedì 19 gennaio 2017
NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO LETTERARIE
Ebbene sì, diciamolo, anche questo pomeriggio non è andata come sperato: all'incontro di lettura in biblioteca eravamo solo in due adulte, vaccinate. Peccato.
Dunque è arrivato lo scoraggiamento a velo, un po' di delusione e qualche goccia di vana speranza, bisogna cercare e trovare un serio rimedio, una valida soluzione.
Anche contando tutte le attenuanti, bisogna ammettere che qualcosa non va e rimboccarsi le maniche delle idee; intanto mia figlia mi ha suggerito di scrivere nell'invito al prossimo incontro che è compresa anche la merenda, perché con la merenda tutti sono più interessati, astuta lei.
Si poterebbe cambiare giorno, orario, magari non interessa la compagnia, dubbi legittimi.
Si potrebbe organizzare un incontro ogni volta che qualcuno ha qualcosa da presentare, raccontare, narrare, qualcuno di stimolante e intrigante: ho suggerito ad Elisa di ingaggiare un bel personal trainer.
Certo così non va, rimanere ad attendere non è cosa buona e giusta, specie se il tempo "perso" si potrebbe occupare in altra maniera proficua e soddisfacente.
Allora vista la mal parata, ci siamo rifugiate nel solito bar, abbiamo ordinato i soliti cappuccini e abbiamo continuato le chiacchiere da comari/letterate cominciate in sala lettura, pertinaci.
Si accettano solo suggerimenti, critiche e buoni consigli.
Dunque è arrivato lo scoraggiamento a velo, un po' di delusione e qualche goccia di vana speranza, bisogna cercare e trovare un serio rimedio, una valida soluzione.
Anche contando tutte le attenuanti, bisogna ammettere che qualcosa non va e rimboccarsi le maniche delle idee; intanto mia figlia mi ha suggerito di scrivere nell'invito al prossimo incontro che è compresa anche la merenda, perché con la merenda tutti sono più interessati, astuta lei.
Si poterebbe cambiare giorno, orario, magari non interessa la compagnia, dubbi legittimi.
Si potrebbe organizzare un incontro ogni volta che qualcuno ha qualcosa da presentare, raccontare, narrare, qualcuno di stimolante e intrigante: ho suggerito ad Elisa di ingaggiare un bel personal trainer.
Certo così non va, rimanere ad attendere non è cosa buona e giusta, specie se il tempo "perso" si potrebbe occupare in altra maniera proficua e soddisfacente.
Allora vista la mal parata, ci siamo rifugiate nel solito bar, abbiamo ordinato i soliti cappuccini e abbiamo continuato le chiacchiere da comari/letterate cominciate in sala lettura, pertinaci.
Si accettano solo suggerimenti, critiche e buoni consigli.
OGNUNO STA SOLO SUL CUOR DELLA TERRA
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi...
E questa mattina il paesello si è di nuovo stretto al dolore che ha colpito una famiglia, tante famiglie; quali parole usare? Nessuna parola o frase, nessun verso può consolare; saranno finite anche le lacrime, non fiori ma opere di bene hanno chiesto i familiari.
Piango, come piangono gli altri, perché ci conosciamo tutti in paese, perché si tratta di una giovane mamma, moglie, figlia, sorella, zia, perché nonostante la lotta, ha vinto il male.
E allora ti fermi a riflettere, ancora una volta, sui tuoi vacui lamenti, sulle inutili stupidaggini condivise, sull'importanza del respirare a fondo ogni momento dei tuoi figli, sul vivere intensamente ogni istante insieme; la vita scorre, un lampo. Eppure, viviamo affannati, mai contenti se non insoddisfatti, burberi, accigliati.
Troppe giovani vite ha strappato il Signore, la mia fede vacilla anche oggi; so che la mente umana non arriva a comprendere il disegno preparato, cosa ci ha riservato la Volontà divina?
Allora non mi resta che pregare per quella nuova luminosa stella, le sue bambine e il marito, i genitori e tutti coloro che l'hanno conosciuta.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi...
E questa mattina il paesello si è di nuovo stretto al dolore che ha colpito una famiglia, tante famiglie; quali parole usare? Nessuna parola o frase, nessun verso può consolare; saranno finite anche le lacrime, non fiori ma opere di bene hanno chiesto i familiari.
Piango, come piangono gli altri, perché ci conosciamo tutti in paese, perché si tratta di una giovane mamma, moglie, figlia, sorella, zia, perché nonostante la lotta, ha vinto il male.
E allora ti fermi a riflettere, ancora una volta, sui tuoi vacui lamenti, sulle inutili stupidaggini condivise, sull'importanza del respirare a fondo ogni momento dei tuoi figli, sul vivere intensamente ogni istante insieme; la vita scorre, un lampo. Eppure, viviamo affannati, mai contenti se non insoddisfatti, burberi, accigliati.
Troppe giovani vite ha strappato il Signore, la mia fede vacilla anche oggi; so che la mente umana non arriva a comprendere il disegno preparato, cosa ci ha riservato la Volontà divina?
Allora non mi resta che pregare per quella nuova luminosa stella, le sue bambine e il marito, i genitori e tutti coloro che l'hanno conosciuta.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.