Quanto sono importanti le parole?
Quelle espresse, dette, quelle scritte, sussurrate, quelle sospirate, quelle minacciate, quelle affidate, riportate, fraintese, tradotte, sottoposte, specificate, divulgate...
Sono sempre alla ricerca avida di modi di dire, giochi di parole, doppi sensi - ormai lo sapete.
Sono anche una buona lettrice e spero di trasmettere questa mia passione ai pargoli; per il momento li coinvolgo negli incontri di lettura, con successi altalenanti.
Le parole, quante ne sprechiamo, con i figli ad esempio; quante ne sorvoliamo con i compagni di vita, invece; con le amiche no, con le amiche le parole non sono mai troppe e se non bastassero sopperiscono gli sguardi, i guizzi, i lampi d'espressione.
Scrivo, da sempre, solo che fino a qualche anno fa rimanevo chiuso tutto nelle pagine di un diario o di un'agenda, ora divulgo, forse esagero; a volte tocco il cielo con un dito quando leggo i risultati di certi articoli, i messaggi e i complimenti; altre rimango di sasso, come se non fossi capita.
Esulto se suscito sentimenti sentiti, mi rammarico se qualcosa passa inosservato; raccogliere consensi con i temi cari alle Castagne sembra facile, la piazza risulta molto vasta, più difficile divulgare cultura e non vi nego che vorrei assomigliare agli Angela, una milionesima parte almeno.
Non tratto di proposito di argomenti che ritengo inutili, esagerati, qualunquisti o da analfabeti; vorrei aprire una libreria in cui incontrare ogni settimana un autore con cui scambiare parole e impressioni fiabesche.
Vorrei anche possedere la miliardesima parte di bravura di R. Dahl nel descrivere e perfezionare un personaggio, con pochi azzeccati tratti; ma sono semplicemente me stessa.
A qualcuno neanche piaccio - e non dico di fisico, bestiale nel senso letterale del termine; a qualcuno sto proprio antipatica con il mio inutile frasare, riportare e registrare eventi e fatti paesanotti; chi mi apprezza ma non condivide, chi si loda e si sbroda per un nonnulla; chi legge solo quel che lo riguarda, pazzesco.
Parole suggerite, scritte ed inviate, parole lette, apprezzate o dimenticate, allontanate, dislocate.
Penso almeno una volta al giorno ad un Festival, una Rassegna, un Premio letterario per giovani talenti; incontri di cultura e libri, innocui scambi di opinioni, piccoli che leggono ai grandi e grandi che si dedicano ai piccoli, sarebbe meraviglioso, mettere nero su bianco di usi e tradizioni, parole di carta lasciate al vento del cambiamento.
E infine grazie a chi crede in me, nella mia passione e nella mia scarsa capacità di disegnare i sentimenti.
mercoledì 31 ottobre 2018
UN CUORE GRANDE, GRANDE COSÌ
Questa mattina ho preso un cappuccino con una mamma speciale.
Certo, tutte le mamme sono speciali, perché fanno da perno, intorno a cui ruota tutto il nucleo familiare, ma Francesca ha una marcia in più, una forza che percepisci già dallo sguardo intenso e sempre vigile; parla, Francesca, ricorda ogni data, ogni intervento chirurgico, ogni crisi e sfoglia i ritagli di giornale e i disegni colorati che parlano di un miracolo, li tiene piegati precisi in una cartellina verde, di quelle rigide con l'elastico.
A lei è toccato un compito enorme, quello di essere la mamma di Giulia e di Matteo.
Tutti qui in paese conoscono Matteo, non passa inosservato e se per caso lo incontri per strada e non gli rivolgi il saluto, ti chiama lui, poi si informa, ti domanda e ti racconta la sua vita, i suoi impegni e i segreti di casa sua.
Semplice e diretto Matteo, dolce e sorridente la sua mamma, ma la sorellina? Giulia frequenta la quinta elementare; proprio di questo abbiamo parlato, della tranquillità e della quotidianità che per due lunghi anni la famiglia non ha vissuto.
Per i piccoli, ricoverati, l'ambiente di vita diventa la corsia ospedaliera, la sala d'attesa, la camera intensiva, ma chi sta bene, chi gode di buona salute e attende a casa, chi aspetta una telefonata, una risposta, come affronta la giornata, come costruisce la propria esistenza?
Perché Francesca ricorda le tante lacrime versate per le drammatiche condizioni del piccolo, ma le fanno ancora male anche quei momenti non vissuti, le tappe perse della crescita di Giulia, come quella recita scolastica vista dai filmati dei cellulari dei genitori degli amichetti.
Sono onorata per essere stata contattata da questa donna così forte e combattiva, che desidera raccontare la loro storia, la loro lotta.
Intorno al cuore di Matteo battono all'unisono tanti altri cuori e Francesca vuole portare la loro testimonianza per infondere coraggio a chi si trova nelle stesse condizioni, a chi cerca uno scoglio a cui aggrapparsi, a chi ritiene di non potercela fare: non è stato facile, nessuno sa affermare cosa riservi il futuro a Matteo e ai suoi splendidi genitori; Francesca ha deciso di testimoniare però cosa hanno attraversato, il miracolo di cui sono stati testimoni e spiegarlo alla sua Giulia.
martedì 30 ottobre 2018
NELLA GROTTA, SI LEGGE IN COMPAGNIA
Ebbene, nella nostra continua ricerca di divertimento, amicizia e pagine colorate interessanti siamo approdati in un luogo magico, al paesello naturalmente.
Noi che vogliamo sempre stupirci, trascorrere momenti indimenticabili e spassosi insieme abbiamo organizzato tante occasioni: in biblioteca - sia nella sala ragazzi che nel giardino esterno - presso la piazzetta della Vecchietta, in Faggeta, nel bosco didatttico, in pineta ed ora abbiamo trovato accoglienza in un locale vicino al centro storico, anzi sotto la piazza centrale.
L'appuntamento gratuito è per venerdì 2 novembre, nel pomeriggio con comodo, dopo magari un riposino, qualche gioco in cameretta e i compiti, ci ritroveremo presso Rottezzia, seduti ad uno dei grandi tavoli, con sedie o panche a nostra disposizione per le 17:30.
Sono invitati a partecipare tutti i bambini belli, buoni, simpatici, gajardi, altruisti, giocherelloni, alti, bassi, magri, cicciottelli, che sappiano leggere, che non sappiano leggere, che vogliono ridere, che non fanno i capricci, che non si mettono le dita nel naso, che resistono al solletico, che camminano scalzi per casa, che gattonano, che non piangono sempre, che sappiano giocare e divertirsi.
Importante ognuno porti un amichetto o una cuginetta e un sorriso sdentato!
Ah, non dimenticate gli adulti: genitori, nonni, zii, non li lasciate a casa, che si annoierebbero davanti alla tele...
Allora il pomeriggio per i piccoli prevede: lettura ad alta voce, la merenda offerta dai ragazzi di Rottezzia e una visita guidata sempre gratuita alla grotte, ma quest'ordine potrebbe subire variazioni, come capita sempre quando si tratta di bambini!
VENERDÌ 2 NOVEMBRE, 17:30 DA ROTTEZZIA
VIETATO MANCARE, CHI ARRIVA PRIMA PRENDE I POSTI...
https://www.facebook.com/Rottezzia-osteria-birreria-688339674574423/
https://www.facebook.com/rottezzia.osteriabirreria
https://www.facebook.com/emanuele.famiani
Noi che vogliamo sempre stupirci, trascorrere momenti indimenticabili e spassosi insieme abbiamo organizzato tante occasioni: in biblioteca - sia nella sala ragazzi che nel giardino esterno - presso la piazzetta della Vecchietta, in Faggeta, nel bosco didatttico, in pineta ed ora abbiamo trovato accoglienza in un locale vicino al centro storico, anzi sotto la piazza centrale.
L'appuntamento gratuito è per venerdì 2 novembre, nel pomeriggio con comodo, dopo magari un riposino, qualche gioco in cameretta e i compiti, ci ritroveremo presso Rottezzia, seduti ad uno dei grandi tavoli, con sedie o panche a nostra disposizione per le 17:30.
Sono invitati a partecipare tutti i bambini belli, buoni, simpatici, gajardi, altruisti, giocherelloni, alti, bassi, magri, cicciottelli, che sappiano leggere, che non sappiano leggere, che vogliono ridere, che non fanno i capricci, che non si mettono le dita nel naso, che resistono al solletico, che camminano scalzi per casa, che gattonano, che non piangono sempre, che sappiano giocare e divertirsi.
Importante ognuno porti un amichetto o una cuginetta e un sorriso sdentato!
Ah, non dimenticate gli adulti: genitori, nonni, zii, non li lasciate a casa, che si annoierebbero davanti alla tele...
Allora il pomeriggio per i piccoli prevede: lettura ad alta voce, la merenda offerta dai ragazzi di Rottezzia e una visita guidata sempre gratuita alla grotte, ma quest'ordine potrebbe subire variazioni, come capita sempre quando si tratta di bambini!
VENERDÌ 2 NOVEMBRE, 17:30 DA ROTTEZZIA
VIETATO MANCARE, CHI ARRIVA PRIMA PRENDE I POSTI...
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lunedì 29 ottobre 2018
DI AMICIZIA E ALTRE DOLCEZZE
Ebbene, come combattere il brutto tempo, anzi l'allerta meteo giallo/arancione?
Rispondendo ad un dolce invito!
Non solo mi ha fatto enorme piacere l'invito di Valeria e del piccolo Nathan, sono stata anche presa per la gola, specificando che nonna Elena - mia cugina, ottima cuoca - avrebbe preparato lí da loro i dolcetti all'anice.
Caffé e merenda nel nuovo appartamento, ricette semplici da tramandare in famiglia, per tradizione e per amore.
Non solo abbiamo assaggiato le ciambelline al vino appena sfornate, ne abbiamo rimediate anche per la seconda merenda a casa, con la tisana al finocchio, lamortesua...
E al volo Elena ha impastato anche per le cosiddette anisette, semplici biscotti decorati con i semi di anice: una volta che il forno viene acceso, meglio sfruttare il tepore domestico.
Ricetta casareccia per le ciambelline al vino, ottima
1 tazza di vino bianco, freddo, in cui lasciare in ammollo almeno due cucchiai di anice
1 tazza di zucchero
1 tazza di olio d'oliva o di semi
la farina va dosata per ottenere un impasto morbido, che si lavori bene, come la pasta frolla.
Una volta amalgamati tutti gli ingredienti e lavorata la pasta si realizzano cilindri da cinque/sei centimetri di lunghezza da unire agli estremi a formare ciambelle ovali, da passare nello zucchero da un lato solo, quello che in sulla teglia stare in alto. Forno pre-riscaldato a 180* per almeno 15 minuti.
Per le anisette
3 uova
300 grammi di zucchero
300 grammi di farina
In una ciotola amalgamare il tutto con le uova montate con le fruste e poi con l'aiuto di due cucchiaini formare piccole polpette di pasta ben distanziate nella teglia coperta di carta forno, da decorare con semi di anice e infornare. Il forno già caldo a 180*, meglio statico, per circa 20 minuti.
Rispondendo ad un dolce invito!
Non solo mi ha fatto enorme piacere l'invito di Valeria e del piccolo Nathan, sono stata anche presa per la gola, specificando che nonna Elena - mia cugina, ottima cuoca - avrebbe preparato lí da loro i dolcetti all'anice.
Caffé e merenda nel nuovo appartamento, ricette semplici da tramandare in famiglia, per tradizione e per amore.
Non solo abbiamo assaggiato le ciambelline al vino appena sfornate, ne abbiamo rimediate anche per la seconda merenda a casa, con la tisana al finocchio, lamortesua...
E al volo Elena ha impastato anche per le cosiddette anisette, semplici biscotti decorati con i semi di anice: una volta che il forno viene acceso, meglio sfruttare il tepore domestico.
Ricetta casareccia per le ciambelline al vino, ottima
1 tazza di vino bianco, freddo, in cui lasciare in ammollo almeno due cucchiai di anice
1 tazza di zucchero
1 tazza di olio d'oliva o di semi
la farina va dosata per ottenere un impasto morbido, che si lavori bene, come la pasta frolla.
Una volta amalgamati tutti gli ingredienti e lavorata la pasta si realizzano cilindri da cinque/sei centimetri di lunghezza da unire agli estremi a formare ciambelle ovali, da passare nello zucchero da un lato solo, quello che in sulla teglia stare in alto. Forno pre-riscaldato a 180* per almeno 15 minuti.
Per le anisette
3 uova
300 grammi di zucchero
300 grammi di farina
In una ciotola amalgamare il tutto con le uova montate con le fruste e poi con l'aiuto di due cucchiaini formare piccole polpette di pasta ben distanziate nella teglia coperta di carta forno, da decorare con semi di anice e infornare. Il forno già caldo a 180*, meglio statico, per circa 20 minuti.
E A PAPACQUA
Che poi tutto il giorno dentro casa non ci si può stare, diventa una questione di sopravvivenza, di nervi a chi sopporta di più i capricci e le stranezze dell'altro e, senza badare alle avverse condizioni meteo - che tanto terribili non sono - ci avventuriamo nella zona umida e fresca del paesello a scattare qualche foto ricordo delle foglie autunnali, delle gocce di pioggia che cadono nella vasca grande, del nostro Palazzo storico più interessante e maltrattato.
Catturiamo i colori, ci guardiamo attorno, ma tutto tace perché senza gli studenti che scendono dai mezzi, senza i ragazzi zaino in spalla e genitori al servizio taxi sembra tutto un po' spettrale, solitario, vuoto e malinconico.
Nessun problema agli alberi, nessuna pianta divelta almeno in quella zona, anche se la sera prima la Protezione Civile per precauzione ha fatto sgomberare tutti i veicoli dal parcheggio.
Passa lenta questa giornata di vacanza forzata, di pericolo giallo/arancione annunciato; quando poi abbiamo scoperto che nell'altro giardino comunale qualche inconveniente invece c'è stato, senza danni a persone o cose, solo traffico rallentato. Registriamo, quello sì, un via vai di mezzi di controllo, di forze dell'ordine e di addetti comunali alla pulizia delle strade, in funzione per ripristinare quanto ammaccato, spostato o perso per le forti raffiche di vento.
E poi cala il buio, anche tutte le attività sportive sono state rimandate o annullate, quindi ci si rinchiude in casa, al riparo e in compagnia di dolci coccole, quando ci vuole ci vuole.
Catturiamo i colori, ci guardiamo attorno, ma tutto tace perché senza gli studenti che scendono dai mezzi, senza i ragazzi zaino in spalla e genitori al servizio taxi sembra tutto un po' spettrale, solitario, vuoto e malinconico.
Nessun problema agli alberi, nessuna pianta divelta almeno in quella zona, anche se la sera prima la Protezione Civile per precauzione ha fatto sgomberare tutti i veicoli dal parcheggio.
Passa lenta questa giornata di vacanza forzata, di pericolo giallo/arancione annunciato; quando poi abbiamo scoperto che nell'altro giardino comunale qualche inconveniente invece c'è stato, senza danni a persone o cose, solo traffico rallentato. Registriamo, quello sì, un via vai di mezzi di controllo, di forze dell'ordine e di addetti comunali alla pulizia delle strade, in funzione per ripristinare quanto ammaccato, spostato o perso per le forti raffiche di vento.
E poi cala il buio, anche tutte le attività sportive sono state rimandate o annullate, quindi ci si rinchiude in casa, al riparo e in compagnia di dolci coccole, quando ci vuole ci vuole.
LA FAGGETA, AUTUNNALE
Allerta meteo, che fare?
Il piccoletto non dorme, si sveglia alla solita ora, nonostante il cambio solare; il nervosismo potrebbe prendere il sopravvento e cominciare così una giornata lunga, lunghissima, non conviene.
In fondo neanche piove al paesello, la minaccia sembra lontana, via in macchina per arrivare al monte, il Cimino, per noi la Faggeta. Meta estiva abituale per chi sia in cerca di fresca ombra e quiete naturale; in inverno la si raggiunge appena cade qualche fiocco di neve; in autunno con la pioggia sembra più lontana, quasi in riposo.
Siamo esploratori, armati di ombrello e cellulare, in cerca dei colori caldi, magari di qualche animale selvaggio, ma poi il mio mini cavaliere non riesce proprio a smettere di chiacchierare e se, per caso, avessimo avuto una minima possibilità di avvistamento, è scomparsa nel giro di dieci passi.
Ci inoltriamo: poca nebbia, ma gli alti alberi ondeggiano, si scuotono, un forte stormire di foglie ci accoglie, fango e pozze d'acqua, meraviglia di colori sfumati dalle gocce di pioggia.
E basta poco per respirare aria fresca, pulita, il silenzio umano, pace.
Possiamo anche ritornare alla macchina parcheggiata, ma solo dopo una serie di scatti al bello naturale.
Sotto un manto di foglie la Faggeta bella mi appare...
https://www.facebook.com/faggetamontecimino/
Il piccoletto non dorme, si sveglia alla solita ora, nonostante il cambio solare; il nervosismo potrebbe prendere il sopravvento e cominciare così una giornata lunga, lunghissima, non conviene.
In fondo neanche piove al paesello, la minaccia sembra lontana, via in macchina per arrivare al monte, il Cimino, per noi la Faggeta. Meta estiva abituale per chi sia in cerca di fresca ombra e quiete naturale; in inverno la si raggiunge appena cade qualche fiocco di neve; in autunno con la pioggia sembra più lontana, quasi in riposo.
Siamo esploratori, armati di ombrello e cellulare, in cerca dei colori caldi, magari di qualche animale selvaggio, ma poi il mio mini cavaliere non riesce proprio a smettere di chiacchierare e se, per caso, avessimo avuto una minima possibilità di avvistamento, è scomparsa nel giro di dieci passi.
Ci inoltriamo: poca nebbia, ma gli alti alberi ondeggiano, si scuotono, un forte stormire di foglie ci accoglie, fango e pozze d'acqua, meraviglia di colori sfumati dalle gocce di pioggia.
E basta poco per respirare aria fresca, pulita, il silenzio umano, pace.
Possiamo anche ritornare alla macchina parcheggiata, ma solo dopo una serie di scatti al bello naturale.
Sotto un manto di foglie la Faggeta bella mi appare...
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domenica 28 ottobre 2018
PAESELLO NEL FUMETTO
Domenica pomeriggio diversa e molto intrigante, quella di oggi, grazie al gruppo dei commercianti del paesello che ha organizzato due incontri gratuiti nella sala dell'ex comune alla Rocca con due fumettisti famosi. A volte basta poco per creare qualcosa di speciale, una pagina bianca e una matita e prende il via facilmente una spiegazione, una storia, un susseguirsi di immagini e parole, spiegazioni e storia del fumetto dal 1928.
Abbiamo conosciuto Sudario Brando, alle prese con Superman, e Peppo con Topolino nel primo incontro, delle 15:30: pochi tratti decisi, netti, calzoncini/mutande e il gioco è fatto o quasi. Come si delinea un eroe, quali caratteristiche presenta? Chi invece è cattivo, come appare? Un'ora di disegni e discorsi alla portata di tutti, per far capire l'esecuzione, i particolari che hanno portato all'attuale personaggio che tutti conosciamo.
Dopo una breve pausa caffè invece sul palco è salita Mariangela per salutare i tanti bimbi accorsi, poi è passata dietro al tendone verde e allora è cominciata la storia del pennarello magico, raccontata e vissuta dai burattini e illustrata a fianco, sulla destra, da Peppo.
Una storia semplice di parole e immagini, di burattini e disegni efficaci per lasciare all'immaginazione di spaziare, di vedere anche dietro al tendone, di figurarsi ciò che sentivano dalle casse. Una nuova esperienza, condita con i sorrisi e le risposte semplici dei pargoli, quelle disarmanti, di chi comprende ciò che vede, chi si emoziona e tifa per il buono.
Bene, un esperimento ben riuscito direi, che sembra sarà seguito da altra manifestazione più corposa, per chi si lamenta, chi ripete le solite frasi fatte contro il paesello, chi sparla e non partecipa, chi afferma che si potrebbe far di meglio e poi non si mette in gioco.
E poi contenti i bimbi, contenti noi.
https://www.facebook.com/Conosci-Soriano-322552968539191/
https://www.facebook.com/people/Francesco-Sudario-Brando-Siena/100015404012313
https://www.facebook.com/iosonofilippopeppopaparelli
Abbiamo conosciuto Sudario Brando, alle prese con Superman, e Peppo con Topolino nel primo incontro, delle 15:30: pochi tratti decisi, netti, calzoncini/mutande e il gioco è fatto o quasi. Come si delinea un eroe, quali caratteristiche presenta? Chi invece è cattivo, come appare? Un'ora di disegni e discorsi alla portata di tutti, per far capire l'esecuzione, i particolari che hanno portato all'attuale personaggio che tutti conosciamo.
Dopo una breve pausa caffè invece sul palco è salita Mariangela per salutare i tanti bimbi accorsi, poi è passata dietro al tendone verde e allora è cominciata la storia del pennarello magico, raccontata e vissuta dai burattini e illustrata a fianco, sulla destra, da Peppo.
Una storia semplice di parole e immagini, di burattini e disegni efficaci per lasciare all'immaginazione di spaziare, di vedere anche dietro al tendone, di figurarsi ciò che sentivano dalle casse. Una nuova esperienza, condita con i sorrisi e le risposte semplici dei pargoli, quelle disarmanti, di chi comprende ciò che vede, chi si emoziona e tifa per il buono.
Bene, un esperimento ben riuscito direi, che sembra sarà seguito da altra manifestazione più corposa, per chi si lamenta, chi ripete le solite frasi fatte contro il paesello, chi sparla e non partecipa, chi afferma che si potrebbe far di meglio e poi non si mette in gioco.
E poi contenti i bimbi, contenti noi.
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QUANDO LA GIORNATA VOLGE AL TERMINE
E hai atteso invano una telefonata, quella a cui tieni per trascorrere momenti diversi, per le confidenze personali, per un appuntamento che ancora una volta si allontana.
E hai sonno, tanto sonno, colpa dell'ora solare che indica un punto mentre il tuo corpo ne ribadisce un altro.
E ripensi a quante fregature sono passate sotto ai ponti nell'attesa di quegli amici/non amici che si sono dileguati, nel silenzio delle loro azioni, nel rimprovero stampato sui volti, nella supposta superiorità di essere nel giusto.
E vorresti leggere qualche pagina del libro prescelto, un classico che ti aspetta sullo scaffale, ma gli occhi si chiudono e il cervello tentenna.
E il mondo tace, vorresti sentirlo chiamare il tuo nome, vorresti possedere la soluzione ai problemi, l'intelligenza di chi ce l'ha fatta, il sorriso di chi si sente arrivato.
E hai scavato troppe volte con il cucchiaio nel barattolo della crema di nocciole e ora ti senti in colpa, vorresti sprofondare nel girone dei golosi e scontare la tua pena, basterebbe anche una dieta ferrea, quella a cui dici di appartenere usando una splendida bugia.
E quando per l'allerta meteo tutti rimarranno a casa, le scuole chiuse e i lamenti sempre aperti per tutto il giorno, pensi che sia meglio preparare la scorta di ingredienti.
E ti senti sola contro tutti, contro il mondo: come fanno le altre ad apparire perfette, connesse, informate, invitate, svitate, sciolte e ben accolte?
Sarà mica il caso di tornare dal barattolo?
E hai sonno, tanto sonno, colpa dell'ora solare che indica un punto mentre il tuo corpo ne ribadisce un altro.
E ripensi a quante fregature sono passate sotto ai ponti nell'attesa di quegli amici/non amici che si sono dileguati, nel silenzio delle loro azioni, nel rimprovero stampato sui volti, nella supposta superiorità di essere nel giusto.
E vorresti leggere qualche pagina del libro prescelto, un classico che ti aspetta sullo scaffale, ma gli occhi si chiudono e il cervello tentenna.
E il mondo tace, vorresti sentirlo chiamare il tuo nome, vorresti possedere la soluzione ai problemi, l'intelligenza di chi ce l'ha fatta, il sorriso di chi si sente arrivato.
E hai scavato troppe volte con il cucchiaio nel barattolo della crema di nocciole e ora ti senti in colpa, vorresti sprofondare nel girone dei golosi e scontare la tua pena, basterebbe anche una dieta ferrea, quella a cui dici di appartenere usando una splendida bugia.
E quando per l'allerta meteo tutti rimarranno a casa, le scuole chiuse e i lamenti sempre aperti per tutto il giorno, pensi che sia meglio preparare la scorta di ingredienti.
E ti senti sola contro tutti, contro il mondo: come fanno le altre ad apparire perfette, connesse, informate, invitate, svitate, sciolte e ben accolte?
Sarà mica il caso di tornare dal barattolo?
CHE NEANCHE LA PIOGGIA
Domenica mattina del cambio ora, i giocatori convocati si devono presentare al campo del paesello alle 9:30 per espletare tutte le procedure di riconoscimento, gli accompagnatori accompagnano e se ne vanno, per ritornare un'ora dopo, al fischio d'inizio.
Non che il meteo sia dei migliori, anzi tutti scoraggiano ad uscire da casa c'è allerta anche della Protezione Civile, ma incuranti della pioggia e dell'umidità i tifosi - parenti di ogni ordine e grado - dei Giovanissimi 2004, oggi in completo verde fosforescente, si ritrovano sotto alla tettoia, tra il bar e la sala accoglienza, sia quelli di casa e che quelli esterni.
Giubbotti, impermeabili, ombrelli, sigarette, un caffè caldo: tutto serve nell'attesa, ma quando i ragazzi scendono in campo piove addirittura a vento, da ogni parte senza possibilità di riparo, ci teniamo vicini vicini.
I tifosi simpatizzano, così stretti non si può urlare più di tanto, esultare o imprecare, non come sulle tribune dove ci si divide: stiamo gomito a gomito ci azzardiamo addirittura a sollevare complimenti per gli avversari, il gioco veloce, i passaggi.
Due tempi da trentacinque minuti; il primo finisce tra le lacrime, perché i nostri ragazzi rientrano negli spogliatoi sotto di una rete e il portiere lamenta un dolore. Invece nel secondo tempo tutto migliora e, non solo recuperano, ma riescono a vincere sei a tre, incredibile: credo di non aver mai assistito ad una partita così ben giocata, da quando seguo il gruppo.
Non è successo come in altre occasioni che il primo tempo veloce e ben corso ha poi lasciato un secondo lento e sofferto: hanno continuato ad attaccare, correvano da una parte all'altra del campo, probabilmente facilitati dalla conoscenza del terreno di casa, il manto erboso sintetico difficile sì, ma mai come quello sterrato, fangoso e pesante di altre occasioni umide.
Segnano cinque giocatori, a cui vanno i complimenti per un'ottima prestazione sempre più maturi e sicuri, ma il migliore a mio modesto parere si conferma ancora Samuele A. instancabile, centrale o esterno, un baluardo che ha trovato anche il guizzo per trafiggere la rete avversaria.
https://www.facebook.com/asdsorianese/
Non che il meteo sia dei migliori, anzi tutti scoraggiano ad uscire da casa c'è allerta anche della Protezione Civile, ma incuranti della pioggia e dell'umidità i tifosi - parenti di ogni ordine e grado - dei Giovanissimi 2004, oggi in completo verde fosforescente, si ritrovano sotto alla tettoia, tra il bar e la sala accoglienza, sia quelli di casa e che quelli esterni.
Giubbotti, impermeabili, ombrelli, sigarette, un caffè caldo: tutto serve nell'attesa, ma quando i ragazzi scendono in campo piove addirittura a vento, da ogni parte senza possibilità di riparo, ci teniamo vicini vicini.
I tifosi simpatizzano, così stretti non si può urlare più di tanto, esultare o imprecare, non come sulle tribune dove ci si divide: stiamo gomito a gomito ci azzardiamo addirittura a sollevare complimenti per gli avversari, il gioco veloce, i passaggi.
Due tempi da trentacinque minuti; il primo finisce tra le lacrime, perché i nostri ragazzi rientrano negli spogliatoi sotto di una rete e il portiere lamenta un dolore. Invece nel secondo tempo tutto migliora e, non solo recuperano, ma riescono a vincere sei a tre, incredibile: credo di non aver mai assistito ad una partita così ben giocata, da quando seguo il gruppo.
Non è successo come in altre occasioni che il primo tempo veloce e ben corso ha poi lasciato un secondo lento e sofferto: hanno continuato ad attaccare, correvano da una parte all'altra del campo, probabilmente facilitati dalla conoscenza del terreno di casa, il manto erboso sintetico difficile sì, ma mai come quello sterrato, fangoso e pesante di altre occasioni umide.
Segnano cinque giocatori, a cui vanno i complimenti per un'ottima prestazione sempre più maturi e sicuri, ma il migliore a mio modesto parere si conferma ancora Samuele A. instancabile, centrale o esterno, un baluardo che ha trovato anche il guizzo per trafiggere la rete avversaria.
https://www.facebook.com/asdsorianese/
sabato 27 ottobre 2018
DOVE E QUANDO SI LEGGE LA PROSSIMA SETTIMANA?
E niente, so che è sabato pomeriggio, so che ogni famiglia ha molti impegni da onorare, ma ho deciso lo stesso di mettervi al corrente di un paio di questioni letterarie importanti dal mio modesto punto di vista.
Martedì pomeriggio per questioni di lavoro non sarò presente in biblioteca per la lettura ad alta voce settimanale: quando il dirigente convoca, il collegio si riunisce e i docenti rispondono compatti. Questo non toglie che altri potrebbero prendere il mio posto, che si tratti di mamme, ragazzi volontari, tirocinanti o altre figure che gravitano sempre nell'orbita della biblioteca comunale. Ci tengo alla correttezza e ho preso ben volentieri l'incarico della lettura, ma causa di forza maggiore mi tiene lontana dai divanetti colorati della sala ragazzi. Vi consiglio quindi di informarvi presso la biblioteca per saperne di più sull'organizzazione dell'appuntamento per i piccoli lettori/ascoltatori.
Per il pomeriggio di venerdì 2 novembre invece vi invito - e accorrete in massa - alla lettura ad alta voce presso un locale ben noto del paesello: scrivetevi sul calendario gli estremi importanti per il momento, quando poi si avvicinerà la data vi ricorderò il tutto con un articolo d'invito.
Venerdì 2 novembre, pomeriggio di lettura, più saremo più ci divertiremo!
Martedì pomeriggio per questioni di lavoro non sarò presente in biblioteca per la lettura ad alta voce settimanale: quando il dirigente convoca, il collegio si riunisce e i docenti rispondono compatti. Questo non toglie che altri potrebbero prendere il mio posto, che si tratti di mamme, ragazzi volontari, tirocinanti o altre figure che gravitano sempre nell'orbita della biblioteca comunale. Ci tengo alla correttezza e ho preso ben volentieri l'incarico della lettura, ma causa di forza maggiore mi tiene lontana dai divanetti colorati della sala ragazzi. Vi consiglio quindi di informarvi presso la biblioteca per saperne di più sull'organizzazione dell'appuntamento per i piccoli lettori/ascoltatori.
Per il pomeriggio di venerdì 2 novembre invece vi invito - e accorrete in massa - alla lettura ad alta voce presso un locale ben noto del paesello: scrivetevi sul calendario gli estremi importanti per il momento, quando poi si avvicinerà la data vi ricorderò il tutto con un articolo d'invito.
Venerdì 2 novembre, pomeriggio di lettura, più saremo più ci divertiremo!
venerdì 26 ottobre 2018
INSOMMA, NIENTE DI CHE
E allora stavo valutando cosa stessi scrivendo di buono in questo periodo, poi il discorso si è aperto al nulla cosmico e ho capitolato.
Beh, effettivamente non che sia così speciale come blogger, vuoi vedere che ha ragione il maggiore dei miei pargoli, sono una casalinga camuffata?
Ogni tanto mi giungono suggerimenti più o meno buoni, come aggiungere un po' di sale e pepe agli articoli, magari una spruzzata di cattiveria, due gocce di veleno e qualche ml di acidità, tanto per rivitalizzare, alzare l'attenzione e destare anche i più addormentati.
C'è chi mi esorta ad uscire dal seminato del paesello, che mi intima di andarmene proprio e lasciare il borgo natio che puzza di muffa, chi si rammarica perché sono bravina ma ancora a tematiche trite, casalinghe, locali, paesanotte.
E comunque ogni critica presuppone che dietro ci sia una lettura attenta e giornaliera dei miei miseri scritti, altrimenti come si potrebbe essere tanto informati?
Bene, perché siamo all'articolo numero 1840 e non mi pare poco, per costanza, intensità, partecipazione, cocciutaggine, inventiva, noia, ripetitività, aggiornamenti; spero di festeggiare il duemillesimo per il quinto compleanno, che cadrà ai primi di dicembre.
Certo scrivo molto di vita familiare, poi scolastica, di letture, di pipp$ mentali variopinte, di amicizia - ne sono sempre alla ricerca - del paesello mio, di fregature, di arte e viaggi: certi articoli hanno riscosso così tanto successo che mi hanno spinto a riflettere sulla mia candidatura alle prossime elezioni, ho il costante sogno chiuso nel cassetto di scrivere un libro. E stavo pensando che prima o poi raccoglierò in un volume queste mie esternazioni giornaliere, ma ci sarebbe anche la mia vita nel sostenere che ogni giorno mi lascia qualche spunto importante: se riuscissi a ordinare pensieri e parole sulla disabilità, con il contributo di chi ci è passato, chi volesse aprirsi sulla propria condizione... Insomma le tematiche sarebbero molte, per arricchire codesta opera intellettuale.
Eccomi qua, molti di voi mi conoscono di persona, altri - i più fortunati - solo virtualmente, altri poveri loro mi sono parenti e non possono evitarmi più di tanto; qualche amicizia di vecchia data: vi adoro tutti, per i vostri consigli, i commenti, le tirate d'orecchie, gli applausi; certo mi piace di più quando mi elogiate anche in pubblico e non solo in privato, quando soprattutto condividete le mie idee, le telecronache, le recensioni, le ricette, le gite, le letture...
Bene, basta così, credo che ne abbiate abbastanza delle chiacchiere da comare, ma io sono fatta così, un'anima semplice e pia travestita da intellettuale da due soldi intrufolata nei collegi docenti da qualche anno a questa parte.
E per i prossimi giorni tante novità, notizie, letture e pensieri filosofici, non vi perdete i prossimi centosessanta pezzi, sarà una scalata alla fama o alla fame?
giovedì 25 ottobre 2018
OCCHI A ME
Ebbene sì, volano le settimane volano, specie quando si aderisce ai diversi progetti che la scuola offre ai propri alunni, in questo caso cantori di tutte le classi, unitevi!
Secondo incontro di quattro, per i coristi dell'Istituto Comprensivo, oggi in formazione completa, dai piccoletti delle elementari ai grandi delle medie, più due signorine fuori quota, tanti a bocca aperta davanti alla professoressa Barbierato, meravigliosa incantatrice di voci.
Certo non risulta per niente semplice catalizzare l'attenzione di tutti, ma proprio tutti, quando si tratta di ascoltare e poi ripetere, far silenzio e lasciare spazio ad una sola parte di coro per poi rispondere; i mini, ad esempio, chiedono perché devono aspettare, loro che vorrebbero eseguire tutto il pezzo, anche per quello in inglese stesso fervore, professionisti!
Le canzoni da interpretare sono tre, di cui una in dialetto, ma la professoressa accompagnata al piano dal professor Achilli conta di poterne aggiungere addirittura un'altra tanto sono importanti i progressi registrati oggi pomeriggio, ma tu pensa!
E allora via con i gorgheggi, le sillabe modulate, l'attacco e lo stacco giusti, difficile seguire la professoressa, ma basta guardarla, perché riesce con i gesti delle mani e l'espressione degli occhi a suggerire il momento giusto; non si possono distribuire fogli di testi per non creare confusione di aeroplanini, barchette e incarti vari, poi qualcuno inevitabilmente perderebbe la carta e allora? Invece si ascolta in silenzio, ci si concentra sulle indicazioni di chi dirige e si aprono bene le orecchie.
Il tutto sembra facile a parole, ma quando si tratta di bambini la teoria è chiara, gli esempi si sprecano, poi passare alla pratica, a costituire un coro e ad insegnare ad ogni pargolo ad ascoltare l'altro accanto non lo è, mai. E se questa squadra di professionisti ci riesce anche con i bambini speciali, rendendoli parte integrante, bisogna riconoscere molto più di qualche merito; educare, insegnare trasmettere comunicare sintonizzarsi ascoltare farsi capire: tutto il bello dell'insegnamento, solo per passione.
Secondo incontro di quattro, per i coristi dell'Istituto Comprensivo, oggi in formazione completa, dai piccoletti delle elementari ai grandi delle medie, più due signorine fuori quota, tanti a bocca aperta davanti alla professoressa Barbierato, meravigliosa incantatrice di voci.
Certo non risulta per niente semplice catalizzare l'attenzione di tutti, ma proprio tutti, quando si tratta di ascoltare e poi ripetere, far silenzio e lasciare spazio ad una sola parte di coro per poi rispondere; i mini, ad esempio, chiedono perché devono aspettare, loro che vorrebbero eseguire tutto il pezzo, anche per quello in inglese stesso fervore, professionisti!
Le canzoni da interpretare sono tre, di cui una in dialetto, ma la professoressa accompagnata al piano dal professor Achilli conta di poterne aggiungere addirittura un'altra tanto sono importanti i progressi registrati oggi pomeriggio, ma tu pensa!
E allora via con i gorgheggi, le sillabe modulate, l'attacco e lo stacco giusti, difficile seguire la professoressa, ma basta guardarla, perché riesce con i gesti delle mani e l'espressione degli occhi a suggerire il momento giusto; non si possono distribuire fogli di testi per non creare confusione di aeroplanini, barchette e incarti vari, poi qualcuno inevitabilmente perderebbe la carta e allora? Invece si ascolta in silenzio, ci si concentra sulle indicazioni di chi dirige e si aprono bene le orecchie.
Il tutto sembra facile a parole, ma quando si tratta di bambini la teoria è chiara, gli esempi si sprecano, poi passare alla pratica, a costituire un coro e ad insegnare ad ogni pargolo ad ascoltare l'altro accanto non lo è, mai. E se questa squadra di professionisti ci riesce anche con i bambini speciali, rendendoli parte integrante, bisogna riconoscere molto più di qualche merito; educare, insegnare trasmettere comunicare sintonizzarsi ascoltare farsi capire: tutto il bello dell'insegnamento, solo per passione.
mercoledì 24 ottobre 2018
SECONDA LEZIONE, ASSERTIVO E ALTRI CARATTERI
Bene, molto bene anche il secondo incontro di dieci di formazione organizzati presso l'Istituto Comprensivo del paesello per più di cento insegnanti di ogni ordine di scuola; ci si ritrova per le 16:15 a cercare di conoscere un po' di più di bambini, regole, genitori e carattere/temperamento.
Sembra facile, ma non lo è, riflettere sui tratti temperamentali e ritrovarsi, specchiarsi e poi ragionare per un intero gruppo classe: come sono i docenti, come si rapportano ai piccoli, come comunicano con le famiglie, come interpretano gli atteggiamenti e di conseguenza si attivano se sorge un qualche problema.
Questo corso mi intriga sempre di più, la dottoressa Falzone solleva mille splendidi dubbi sia sul mio essere adulto/docente sia come genitore e dal confronto esco con le ossa rotte: un genitore sbaglia molto facilmente per eccesso di bene, perché l'ansia prende il sopravvento, per la determinazione a primeggiare o ad eliminare gli ostacoli...
Come sono i nostri figli? Come siamo noi, geneticamente, più una dose massiccia di ambiente educativo, riusciamo a creare una miscela esplosiva di balbuzie e crisi da prestazione, timore o protagonismo incondizionato. E i genitori che stile educativo hanno abbracciato? Si va dall'iperansioso all'incoerente, una carrellata di errori e rimproveri, di sbagli e ripercussioni scolastiche e sociali.
E poi finalmente la luce alla fine della galleria nera, lo stile assertivo: come ci si comporta, cosa rispondere, quali diritti affermare, come farsi comprendere e non lasciarsi soverchiare, esprimere il proprio disappunto e lanciare messaggi non offensivi ma giusti, senza esprimere giudizi sulla persona ma sul comportamento scorretto, senza porre domande ai bambini, ma affermando la realtà.
Capire che non ci si sostituisce nei compiti ai bambini, che gli alunni sono gli unici responsabili dei lavori non svolti, che i genitori non sono in grado di spiegare ai figli, che ci si impegna tanto quanto dura una clessidra, che l'appello dei sentimenti non vale tanto, che se si sollevano delle questioni poi si risolvono perché l'indeterminatezza non giova né al piccolo né all'adulto di riferimento: questo e molto altro tutto quello che abbiamo ascoltato, ricco tesoro per un insegnamento migliore.
http://www.centroceral.com/sandra-falzone.html
Sembra facile, ma non lo è, riflettere sui tratti temperamentali e ritrovarsi, specchiarsi e poi ragionare per un intero gruppo classe: come sono i docenti, come si rapportano ai piccoli, come comunicano con le famiglie, come interpretano gli atteggiamenti e di conseguenza si attivano se sorge un qualche problema.
Questo corso mi intriga sempre di più, la dottoressa Falzone solleva mille splendidi dubbi sia sul mio essere adulto/docente sia come genitore e dal confronto esco con le ossa rotte: un genitore sbaglia molto facilmente per eccesso di bene, perché l'ansia prende il sopravvento, per la determinazione a primeggiare o ad eliminare gli ostacoli...
Come sono i nostri figli? Come siamo noi, geneticamente, più una dose massiccia di ambiente educativo, riusciamo a creare una miscela esplosiva di balbuzie e crisi da prestazione, timore o protagonismo incondizionato. E i genitori che stile educativo hanno abbracciato? Si va dall'iperansioso all'incoerente, una carrellata di errori e rimproveri, di sbagli e ripercussioni scolastiche e sociali.
E poi finalmente la luce alla fine della galleria nera, lo stile assertivo: come ci si comporta, cosa rispondere, quali diritti affermare, come farsi comprendere e non lasciarsi soverchiare, esprimere il proprio disappunto e lanciare messaggi non offensivi ma giusti, senza esprimere giudizi sulla persona ma sul comportamento scorretto, senza porre domande ai bambini, ma affermando la realtà.
Capire che non ci si sostituisce nei compiti ai bambini, che gli alunni sono gli unici responsabili dei lavori non svolti, che i genitori non sono in grado di spiegare ai figli, che ci si impegna tanto quanto dura una clessidra, che l'appello dei sentimenti non vale tanto, che se si sollevano delle questioni poi si risolvono perché l'indeterminatezza non giova né al piccolo né all'adulto di riferimento: questo e molto altro tutto quello che abbiamo ascoltato, ricco tesoro per un insegnamento migliore.
http://www.centroceral.com/sandra-falzone.html
LEGGERE RENDE SPECIALI
E oggi mi sono immersa in LIBRIAMOCI, immersa perché ho partecipato nella palestra dal pavimento verde ad una lettura ad alta voce circondata dagli alunni delle classi seconde e quarte delle elementari del paesello, attenti loro.
Tematica scelta dalle insegnanti la libertà, intesa in tante direzioni, come di espressione, di parola, di personalità, di idee; un libro in particolare è stato presentato ai bimbi seduti in terra, piccoli ascoltatori molto interessati ed esigenti: Gek Tessaro "IO SONO UN LADRO DI BESTIAME FELICE", una vera chicca tutta da sfogliare e reinterpretare, corredato da illustrazioni vivaci e soggetti molto vicini al mondo dei piccoli.
Prima della vera e propria lettura da seguire per poi elaborare un compito, però, è stata presentata l'introduzione di Calvino ad uno dei suoi romanzi più celebri, uno spassoso elenco di considerazioni sul piacere e il godimento della lettura, in barba a chi preferisce guardare la tele.
Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte
d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti,
Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti
circonda sfumi nell'indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là
c'è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non
voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono:
«Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno
sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto
cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino! » O se
non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.
Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato,
raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla
pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a
sdraio, sul pouf. Sull'amaca, se hai un'amaca. Sul letto,
naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù,
in posizione yoga, Col libro capovolto, si capisce.
Certo, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovarla.
Una volta si leggeva in piedi, di fronte a un leggio. Si era abituati
a stare fermi in piedi. Ci si riposava così quando si era stanchi
d'andare a cavallo. A cavallo nessuno ha mai pensato di leggere;
eppure ora l'idea di leggere stando in arcioni, il libro posato sulla
criniera del cavallo, magari appeso alle orecchie del cavallo con
un finimento speciale, ti sembra attraente. Coi piedi nelle staffe si
dovrebbe stare molto comodi per leggere; tenere i piedi sollevati è
la prima condizione per godere della lettura.
Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su
un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli
orecchioni della poltrona, sul tavolino da tè, sulla scrivania, sul
pianoforte, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi
tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Adesso non restare lì
con le scarpe in una mano e il libro nell'altra.
Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fallo
adesso, perché appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà
più verso di smuoverti. Fa' in modo che la pagina non resti in
ombra, un addensarsi di lettere nere su sfondo grigio, uniformi
come un branco di topi; ma sta' attento che non le batta addosso
una luce troppo forte e non si rifletta sul bianco crudele della carta
rosicchiando le ombre dei caratteri come in un mezzogiorno del
Sud. Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti
d'interrompere la lettura. Le sigarette a portata di mano, se fumi, il
portacenere. Che c'è ancora? Devi far pipì? Bene, saprai tu.
E poi ha voluto prendere la parola il bambino speciale di terza media, ce ne sono diversi nel nostro istituto, che senza vergogna o perplessità ha afferrato il libro di Tessaro e lo ha di nuovo letto, per farlo memorizzare agli altri, per un confronto o semplicemente per mettersi un poco in mostra, un attimo di celebrità. Tutti gli amichetti alla fine gli hanno battuto le mani, mentre ai grandi scappava una lacrimuccia di esperimento d'inclusione riuscito, non capita sempre, non capita spesso, ma la lettura offre di queste magie.
http://www.libriamociascuola.it/II/
http://www.libriamociascuola.it/II/sl/libriamoci/4-appuntamenti.html
http://www.libriamociascuola.it/II/
http://www.libriamociascuola.it/II/sl/libriamoci/4-appuntamenti.html
martedì 23 ottobre 2018
CHIAMALA LETTURA
Martedì pomeriggio, in biblioteca tutti maschietti e una sola bambina, il gruppo sembra funzionare, anche troppo.
Si leggono i libri pescati a naso dai piccoli ascoltatori dagli scaffali, ce ne sono talmente tanti ed interessanti che alcuni tomi si sfogliano e poi si lasciano da una parte per un'altra occasione.
Il migliore, quello che ha registrato un'attenzione alta e prolungata, risulta un volume colorato e divertente di Gek Tessaro, che letto con varie modulazioni della voce ha tenuto incollati ai divanetti tutti gli ascoltatori. Poi, dopo la quarta scelta, è capitato quello che nessun adulto lettore vorrebbe mai provare, un libro che li ha fatti impazzire... Appena cominciato, sono uscite fuori due simpatiche paroline da evitare; chiusa la copertina e annunciato che quella storia conteneva troppe parole brutte, poco adatte ai bambini, i diavoletti si sono scatenati, si sono impossessati del libro e lo hanno letto avidamente, seguendo con il dito ogni riga alla scoperta delle incriminate.
Bene, anzi male: risatine, gomitate, un continuo chiacchiericcio per confrontarsi sulla questione, che però ha prodotto una lettura quasi integrale e un disappunto nel constatare che le paroline alla fin fine erano solo quelle iniziali...
Ergo, se vogliamo catturare l'attenzione dei pargoli meglio concentrarsi sulle parolacce: qualcuna, buttata lì, fa troppo ridere; per un efficace libro per bambini opterei per una parola scurrile nel titolo e qualcuna seminata qua e là, che rende desta l'attenzione.
Come sempre un piacere da condividere, un momento in cui gli adulti si pongono allo stesso livello dei bambini nella meravigliosa scoperta del mondo attraverso le pagine di un libro.
E un grazie a Valerio, M. Cristina, Flavio, Tommaso, Emanuele, Mattia, Fabio, Luca e alle loro mamme.
LETTURA AD ALTA VOCE IN BIBLIOTECA, SCRIVETEVELO SUL CALENDARIO.
CHI NON RIDE CON I BAMBINI INVECCHIA PRIMA E MALE!
https://www.facebook.com/biblioteca.sorianonelcimino/
Si leggono i libri pescati a naso dai piccoli ascoltatori dagli scaffali, ce ne sono talmente tanti ed interessanti che alcuni tomi si sfogliano e poi si lasciano da una parte per un'altra occasione.
Il migliore, quello che ha registrato un'attenzione alta e prolungata, risulta un volume colorato e divertente di Gek Tessaro, che letto con varie modulazioni della voce ha tenuto incollati ai divanetti tutti gli ascoltatori. Poi, dopo la quarta scelta, è capitato quello che nessun adulto lettore vorrebbe mai provare, un libro che li ha fatti impazzire... Appena cominciato, sono uscite fuori due simpatiche paroline da evitare; chiusa la copertina e annunciato che quella storia conteneva troppe parole brutte, poco adatte ai bambini, i diavoletti si sono scatenati, si sono impossessati del libro e lo hanno letto avidamente, seguendo con il dito ogni riga alla scoperta delle incriminate.
Bene, anzi male: risatine, gomitate, un continuo chiacchiericcio per confrontarsi sulla questione, che però ha prodotto una lettura quasi integrale e un disappunto nel constatare che le paroline alla fin fine erano solo quelle iniziali...
Ergo, se vogliamo catturare l'attenzione dei pargoli meglio concentrarsi sulle parolacce: qualcuna, buttata lì, fa troppo ridere; per un efficace libro per bambini opterei per una parola scurrile nel titolo e qualcuna seminata qua e là, che rende desta l'attenzione.
Come sempre un piacere da condividere, un momento in cui gli adulti si pongono allo stesso livello dei bambini nella meravigliosa scoperta del mondo attraverso le pagine di un libro.
E un grazie a Valerio, M. Cristina, Flavio, Tommaso, Emanuele, Mattia, Fabio, Luca e alle loro mamme.
LETTURA AD ALTA VOCE IN BIBLIOTECA, SCRIVETEVELO SUL CALENDARIO.
CHI NON RIDE CON I BAMBINI INVECCHIA PRIMA E MALE!
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