lunedì 30 novembre 2020

CONTINUITÀ, PENSIAMOCI

 Poco prima di cena mi ha cercato la mia fiduciaria, collega e confidente di lunghi vocali professionali: era appena conclusa una riunione con la Dirigente, molti punti da snocciolare e tante nuove sfide.

 Non abbiamo ancora preso confidenza con il nuovo anno scolastico, ancora stiamo valutando la DDI, le riunioni, i colloqui, i corsi di potenziamento e recupero e già si discute del prossimo: proprio così tra poco più di un mese si procederà con le iscrizioni, quindi nuove leve, classi, ambienti, organico, futuro insomma.

 Ci servono idee, tante idee accattivanti e geniali, perché dobbiamo mostrare all'esterno il nostro lavoro, l'organizzazione, gli spazi, le lezioni ed ogni particolare; la costituzione e la consistenza dei gruppi per il 2021 va monitorata.

 Disponiamo di idee e mezzi?

 Come contattare, comunicare, raggiungere l'esterno?

 E siamo in emergenza, non si possono accogliere visitatori in presenza, dobbiamo escogitare qualcosa di social-media-meet per esempio; testi scritti argomentativo/regolativo/narrativo, articoli, descrizioni, interviste... Tutto può essere utile, tutto va vagliato.

 E allora comincia a mettersi in moto la creatività delle insegnanti: il gruppo whatsapp che esplode di messaggi, richieste e risposta, contatti e suggerimenti. Senti anche i genitori, scocciali; coinvolgi i ragazzi, sia i grandi che i medi con ricordi, elaborazioni, domande e risposte, letture ne abbiamo? 

 Che si fa?

 Si fa sul serio, naturalmente. Anche se siamo precari, quest'anno ci siamo e lavoriamo, il prossimo non si sa dove approderemo.

 Vale la regola del non c'è due senza tre?

martedì 24 novembre 2020

ABBIAMO LA PAGINA SOCIAL

  Come preannunciato, abbiamo fondato una pagina Instagram, l'applicazione che preferisce le foto, immediata e giovanile. E già perché a noi serve un pubblico soprattutto giovane, attento, connesso, positivo e aperto alla cultura.

 I miei figli mi hanno bacchettata, per il semplice fatto che ormai Facebook viene usato, frequentato, condiviso solo da gente "anziana", grande, non certo dai ragazzi, che prediligono altro. E allora per il momento solo su Instagram e, naturalmente, il blog per gli articoli da gustare.

 Progetto partito lo scorso anno scolastico, che viaggia a gonfie vele, anche perché i miei poveri alunni sono costretti a leggere e recensire un libro al mese, qualunque esso sia, qualunque autore, titolo, tematica, genere, l'importante che sia.

 Ieri ed oggi hanno consegnato 2A e 3A i loro lavori, chi in presenza chi a distanza: un'alunna di seconda ha realizzato una meravigliosa presentazione in power point; i ragazzi di terza invece hanno avuto la notevole fortuna di narrare le loro impressioni letterarie in giardino, come antichi e saggi filosofi, mentre i bambini delle elementari scorrazzavano in lungo e in largo, curiosi a spiarci.

 Bene, siamo partiti per un lungo viaggio annuale di parole, per giungere - speriamo - a vedere riaperta la biblioteca comunale di Faleria; intanto leggiamo e condividiamo le nostre impressioni via social tramite Instagram e il blog. E non mi sembra poco.

https://www.instagram.com/labibliotecachenonce2.0/

  In foto, alcuni dei libri consumati a novembre, private scelte o pescati dalla biblioteca scolastica.

 Questo vi chiedo, a nome mio dei ragazzi e della scuola: seguiteci, mettete "mi piace", diffondete e fateci pubblicità. Che non si parli della Scuola solo in termini pessimi, oscuri e sciatti.


martedì 17 novembre 2020

CONTAGIATI DALLA LETTURA

  Complice un meraviglioso sole novembrino e la situazione di "emergenza", dopo la prima ricreazione ci siamo armati di libri e qualche accessorio e siamo usciti al fresco, per le strade semi deserte del Paese, alla ricerca di un posto comodo, silenzioso e caldo per sederci in circolo e leggere.

 Lezione extra moenia, out door, en plein air quella di oggi dedicata a Libriamoci 2020 e al piacere della lettura condivisa, ma silenziosa, di libera analisi, ma succosa tematica.

 E già, perché si parla di innamoramento, primi barcollamenti, rossori e strane sensazioni che scombussolano a scuola, al parco, con gli amici.

 Chi prova o ha provato questo sentimento forte, chi neanche ci pensa, chi si sente in imbarazzo, chi ha già respinto diverse pretendenti e chi ha ricoperto il ruolo di ambasciatore di pene d'amore: i ragazzi rispondono in modo differente e differenziato, dopo aver consumato il brano antologico.

 Maschi e femmine raccontano in maniera quasi opposta di amicizia, dichiarazione, gruppo e primo approccio: teneri loro e dolci, alle prime indimenticabili esperienze.

 Ci piace il circolo, la condivisione di sensazioni, il tentennamento a rivelare il nome dell'amata o di chi neanche "mi si fila" e leggendo la parole di Prévert tutto appare più poetico e sognato.

 Faleria, Salvo D'Acquisto, classe 3

Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt

Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage leur mépris leurs rires et leur envie

Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei passanti

La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini
la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più in alto del sole
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore

domenica 15 novembre 2020

QUELLI CHE RESISTONO...IN PRESENZA, DISTANZA, REMOTI

 È domenica, il giorno del riposo.
 Anche il Signore il settimo giorno ha preso una pausa, ma noi no, la scuola no.
 Comincia presto il tam tam di messaggi, di note vocali e di mail perché siamo in emergenza, perché ci dovrebbero arrivare nuove disposizioni per riaprire il Plesso.
 Giro di parole tra Dirigenza, fiduciaria, consigli di classe tutti: nuovo orario provvisorio, nuovi ordini, vecchi problemi, dobbiamo coprire le lezioni in presenza e quelle dei ragazzi che sono costretti alla quarantena.
 Ogni gruppo classe una storia, ogni giorno una novità e sabato siamo stati col fiato sospeso fino al tardo pomeriggio in trepidante attesa delle risposte ai tamponi rapidi degli studenti: tutti negativi sia lode al Santo.
 Il diritto all'istruzione non si mette in discussione, la classe che non presenta criticità può tornare a sedersi sui banchi, perché la didattica efficace è quella in presenza, testa a testa, occhi a me e aperte le finestre.
 La Dirigente tiene le fila delle istituzioni, raccordo tra l'Amministrazione e il suo personale docente, la fiduciaria con un'abilità da stratega delle guerre puniche muove le ore di lezione come pedine risiko, le coordinatrici comunicano con le rappresentanti dei genitori, il tutto nello spazio di pochi minuti.

 Chi inneggia alla didattica integrata, io non lo capisco.
 Chi pretende di sostituire la presenza di un docente in aula con un filmato o un monologo davanti all'occhio delle telecamera, io non lo capisco.
 Chi chiede di tenere i ragazzi chiusi in una stanza con mille dispositivi fuorvianti e ingannatori a disposizione, alternativi agli amici, io non lo capisco.
 Davanti a noi, al loro posto distanziato, vediamo una poetessa, un'artista, un calciatore, un poliziotto, un idraulico, un sindaco, una influencer, un operaio ceramista, un'estetista, un infermiere del futuro.
 Tutti a gran voce chiedono professionalità, serietà, preparazione, ma gli avvocati, gli ingegneri, i politici di domani sono oggi i nostri studenti: meritano il meglio del nostro impegno e della nostra presenza, credo.

 Dall'alto del Governo si chiede di integrare la didattica digitale senza rendersi poi conto di quanto sta a disposizione dei docenti; si chiede di raggiungere tutti gli alunni quando le famiglie non dispongono di ogni diavoleria o di una rete aggiornata e potente, quando non c'è connessione, quando non c'è rete, quando non c'è copertura.

 E domani in alternativa al dono dell'ubiquità che ancora non abbiamo raggiunto ci divideremo, correremo da un punto all'altro della provincia per garantire a tutti la lezione, l'orario completo, il rispetto dei programmi, lo sviluppo delle competenze.

 Quanto deciso sarà messo in pratica, è il nostro lavoro, per alcuni inutile, per altri sopravvalutato, per noi docenti e spero per tanti straordinario, o quasi. Ecco perché mi fa male leggere di lamentele, di giudizi veloci e inappropriati, di discussioni sterili e sentenze inappellabili: nella scuola vive il futuro di un Paese, vive e cresce il Bene primo e più prezioso. Secondo le regole. Rispettando le regole.


mercoledì 11 novembre 2020

DI STREGHE, PROFESSORESSE E ALTRE AUTORITÀ

  Un nuovo incontro questa mattina a scuola, alla Salvo D'Acquisto di Faleria, con una signora di circa cinquecento anni, direttamente dalla memoria storica di Vetralla. Riprende in questo modo il progetto "La biblioteca che non c'è" alla scoperta di ogni forma di cultura e sapere legata al libro stampato.

 La professoressa di lettere, Claudia Pianura, ha narrato ai ragazzi di terza di una donna relapsa, conosciuta dalla comunità come levatrice e all'occorrenza guaritrice, ma anche fine conoscitrice di erbe e infusi contro i mali, una vedova di nome Laurizia. La donna ha dovuto difendersi per la seconda volta dalle accuse mosse dai suoi concittadini e da altre persone provenienti dai comuni limitrofi davanti al tribunale secolare, perché nel territorio governato dal cardinal Farnese.

 La tesi della Specialistica della docente è diventata un libro interessante e ricco di curiosità che vede come protagonista questa povera donna, appunto, a cui sono stati contestati i più disparati delitti e sortilegi, legati soprattutto alle tragiche morti di teneri fanciulli, un capro espiatorio che avrebbe dovuto essere poi arso per purificare il mondo, la realtà semplice e superstiziosa della nostra provincia.

 Abbiamo scoperto del malleus maleficarum, dei vari particolari per individuare e smascherare una strega, per torturarla, ad esempio con la tecnica detta strappata, ma poi le streghe piangevano perché soffrivano o solo per impietosire gli inquisitori? E quali poteri venivano loro attribuiti?

 Indubbiamente tutti argomenti che hanno catturato l'immaginazione e l'attenzione dei ragazzi, dai pentoloni agli ingredienti, dalla scoperta che si poteva essere accusati di accendere le candele al contrario all'essere viste in giro di notte senza fiaccola o altro fuoco: quanto hanno patito e subito le donne nei secoli e quanto hanno pagato.

 Le lezioni che ci piacciono, le docenti "interne", l'organico da valorizzare, che si offrono gentilmente a raccontare dei propri studi e delle scoperte universitarie, sottolineando quanto ci sia da imparare, catalogare, recuperare e conservare, ancora nell'archivio civico e in quello diocesano di Viterbo, ma non solo.

https://www.facebook.com/claudia.pianura

https://quintaepoca.it/laurizia-la-strega-apre-la-notte-di-mezzo-chi-erano-le-streghe-sempre-belle-sole-anticonformiste-e-invidiate/



domenica 8 novembre 2020

UN NUOVO PROGETTO 2.0

  Lo scorso anno abbiamo portato avanti un primo progetto dal titolo "La biblioteca che non c'è", che ora vogliamo perfezionare. Naturalmente, sto parlando delle mie classi alla Salvo D'Acquisto, secondaria di primo grado di Faleria, seconda e terza, belli loro, e intelligenti.

 Un lavoro cominciato a settembre 2019 in un modo e finito a distanza, che però ha visto comunque protagonisti i ragazzi con interviste in DaD, incontri social da remoto e le imperdibili relazioni scritte del libro del mese, peggio della spada di Damocle, per loro.

 Entro questa settimana devo presentare un'altra idea, curricolare, a costo zero, che aiuti i miei alunni nel percorso scolastico, nella formazione permanente, alla scoperta del mondo circostante e che concili anche la novità, attesa e temuta, l'insegnamento di Educazione Civica interdisciplinare, annuale e con almeno 33 ore complessive.

 Soluzioni ne abbiamo?

 Certamente.

  Ci sto pensando da tanto: durante la preparazione straordinaria ho avuto una sorta di illuminazione, che spero la Dirigente apprezzi e sostenga, che i genitori appoggino, i colleghi supportino. E i ragazzi? I ragazzi sono entusiasti di quanto ho prospettato già in classe, belli loro, e intelligenti.

 Ho pensato di aprire, costruire, curare una pagina social con tutto il materiale che scriviamo, leggiamo, analizziamo e amiamo a scuola insomma per divulgarlo, condividerlo e confrontarlo attraverso i mezzi che gli alunni amano e usano di più, FB e Instagram.

 Secondo il mio pensiero, si tratta di riportare quanto già i ragazzi scrivono e analizzano di ciò che leggono e conoscono, sotto la mia supervisione, correzione e beneplacito, insomma l'ultima parola sarà la mia e mio il lavoro ultimo di revisione del materiale condiviso, a loro il piacere di elaborare, fotografare e condividere a pubblicazione avvenuta.

 Sarà un grande impegno, ma questo chiedono le Linee guida e le varie indicazioni anche europee, perché gli alunni imparino, maturino e si leghino con forte interesse alla scuola non avulsa dal loro mondo, agli adulti attenti alle loro esigenze, ai "programmi" non banalmente propinati, ma aderenti al vero, vicino al loro sentire, utili perché si argini l'abbandono scolastico e si formi un cittadino europeo competitivo.

 Continua intanto l'impegno ad ingrandire la biblioteca scolastica, per permettere a tutti i cinquanta e passa alunni delle tre classi di poter avere a disposizione un volume da prendere in prestito; così come abbiamo scritto una mail al Comune di Faleria per chiedere ufficialmente spiegazioni sulla chiusura della biblioteca Ospedaletto e strappare magari una promessa di apertura, quanto meno per permettere ai ragazzi di gioire di un bene mai utilizzato, mai goduto da loro.

 Tutto questo partirà con l'ausilio di un libro, naturalmente, perché la sottoscritta è consapevole, sa di non sapere e quindi legge, legge tanto e si aggiorna.

 Teniamo conto che la legge afferma che l'alunno

È in grado di distinguere i diversi device e di utilizzarli correttamente, di rispettare i comportamenti nella rete e navigare in modo sicuro. È in grado di comprendere il concetto di dato e di individuare le informazioni corrette o errate, anche nel confronto con altre fonti. Sa distinguere l’identità digitale da un’identità reale e sa applicare le regole sulla privacy tutelando se stesso e il bene collettivo. Prende piena consapevolezza dell’identità digitale come valore individuale e collettivo da preservare. È in grado di argomentare attraverso diversi sistemi di comunicazione. È consapevole dei rischi della rete e come riuscire a individuarli. 

Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica


mercoledì 4 novembre 2020

E QUELLI DEL DUEMILA?

 Non è casuale la data di questo articolo, 4 Novembre.

 I ragazzi del '99, l'ultima leva, chiamati a partecipare al Primo Conflitto mondiale, ce ne parla Gabriele D'annunzio, coloro che avevano compiuto diciotto anni, combattono per la Patria, rispettano il loro Dovere di figli e di Italiani.

 Il padre di mio marito nasceva in una Capitale bombardata, nel febbraio del '44: ha frequentato il Liceo Classico, ha studiato alla Sapienza laureandosi con soddisfazione.

 Io sono cresciuta respirando la diossina di Seveso e la nube di Chernobyl, per esempio.

 E i miei figli? Nati nel Nuovo Millennio, sotto il segno degli scambi culturali Erasmus, nell'orizzonte aperto della globalizzazione, lontani nel tempo e nello spazio dalla Guerra Fredda, dalla schiavitù, dallo sfruttamento minorile, dalla desertificazione, quale futuro hanno assicurato?

 Il grande non frequenta le lezioni nel capoluogo, sta a distanza, fa parte del gruppo dei nuovi untori, quelli che prendono l'autobus alla fermata dei giardinetti alle 7:00, gli altri due arrancano, si destreggiano tra mascherine e disinfettante, quarantena più o meno, ma al mattino entrano nell'edificio sacro, ancora almeno.

 Ai miei tempi tutti volevano fuggire da scuola, al termine della terza media, trovare un lavoro e guadagnare l'indipendenza; ora li cacciamo noi adulti e governanti dalle aule, sbarriamo loro la strada con il nastro giallo e nero a terra, del percorso a ostacoli/segui le impronte.

 L'Europa ci impone di fermare l'abbandono scolastico, di educare giovani  uomini e coraggiose donne pronte per i nuovi scenari, competitivi, poliglotti, in una sfida continua di formazione permanente che dura tutta la vita, per la dignità e la completezza della persona.

 E invece?

 Scuole chiuse, serrate, con il segnale debole, la connessione a velocità criceto, gli strumenti a rendere, i giga con i punti del supermercato, i video come sostitutivi dell'insegnante, i tutorial per ogni ricetta di fantasia, i programmi RAI per la maturità.

 La maturità? 

 Come si guadagna la maturità, come si dimostra, come si spende?

 Sono inutili i nostri ragazzi? O addirittura sono dannosi? Non voglio crederci e non ci credo.

 Hanno il sacrosanto diritto di vivere la loro giovinezza, le prove, gli sbagli, le sconfitte e la gioia della vittoria, anch'essi.

 Non a casa, da remoto, collegati ad un filo, davanti allo schermo, con la telecamera spenta e google drive pronto a suggerire, no.

 Ed io, che sono una docente quasi straordinaria, mi rifiuto di essere paragonata o peggio sostituita da un avatar, così come nessuno dovrebbe subire.

https://formiche.net/2014/07/la-leggenda-dei-ragazzi-del-99/


La vignetta presa da La Repubblica di oggi.

domenica 1 novembre 2020

LETTERA AL SINDACO

 Quello che segue è parte del progetto che sto portando avanti con i miei alunni dal titolo

"La biblioteca che non c'è".

 Sono la loro insegnante di lettere per il secondo anno consecutivo e per me resta un grande onore accompagnare questi preadolescenti nella crescita sociale e scolastica, alla scoperta di importanti discipline e fondamentali saperi, senza dimenticare il patrimonio storico artistico locale.

 Alla Salvo D'Acquisto docenti e famiglie abbiamo allestito una biblioteca scolastica a fatica, ma con grandi risultati, perché ogni ragazzo possa trovare il libro d'elezione da spizzicare quando e dove vuole, nel tempo stimato di un mese di prestito rinnovabile, cercando di attuare quanto scritto nelle Indicazioni Nazionali 2012:

 Particolare importanza assume la biblioteca scolastica, anche in una prospettiva multimediale, da intendersi come luogo privilegiato per la lettura e la scoperta di una pluralità di libri e di testi, che sostiene lo studio autonomo e l’apprendimento continuo; un luogo pubblico, fra scuola e territorio, che favorisce la partecipazione delle famiglie, agevola i percorsi di integrazione, crea ponti tra lingue, linguaggi, religioni e culture.

 Ma questo non basta se si considera quanto scritto tra gli Obiettivi ONU nell'Agenda 2030 

Ob. 4. Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti.

 Tutti quindi siamo chiamati alla realizzazione e lo sviluppo personali, l’occupabilità, l’inclusione sociale, uno stile di vita sostenibile, una vita fruttuosa in società pacifiche, una gestione della vita attenta alla salute e la cittadinanza attiva. Esse si sviluppano in una prospettiva di apprendimento permanente, dalla prima infanzia a tutta la vita adulta, mediante l’apprendimento formale, non formale e informale in tutti i contesti, compresi la famiglia, la scuola, il luogo di lavoro, il vicinato e altre comunità, secondo la Raccomandazione del Parlamento Europeo 2018.

 Come compito di realtà, dopo aver percorso i vicoli del borgo antico alla ricerca di testimonianze storiche materiali e immateriali, i ragazzi hanno stilato questa lettera, in classe, in un'azione corale.

Egregio Signor Sindaco,

siamo gli alunni della Scuola Secondaria di primo grado S. D'Acquisto e vorremmo sottoporle una questione che ci sta molto a cuore:

      perché la biblioteca comunale è chiusa?

 L'edificio, conosciuto come "Ospedaletto", dal di fuori sembra abbandonato, anche se al suo interno racchiude una raccolta di libri e arredamenti.

 Purtroppo solo alcuni di noi sono potuti entrare una sola volta e per un motivo non legato allo studio, una nostra compagna ha festeggiato il suo compleanno in un pomeriggio primaverile del 2019.

 A nostro parere, questo patrimonio culturale deve essere sfruttato e condiviso con la popolazione, anche perché crediamo nei principi fondamentali della Costituzione, art. 3 e 9.

 Vorremmo avere delle risposte al più presto e la invitiamo a scuola nelle ore di lezione, altrimenti le chiediamo di essere ricevuti da lei, secondo sue disposizioni.

 Le auguriamo buon lavoro e le porgiamo sinceri saluti

                                                                                                    Gli alunni della Salvo D'Acquisto