L'aggettivo umile suscita sempre simpatia, comprensione, quasi compassione. Si immagina un soggetto sottomesso, indifeso, facile bersaglio di critiche o attacchi. La mia riflessione parte da questo concetto per affrontare un tema quanto mai attuale e molto sentito. Il lavoro ormai è un lusso, per non parlare dello stipendio, allora qui mi chiedo e vi chiedo: si può rifiutare un lavoro che è considerato umile, ma che comunque assicura un minimo guadagno onesto e sicuro? Ho il mio pezzo di carta in bella mostra, incorniciato, mi è costato anni di studi, rinunce e ingenti spese tecniche, ma per quegli strani casi incrociati di fortuna, sfortuna, incertezza e sentimenti, non mi ha reso quello che gli avevo "prestato". In tanti anni ho assorbito belle parole, promesse di ogni tipo che indicavano mari e monti, invece mi sono ritrovata a navigare su una zattera in aperto Oceano. Questo blog è per me un sentirmi intellettualmente viva, culturalmente forte. Anche se coloro che un tempo mi hanno ingaggiata per conferenze di storia dell'arte e serate culturali oggi neanche mi salutano, credo ancora di poter scrivere temi interessanti, che la rete poi mi permette di condividere. Ma la vita reale poi ti si para davanti più cruda e fredda che mai e solo con le belle parole non si campa, o ci si campa male.
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