E quando dico tutta, intendo proprio dal più giovane in carrozzina al meno giovane, capelli brizzolati e sporgente dentiera. I passeggini che sfilano sono camuffati, gli uomini, in maggioranza, sono travestiti da donna, le majorettes sono esilaranti.
I carri sono tanti, tantissimi i gruppi mascherati, molteplici i temi presentati, un fiume in piena di persone che ballano, agitano mani e piedi e bevono. Praticamente tutti i maggiorenni tengono in mano o un bicchiere o una bottiglia, il cui contenuto varia di colore dal biondo birra al rosso vino, passando dal bianco frizzante al giallo prosecco. I Civitonici con l'acqua si lavano le mani e si rinfrescano.
Peccato che il flusso di figuranti non vada tutto nello stesso verso di marcia, capita anche questo a Civita. Intanto perché molti si impegnano a salutare le persone ferme dieto le corde, altri entrano a prendere un "caffé" al bar alle nostre spalle, tanti giovani riescono ad andare avanti e indetro zigzagando tra le maschere.
I più vanesi si fermano ad ogni spettatore dotato di macchina fotografica chiedendo di essere fotografati nelle pose più strampalate: mio marito munito di attrezzatura professionale ha avuto continue richieste, anche da giovani avvenenti ragazze.
Comunque è uno spettacolo colorato, festoso, ritmato, si lanciano in aria chili di coriandoli, si regalano confezioni con mascherine e trombette - gioia dei miei figli - ma anche caramelle, cioccolatini e merendine.
La sfilata è durata tanto: siamo rimasti ad osservare pappagalli, vigilesse, tate, paperi, trenini e quant'altro per quasi tre ore. Ce ne andiamo al passaggio di un grosso pallone da football, l'ultimo carro, dietro indaffarati tanti operatori armati di pale e scope e mezzi meccanici aspiranti.
Bello, solo
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