Cosa determina la differenza di valutazione, quale giustificazione trovare per spiegare tanto successo e tanta notorietà? Addirittura Piero Manzoni intendeva sbeffeggiare i suoi contemporanei, i critici blasonati con le sue realizzazioni e invece proprio per le sue provocazioni è diventato famoso.
Dove intende arrivare un artista quando si arrovella per concretizzare l'idea che frulla nella sua mente?
Il mio amico è favorevole ad un percorso artistico tracciabile, come un continuo cantiere in fieri lo stile e la tecnica dell'artefice si evolvono, tendono ad una meta "irraggiungibile", nel senso che il miglioramento e la sperimentazione sono continui.
Però c'è chi si ferma, chi addirittura regredisce. Si tratta di artisti un tempo innovativi, all'avanguardia che poi si adagiano o addirittura si arrendono. Diventano, per dirla con un termine forte, commerciali, qualunquisti e si accontentano di vendere.
Mio compito, in quanto critica d'arte, sarebbe quello di denunciare le croste, le ripetizioni, la scarsa tecnica. Magari avessi la capacità intellettuale di farlo!
Chi ha ragione? L'artista che procede diritto per la sua strada e cerca di imporre il suo modo di lavorare e innovare o colui che pur di rimanere sulla cresta guarda anche al passato?
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