Questo articolo è la mia personale risposta a tutti coloro che ritengono che sia colpa degli stranieri che vivono tra noi "l'evidente calo di religiosità" tra i cattolici e, ancor più grave, lo spegnimento dello spirito natalizio.
Non credo proprio, anzi sono fermamente convinta che siamo noi il problema.
Piccolo esempio, tratto dal mio vissuto quotidiano. Come volontaria della parrocchia, sono catechista dei bambini di terza elementare, quelli nati nel 2006, insieme ad una validissima insegnante in pensione. Ci mettiamo impegno e ogni tanto ci rimettiamo del nostro, ma portiamo avanti il compito con grande piacere, ogni sabato mattina. Per chiudere il 2014, conoscere meglio le famiglie e scambiarci gli auguri abbiamo pensato di organizzare una festicciola, di sabato pomeriggio. Ha partecipato la metà dei bambini del gruppo, nessuno degli assenti si è "giustificato" o ha pensato bene di avvertire. Pazienza, noi naturalmente gioiamo di chi ha rinunciato a sport, spese e impegni vari per ascoltarci e donarci un bel sorriso.
Alle quattro recite natalizie, a cui ho avuto il piacere di assistere, erano presenti anche bambini musulmani, che cantavano e ballavano, perché parte di una classe, amichetti spensierati e tra il pubblico entusiasta, naturalmente c'erano anche le loro mamme emozionate e curiose, proprio come me. Come non mancavano i bimbi che non frequentano la lezione di religione, anzi qualcuno aveva il ruolo da protagonista. Potenza delle maestre, bravura, professionalità?
Si canta l'amicizia, l'amore, la gioia, come negare un simile momento di aggregazione e di riflessione? Colpa di noi adulti se corriamo schizzati da un punto all'altro della città, fermiamoci a riflettere, cerchiamo conforto e una parola di speranza: è questo il momento migliore dell'anno per farlo.
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