Nuovo prezioso arrivo nella nostra numerosa, solidale, grande e meravigliosa famiglia: un maschio. Strano, ma avete mai considerato che si ammette "E' una femminuccia" e si pronuncia "E' maschio" con tanto di tono trionfante e sorriso a trentadue denti (specie se chiedete al nonno paterno)?
Inutile, l'attesa dell'erede ha un sapore diverso, il cognome è il cognome, la stirpe è la stirpe.
La donna in attesa di un bimbo prova già una profonda gelosia, tutta femminile, di possesso e consapevolezza di un "dover lasciare il posto" che poco le piace e che forse mai abbandonerà del tutto.
Il piccolo che ora stringi tra le braccia un giorno sarà un giovanotto gelatinato, moto-munito, assonnato per andare alla stazione, ma vispo e sveglio il fine settimana, pronto alla baldoria, che ti proporrà come taxi o peggio come bancomat.
Poi orgogliosa lo accompagnerai capofamiglia, un uomo grande e grosso, dalle spalle larghe, taciturno, ma profondamente attaccato a te, perché basta uno sguardo per intendersi. La domenica lo vizierai con i suoi piatti preferiti, gli controllerai la camicia stirata, gli aggiusterai il collo del maglione, perché tu lo vedrai ancora come il tuo bambino, perché la mamma è sempre la mamma.
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