E' uno dei privilegi di chi abita in un paesino di collina: esci il sabato mattina in piazza per fare la spesa e incontri di tutto di più, puoi fermarti e chiacchierare con chi vuoi, ce n'è per tutti i gusti.
Figuratevi se io non ne approfittavo, cioè non che sia uscita presto di casa apposta, no, ci mancherebbe, ma è capitato, come sempre, mi sono ritrovata nel mezzo di scambi di idee buone e meno buone, intuizioni e aggiornamenti pettegolezzi. Provate, qualche volta, è divertente e istruttivo!
Comunque, tra gli altri ho parlato con un signore dalle settanta primavere circa, che mi ha rivelato di volersene andare dal paesello... Possibile? Ebbene sì, compaesano trapiantato in città, ritornato per la pensione, proprio non si ritrova nel nostro Piccolo Mondo Antico.
Lo capisco, un conto è nascere e crescere in un limitato ambiente collinare, un po' bigotto un po' ammodernato, un altro è assaporare la vita di città e ritrovarsi poi chiusi. Che dire, ci vivo e ci sto bene, conosco tutti e tutti conoscono me; certo a volte sei controllato e non parlo delle telecamere, per quello bastano i vicini e i conoscenti; non puoi intrallazzare, lo vengono a sapere tutti nel giro di poche ore, gli amorazzi hanno vita difficile; i pettegolezzi nascono come funghi e come funghi appassiscono...
Ma questo non più giovin signore addirittura ha intenzione di cambiare continente, lo ha confessato scuotendo la testa, mi spiace.
Dobbiamo lavorare per migliorare il nostro Paese, non arrenderci al peggio, mi impegno per un Paese che accolga i miei figli, non voglio che crescano con l'ammirazione di altra Nazione, schifando la Nostra.
Se non riuscirò, almeno ci ho provato.
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