Pomeriggio tranquillo, troppo tranquillo, per strada non passa alcuno, nessuno ha alcuna necessità: per forza c'è la partita della Nazionale, ogni bisogno è sopito, ammutolito, in secondo piano.
Per cause di forza maggiore ci perdiamo il primo tempo e arriviamo al parco - c'è la Classe 77 che ha organizzato il raduno "calcistico" - durante l'intervallo: tutti gli adulti tranquilli, seduti ai tavoli, birra fresca a portata di mano; i fanciulli no, sono ben agitati intorno ai giochi, vispi e combattivi per la conquista dell'altalena.
Inizia il secondo tempo e tutto tace, ci si siede comodi e ordinati davanti al maxi schermo, guai a muoversi, che dietro protestano!
Tutti allenatori, agitati di mani e di fischio potente, ironici quanto basta nei confronti di quei giocatori spagnoli che in passato ci hanno maltrattato; ma questa volta no, siamo in vantaggio! Si battono le mani alle azioni vicine al goal, si sbeffeggia l'attaccante che fa cilecca, ci si alza in punta di piedi quando si arriva vicino al secondo goal, peccato, dietro front e seduti di nuovo.
I miei pargoli intanto si consolano e ammazzano la tensione con una porzione di patatine, così è meglio!
Poi inaspettatamente una rete che tranquillizza i tifosi, li mette in pace con il mondo, si esulta alla scarsezza del portiere avversario e lo si ridicolizza: tutti si abbracciano, brindano, ci si sente parte del Popolo trionfante, qualcuno si lamenta dell'ansia accumulata che contrasta con il cibo ingurgitato!
Al prossimo appuntamento, sempre con il Comitato del Santo Patrono, così si contribuisce ad un buon risultato.
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