Alzi la mano chi non si è mai sentito almeno una volta in vita sua a disagio, di troppo, furori luogo, sì insomma nel posto sbagliato al momento sbagliato...
A me è capitato, ma ho raccolto anche testimonianze di amici e parenti e allora ve ne vorrei parlare un poco, alla mia maniera, senza la pretesa di filosofare, trovare soluzioni o dare l'assoluzione a chicchessia, non ne sono capace, scrivo solo di quel che mi capita di vivere e sentire...
In un gruppo di donne in carriera, in un caldo pomeriggio estivo, si parla di stress e di consequenziale bisogno di vacanze; ti eclissi: potresti elencare decine di momenti di crisi, ma niente villeggiatura rigenerante, troppe spese, pochi soldi, sempre la solita situazione di mer@§.
Al mega rinfresco comunione-cresima-battesimo-laurea-matrimonio, davanti a te si stende ogni bendidio cucinato da mani esperte, cuoche sopraffine, vere regine dei fornelli e tu ascolti consigli, suggerimenti, curiosità, esperimenti per torte multistrato con sorpresa incorporata e intanto ripensi al tuo scialbo ciambellone della colazione e ai chili di troppo che ti porti dietro, senza alcuna voglia di preparare terribili tentazioni di gola.
Tutti atletici, sportivi, in sfolgoranti completini ginnici fosforescenti che poco lasciano alla fantasia delle curve, si confrontano tempi, successi e prestazioni e tu non pratichi nessuno sport degno di nota, ti piace il peso forma ma non la muscolatura a tutti i costi, non sopporti il fisico palestrato e ti mette soggezione la tartaruga addominale come la tavoletta di cioccolata pettorale, cammini per strada mangiando una mela, nella pia illusione di perdere quel chiletto fastidioso.
Gli altri riescono a salire ad altezze per te insuperabili, procedono sicuri mentre tu ondeggi, tremi e vorresti urlare al mondo la tua paura terribile del vuoto, capita, e ti senti sbagliato, inadeguato, ti scoraggi e rinunci.
L'insegnante spiega, interroga, assegna compiti come se guidasse un esercito e tu arranchi, traballi e certe volte non capisci, ti stanchi e vorresti essere altrove: non sempre chi dà tanto raccoglie tanto, perché chi è dall'altra parte spesso non ha i naturali o giusti strumenti di comprensione e di lavoro, di conseguenza teme di essere al di sotto dell'intelligenza globale.
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