E' un argomento importante, la cui scelta nasce dalle esperienze, dall'ascolto di confessioni, da fregature e da chiacchiere alla pari; non voglio certo fornire una ricetta, ma alcuni spunti di riflessione sì, come sempre, senza pretendere di aver capito tutto della vita, anzi.
Dal più classico dei corteggiamenti, sono una all'antica io, per me vale ancora la regola che è l'uomo a farsi avanti, a proporsi, a chiedere un appuntamento e il primo incontro. Meglio che sia la donna un poco preziosa e all'apparenza modesta; troppo sfacciata deprime l'animo e intimidisce lo spasimante.
Con le amiche, le coetanee, le compagne di scuola meglio attendere che ti invitino, ti coinvolgano, senza troppa invadenza telefonica, le altre ti conoscono, ti apprezzano per come sei e per quanto vali, ma accantona la strafottenza, il voler capeggiare o decidere ad ogni costo, non piace a nessuno stare in secondo, terzo, quarto piano...
Un invito a cena, un caffè, una camminata, ma anche la più ovvia delle richieste di amicizia sui social rischia di diventare fonte di stress e di malumore, se partita dal profondo del cuore e rimasta inevasa: se non ti aspetti nulla dagli altri, ogni minima conquista sarà importante e gradita. Mi è capitato di vedermi rifiutare inviti e incontri, con conseguente muso lungo; invece un messaggio di ricerca lascia sempre un magnifico sorriso.
Può suonare male, ma anche nel lavoro capita di essere al colmo della disperazione in una ricerca che sembra non presentare vie di fuga e buon fine e poi, senza accorgersene, all'improvviso ti può arrivare una telefonata, un messaggio di richiesta di disponibilità, che ti cambia la vita, l'esistenza e ti rende il mondo un posto vivibile.
Sono piuttosto sensibile, io!
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