Ritorno volentieri su questo tema, proprio nel giorno della festa del Santo che a casa mia fin da bambina ha occupato sempre un posto importante, intanto perché era l'omonimo protettore del mio babbo.
A ricordarci la sua importanza e la "forza" ci ha sempre pensato Assunta, la mamma dell'amica storica di mia madre, che solo una volta l'anno, solo il 17 gennaio, si presentava a casa nostra per portarci ben due regali buonissimi: un bel po' di pasta all'uovo fatta in casa, un formato speciale che in dialetto suona fieno canepinese e un enorme, morbido e profumatissimo biscotto. Senza nulla togliere ai prodotti da forno, quello casareccio è il migliore e il biscotto dalla crosta marrone lucida e dal fondo di foglie di alloro di Assunta li batteva tutti, bei tempi!
Il Sant'Antonio abate assomiglia proprio al mio babbo, che amava la campagna e parlava con gli animali della fattoria del nonno, con tutti, specie i cani da caccia, una passione e un legame unico che condivideva con il fratello, lo zio Franco.
Ora che siamo tutti cresciuti, invecchiati e il babbo ci guarda dall'alto, tutto è cambiato, però la festa si onora lo stesso, soprattutto per il nome che porta in suo ricordo il mio primogenito.
Nessun commento:
Posta un commento