E quando c'è Claudio Strinati a Viterbo, non si può non andare, specie se si tratta di una chiacchierata alla sua maniera, colloquiale, spiritosa e molto accattivante.
Chiesa di Santa Maria della Verità, quella accanto al Museo Civico, dove é stata esposta la tela di Mantegna, ore 18:00: il professore arriva, saluti, strette di mano, piccolo sopralluogo alla Cappella Mazzatosta, quella di Lorenzo da Viterbo, vanto del Quattrocento viterbese.
Prima di tutto un po' di discorso istituzionale, che non guasta mai, ringraziamenti diffusi, raccomandazioni d'obbligo e poi via con il monologo, per più di un'ora alla scoperta delle somiglianze tra Lorenzo e Andrea, ma anche della carriera lunga e magnifica del Maestro alla corte mantovana.
E Strinati ci racconta dello scempio del papa che ha voluto radere al suolo l'unico esempio mantegnesco romano, dell'influenza delle colte committenti del Mantegna, della corte e del cartiglio della pala prestata, di cui si analizza una fedele copia durante la conferenza.
Lectio magnifica, non poteva che essere così, per lo spessore del personaggio, per il suo modo tranquillo e pacato di raccontare fatti anche importanti e gravi, per la facilità di portare il discorso avanti e indietro nei secoli, attraverso signorie, città e idee, dalla tecnica cinematografica di Orson Welles alla pennellata del Maestro, dallo sfumato di Leonardo alla serietà della Madonna, alla figura del S. Giovanni.
Spiegata cosí l'arte ha tutto un altro fascino, ti appassiona facilmente, ti prende e ti conquista.
Cosa darei solo per avvicinarmi alla sua facilitá di comunicazione e divulgazione...
Nessun commento:
Posta un commento