Questo pomeriggio ho partecipato ad un incontro creativo, il primo in programma di una lunga serie, con la mia signorina che adora questo tipo di passatempo.
Creare: cucire, assemblare, colorare, incollare, unire, sagomare, tagliare, decorare, riciclare, abbellire, impreziosire...
Due coinvolgenti signore che hanno fatto della loro passione per carta, cartoncino, feltro, cuori, fiori e tanto altro, un corso per principianti, per grandi e piccoli dotati di fantasia, armate loro di formine, forbici sagomate e colla a caldo...
Al primo incontro, ognuna ha mostrato la costruzione di un piccolo oggetto: nelle loro mani esperte, tutto è sembrato semplice e veloce, naturale e lineare; non credo di essere in grado di realizzare qualcosa di lontanamente simile, ma il bello è provarci, guidati, con spiegazioni semplici, alla portata di ogni età, gusto, manualità, pazienza e costanza.
Gli incontri, a cadenza settimanale, prenderanno il via a breve: la mia principessa naturalmente ha già aderito, in ragione del lavoretto che verrà realizzato ad ogni occasione, da portarsi a casa come trofeo.
Il bello che insieme a noi, ad ascoltare la spiegazione hanno preso parte anche altre mamme con bimbe al seguito: mi piace troppo, vedo in questo l'opportunità di un'attività condivisa, un momento tutto intimo e soprattutto un motivo in più per allontanarsi da quei malefici aggeggi tecnologici che ti catturano la fantasia e l'intrappolano.
Un ottimo antidoto anti-noia, colorato, gommoso, profumato, caldo e morbido: si crea da un foglio steso sul tavolo da lavoro, armati di taglierino, modellini e tante idee e si arriva a piccoli capolavori artigianali.
https://www.facebook.com/apsliberamente16/?hc_ref=ARSj7rh4trtePbKllYwE9pDvkQk9Ib_0_96ZOSBmW2oL6wnX3RF6XtM-vGDws27HGeU&fref=nf
https://www.facebook.com/rosyelintrecciodidee/
https://www.facebook.com/Le-creazioni-di-Letizia-Lampa-1538270853054056/
martedì 30 gennaio 2018
domenica 28 gennaio 2018
BALLANO, ANCHE MOLTO BENE
Parliamoci chiaro, non aspettatevi un articolo imparziale né tanto meno ricco di particolari tecnici, perché non sono capace né per un caso né per l'altro, giuro!
Vi posso raccontare come abbiamo passato l'ultima domenica di gennaio, dall'alba all'ora di cena, noi tutti coinvolti nella gara di danza della scuola del paesello: ventisette atleti, più accompagnatori adulti e Alessandro portafortuna.
Partenza in pullman o in auto privata, arrivo a Frascati con appuntamento al palasport per le 9:00 in punto per ogni rito di preparazione, ritiro dei numeri di gara e riscaldamento: al trucco sta Emanuela e alle acconciature ci pensa come sempre Alessandra supportata da Monica e dalle ragazze più grandi; bello vedere alla riuscita del tutto la collaborazione tra di loro ballerine, ma poi quanto sono vanitose tutte, che non si lasci indietro alcun dettaglio!
Vestiti nuovi per tutti, splendide creazioni per l'occasione, che fanno sembrare le nostre bimbe delle signorine e nuova anche la tuta di rappresentanza, nera con cappuccio rosso, con la partecipazione di due babbi generosi.
É cominciata così una giornata lunghissima di esibizioni, gare, balli, premiazioni, trofei, foto, cambio d'abito e poi di nuovo in pista: noi adulti non potevamo che occuparci del tifo, degli applausi, del rifornimento di cibo e delle coccole di fine prova, quando tutti ritornano sugli spalti a raccogliere i baci e gli abbracci degli accompagnatori.
Dunque, soddisfazione per i traguardi raggiunti, per i posizionamenti, ma direi che si meritavano qualcosa di più, specie le Under 21, sì ne sono sicura, i giudici nei loro confronti avrebbero potuto fare di meglio...
Da tener conto anche delle bambine che per la prima volta hanno affrontato la giuria, in particolare Giorgia Giulia e Matilde, le Under 7 più carine e spigliate della manifestazione, che hanno conquistato addirittura il primo posto; poi i due gruppi delle Under 11 hanno ottenuto una seconda e una quarta posizione, le Under 15 il quarto posto e le Under 21 terze classificate; altro che essere orgogliose, siamo straorgogliose e strafelici!
Cosa ricorderemo in particolare di questa intensa giornata, la prima della stagione delle gare? Le lacrime di Simona che ammirava la sua Giulia alla prima uscita, il sorriso delle nostre bimbe che stringevano e alzavano trionfanti la coppa del secondo classificato, la delusione finale di Erica, bella lei!
Sfiniti, sfatti ma tanto fieri noi del gruppo e dell'impegno profuso dalla maestra Emanuela per i nostri piccoli campioni; Pomezia giá trema...
https://www.facebook.com/Power-dance-studio-211067319414420/
Vi posso raccontare come abbiamo passato l'ultima domenica di gennaio, dall'alba all'ora di cena, noi tutti coinvolti nella gara di danza della scuola del paesello: ventisette atleti, più accompagnatori adulti e Alessandro portafortuna.
Partenza in pullman o in auto privata, arrivo a Frascati con appuntamento al palasport per le 9:00 in punto per ogni rito di preparazione, ritiro dei numeri di gara e riscaldamento: al trucco sta Emanuela e alle acconciature ci pensa come sempre Alessandra supportata da Monica e dalle ragazze più grandi; bello vedere alla riuscita del tutto la collaborazione tra di loro ballerine, ma poi quanto sono vanitose tutte, che non si lasci indietro alcun dettaglio!
Vestiti nuovi per tutti, splendide creazioni per l'occasione, che fanno sembrare le nostre bimbe delle signorine e nuova anche la tuta di rappresentanza, nera con cappuccio rosso, con la partecipazione di due babbi generosi.
É cominciata così una giornata lunghissima di esibizioni, gare, balli, premiazioni, trofei, foto, cambio d'abito e poi di nuovo in pista: noi adulti non potevamo che occuparci del tifo, degli applausi, del rifornimento di cibo e delle coccole di fine prova, quando tutti ritornano sugli spalti a raccogliere i baci e gli abbracci degli accompagnatori.
Dunque, soddisfazione per i traguardi raggiunti, per i posizionamenti, ma direi che si meritavano qualcosa di più, specie le Under 21, sì ne sono sicura, i giudici nei loro confronti avrebbero potuto fare di meglio...
Da tener conto anche delle bambine che per la prima volta hanno affrontato la giuria, in particolare Giorgia Giulia e Matilde, le Under 7 più carine e spigliate della manifestazione, che hanno conquistato addirittura il primo posto; poi i due gruppi delle Under 11 hanno ottenuto una seconda e una quarta posizione, le Under 15 il quarto posto e le Under 21 terze classificate; altro che essere orgogliose, siamo straorgogliose e strafelici!
Cosa ricorderemo in particolare di questa intensa giornata, la prima della stagione delle gare? Le lacrime di Simona che ammirava la sua Giulia alla prima uscita, il sorriso delle nostre bimbe che stringevano e alzavano trionfanti la coppa del secondo classificato, la delusione finale di Erica, bella lei!
Sfiniti, sfatti ma tanto fieri noi del gruppo e dell'impegno profuso dalla maestra Emanuela per i nostri piccoli campioni; Pomezia giá trema...
https://www.facebook.com/Power-dance-studio-211067319414420/
venerdì 26 gennaio 2018
QUELLA CHE SONO
Mi piace la compagnia delle persone care, mi piacciono i complimenti sinceri, quelli nati spontanei dal cuore senza passare dal cervello, per dovere o amicizia camuffata.
Mi piace organizzare gite con e per la mia piccola e confusionaria famiglia, ma anche con parenti e amici che ci amano e ci sopportano così come siamo senza falsi sorrisi o labbra rifatte per l'occasione.
Mi piace trascorrere le feste comandate riuniti, allegri, agguerriti per i giochi da tavolo e di società. Mi piace occuparmi di tanti ambiti, conoscere sempre nuove persone che sanno molto più di me e che mi possono istruire, mi piace imparare ogni giorno qualcosa.
Mi piace la scuola, tanto forse troppo, mi piace lo studio e mi piace insegnare, ma non sono brava come vorrei.
Mi piacciono la pizza e la pasta, mi piace mangiare e poi camminare e seguire una ferrea astensione per rimediare al danno causato dalla bulimia occasionale.
Mi piacciono i tacchi, indossati dalle altre; mi piacciono le scarpe da ginnastica, quelle bianche di tela estive, che fanno tanto ragazzetta anni '90.
Mi piace leggere da sempre, mi piace la letteratura italiana, il mio autore preferito è Pirandello, dei contemporanei leggo volentieri Dacia Maraini, Bianca Pitzorno, M. Mazzantini... Le donne hanno una marcia in più, vorrei saper scrivere come loro!
Mi piace il cappuccino, quello al bardimamma, ma anche dalla zia, al bar con le mie cugine e le amiche.
Mi piace scrivere, ma con scarsi risultati.
Mi piace l'amicizia di vecchia data, l'amica sincera, quella che trova sempre un attimo per ascoltarmi, quella che ha voglia semplicemente di sapere come sto.
Non mi piace il mio fisico, non mi piaccio mai in fotografia, mi piacerebbe indossare abitucci, invece ho solo calzoni nell'armadio, fatta eccezione per il completo nero di carnevale.
Non mi piacciono le bugie, neanche quelle dette a fin di bene; non mi piace essere ignorata, non mi piace chi non risponde ai miei messaggi e chi mi dice di non aver avuto tempo; non mi piace il mare affollato, sudato, sabbia che scotta, tintarella estrema, mi piace il mare calmo, comodo, ventilato.
Non mi piace venire a sapere una novità per ultima, non mi piace essere considerata intrusa, estranea o insignificante.
Non mi piace la tecnologia che allontana le persone, che cattura i commensali di una tavola di festa, ognuno con il suo giocattolo tecnologico impegnato e estraniato; non mi piace chi vuole apparire felice e invece vorrebbe piangere e urlare, non mi piace chi vuole suscitare invidia negli altri.
giovedì 25 gennaio 2018
BALLIAMO SUL MONDO
Ci siamo quasi, domani pomeriggio, venerdì, ultime prove e poi i nostri splendidi ballerini saranno preparati per Frascati, la prima gara della stagione, si ricomincia!
Naturalmente non tutto è completamente predisposto, anzi; ci piace soffrire d'ansia fino all'ultimo per passi, posizione, ottimismo sempre e comunque, abiti, accessori, smalto in tinta, scarpette...
Un folto gruppo, affiatato e colorato: si partirà domenica mattina presto per raggiungere il palasport, conquistare gli spogliatoi, cambiarsi, trucco e parrucco, saluti, baci, abbracci, foto, parata iniziale, applausi, lacrime - quelle non mancano mai - e poi la gara vera e propria.
L'esibizione di ballo, che sia gruppo - coppia - duo e tutta la gamma, non dura più di tre minuti e mezzo, poco più di duecento secondi, per cui i nostri pargoli si stanno allenando da settembre due pomeriggi a settimana... Costanza, forza, bravura, determinazione e un dolce sorriso.
Come sempre alla guida la maestra Emanuela, Franca ed Alessandra per i vestiti, il trucco e l'acconciatura, il piccolo Alessandro primo tifoso e poi tutta la lunga carovana di mamme e parenti al seguito: una grande famiglia, tutti bimbi bravissimi agli occhi degli accompagnatori, dai piccolini alle adolescenti, non mancheremo di battere le mani a ritmo, emozionarci, filmati e foto a gogò.
Un impegno non indifferente anche per quei poveri adulti, piazzati sugli spalti, in attesa, trepidazione e poi l'urlo liberatorio della fine; che si vinca il primo o l'ultimo premio non importa, per noi saranno comunque i migliori, perché conosciamo il loro impegno, la puntualità alle prove, lo sforzo, la rabbia dello sbaglio, lo schiocco delle dita, il colpo di tacco che fa partire il corpo al ritmo latino-americano. Sono i nostri piccoli grandi campioni, meravigliosi loro.
https://www.facebook.com/Power-dance-studio-211067319414420/?ref=br_rs
https://www.facebook.com/emanuela.mastrorosato
https://www.facebook.com/Sartoria-Girasole-1473724859601256/?hc_ref=ARTKdDKgFnOiKgmKnglaBbloWh4herFT1JnKN5K8Ncckj8l57ICV0IQna7sy3rN4yUg&pnref=story
Fred e Ginger sono su una supernova sopra noi
chiudi gli occhi e tieni il tempo e sarà quasi fatta, dai
c'è chi vince e c'è chi perde, noi balliamo, casomai
non avremo classe ma abbiamo gambe e fiato finché vuoi...
Naturalmente non tutto è completamente predisposto, anzi; ci piace soffrire d'ansia fino all'ultimo per passi, posizione, ottimismo sempre e comunque, abiti, accessori, smalto in tinta, scarpette...
Un folto gruppo, affiatato e colorato: si partirà domenica mattina presto per raggiungere il palasport, conquistare gli spogliatoi, cambiarsi, trucco e parrucco, saluti, baci, abbracci, foto, parata iniziale, applausi, lacrime - quelle non mancano mai - e poi la gara vera e propria.
L'esibizione di ballo, che sia gruppo - coppia - duo e tutta la gamma, non dura più di tre minuti e mezzo, poco più di duecento secondi, per cui i nostri pargoli si stanno allenando da settembre due pomeriggi a settimana... Costanza, forza, bravura, determinazione e un dolce sorriso.
Come sempre alla guida la maestra Emanuela, Franca ed Alessandra per i vestiti, il trucco e l'acconciatura, il piccolo Alessandro primo tifoso e poi tutta la lunga carovana di mamme e parenti al seguito: una grande famiglia, tutti bimbi bravissimi agli occhi degli accompagnatori, dai piccolini alle adolescenti, non mancheremo di battere le mani a ritmo, emozionarci, filmati e foto a gogò.
Un impegno non indifferente anche per quei poveri adulti, piazzati sugli spalti, in attesa, trepidazione e poi l'urlo liberatorio della fine; che si vinca il primo o l'ultimo premio non importa, per noi saranno comunque i migliori, perché conosciamo il loro impegno, la puntualità alle prove, lo sforzo, la rabbia dello sbaglio, lo schiocco delle dita, il colpo di tacco che fa partire il corpo al ritmo latino-americano. Sono i nostri piccoli grandi campioni, meravigliosi loro.
https://www.facebook.com/Power-dance-studio-211067319414420/?ref=br_rs
https://www.facebook.com/emanuela.mastrorosato
https://www.facebook.com/Sartoria-Girasole-1473724859601256/?hc_ref=ARTKdDKgFnOiKgmKnglaBbloWh4herFT1JnKN5K8Ncckj8l57ICV0IQna7sy3rN4yUg&pnref=story
Fred e Ginger sono su una supernova sopra noi
chiudi gli occhi e tieni il tempo e sarà quasi fatta, dai
c'è chi vince e c'è chi perde, noi balliamo, casomai
non avremo classe ma abbiamo gambe e fiato finché vuoi...
mercoledì 24 gennaio 2018
QUEL BAMBINO, COL PIGIAMA A RIGHE
Ho appena finito di leggere un romanzo scelto per le grandi parole di ammirazione di tanti, non ho ancora visto il film che, a detta di molti, non si discosta dal libro e risulta altrettanto commovente.
Un narratore in terza persona, che vede il mondo con gli occhi di Bruno, il ragazzino protagonista, di otto anni: tutto quello che succede intorno a lui, come si muovono gli adulti, come discutono e rispondono, come trattano la servitù e gli altri bambini, viene raccontato in modo fanciullesco, semplice ma diretto. Impressioni che lasciano il dubbio, altre che fanno sorridere, altre ancora che smuovono rabbia o compassione, alla fine solo tanta incredulità e dolore.
Un libro che all'inizio non mi ha preso, non mi ha catturato, perché appunto denuncia una tragedia con discorsi troppo semplici, da un punto di vista basso, poi il cambiamento, ci si appassiona alla narrazione, allo svolgersi dei fatti, per come vengono presentati, in tono sommesso, ma puntuali, dritti al nocciolo. La violenza sui servi, i discorsi sussurrati come se i piccoli non percepissero, l'ansia di crescere, capire ed esplorare di Bruno, che non conosce confini né reti.
E poi il profondo tema dell'amicizia, della condivisione, delle divisioni che creano i grandi, gli adulti, coloro che sarebbero intelligenti e maturi per guidare il mondo; i bambini invece vedono oltre, entrano in contatto, si scambiano impressioni e soluzioni, si confidano attraverso la rete, fino alla promessa finale, al sacrificio.
Gli uomini hanno modificato i rapporti, li hanno distorti, hanno saputo creare odio e rancore, invece i bambini con i loro occhi ingenui sono riusciti a fortificare un sentimento nobile e alto, puro e più forte delle barriere.
Se non volete avvicinarvi ad un orribile periodo storico, se non credete nella malvagità umana, se ritenete che non sia educativo leggere storie emozionanti e preferite credere alla favole politiche, allora non prendete neanche in mano questo volume, non lo capireste.
Si legge, si rilegge, si ragiona e si piange, potenza della parola scritta, potere della lettura.
Un narratore in terza persona, che vede il mondo con gli occhi di Bruno, il ragazzino protagonista, di otto anni: tutto quello che succede intorno a lui, come si muovono gli adulti, come discutono e rispondono, come trattano la servitù e gli altri bambini, viene raccontato in modo fanciullesco, semplice ma diretto. Impressioni che lasciano il dubbio, altre che fanno sorridere, altre ancora che smuovono rabbia o compassione, alla fine solo tanta incredulità e dolore.
Un libro che all'inizio non mi ha preso, non mi ha catturato, perché appunto denuncia una tragedia con discorsi troppo semplici, da un punto di vista basso, poi il cambiamento, ci si appassiona alla narrazione, allo svolgersi dei fatti, per come vengono presentati, in tono sommesso, ma puntuali, dritti al nocciolo. La violenza sui servi, i discorsi sussurrati come se i piccoli non percepissero, l'ansia di crescere, capire ed esplorare di Bruno, che non conosce confini né reti.
E poi il profondo tema dell'amicizia, della condivisione, delle divisioni che creano i grandi, gli adulti, coloro che sarebbero intelligenti e maturi per guidare il mondo; i bambini invece vedono oltre, entrano in contatto, si scambiano impressioni e soluzioni, si confidano attraverso la rete, fino alla promessa finale, al sacrificio.
Gli uomini hanno modificato i rapporti, li hanno distorti, hanno saputo creare odio e rancore, invece i bambini con i loro occhi ingenui sono riusciti a fortificare un sentimento nobile e alto, puro e più forte delle barriere.
Se non volete avvicinarvi ad un orribile periodo storico, se non credete nella malvagità umana, se ritenete che non sia educativo leggere storie emozionanti e preferite credere alla favole politiche, allora non prendete neanche in mano questo volume, non lo capireste.
Si legge, si rilegge, si ragiona e si piange, potenza della parola scritta, potere della lettura.
DOVE ANDREMO...
Ebbene, posso dirmi sulla buona strada: oggi pomeriggio ho scovato un altro volume da aggiungere agli altri ad arricchire la biblioteca della scuola in cui opero, siamo così a cinquanta, buon risultato!
Ho rubato alla biblioteca del paesello, dal banco espositivo a sinistra dell'entrata, là dove prendi e porti via, lasciando un obolo volontario di offerta, per le spese correnti della struttura, quindi sempre a favore della comunità, altro ottimo motivo per scegliere e lasciare moneta che serve.
Dunque, si arranca, si fa fatica: a scuola non c'era una raccolta libri a disposizione degli alunni ed ora che ce ne sono ben cinquanta, ma non bastano, non bastano mai...il cielo è sempre più blu.
Già ho fatto testamento ai ragazzi di prima e seconda: se, per caso, il prossimo anno non ci sarò più io a torturarli, che non mandino in malora la biblioteca scolastica, un piccolo patrimonio comune a tutti.
Che poi per avvicinarli alla lettura, ai volumi, alle pagine da sfogliare al posto della tastiera nuda e fredda di qualsiasi apparecchio malefico, sia ricorsa a romanzi d'amore, spudoratamente melliflui, romantici, di improbabili storie a lieto fine, quella è un'altra storia, che vi racconterò alla prossima occasione, anzi al prossimo traguardo.
Ora mi domando, da ultima ruota del carrozzone: ma se non si investe in libri per ragazzi in un Istituto, se non si mettono a loro disposizione volumi da consultare, leggere e studiare, se non si dimostra l'interesse per la conservazione e la tradizione del patrimonio culturale che passa necessariamente attraverso i libri per gli anni della scuola dell'obbligo - e non mi dite che un aggeggio elettronico ha la stessa funzione, specie se lo si lascia nelle loro manine con accesso a internet...
Comunque, ricordo l'impegno - non solo economico - di tutti coloro che in tre mesi hanno permesso la nascita di un piccolo tesoro e se qualcuno desidera regalare, donare, far dono, omaggiare, rallegrare, istruire... Si faccia avanti, siamo sempre alla ricerca di tesori.
Ho rubato alla biblioteca del paesello, dal banco espositivo a sinistra dell'entrata, là dove prendi e porti via, lasciando un obolo volontario di offerta, per le spese correnti della struttura, quindi sempre a favore della comunità, altro ottimo motivo per scegliere e lasciare moneta che serve.
Dunque, si arranca, si fa fatica: a scuola non c'era una raccolta libri a disposizione degli alunni ed ora che ce ne sono ben cinquanta, ma non bastano, non bastano mai...il cielo è sempre più blu.
Già ho fatto testamento ai ragazzi di prima e seconda: se, per caso, il prossimo anno non ci sarò più io a torturarli, che non mandino in malora la biblioteca scolastica, un piccolo patrimonio comune a tutti.
Che poi per avvicinarli alla lettura, ai volumi, alle pagine da sfogliare al posto della tastiera nuda e fredda di qualsiasi apparecchio malefico, sia ricorsa a romanzi d'amore, spudoratamente melliflui, romantici, di improbabili storie a lieto fine, quella è un'altra storia, che vi racconterò alla prossima occasione, anzi al prossimo traguardo.
Ora mi domando, da ultima ruota del carrozzone: ma se non si investe in libri per ragazzi in un Istituto, se non si mettono a loro disposizione volumi da consultare, leggere e studiare, se non si dimostra l'interesse per la conservazione e la tradizione del patrimonio culturale che passa necessariamente attraverso i libri per gli anni della scuola dell'obbligo - e non mi dite che un aggeggio elettronico ha la stessa funzione, specie se lo si lascia nelle loro manine con accesso a internet...
Comunque, ricordo l'impegno - non solo economico - di tutti coloro che in tre mesi hanno permesso la nascita di un piccolo tesoro e se qualcuno desidera regalare, donare, far dono, omaggiare, rallegrare, istruire... Si faccia avanti, siamo sempre alla ricerca di tesori.
lunedì 22 gennaio 2018
COSTANZA
Si scrive costanza, si legge passione scrittura.
L'altro giorno in macchina, la mia amica speciale mi ha rivolto questo complimento, non che si debba credere ai complimenti delle amiche speciali certo, me ne rendo conto, però fa sempre piacere una gratificazione: la costanza nello scrivere, nel redigere un articolo quasi quotidianamente.
Scrivo, mi piace, non che raggiunga chissà quali risultati, ma continuo per passione finché non diventerò famosa, finché non si accorgeranno di me, fino a quando queste povere scarne e scarse righe non mi permetteranno di stringere il frutto dorato del paesello mio. Intendiamoci, non pretendo di sicuro il Pomo d'oro, quello della discordia che tanto male provocò ad Achei e Troiani, ma qualcosa di più di un semplice pezzo di carta sì, che poi riesca a portare a termine una storia, una raccolta di filastrocche, un insieme di poesie non si sa mai...
Lo sapete bene, miei meravigliosi lettori, che tendo ad esagerare, tanto sognare non costa nulla e finché c'è vita c'è speranza.
Ho un lavoro, da oggi contratto rinnovato evviva!
Lavoro sodo, ma non mi basta, voglio di più, pretendo, come Vivian, capito chi? La nuova Cenerentola, che incontra nientepopodimeno che il bel Richerd/Edward, bei tempi quelli...
Comunque, non ho alcuna intenzione di mollare, per il momento almeno, finché sonno-stanchezza-noia-impegno-rincoglionimento-apatia-aridità mentale non ci separeranno...
E se per caso succedesse, se per caso vi stancaste di me e dei miei pensieri per lo più notturni, ditemelo seriamente, non siate vergognosi, sempre meglio una cattiva verità che una dolce bugia. Scrivo, condivido, leggo e commento, ci incontriamo e ne parliamo, osservo e riporto: ripeto, non mi elevo al di sopra delle nuvole, là dove volano le aquile, passero solitario io...
A voi la scelta, a voi il click: grazie a quanti mi leggono e commentano, a chi condivide, grazie a voi tutti amici di tasto!
L'altro giorno in macchina, la mia amica speciale mi ha rivolto questo complimento, non che si debba credere ai complimenti delle amiche speciali certo, me ne rendo conto, però fa sempre piacere una gratificazione: la costanza nello scrivere, nel redigere un articolo quasi quotidianamente.
Scrivo, mi piace, non che raggiunga chissà quali risultati, ma continuo per passione finché non diventerò famosa, finché non si accorgeranno di me, fino a quando queste povere scarne e scarse righe non mi permetteranno di stringere il frutto dorato del paesello mio. Intendiamoci, non pretendo di sicuro il Pomo d'oro, quello della discordia che tanto male provocò ad Achei e Troiani, ma qualcosa di più di un semplice pezzo di carta sì, che poi riesca a portare a termine una storia, una raccolta di filastrocche, un insieme di poesie non si sa mai...
Lo sapete bene, miei meravigliosi lettori, che tendo ad esagerare, tanto sognare non costa nulla e finché c'è vita c'è speranza.
Ho un lavoro, da oggi contratto rinnovato evviva!
Lavoro sodo, ma non mi basta, voglio di più, pretendo, come Vivian, capito chi? La nuova Cenerentola, che incontra nientepopodimeno che il bel Richerd/Edward, bei tempi quelli...
Comunque, non ho alcuna intenzione di mollare, per il momento almeno, finché sonno-stanchezza-noia-impegno-rincoglionimento-apatia-aridità mentale non ci separeranno...
E se per caso succedesse, se per caso vi stancaste di me e dei miei pensieri per lo più notturni, ditemelo seriamente, non siate vergognosi, sempre meglio una cattiva verità che una dolce bugia. Scrivo, condivido, leggo e commento, ci incontriamo e ne parliamo, osservo e riporto: ripeto, non mi elevo al di sopra delle nuvole, là dove volano le aquile, passero solitario io...
A voi la scelta, a voi il click: grazie a quanti mi leggono e commentano, a chi condivide, grazie a voi tutti amici di tasto!
domenica 21 gennaio 2018
ABBIAMO SOFFERTO
Anche in questa circostanza, anche per questa occasione, ancora una volta.
Sabato pomeriggio, in casa ma sul campo di Vasanello, i nostri Giovanissimi hanno sfidato Castello, conosciuto durante le vacanze natalizie per un veloce torneo a quattro squadre.
Appuntamento caldo, solare, perché il calcio dei pargoli non solo ti rovina la domenica mattina di riposo, ma anche il sabato pomeriggio: ore 13:45 al campo del paesello, spostamento in auto private, riscaldamento per loro atleti, ricerca di un bar per gli adulti, come sempre.
Il campo si raggiunge facilmente, appena arrivati in paese: lasciate le macchine e scaricato il necessario atletico - thermos del tè indispensabile - i genitori si avventurano, chi in macchina, chi a piedi per allenarsi, per scaldarsi, per non arrendersi alla pigrizia in una sorta di vicinanza morale con i figli che presto scenderanno in campo.
Sulla piazza centrale, dominata dal maniero medievale, si affacciano ben cinque bar, scegliamo quello meno affollato da vecchietti curiosi, dagli interni arredati con gusto femminile lilla.
La partita sarebbe cominciata alle 15, se fosse arrivato l'arbitro, che però latita; in fibrillazione telefonica, l'arcano si risolve: guasto alla macchina, il ritardo sembra contenuto, i nostri blu con calzino giallo, sempre belli!
I primi trentacinque minuti scorrono tra buone giocate, equilibrio e - a parer mio - possesso di territorio, forse un po' troppo a centrocampo, fatto sta che i nostri non riescono a concludere, a segnare che alla fine è sempre ciò che conta; gli altri invece sì, uno solo ma bello, su azione costruita e non accidentale.
Dopo una breve pausa, giusto il tempo di sgranchirsi, lontano dagli spalti di cemento, il gioco ricomincia con gli avversari più aggressivi; i nostri temporeggiano e non approfittano né su azione né su calcio d'angolo, si finisce con un risultato contenuto, ma deludente.
Nota di colore: l'allenatore avversario, ben piazzato, che soccorre i suoi infortunati prendendoli sulle spalle e suggerisce gli spostamenti con vocione da Hulk; i genitori amici frementi e in vena di incoraggiamenti tattici mirati; i nostri migliori sempre Samuele A. una certezza difensiva e Davide C. sulla fascia senza mai fermarsi.
Anche per questa volta, vinceremo la prossima...
https://www.facebook.com/PolisportivaMC/
Nonni e genitori, che sfidano il freddo e il riposo del fine settimana, per seguire i loro campioni, sempre e comunque.
Il lungo viale alberato per raggiungere la piazza centrale di Vasanello.
Sabato pomeriggio, in casa ma sul campo di Vasanello, i nostri Giovanissimi hanno sfidato Castello, conosciuto durante le vacanze natalizie per un veloce torneo a quattro squadre.
Appuntamento caldo, solare, perché il calcio dei pargoli non solo ti rovina la domenica mattina di riposo, ma anche il sabato pomeriggio: ore 13:45 al campo del paesello, spostamento in auto private, riscaldamento per loro atleti, ricerca di un bar per gli adulti, come sempre.
Il campo si raggiunge facilmente, appena arrivati in paese: lasciate le macchine e scaricato il necessario atletico - thermos del tè indispensabile - i genitori si avventurano, chi in macchina, chi a piedi per allenarsi, per scaldarsi, per non arrendersi alla pigrizia in una sorta di vicinanza morale con i figli che presto scenderanno in campo.
Sulla piazza centrale, dominata dal maniero medievale, si affacciano ben cinque bar, scegliamo quello meno affollato da vecchietti curiosi, dagli interni arredati con gusto femminile lilla.
La partita sarebbe cominciata alle 15, se fosse arrivato l'arbitro, che però latita; in fibrillazione telefonica, l'arcano si risolve: guasto alla macchina, il ritardo sembra contenuto, i nostri blu con calzino giallo, sempre belli!
I primi trentacinque minuti scorrono tra buone giocate, equilibrio e - a parer mio - possesso di territorio, forse un po' troppo a centrocampo, fatto sta che i nostri non riescono a concludere, a segnare che alla fine è sempre ciò che conta; gli altri invece sì, uno solo ma bello, su azione costruita e non accidentale.
Dopo una breve pausa, giusto il tempo di sgranchirsi, lontano dagli spalti di cemento, il gioco ricomincia con gli avversari più aggressivi; i nostri temporeggiano e non approfittano né su azione né su calcio d'angolo, si finisce con un risultato contenuto, ma deludente.
Nota di colore: l'allenatore avversario, ben piazzato, che soccorre i suoi infortunati prendendoli sulle spalle e suggerisce gli spostamenti con vocione da Hulk; i genitori amici frementi e in vena di incoraggiamenti tattici mirati; i nostri migliori sempre Samuele A. una certezza difensiva e Davide C. sulla fascia senza mai fermarsi.
Anche per questa volta, vinceremo la prossima...
https://www.facebook.com/PolisportivaMC/
Nonni e genitori, che sfidano il freddo e il riposo del fine settimana, per seguire i loro campioni, sempre e comunque.
Il lungo viale alberato per raggiungere la piazza centrale di Vasanello.
sabato 20 gennaio 2018
TUTTI I BANCHI SONO UGUALI
Alla presentazione di questo libro, ore 18:00 a Viterbo ho partecipato - lo devo confessare - solo perché tra i nomi degli ospiti compariva quello della Preside del mio amato Liceo; non conoscevo l'opera né la libreria, in cui sono entrata per la prima volta in questa occasione, tra i primi per gironzolare un poco tra gli scaffali e scattare qualche foto.
Ho dedicato dunque il pomeriggio alla scuola, tanto per rimanere in tema di approfondimento, formazione, giovani, futuro, lavoro a tempo...
Un bell'incontro, senz'altro, cominciato con un certo ritardo, che si è protratto oltre le aspettative, grande partecipazione di pubblico, quasi tutti docenti, tanto da far esclamare di sentirsi in un collegio.
L'autore è un giovane insegnante romano, che cambia scuola e quindi esperienza da un anno all'altro, ci racconta delle novità riscontrate sul campo, alcune aberrazioni tutte italiane, alcune incongruenze e "scandali": si parla, libri alla mano, si citano autori, opere, studi e statistiche. Mi sento piccola, inesperta e profondamente ignorante, tanto che qualche citazione l'appunto, qualche nome lo cerco su internet al volo: meraviglia, così si impara e si migliora.
La discussione è portata avanti dai tre al microfono in modo veloce, pungente: rimandi e richiami alla filosofia scolastica sul campo, alle ideologie, alle riforme, ai pedagogisti, alle ultime uscite di padri sessantenni fuori dalla realtà cocente.
Un conto le idee, la passione, la forza creativa, la determinazione, i sovversivi LeopardiMazziniGiovannaD'Arco, un conto il programma, l'orientamento, la valutazione e il famigerato voto: come si lavora in gruppo, come ci si rapporta con il ragazzino di terza media alle prese con la scelta delle superiori? Vogliamo lasciare fuori l'alternanza scuola/lavoro? Ce n'è per tutti e per tutti i gusti: la scuola ad un certo punto della storia patria ha fallito, se siamo passati dagli articoli costituzionali al massiccio abbandono scolastico, se il numero dei laureati è irrisorio e la prova Invalsi scatena un putiferio, qualcosa non è andato secondo i piani. Come porvi un rimedio? La Preside crede nell'insegnamento, nel lavoro del docente: forza, determinazione e coraggio possono fare la differenza.
Ho dedicato dunque il pomeriggio alla scuola, tanto per rimanere in tema di approfondimento, formazione, giovani, futuro, lavoro a tempo...
Un bell'incontro, senz'altro, cominciato con un certo ritardo, che si è protratto oltre le aspettative, grande partecipazione di pubblico, quasi tutti docenti, tanto da far esclamare di sentirsi in un collegio.
L'autore è un giovane insegnante romano, che cambia scuola e quindi esperienza da un anno all'altro, ci racconta delle novità riscontrate sul campo, alcune aberrazioni tutte italiane, alcune incongruenze e "scandali": si parla, libri alla mano, si citano autori, opere, studi e statistiche. Mi sento piccola, inesperta e profondamente ignorante, tanto che qualche citazione l'appunto, qualche nome lo cerco su internet al volo: meraviglia, così si impara e si migliora.
La discussione è portata avanti dai tre al microfono in modo veloce, pungente: rimandi e richiami alla filosofia scolastica sul campo, alle ideologie, alle riforme, ai pedagogisti, alle ultime uscite di padri sessantenni fuori dalla realtà cocente.
Un conto le idee, la passione, la forza creativa, la determinazione, i sovversivi LeopardiMazziniGiovannaD'Arco, un conto il programma, l'orientamento, la valutazione e il famigerato voto: come si lavora in gruppo, come ci si rapporta con il ragazzino di terza media alle prese con la scelta delle superiori? Vogliamo lasciare fuori l'alternanza scuola/lavoro? Ce n'è per tutti e per tutti i gusti: la scuola ad un certo punto della storia patria ha fallito, se siamo passati dagli articoli costituzionali al massiccio abbandono scolastico, se il numero dei laureati è irrisorio e la prova Invalsi scatena un putiferio, qualcosa non è andato secondo i piani. Come porvi un rimedio? La Preside crede nell'insegnamento, nel lavoro del docente: forza, determinazione e coraggio possono fare la differenza.
mercoledì 17 gennaio 2018
A CAPIRCI
Ma a voi capita mai di guardarvi intorno e cominciare a pensare stralunati?
Certe volte, ragiono da sola e mi do anche torto, perché mi rendo conto che sbaglio, specie quando insisto a farmi del male: mi succede quando rivivo ricordi di amicizie passate, che poi amicizie non sono mai state, in fin dei conti se tutto è svanito, finito, dissolto.
Ripenso magari a quanto peso ho concesso a certe persone, a certe parole che invece oggi considero inutili, superflue e vuote: ma come caspiterina si arriva a certe punte di stupidaggine?
Poi considero che magari si tratta di gradini di una scalinata, che passo dopo passo mi hanno aiutata a diventare quella che sono, mi hanno cambiata, maturata...
E poi ricasco nei ragionamenti e aspetto la telefonata di quell'amica a cui tengo, che invece non si fa sentire: ho mille impegni e preoccupazioni e tanto riesco a rovinarmi la giornata nella ricerca affannosa di quel che mi manca, di quell'affetto dimostrato che invece non arriva, devo proprio essere rincogli*&%@
E quando proprio passo alla tortura, allora enumero tutte quelle persone che mi hanno contattata, mi hanno adulata, mi hanno consigliata per un unico motivo e poi sono sparite, volatilizzate se non per rifarsi vive al momento di un loro strabiliante evento, un invito imperdibile, un'occasione in cui poter sfoderare le mie innate qualità...
Sono cambiati i tempi, per fortuna: ora sono più tranquilla, ho un lavoro serio e retribuito, sempre a tempo, ma per me meraviglioso, che mi impegna tante ore, perché non sono capace e ho tanti dubbi, ma che mi regala soddisfazioni, in continuo divenire, in continuo scambio di idee e modi di vedere la realtà, con l'opportunità di poterla leggere sotto tanti punti di vista.
Non vado più in cerca di qualcuno che mi risollevi dal fondo, che mi faccia sentire utile, che mi regali qualche complimento.
panta rei Traslitt. della locuz. gr. di πάντα ῥεῖ «tutto scorre».
Certe volte, ragiono da sola e mi do anche torto, perché mi rendo conto che sbaglio, specie quando insisto a farmi del male: mi succede quando rivivo ricordi di amicizie passate, che poi amicizie non sono mai state, in fin dei conti se tutto è svanito, finito, dissolto.
Ripenso magari a quanto peso ho concesso a certe persone, a certe parole che invece oggi considero inutili, superflue e vuote: ma come caspiterina si arriva a certe punte di stupidaggine?
Poi considero che magari si tratta di gradini di una scalinata, che passo dopo passo mi hanno aiutata a diventare quella che sono, mi hanno cambiata, maturata...
E poi ricasco nei ragionamenti e aspetto la telefonata di quell'amica a cui tengo, che invece non si fa sentire: ho mille impegni e preoccupazioni e tanto riesco a rovinarmi la giornata nella ricerca affannosa di quel che mi manca, di quell'affetto dimostrato che invece non arriva, devo proprio essere rincogli*&%@
E quando proprio passo alla tortura, allora enumero tutte quelle persone che mi hanno contattata, mi hanno adulata, mi hanno consigliata per un unico motivo e poi sono sparite, volatilizzate se non per rifarsi vive al momento di un loro strabiliante evento, un invito imperdibile, un'occasione in cui poter sfoderare le mie innate qualità...
Sono cambiati i tempi, per fortuna: ora sono più tranquilla, ho un lavoro serio e retribuito, sempre a tempo, ma per me meraviglioso, che mi impegna tante ore, perché non sono capace e ho tanti dubbi, ma che mi regala soddisfazioni, in continuo divenire, in continuo scambio di idee e modi di vedere la realtà, con l'opportunità di poterla leggere sotto tanti punti di vista.
Non vado più in cerca di qualcuno che mi risollevi dal fondo, che mi faccia sentire utile, che mi regali qualche complimento.
panta rei Traslitt. della locuz. gr. di πάντα ῥεῖ «tutto scorre».
domenica 14 gennaio 2018
L'AMICO È...
E niente, questa sera mi sento filosofica e se mi parte lo spunto del pensatore non mi fermo, mi corrode fino a quando non scrivo qualcuna delle mie stronz@£&, qualche riga, tanto per chiarire i termini della questione e poi intavolare una discussione.
Amicizia, quella con la A maiuscola, esiste, vive, si appisola, sparisce, è un'utopia, pura illusione?
Caspiterina, credo che non sia mai tardi per cercare e appropriarsi di un amico, di una persona in sintonia con il tuo sentire, il tuo animo e la tua follia...
Amico: chi, come e perché? Ci fosse una risposta univoca, corretta, per ogni stagione; quando capita, l'amico ti sceglie, forse ti sceglie l'Amicizia, diventi una preda, una "vittima" del destino.
Di sicuro non si può scegliere a tavolino, non si può convincere qualcuno a rimanerti accanto o soffocarlo con la tua presenza quando non sei il benvenuto; ma non si può neanche credere ad ogni esternazione, promessa o frase di scusa.
Non si può lasciar scorrere tempo prezioso, tempo che non ritornerà più nella nebbia, nella dimenticanza e poi rifarsi vivo dopo chissà quanto e pretendere ascolto, comprensione e lusinghe; così come non si può negare l'evidenza, meglio una sana verità che un "mi dispiace non ho avuto il tempo di chiamarti, di invitarti per un caffè..." L'occasione giusta si trova per un appuntamento importante, per un momento di confronto magari cercato chiesto allarmato.
Brutta realtà la solitudine, l'assenza di persone disposte ad ascoltare.
L'amicizia non mi basta mai, quella sincera però, non quella che coincide con interessi in comune, svaniti i quali svanisce, quella di comodo, di circostanza, di riempimento, a tempo determinato, saltuaria, a progetto, di collaborazione e poi via persa, perduta, dileguata, più niente.
È l'amico è
il più deciso della compagnia
e ti convincerà a non arrenderti
anche le volte
che rincorri l'impossibile
perché lui ha
l'amico ha
il saper vivere che manca a te...
ti spinge a correre
ti lascia vincere
perché un amico punto e basta è...
Amicizia, quella con la A maiuscola, esiste, vive, si appisola, sparisce, è un'utopia, pura illusione?
Caspiterina, credo che non sia mai tardi per cercare e appropriarsi di un amico, di una persona in sintonia con il tuo sentire, il tuo animo e la tua follia...
Amico: chi, come e perché? Ci fosse una risposta univoca, corretta, per ogni stagione; quando capita, l'amico ti sceglie, forse ti sceglie l'Amicizia, diventi una preda, una "vittima" del destino.
Di sicuro non si può scegliere a tavolino, non si può convincere qualcuno a rimanerti accanto o soffocarlo con la tua presenza quando non sei il benvenuto; ma non si può neanche credere ad ogni esternazione, promessa o frase di scusa.
Non si può lasciar scorrere tempo prezioso, tempo che non ritornerà più nella nebbia, nella dimenticanza e poi rifarsi vivo dopo chissà quanto e pretendere ascolto, comprensione e lusinghe; così come non si può negare l'evidenza, meglio una sana verità che un "mi dispiace non ho avuto il tempo di chiamarti, di invitarti per un caffè..." L'occasione giusta si trova per un appuntamento importante, per un momento di confronto magari cercato chiesto allarmato.
Brutta realtà la solitudine, l'assenza di persone disposte ad ascoltare.
L'amicizia non mi basta mai, quella sincera però, non quella che coincide con interessi in comune, svaniti i quali svanisce, quella di comodo, di circostanza, di riempimento, a tempo determinato, saltuaria, a progetto, di collaborazione e poi via persa, perduta, dileguata, più niente.
È l'amico è
il più deciso della compagnia
e ti convincerà a non arrenderti
anche le volte
che rincorri l'impossibile
perché lui ha
l'amico ha
il saper vivere che manca a te...
ti spinge a correre
ti lascia vincere
perché un amico punto e basta è...
TIFOSI SI DIVENTA
Domenica invernale, alba, partita di calcio: ecco in tre mosse descritta la mattinata di oggi, al seguito del primogenito e dei Giovanissimi della Polisportiva Monti Cimini.
L'appuntamento, come di consueto, è al campo sportivo del paesello, per ritrovarsi, organizzare giocatori e macchine, arrivare a Bagnaia e iniziare il riscaldamento per le 8:00, una tortura per gli altri ma non per i genitori, primi tifosi dei pargoli.
E mentre gli atleti si appropriano degli spogliatoi e del campo, di terra scura ancora gelato, i grandi vanno alla ricerca di un bar dove rifocillarsi, consumare un caffè o un cappuccino, riscaldarsi, qualcuno in macchina qualcuno a piedi, perché è sempre il momento di tentare gli sport estremi...
Si comincia alle 9:00 e i nostri ragazzi, in completo giallo, sono aggressivi, padroni del campo, ben distribuiti e sempre pronti a levare palla e a tentare la via del gol, tanto che il primo tempo termina con un rincuorante 1:0, meritato e soddisfacente, morale alle stelle anche tra i tifosi.
Poi, dopo dieci minuti di pausa, qualcosa cambia, il clima generale si innervosisce e i nostri perdono il controllo del pallone, subendo una rete dopo l'altra, peccato, veramente.
Finisce così lo scontro, in negativo per i nostri, ma ci tengo a sottolineare alcuni punti e tenete conto che scrivo da profana: arbitro allo sbando, come dire poco incisivo e tanto confuso, guardalinee inadeguato e troppo preso dagli altri; dei nostri ricordo Samuele A. tenace ed ottimo difensore che esce sempre malconcio dal campo per onorare il suo compito.
Una nota di merito per quei ragazzi che non giocano dal primo minuto, che non entrano in campo nell'immediato, che non sono titolari, ma comunque motivati, sostenitori, a disposizione, lesti e pronti alla levataccia e a tenere alto il morale: ci sono sempre, in disparte ma ci sono e non rinunciano.
Questo il calcio che ci piace.
https://www.facebook.com/PolisportivaMC/
Il campo, come ci è apparso, appena arrivati.
I genitori, i più caldi tifosi, in ogni scontro.
L'appuntamento, come di consueto, è al campo sportivo del paesello, per ritrovarsi, organizzare giocatori e macchine, arrivare a Bagnaia e iniziare il riscaldamento per le 8:00, una tortura per gli altri ma non per i genitori, primi tifosi dei pargoli.
E mentre gli atleti si appropriano degli spogliatoi e del campo, di terra scura ancora gelato, i grandi vanno alla ricerca di un bar dove rifocillarsi, consumare un caffè o un cappuccino, riscaldarsi, qualcuno in macchina qualcuno a piedi, perché è sempre il momento di tentare gli sport estremi...
Si comincia alle 9:00 e i nostri ragazzi, in completo giallo, sono aggressivi, padroni del campo, ben distribuiti e sempre pronti a levare palla e a tentare la via del gol, tanto che il primo tempo termina con un rincuorante 1:0, meritato e soddisfacente, morale alle stelle anche tra i tifosi.
Poi, dopo dieci minuti di pausa, qualcosa cambia, il clima generale si innervosisce e i nostri perdono il controllo del pallone, subendo una rete dopo l'altra, peccato, veramente.
Finisce così lo scontro, in negativo per i nostri, ma ci tengo a sottolineare alcuni punti e tenete conto che scrivo da profana: arbitro allo sbando, come dire poco incisivo e tanto confuso, guardalinee inadeguato e troppo preso dagli altri; dei nostri ricordo Samuele A. tenace ed ottimo difensore che esce sempre malconcio dal campo per onorare il suo compito.
Una nota di merito per quei ragazzi che non giocano dal primo minuto, che non entrano in campo nell'immediato, che non sono titolari, ma comunque motivati, sostenitori, a disposizione, lesti e pronti alla levataccia e a tenere alto il morale: ci sono sempre, in disparte ma ci sono e non rinunciano.
Questo il calcio che ci piace.
https://www.facebook.com/PolisportivaMC/
Il campo, come ci è apparso, appena arrivati.
I genitori, i più caldi tifosi, in ogni scontro.
sabato 13 gennaio 2018
ERAVAMO UNA COPPIA
Stavo riflettendo su questo argomento, in vista del meraviglioso e caldo sabato sera domestico, quello ormai sospirato di tranquillità e lavoretti arretrati, di cartoni alla tele, di pizza al taglio quando ci va di lusso, per dare un tocco di festa, di "fuori dall'ordinario".
C'erano una volta le uscite del fine settimana, romantiche e di coppia, solitarie e intime, di gruppo e confusionarie, comunque organizzate a pizzeria e cinema, le mie preferite: ogni settimana, una prima visione assicurata. Avevo i miei lavoretti a ore, saltuari, domestici, stagionali, che comunque mi assicuravano quel gruzzoletto da mettere da parte, ma anche da spendere in locali e regali d'occasione.
Bene, molto bene: niente di sconvolgente, noiosa? No, sicura, sempre con la testa sulle spalle, timida e timorosa.
Poi si sceglie la vita coniugale, completata dai pargoli e la coppia rimane in sospeso, non che si annulli, ma certo non si vive più di tu ed io, ma di noi o meglio di loro: se stanno bene, se non hanno la febbre, prima del vaccino, sono spuntati i dentini, compleanni di amichetti... Va bene così, ci mancherebbe, li abbiamo cercati, voluti, ma la teoria rimane un assoluto lontano, lontanissimo dalla pratica. Beate quelle in forma, splendenti, smaglianti, palestrate; nella mia vita quotidiana ho subito più di uno scossone, ho rinunciato a tanto e l'intimità del noi sta in prima fila, una delle prime voci. Sceglievo i film, compravo la rivista specializzata di cinema, non ne perdevo uno: ora si va a turno, si aspetta l'uscita di pellicole adatte a loro, meglio se cartoni, di pomeriggio, si prendono i pop corn che scoppiano nel microonde. Però sono in attesa, cresceranno, se ne andranno da soli per il mondo un giorno ed io mi riprenderò in mano la mia vita, l'altra metà della coppia, in orari decenti, quando ancora siamo entrambi vigili, svegli e non assopiti, accartocciati, stracchi sfiniti...
Però li adoro, a piccole dosi, quando non prendono le cantonate, quando non si arroccano in assurdi capricci, quando non si arrabbiano con la povera Befana che non ha consegnato tutti i regali della chilometrica lista dei desideri, Befana che quest'anno si è proprio dimenticata della sottoscritta, capita, quando si è noi.
PICCHIATEMI
Torno a scrivere dopo qualche tempo di scuola, di insegnamento, di lavoro e di dignità, che sembra in Italia non vadano di pari passo. Eppure mi sto dando tanto da fare, in termini di impegno, soldi investiti, studio e forza emotiva, cerco in ogni modo di poter degnamente meritare questo impiego, che invece viene preso a calci e pugni dai genitori...
Stiamo alla deriva: affidiamo la mattina i nostri pargoli a degli adulti pagati dallo Stato per educarli, seguirli, insegnare loro le regole, la convivenza, il rispetto degli altri, poi uno sgarro al principe di casa e si passa ai fatti "corposi e corporali", calpestando anni di servizio, esperienza e senso civico.
Che si picchino i vigili che rilevano un'infrazione e ci propinano la multa; che si aggrediscano i poliziotti che ci fermano quando guidiamo in evidente stato di ebrezza o sotto effetto di droga; che si intimidiscano i funzionari che ci ingiungono di abbattere uno stabile abusivo, che si mettano a tacere coloro che scoprono imbrogli elettorali, amministrativi o inciuci tra banche private, investitori e politici...
No, questo nel mio Paese non accade, questo nel Paese in cui sono nata, ho messo radici e ho deciso di crescere i miei figli non deve accadere, no. O forse sta già accadendo, ci stiamo uniformando, abituando alla violenza, alla legge del mediocre, del furbetto di quartiere.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Stiamo alla deriva: affidiamo la mattina i nostri pargoli a degli adulti pagati dallo Stato per educarli, seguirli, insegnare loro le regole, la convivenza, il rispetto degli altri, poi uno sgarro al principe di casa e si passa ai fatti "corposi e corporali", calpestando anni di servizio, esperienza e senso civico.
Che si picchino i vigili che rilevano un'infrazione e ci propinano la multa; che si aggrediscano i poliziotti che ci fermano quando guidiamo in evidente stato di ebrezza o sotto effetto di droga; che si intimidiscano i funzionari che ci ingiungono di abbattere uno stabile abusivo, che si mettano a tacere coloro che scoprono imbrogli elettorali, amministrativi o inciuci tra banche private, investitori e politici...
No, questo nel mio Paese non accade, questo nel Paese in cui sono nata, ho messo radici e ho deciso di crescere i miei figli non deve accadere, no. O forse sta già accadendo, ci stiamo uniformando, abituando alla violenza, alla legge del mediocre, del furbetto di quartiere.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
domenica 7 gennaio 2018
VILLAGE, ULTIMO GIORNO, INSOMMA...
Ultimo giorno delle vacanze natalizie, avevamo progettato un'uscita in grande, poi abbiamo ripiegato sul centro storico di Viterbo, per non percorrere troppi chilometri, per non rischiare con il tempo brutto e per vedere l'ultima attrazione, la novità di questa edizione. Purtroppo avevamo scartato il teatro, dal momento che in programma c'era uno spettacolo già visto: comunque giro affollato, ancora tante luci e addobbi, anche se lentamente i venditori stavano riponendo gli "avanzi" in scatoloni da portare via. Per caso siamo capitati davanti al teatro dei burattini e ci siamo fermati a guardare lo spettacolo nel cortile interno del quartiere San Pellegrino, un incanto. Costo del biglietto unico, economico, ma senza sconti o riduzioni famiglia; pargoli divertiti e tutti soddisfatti. La nota dolente per la casa della Befana: ho sbagliato valutazione, diciamo, pensando che si potesse pagare un'entrata a parte, unica per chi avesse già visto il tutto e timbrato tutta la mappa. Invece alla cassa mi hanno informata che avrei dovuto pagare comunque un biglietto cumulativo, comprendente alcune delle attrazioni che avevamo già visitato; quando ho provato a chiedere di mandare solo i piccoli, mi hanno risposto picche, come si dice, perché per i minori necessita almeno un accompagnatore. Non me la sono sentita di pagare tre biglietti sostanziosi per la sola visita alla povera Befana, che ha dovuto fare a meno della nostra compagnia.
Per consolazione, abbiamo ripiegato su uno dei tanti punti di ristoro, uno sostanzioso, carnivoro, come piace al piccoletto e solo allora un panino ha saziato la nostra fame di sapere...
Peccato, dover rinunciare, ci servirà per il prossimo anno, la prossima visita, il prossimo Natale.
Allego anche tre foto del posto in cui abbiamo trovato parcheggio, appenna fuori Valle Faul, una ritrovo di rifiuti abbandonati, incuria e inciviltá: non sembra neanche la stessa cittá dell'evento.
Per consolazione, abbiamo ripiegato su uno dei tanti punti di ristoro, uno sostanzioso, carnivoro, come piace al piccoletto e solo allora un panino ha saziato la nostra fame di sapere...
Peccato, dover rinunciare, ci servirà per il prossimo anno, la prossima visita, il prossimo Natale.
Allego anche tre foto del posto in cui abbiamo trovato parcheggio, appenna fuori Valle Faul, una ritrovo di rifiuti abbandonati, incuria e inciviltá: non sembra neanche la stessa cittá dell'evento.
DISCORSO AGLI SPOSI
Cosa vi racconto questa notte?
Una storia bellissima, una serata meravigliosa, una compagnia splendida e una coppia affiatata. Abbiamo festeggiato Mauro ed Elena e tutto è andato per il meglio, dall'accoglienza degli ospiti ai fuochi d'artificio finali, dalla messa alla torta, passando per baci, abbracci e lacrime.
Avevo pensato e scritto quattro righe per salutare e ringraziare mia cugina e suo marito, è andata a finire che ho lacrimato dalla prima all'ultima parola letta e qualche inventata, facendo naturalmente piangere tutti gli invitati, perché poi le lacrime sono contagiose come gli sbadigli...
Un pianto liberatorio, di tensione, ma anche di emozioni, tante, quando sono entrati in chiesa gli sposi accompagnati dai figli, quando hanno rinnovato la promessa d'amore e quando sono state benedette le fedi.
Ho pensato allora di riproporre quello che avevo scritto per Elena e Mauro, magari così si capisce meglio; comunque in chiesa, ho raccolto più di qualche applauso grazie alla mia voce spezzata...
Parlo a nome di tutte le cugine di Elena:
intanto vogliamo ringraziare Mauro ed Elena per questa occasione, una cuginata un po' allargata, a cui hanno partecipato anche i nostri figli e gli zii, un'occasione di festa per stare insieme, riunire la nostra grande famiglia. Veramente già a marzo abbiamo festeggiato i 18 anni di Sofia, quindi il portafoglio di Mauro ha già sofferto...
Comunque siamo ricchi: di amore, di affetto e di parenti che vi vogliono bene, abbiamo partecipato in tanti, come vedete, ciò dimostra che avete seminato amore nel corso di questi anni insieme.
Stavo pensando a quando hanno sposato Andrea e Mariangela ed era appena nata Francesca, quindi il loro percorso si può dire che cresce con Francesca; oggi invece con noi c'è Nathan, quindi d'ora in poi il vostro nipotino sarà il metro di crescita, la nuova partenza.
Elena si è sposata che era poco più che maggiorenne e Mauro poco più che ventenne; ci sono riusciti, hanno formato una famiglia e hanno continuato insieme il loro cammino; ancor più da ammirare perché tra di loro c'era il terzo incomodo, un errore di percorso per qualcuno forse. Avevano già un bellissimo bambino, Luca, che muoveva i primi passi tra i banchi infiorati della chiesa. Ne sono passati di anni, quel bimbo è cresciuto, poi è arrivata anche Sofia a completare il nucleo. Oggi giovanissimi nonni, lunedì è nato Nathan, dopo altri due maschietti.
Giovani avete deciso di affrontare le responsabilità, di tenere e far crescere quel piccolo battito che pulsava nella pancia, avete formato una famiglia, nonostante un lavoro non statale, un affitto o un mutuo incombente, contando sulla forza e la tenacia della coppia. Siete un esempio per chi crede che bisogna pianificare tutto, per chi si spaventa ad allacciare una relazione in tenera età, per le pettegole e i chiacchieroni: a voi va la nostra ammirazione, per quanto avete affrontato negli anni, quanto avete combattuto e costruito insieme.
Un ultimo pensiero, il più importante e commovente, per le persone che hanno festeggiato con noi 25 anni fa e che ora non sono più tra noi, ma ci proteggono dal cielo: senza di loro non saremmo quelli che siamo diventati, quelli che siamo oggi.
Una storia bellissima, una serata meravigliosa, una compagnia splendida e una coppia affiatata. Abbiamo festeggiato Mauro ed Elena e tutto è andato per il meglio, dall'accoglienza degli ospiti ai fuochi d'artificio finali, dalla messa alla torta, passando per baci, abbracci e lacrime.
Avevo pensato e scritto quattro righe per salutare e ringraziare mia cugina e suo marito, è andata a finire che ho lacrimato dalla prima all'ultima parola letta e qualche inventata, facendo naturalmente piangere tutti gli invitati, perché poi le lacrime sono contagiose come gli sbadigli...
Un pianto liberatorio, di tensione, ma anche di emozioni, tante, quando sono entrati in chiesa gli sposi accompagnati dai figli, quando hanno rinnovato la promessa d'amore e quando sono state benedette le fedi.
Ho pensato allora di riproporre quello che avevo scritto per Elena e Mauro, magari così si capisce meglio; comunque in chiesa, ho raccolto più di qualche applauso grazie alla mia voce spezzata...
Parlo a nome di tutte le cugine di Elena:
intanto vogliamo ringraziare Mauro ed Elena per questa occasione, una cuginata un po' allargata, a cui hanno partecipato anche i nostri figli e gli zii, un'occasione di festa per stare insieme, riunire la nostra grande famiglia. Veramente già a marzo abbiamo festeggiato i 18 anni di Sofia, quindi il portafoglio di Mauro ha già sofferto...
Comunque siamo ricchi: di amore, di affetto e di parenti che vi vogliono bene, abbiamo partecipato in tanti, come vedete, ciò dimostra che avete seminato amore nel corso di questi anni insieme.
Stavo pensando a quando hanno sposato Andrea e Mariangela ed era appena nata Francesca, quindi il loro percorso si può dire che cresce con Francesca; oggi invece con noi c'è Nathan, quindi d'ora in poi il vostro nipotino sarà il metro di crescita, la nuova partenza.
Elena si è sposata che era poco più che maggiorenne e Mauro poco più che ventenne; ci sono riusciti, hanno formato una famiglia e hanno continuato insieme il loro cammino; ancor più da ammirare perché tra di loro c'era il terzo incomodo, un errore di percorso per qualcuno forse. Avevano già un bellissimo bambino, Luca, che muoveva i primi passi tra i banchi infiorati della chiesa. Ne sono passati di anni, quel bimbo è cresciuto, poi è arrivata anche Sofia a completare il nucleo. Oggi giovanissimi nonni, lunedì è nato Nathan, dopo altri due maschietti.
Giovani avete deciso di affrontare le responsabilità, di tenere e far crescere quel piccolo battito che pulsava nella pancia, avete formato una famiglia, nonostante un lavoro non statale, un affitto o un mutuo incombente, contando sulla forza e la tenacia della coppia. Siete un esempio per chi crede che bisogna pianificare tutto, per chi si spaventa ad allacciare una relazione in tenera età, per le pettegole e i chiacchieroni: a voi va la nostra ammirazione, per quanto avete affrontato negli anni, quanto avete combattuto e costruito insieme.
Un ultimo pensiero, il più importante e commovente, per le persone che hanno festeggiato con noi 25 anni fa e che ora non sono più tra noi, ma ci proteggono dal cielo: senza di loro non saremmo quelli che siamo diventati, quelli che siamo oggi.
sabato 6 gennaio 2018
QUANDO ARRIVANO I RE MAGI
Il 5 gennaio in duomo, al paesello, si rinnova un appuntamento che é diventato tradizionale, importante per molti ed emozionante per i piccoli. Ieri pomeriggio, quindi, abbiamo partecipato di buon grado all'incontro, che si è rivelato un poco diverso rispetto agli altri anni, ma altrettanto piacevole: "conduttore" era Fabio, sposato con Matilde e padre di sette figli, di cui uno già in cielo, così si è presentato.
Tutti i bambini si sono seduti a terra, sul grande tappeto centrale, simbolo della Terra Santa ed hanno ascoltato più o meno in silenzio le parole di spiegazione di Fabio, hanno risposto alle domande ed hanno cantato accompagnando con vari strumenti musicali le canzoni proposte da Raniero alla chitarra; i più temerari hanno addirittura recitato le poesie di Natale imparate a scuola, riscuotendo grande successo.
Non la solita celebrazione, quindi, ma uno scambio di parole e musica, fino a quando sono entrati in scena gli ospiti più attesi che si sono seduti poi sui seggi ed hanno ascoltato i quesiti dei bambini rispondendo in modo semplice e chiaro. I piccoli quindi hanno consegnato le loro letterine in cui avevano scritto le richieste più urgenti: ne sono state estratte alcune e lette ad alta voce, imbarazzo per alcuni, ma applausi dal pubblico.
Bene, molto bene, perché i banchi della chiesa hanno accolto tante famiglie, perché tutti sorridevano, perché si respirava un'aria di festa importante ma semplice, a portata di bimbo.
Un grazie naturalmente a chi ha preparato i pargoli a questo incontro, a chi ha cantato con loro e a chi ha saputo parlare di cose grandi con parole piccole.
Tutti i bambini si sono seduti a terra, sul grande tappeto centrale, simbolo della Terra Santa ed hanno ascoltato più o meno in silenzio le parole di spiegazione di Fabio, hanno risposto alle domande ed hanno cantato accompagnando con vari strumenti musicali le canzoni proposte da Raniero alla chitarra; i più temerari hanno addirittura recitato le poesie di Natale imparate a scuola, riscuotendo grande successo.
Non la solita celebrazione, quindi, ma uno scambio di parole e musica, fino a quando sono entrati in scena gli ospiti più attesi che si sono seduti poi sui seggi ed hanno ascoltato i quesiti dei bambini rispondendo in modo semplice e chiaro. I piccoli quindi hanno consegnato le loro letterine in cui avevano scritto le richieste più urgenti: ne sono state estratte alcune e lette ad alta voce, imbarazzo per alcuni, ma applausi dal pubblico.
Bene, molto bene, perché i banchi della chiesa hanno accolto tante famiglie, perché tutti sorridevano, perché si respirava un'aria di festa importante ma semplice, a portata di bimbo.
Un grazie naturalmente a chi ha preparato i pargoli a questo incontro, a chi ha cantato con loro e a chi ha saputo parlare di cose grandi con parole piccole.
giovedì 4 gennaio 2018
POMERIGGIO IMPEGNATO E IMPEGNATIVO
Scorrono via i giorni di vacanza, con gli orari sempre più sballati per i pargoli, attratti dai film serali e dalle gioie mattutine del caldo piumone, meno contenta io alla vista della casa in subbuglio, disordine totale completo e continuato.
Comunque sia, abbiamo deciso di trascorrere il pomeriggio a Viterbo, ancora al Village per godere degli ultimi giorni di festa e di piacevole confusione per le strade del centro: prima destinazione il teatro, dove era in programma "Il Mago di Oz". Biglietto unico, popolare, ma nessuno sconto-famiglia: l'ingresso era stracolmo di spettatori di ogni età in fervida attesa, che certo non è rimasta delusa dallo spettacolo frizzante e colorato. In scena i personaggi principali, scenografia praticamente inesistente: ai pargoli è piaciuta in particolare la Strega cattiva, che alla fine si dimostra buona e a seguire l'uomo di latta, veramente ben riuscito. Lo spettacolo è durato una quarantina di minuti, poi ci siamo spostati di pochi passi per partecipare ai laboratori creativi, non ci facciamo mai mancare nulla: con materiale naturale e di riciclo i bimbi hanno realizzato decorazioni semplici ma efficaci, armati di ritagli di stoffa, nastrini e decorazioni varie.
Un pomeriggio diverso, impegnati gli occhi e le mani ad ammirare, tenere il ritmo, applaudire e creare, lontani dalla tecnologia, in mezzo a tante altre "piccole canaglie".
Comunque sia, abbiamo deciso di trascorrere il pomeriggio a Viterbo, ancora al Village per godere degli ultimi giorni di festa e di piacevole confusione per le strade del centro: prima destinazione il teatro, dove era in programma "Il Mago di Oz". Biglietto unico, popolare, ma nessuno sconto-famiglia: l'ingresso era stracolmo di spettatori di ogni età in fervida attesa, che certo non è rimasta delusa dallo spettacolo frizzante e colorato. In scena i personaggi principali, scenografia praticamente inesistente: ai pargoli è piaciuta in particolare la Strega cattiva, che alla fine si dimostra buona e a seguire l'uomo di latta, veramente ben riuscito. Lo spettacolo è durato una quarantina di minuti, poi ci siamo spostati di pochi passi per partecipare ai laboratori creativi, non ci facciamo mai mancare nulla: con materiale naturale e di riciclo i bimbi hanno realizzato decorazioni semplici ma efficaci, armati di ritagli di stoffa, nastrini e decorazioni varie.
Un pomeriggio diverso, impegnati gli occhi e le mani ad ammirare, tenere il ritmo, applaudire e creare, lontani dalla tecnologia, in mezzo a tante altre "piccole canaglie".
mercoledì 3 gennaio 2018
INNO ALLA VITA
Sabato pomeriggio festeggeremo mia cugina e suo marito per il loro venticinquesimo anno di matrimonio; fin qui niente di strano, direte voi: niente, vero, a parte la loro giovanissima età: lei ha deciso di sposarsi che era poco più che maggiorenne e lui poco più che ventenne. Ci sono riusciti, hanno formato una famiglia e hanno continuato insieme il loro cammino; ancora più da ammirare perché tra di loro c'era già il terzo "incomodo", qualcuno lo definirebbe "un errore" e non conosco nessuna definizione più orrenda e oltraggiosa.
Un figlio, avevano già un bellissimo bimbo che muoveva i primi passi tra i banchi infiorati della chiesa. Ne sono passati di anni, quel bimbo è cresciuto, poi è arrivata anche una figlia a completare il nucleo. Non solo giovani genitori, ma giovanissimi nonni e lunedì è nato il piccolo Nathan, dopo altri due maschietti, meravigliosa l'esistenza.
Meravigliosa, forte, imprevedibile, impegnativa, specialmente se sei giovane ma decidi di affrontare le tue responsabilità, se decidi di tenere e far crescere quel piccolo battito che pulsa nella pancia, se decidi di formare una famiglia, nonostante un lavoro non statale, un affitto o un mutuo incombente, contando solo sulla forza e la tenacia della coppia.
Un esempio per chi crede che bisogna pianificare tutto, per chi si spaventa ad allacciare una relazione in tenera etá, per i gufi chiacchieroni e pettegoli: a queste splendide persone va la mia ammirazione, per quanto hanno affrontato negli anni, quanto hanno combattuto e quanto hanno costruito insieme. Gioia infinita, la vita.
E credo in un amore cheVince sempre sulle tenebreIo credo in una vita, credo in te ...
Ma credo in un amore che
Vince sempre sulle tenebreCredo ancora in un bacio che parteE il cuore che batteUomini e macchineL'inizio e la fineLa vita e la morteAncora rinascereCome le stelleTra l'arte, il disordineE un giro di animeSiamo satellitiIntorno all'amoreIntorno all'amoreCredoe credo nelle lacrime che sciolgono le maschereCredo nella luce delle ideeChe il vento non può spegnere
lunedì 1 gennaio 2018
BUONI PROPOSITI A ME...
E non dite che non mi impegno
e non dite che non ho idee
e non pensate che sia una sfaticata, molliccia, pigra...
Anche per questo nuovo anno ho in mente un sacco, un mucchio, una valanga di buoni propositi da pensare, scrivere, provare e naturalmente approvare!
Come tenersi strette le persone che mi vogliono bene ed evitare quelle che invece mi mettono angoscia, mi imbarazzano o mi avviliscono, sarà fatto.
Leggere molto, più del solito: ho la sfacciata fortuna di essere pagata per accontentare questa mia forte passione; certo pagheranno le spese quei miei poveri alunni a cui infliggerò ogni sorta di male scolastico, libresco ed educativo.
Dieta - e notate che l'ho scritta al terzo posto - ho perso gran parte delle speranze estetiche, non riuscirò più a risalire la china, languirò nei miei eccessi succulenti e soffrirò per tutti i grammi accumulati su pancia-fianchi-glutei, me lo merito.
Pargoli/famiglia: il compito più arduo, duro, impegnativo a cui non sono assolutamente pronta, ma poi chi lo è? Sfido gli altri a dirsi coscienti e armati per ogni evenienza, con la soluzione pronta per ogni richiesta, marachella, sproposito o impertinenza.
Girare, viaggiare, scoprire, guardare, ammirare, capire, imparare, conoscere, apprendere, stupirsi e immaginare: l'unico intoppo? Ho pochi soldi da spendere, specie se la Punto continua a creare problemi, tanti diversi imprevisti problemi...
E poi ci sono tutte le scadenze, le ricorrenze, le feste e gli appuntamenti già programmati da tempo, i sacramenti, gli anniversari, occasione di festa, di ritrovo e di gioia infinita
Bene bene, mi sembra proprio un altro buon anno del c... Cuore!
e non dite che non ho idee
e non pensate che sia una sfaticata, molliccia, pigra...
Anche per questo nuovo anno ho in mente un sacco, un mucchio, una valanga di buoni propositi da pensare, scrivere, provare e naturalmente approvare!
Come tenersi strette le persone che mi vogliono bene ed evitare quelle che invece mi mettono angoscia, mi imbarazzano o mi avviliscono, sarà fatto.
Leggere molto, più del solito: ho la sfacciata fortuna di essere pagata per accontentare questa mia forte passione; certo pagheranno le spese quei miei poveri alunni a cui infliggerò ogni sorta di male scolastico, libresco ed educativo.
Dieta - e notate che l'ho scritta al terzo posto - ho perso gran parte delle speranze estetiche, non riuscirò più a risalire la china, languirò nei miei eccessi succulenti e soffrirò per tutti i grammi accumulati su pancia-fianchi-glutei, me lo merito.
Pargoli/famiglia: il compito più arduo, duro, impegnativo a cui non sono assolutamente pronta, ma poi chi lo è? Sfido gli altri a dirsi coscienti e armati per ogni evenienza, con la soluzione pronta per ogni richiesta, marachella, sproposito o impertinenza.
Girare, viaggiare, scoprire, guardare, ammirare, capire, imparare, conoscere, apprendere, stupirsi e immaginare: l'unico intoppo? Ho pochi soldi da spendere, specie se la Punto continua a creare problemi, tanti diversi imprevisti problemi...
E poi ci sono tutte le scadenze, le ricorrenze, le feste e gli appuntamenti già programmati da tempo, i sacramenti, gli anniversari, occasione di festa, di ritrovo e di gioia infinita
Bene bene, mi sembra proprio un altro buon anno del c... Cuore!
L'ANNO CHE STA ARRIVANDO
Adoro questi momenti di rendiconto finale, adoro tutti i fine: il fine settimana, la fine del quadrimestre, la fine della scuola, la fine di una collaborazione, la sessione degli esami, la seduta di laurea, la fine di un libro, il termine di un corso.
Adoro terminare per poi ricominciare, figuratevi il fine anno! Tiro le somme, controllo le spese del mese, valuto il risultato di un progetto, calcolo quanto ho ottenuto, perso, incassato o fallito ed ora a due ore e quaranta minuti dall'inizio del 2018 sto qui a digitare sul portatile le nuove impressioni, lo stato d'animo, pensieri e parole che hanno accompagnato gli scritti di trecentosessantacinque giorni, per poi riprendere la corsa. Se ho sbagliato, se ho toppato, a tutto si può rimediare, dopo la fine si ricomincia: una nuova pagina bianca da scrivere, un calendario da sfogliare, un'agenda da riempire, tanti progetti da organizzare, valutare e porre in atto.
Probabilmente questo forte entusiasmo nasce dalla mia cronica situazione di fallita, di incompleta o, se volgiamo utilizzare un'immagine romantica, di bocciolo, di bulbo che attende di spuntare dalla nera terra, di innesto in attesa di mettere le prime foglie, di radice in movimento per attecchire nell'humus ottimale.
E niente, magari questo nuovo anno sarà scrauso o mediocre, come altri in passato, magari deciderò di chiudere con le confessiones scritte in qualità di blogger da strapazzo, magari maturerò finalmente e metterò la testa a posto per decidere cosa fare da grande, a quale attività remunerativa e ben retribuita dedicare e concentrare le mie poche e scadenti forze intellettive...
Chissà cosa mi hanno riserbato il Destino, il Fato e Zeus padre degli dei: sono pronta, o quasi, ad affrontare le fatiche, come Ercole. Che però siano al mio fianco i miei familiari, i pochi amici, chi insomma mi vuole bene e mi accetta per come sono e per quello che valgo, senza nulla in cambio, senza scartarmi o gettarmi via quando non sarò loro più utile...
Adoro terminare per poi ricominciare, figuratevi il fine anno! Tiro le somme, controllo le spese del mese, valuto il risultato di un progetto, calcolo quanto ho ottenuto, perso, incassato o fallito ed ora a due ore e quaranta minuti dall'inizio del 2018 sto qui a digitare sul portatile le nuove impressioni, lo stato d'animo, pensieri e parole che hanno accompagnato gli scritti di trecentosessantacinque giorni, per poi riprendere la corsa. Se ho sbagliato, se ho toppato, a tutto si può rimediare, dopo la fine si ricomincia: una nuova pagina bianca da scrivere, un calendario da sfogliare, un'agenda da riempire, tanti progetti da organizzare, valutare e porre in atto.
Probabilmente questo forte entusiasmo nasce dalla mia cronica situazione di fallita, di incompleta o, se volgiamo utilizzare un'immagine romantica, di bocciolo, di bulbo che attende di spuntare dalla nera terra, di innesto in attesa di mettere le prime foglie, di radice in movimento per attecchire nell'humus ottimale.
E niente, magari questo nuovo anno sarà scrauso o mediocre, come altri in passato, magari deciderò di chiudere con le confessiones scritte in qualità di blogger da strapazzo, magari maturerò finalmente e metterò la testa a posto per decidere cosa fare da grande, a quale attività remunerativa e ben retribuita dedicare e concentrare le mie poche e scadenti forze intellettive...
Chissà cosa mi hanno riserbato il Destino, il Fato e Zeus padre degli dei: sono pronta, o quasi, ad affrontare le fatiche, come Ercole. Che però siano al mio fianco i miei familiari, i pochi amici, chi insomma mi vuole bene e mi accetta per come sono e per quello che valgo, senza nulla in cambio, senza scartarmi o gettarmi via quando non sarò loro più utile...