Spettacolo delle 17:30, cinema del paesello, un piccolo gioiello restaurato, accogliente e colorato. Sono andata con il primogenito, perché frequenta la terza media, perché studia la Storia e perché sono convinta che una pellicola rimanga nel bene e nel male molto più a lungo di tanti discorsi.
Il film appena uscito su Benito risulta molto controverso: ho letto qualche critica di chi ci capisce e non sembra sia ben riuscito, qualcuno lo etichetta come commedia qualcuno come copia di altri film del passato.
Non sono né una critica né una che ci capisce, quindi scrivo delle mie sensazioni, nella speranza che ognuno poi aggiunga qualche considerazione e chi non lo conosce, vada e veda di persona.
Intanto vi dico subito che sono uscita dall'oscurità con un certo sapore di amarezza, per la situazione tutta, per il finale inaspettato e per i vari giudizi sugli Italiani sparsi qua e là a coronamento di un viaggio attraverso lo Stivale, ripreso dal vero.
C'è la questione animalista, forzatura dei nostri tempi, c'è la spettacolarizzazione dei personaggi televisivi, c'è la sconfitta di chi afferma la verità e non viene neanche ascoltato.
Tutto ruota intorno ad una strana coppia: Benito come complementare del ragazzo della televisione sfigato e sottopagato; il Duce fermo e sicuro, padrone di un linguaggio forbito, spesso in posa da comizio e il ragazzo gentile, riservato dalla lenta iniziativa.
Il tutto in una splendida Roma dei giorni nostri, dove si incontrano extracomunitari, gay e turisti armati di ogni diavoleria elettronica; il Duce poi viene conteso negli studi televisivi di due canali concorrenti, sfruttato per raccogliere ascolti, fare carriera e annientare la collega troppo spigliata.
Gli Italiani reagiscono positivamente, sembra un comico, anche molto bravo: ci pensa un cagnolino a bloccare l'ascesa di Benito, salvato poi da una donna senza scrupoli.
Che dire? Amarezza, profonda amarezza, abbiamo la memoria breve noi Italiani e il pregio di perdonare tanto, troppo, tutto.
Comunque, lo consiglio a tutti, a partire dai tredicenni a salire, perché non si rimane indifferenti a certe realtà sbattute in faccia, a certi gesti e trovate pubblicitarie, da Destra a Sinistra, Italiani o no.
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https://www.internazionale.it/bloc-notes/christian-raimo/2018/02/02/sono-tornato-fascismo-ambiguo
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