Cosa
sarebbe l’animo umano senza l’arte?
Vuoto,
piatto, senza sussulti o slanci verso l’infinito, l’uomo da
sempre ha voluto avvicinarsi agli dei e, se possibile, imitare la
loro capacità di creare il bello e la perfezione: sempre ha tentato,
tramite l’arte.
Il
voler imitare la Natura, ecco cos'è la forma artistica, una
creazione che pur non essendo perfetta cerca disperatamente di
avvicinarsi alla perfezione, di sfiorarla almeno. Pochi sembra ci
siano riusciti in passato, sul suolo italico, come il divino
Raffaello ad esempio, ma anche Michelangelo, mentre Leonardo fu
intento nell'indagare e nello scoprire i tanti segreti della
Natura.
Arte
è comunicazione: di quel che penso, provo, soffro, giudico, produco
ergo sum.
Arte
come parte dell’uomo, fondamentale, unica, irripetibile.
Quando
l’uomo vuole trasmettere un’emozione, quando cerca di comunicare
con il mondo esterno quel fuoco interno, la sua passione e il suo
sentire allora crea.
Crea
le sue emozioni, dà corpo a quanto vibra nel suo animo: arte è
passione, arte è amore, arte è denuncia, arte è pensiero. Arte è
perfezione sì, ma non solo, arte è il modo di guardare il mondo;
arte è la visione, quella particolare visione di un momento, di un
fatto, di una persona speciale,
punto
di vista proprio
e irripetibile dell’artista. Ogni
civiltà antica ha lasciato segni del proprio passaggio, della
propria grandezza, ogni sovrano ha gareggiato in altezza e
maestosità di mausoleo, in opere di ingegneria o urbanistica
per essere ricordato, per non sparire agli occhi del mondo, per
sfidare il trascorrere del tempo e lo sbiadirsi della memoria.
Arte
come evasione anche, come distacco dalla realtà, dal momento e
dall’adesso e qui hic
et nunc,
La
dolcezza infinita della Madre di marmo di Michelangelo: mai nessun
poeta o scrittore che sia riuscito anche solo ad avvicinarsi con le
sue parole a quell’espressione del viso.
I
volti di Caravaggio, inviolabili e unici, veri e presenti davanti
allo spettatore, sia esso soggetto sacro che profano, senza
distinzione o reverenza, come la Madonna morta affogata o forte
nell’impresa di schiacciare il serpente.
La
forza e la determinazione del giovane Davide di Bernini, nella sua
fede incrollabile, nella sua ferma decisione di mirare al gigante per
abbatterlo, con i muscoli tesi e sodi, la bocca contratta nella
smorfia della concentrazione.
E
Marat ucciso nella vasca da bagno, ultimo atto di una vita truce, di
orrore e atrocità
Cosa
sarebbe il mondo moderno senza Guernica di Picasso? La
denuncia dell’uomo, la fierezza dello Spagnolo e la determinazione
dell’artista, capace con la sua opera di calamitare l’attenzione
del mondo sulle atrocità subite dal suo popolo inerme
e indifeso.
Arte
è completamento del proprio essere: il sentirsi meglio, distesi,
concentrati quando si crea, si assapora quel gusto, il
piacere di impastare i colori, preparare gli scalpelli o disporre le
squadre e passare poi al foglio bianco che attende solo di
raccogliere le idee, dapprima confuse
poi via via più
nette e nitide.
L’arte
è stata la compagna dell’uomo nella sua vita, nel suo percorso
attraverso la scoperta del Bello ideale, ma anche dell’Utile e del
Vero.
Poi
il mondo è cambiato perché è cambiato l’uomo: homo homini lupus
sempre di più sempre più solo tra tanti, piccolo fra molti, in un
crescendo di atti di forza e dimostrazione di superiorità tecnica,
tecnologica ed economica.
E
l’arte?
Venduta,
comprata, barattata: in opposizione, in contestazione, contro la
morale e contro il perbenismo, per la libertà e la genialità
dell’artista incompreso, voce fioca in una tempesta di rumori e
confusione.
L’Arte
è e non può non essere, l’artista vive del suo sentire e della
sua maestria, parla al mondo, denuncia o santifica, palpita il suo
cuore, piange il suo animo, corre la sua mano sul supporto inanimato
per conferirgli vita. Animo
nobile, superiore, sensibile, indissolubile, atomo cosmico del Bello.
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