Ebbene sì, scrivo con la penna su di un quadernino che tengo nella borsa grande e capiente. Ho deciso di appuntarmi così le parole che via via prendono forma nella mia testa dura, tra un'idea geniale da lezione e una faccenda domestica, tanto per non montarmi troppo la testa.
Io scrivo sempre, quotidianamente su questo blog da ben sette anni, con alterne vicende e successi altalenanti: da ottime visualizzazioni ad articoli praticamente snobbati, anche se a me sembrano buoni e succosi.
Poi è successo che la mia professoressa di italiano del Liceo mi contattasse, come tornata da un lungo sonno a nuova vita, per regalarmi libri, chiacchierare di letteratura e agganciarmi per la presentazione dei suoi scritti. Facile abbattere il muro del tempo e ritrovarsi con i sogni nel cassetto da realizzare, la spinta a non procrastinare, l'incoraggiamento a cogliere l'attimo.
Il fatto è che non so se ne sia pienamente capace, se quel che elaboro sia interessante e buona materia di stampa. Non capisco nulla dell'iter dell'elaborato allo stampato, a chi mi devo rivolgere senza fregature?
Ho vari progetti in mente, colorati alcuni, infantili, altri umanitari che mi stanno molto a cuore. Le mie parole nascono, sbocciano dalla mente alla penna, sui tasti, nelle illustrazioni, ma poi? Si fermano, non investo abbastanza forze, non mi interessa proseguire, mi fa più comodo continuare a inseguire il sogno che trasformarlo in un incubo di insuccesso?
Forse questa è la mia natura, aspettare che altri prendano l'iniziativa al mio posto, che si accorgano di me e pensino al lavoro "sporco": dando il giusto peso dall'esterno.
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