Vado dalle mie parrucchiere e chiedo un colore che mi ringiovanisca, nella flebile speranza di annullare gli anta che mi ritrovo sulle spalle, le gambe e il collo.
Eppure mi sento vecchia, quando faccio ascoltare una canzone di Antonello che cita Paolo e Francesca; quando comincio un discorso con "Ai miei tempi..."; quando ho frequentato le medie senza telefono fisso a casa; quando c'era il videoregistratore e la domenica pomeriggio si noleggiava la cassetta di Dirty Dancing per innamorarsi del protagonista; quando al cinema si voleva prendere il posto di una moderna Cenerentola Pretty innamorata di Eduard; quando il Natale cominciava con le vacanze da scuola e non a novembre; quando i morti viventi erano quelli del video di M. Jackson e non per Halloween; quando si diceva "fa all'amore " per intendere fidanzati; quando nel mese mariano si portava un fiore bianco in chiesa; quando i padri erano anche autoritari; quando ti nascondevi da occhi indiscreti del paesello e non ti fotografavi nei locali con il bicchiere in mano...
Non mi sto invecchiando, sto maturando, tengo un aspetto giovanile e la mia mente è quotidianamente allenata.
E poi leggo sempre volentieri albi illustrati di qualità.
Ditelo ai miei figli che mi considerano una boomer cringe, cioè una vecchia da social, per giunta imbarazzante.
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