Ci siamo date appuntamento in una caffetteria di Viterbo in tarda mattinata, tra una commissione e un dose di vaccino, ad un anno esatto dalla prima collaborazione per la presentazione di un libro.
La mia professoressa del Liceo, una sua ex alunna anch'essa docente liceale e io, tre diverse generazioni, tre modi di insegnare e considerare la vita scolastica.
La professoressa Sarlo è il collante, naturalmente, Faro di Alessandria, anche se afferma che sta riconsiderando tutta la sua attività e certe idee di esempio/guida; per l'età o per una raggiunta tranquillità si dice lontana da ogni tipo di saggio e critica letteraria, meglio un canto divino dal vero che cento pagine di dispense.
Si parla dunque di libri ricevuti o regalati, letture personali, vita attiva e contemplativa da rinnovare e impegni: femminismo, se mai si fosse abbassata la guardia, corpo e anima delle donne, pensiero ed espressione. Il blog, i figli, il lavoro che assorbe la totalità delle giornate, c'è tempo e modo di organizzare qualche evento? Magari partecipare a progetti di Paesi limitrofi, mettere a disposizione conoscenze ed idee, spunti di riflessione ne abbiamo?
Mi sento un rospo in attesa del bacio culturale per sbocciare in principessa e Sofia mi consiglia un libro che, a suo dire, può cambiare la visione della vita.
Ci siamo lasciate con la promessa di rivederci in rete, da remoto, su piattaforma, per comunicare novità e intuizioni geniali, femminili naturalmente. Poi sono passata in biblioteca a Soriano per prendere in prestito "Donne che corrono coi lupi", ovvio, quando qualcuno mi consiglia caldamente un testo non rimango mai indifferente e poi devo trovare quella forza di realizzare i miei sogni, perché finalmente il lavoro - come afferma la prof - l'ho sistemato.
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