Il titolo esatto di questo secondo impegno di prova suona: Inclusione sociale e dinamiche interculturali, professoressa formatrice Patrizia Testa, anche insegnante di secondaria di secondo grado oltre che psicologa.
Si tratta di bisogni educativi, progetti di vita, gestire situazioni difficili e favorire processi di scambio: la scuola che costruisce un ambiente positivo, di benessere, in cui ogni bambino/ragazzo si senta valorizzato grazie all'empatia, con un modello comunicativo adatto.
Tre ore di incontro-formazione, interessante per i tanti aspetti sottolineati dalla cittadinanza globale ai "giochi" di parole per costruire immagini e frasi positive; si comincia con la definizione personale di intercultura. Ogni partecipante dice la sua, ognuno porta una testimonianza di difficoltà da superare, sia essa barriera linguistica, religiosa, di mediazione.
Approcciarsi a famiglie appena arrivate in Italia non è semplice, già solo il considerare la lingua appunto o le tradizioni familiari.
Ci sono bisogni primari importanti, fondamentali per i ragazzi di altre culture e nazionalità, ma anche la voglia di entrare in un gruppo, sentirsi parte del gruppo, senso di appartenenza spiccato in ogni ragazzo/alunno/scolaro.
Le difficoltà più forti stanno nel pregiudizio, distorsione e stereotipi: come possiamo combattere queste situazioni giornaliere? Ad esempio parlando in classe contro i pregiudizi, costruire e scambiare esperienze, lavorare sulle emozioni.
E poi la valutazione che non sia sommativa, ma formativa per il percorso seguito dell'alunno nel crescere e migliorare.
Bene, sempre nuovi stimoli per un'insegnante che si deve formare, obiettivo non facile la perfezione, sicuramente.
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