Ultimo giovedì del mese di maggio, collegio docenti convocato al tardo pomeriggio perché prima scorrono i consigli di classe per sezione della secondaria, tocca tutti prima o poi.
Ci ritroviamo in sala Cicuti, grande spaziosa accogliente, con il solito amabile rassicurante sottofondo di chiacchiericcio di chi si incontra di rado e ha tante novità da raccontare; la Dirigente richiama all'ordine e snocciola i punti previsti, dal verbale della seduta precedente alla scelta dei libri di testo, dalle decisioni per gli esami conclusivi del primo ciclo al sondaggio per conoscere l'utenza: spunti di riflessione.
Si ascolta, si vota, ci si confronta tra una valutazione e una relazione, una firma di presenza e i risultati delle malefiche prove comuni; si arriva velocemente alle proposte per il prossimo anno dai referenti agli esperti, dai progetti alle dinamiche di scelta. Il mondo della scuola in continuo divenire nella sua essenza di essere istituzione, accoglienza, confronto con le famiglie, messa in discussione di metodi e stimoli, partecipazione e apprendimento.
E alla fine? Per un gruppo ristretto ma agguerrito arriva il momento della cena condivisa, non sia mai che ci limitiamo a griglie di valutazione, titoli di elaborati ed esercizi di geometria solida, si va ben oltre.
Pizza! Senza arrivare lontano, basta svoltare la strada e parcheggiare, ritrovarsi ai lati di una tavolata che ricorda un poco gli apostoli, solo che noi siamo capeggiati da Biagio, oltre che docente anche sommelier raffinato e cavaliere nei modi, ci si scopre così compaesani, di origini comuni, sotto il grande e azzurro cielo cimino, per esempio.
Frittini per non appesantire la serata, di tutti i tipi, forma, consistenza e morbidezza: palati sopraffini tra la bionda e la rossa, e non solo di crine. Per la pizza rotonda ognuno la sua, dal capriccio al vegetariano, passando per la bufala con pachino, ma non la focaccia che poi rimane secca. Solo il caffè al termine, che non si dica che non teniamo alla forma fisica, tonica, atona e pure analitica.
Che bella cosa una giornata che si chiude tra battute, ricordi imbarazzanti, prospettiva di viaggi familiari, lacrima da pensionamento e speranza per l'anno futuro di colleghi e altre nuove avventure in giro per la provincia e oltre.
Cari colleghi, è sempre un piacere. Alla prossima occasione, quella di fine anno.
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