Lunedì 18 marzo, una giornata di studio, racconti, storie, ricordi, confronto e tanto Amore che ricorderemo per lungo tempo.
Amore per il prossimo, per gli ultimi degli ultimi, per la parola e il sapere, per la Scuola, per l'obbedienza, per la Storia, per la Saggezza contadina, per sé stessi e gli altri pari: don Milani.
È venuta a raccontarcelo, a farcelo apprezzare, a commuoverci Annalisa Mensi della Fondazione Don Milani di Barbiana, nostra ospite per tutto il giorno a disposizione degli alunni e degli adulti.
In Sala Cicuti una concentrazione e un'attenzione diversa, curiosa dei nostri ragazzi che hanno ascoltato di un prete che amava i suoi "figlioli" e li faceva studiare dodici ore al giorno, tutti i giorni, anche festivi, che li mandava a cercare notizie nelle biblioteche pubbliche, che sezionava la parola insieme a loro e che con la scrittura collettiva ha contestato la scuola italiana del '62, quando i ragazzi di Vicchio sono stati respinti.
La Costituzione, arma per lo sciopero e la richiesta di un ponte per attraversare un torrente che un giorno ha quasi ucciso un bambino che lo attraversava per raggiungere la scuola: conoscere attraverso la lettura perché solo la Parola rende liberi, rende uguali.
Immenso Don Milani, poliglotta, fissato con il tempo e la necessità di non sprecarlo, l'insegnamento del progettare e del fare, del costruire e scoprire, del rispondere ad ogni domanda e del soddisfare ogni richiesta: perché bisogna avere a cuore i propri ragazzi, averne cura.
Mi sono commossa nel considerare la realtà sociale, il livello di analfabetismo, le sofferenze materiali e morali a cui sono state sottoposte quelle famiglie, quelle persone prima che un prete di trentuno anni bussasse alla loro porta a chiedere dei loro figli e della possibilità di un'istruzione che cambiasse la loro vita. Don Milani ha letto negli occhi dei suoi figlioli e ha saputo capire il dono di ognuno, il desiderio da rincorrere: così noi ancora oggi e a maggior ragione dobbiamo guidare i giovani attraverso i mille tentativi della modernità di abbandonare, lasciare, mollare.
Ora ancor più forte è l'esigenza di aiutare a trovare la propria strada, a valorizzarsi e distinguersi.
Noi abbiamo sotterrato un seme oggi in ognuno dei bambini incontrati, abbiamo riflettuto con gli adulti sull'importanza del prendere una decisione e dello schierarsi.
Per far sbocciare i cittadini di domani, il nostro Futuro, cittadini di serie A: che nessuno sia lasciato indietro.
Grazie ancora ad Annalisa Mensi della Fondazione di Barbiana, grazie alla Dirigente Simona Cicognola che ha organizzato il tutto e ci ha permesso di condividere tante emozioni e naturalmente grazie a chi ha partecipato raccogliendo l'invito a "crescere".
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