Riflettevo sull'importanza dei sogni nel cassetto: tutti noi ne abbiamo avuti e ne abbiamo per il resto della vita, ci accompagnano strada facendo, crescono con noi, in base alle necessità e agli inconvenienti dell'esistenza, dal fidanzatino al diploma, dal lavoro alla famiglia, dalla casa alle vacanze...
Ai miei tempi sognare era più facile, nel senso che si dava quasi per scontato lo studio e/o il matrimonio, con figli annessi e connessi, semplice e lineare, di generazione in generazione. Già per mia sorella, più giovane di ben otto anni, i sogni hanno avuto una nuova consistenza: viaggio/studio all'estero, soggiorno e magari occasioni di lavoro, esperienza varia; per il matrimonio c'è tempo, figuriamoci per i figli.
Una volta l'orologio biologico galoppava, ora viaggia a rallentatore, ma i sogni sono rimasti, cambiati ma rimasti.
Per la casa, basta accollarsi un mutuo trentennale e iniziare a tirare la cinghia, ad esempio; per il lavoro, ognuno si inventa e si ingegna, a sua immagine: c'è che si trasferisce all'estero per qualche mese all'anno - moderni Persefone/Proserpina - chi rileva l'attiva paterna, chi prosegue nella bottega in cui ha imparato il mestiere; chi tenta una strada insolita da solo e poi fa retromarcia; il mondo è bello perché vario.
C'è chi fa solamente un gran parlare, chi scrive di meritarsi un premio e intanto sogna di afferrarlo, chi cerca trova e i cocci sono i suoi e poi c'è chi si candida, ma non viene eletto e allora cambia aria e c'è chi mette in pratica le idee che gli frullano per la mente, a costi contenuti, accontentandosi del poco, tanto per iniziare, ma con grande orgoglio.
Oggi pomeriggio, ad esempio, ha preso il via un piccolo sogno, un lavoro che è un piacere e un onore, che merita tutto il rispetto per l'audacia e l'inventiva.
C'è chi si ferma al sogno e chi prosegue la corsa, c'è chi chi fa della propria vita un sogno e chi non sogna più neanche di notte.
Nessun commento:
Posta un commento