Passata esattamente una settimana dal lancio dell'appello per realizzare il sogno di un adolescente del paesello, possiamo tirare le somme, chiudere un primo bilancio, darci una regolata.
Certo un sogno non proprio semplice da concretizzare, anzi quasi impossibile, sia per il numero delle richieste che riceverà ogni giorno il Capitano sia per organizzare comunque un incontro tra un personaggio pubblico conosciuto a livello mondiale e un ragazzino delle medie di Soriano, Viterbo, Tuscia, Lazio.
Intanto vorrei ringraziare chi ha condiviso via social la foto della copertina del libro con la lettera diretta e l'articolo che invece descrive la situazione attuale, siete stati veramente tantissimi e poi da ogni parte d'Italia. Mi rivolgo anche a chi mi ha contattato in privato, chi mi ha suggerito, chi ha provato qualche strada, chi si è impegnato a trovare una soluzione, grazie veramente di cuore.
MA.
Permettetemi una semplice riflessione, senza polemiche e senza ripicche, ma solo una riflessione per capire dove potrei migliorare, anzi dove devo migliorare.
In tutto, l'articolo del blog che tratta della questione ha totalizzato poco più di 700 visualizzazioni, in sette giorni sette; quando invece un qualsiasi resoconto sul paesello politico o in festa ad ottobre, un richiamo alla castagna o giù di lì mi catalizza più di 2000 lettori in poche ore; proprio non lo capisco, non mi ci do pace; sto valutando la mia perdita di tempo dietro a certe futilità.
Quali sono le realtà per cui vale la pena esporsi, combattere, chiedere e impegnarsi?
Mi hanno anche stupito certi silenzi, di gente importante, ve lo devo confessare: nella mia immensa ingenuità ho sperato di ottenere l'appoggio di chi conta, di chi tiene un certo potere, di chi nel mondo si sa muovere bene; invece il nulla.
Ma anche in questo caso specifico il silenzio fa molto più rumore delle parole inutili, delle mie parole cadute nel vuoto.
Ho pensato al problema che avrebbe creato lo schierarsi in prima persona, come un precedente scomodo, perché se si aiutasse un giovanotto in difficoltà a incontrare un mito, chissà poi la fila che si formerebbe di questuanti, di scocciatori, di insoddisfatti che vorrebbero lo stesso trattamento.
Sarà proprio così?
Continuo nella mia ricerca, continuo nel mio appoggio a Luigi, perché a scuola ogni giorno mi chiede se per caso Totti ha risposto, stellina lui.
Grazie, comunque grazie a chi mi ha offerto una mano, una spalla, una condivisione: aspetto tanti altri messaggi di solidarietà.
https://criticaleora.blogspot.com/2018/11/il-sogno-di-luigi.html
venerdì 30 novembre 2018
giovedì 29 novembre 2018
LETTURA IN TRASFERTA
Folletti
fatine
gnomi
maghetti
streghette
trolls
elfi
del contado tutto siete invitati a partecipare ad un evento stupendissimo, perché legato alla lettura, al gioco, ai colori e alla pappa; in più è gratuito.
Si stanno avvicinando le feste meglio non farsi trovare impreparati: lettura ad alta voce a tema natalizio, letterina da scrivere o disegnare, colorare, insomma da creare a vostro piacimento e per finire in bellezza, anzi in dolcezza anche una merenda tutta per voi, solo per voi, splendide creature magiche.
L'inizio del divertimento è previsto per le 16:30 presso la sede dell'Associazione "Arte e Benessere", in Bomarzo, ma per chi volesse muoversi in carovana, in gruppo, in combriccola, ci potremmo ritrovare al parcheggio di Papacqua, nei pressi di Palazzo Chigi Albani a Soriano nel Cimino intorno alle 15:45 per poi procedere tutti allo spostamento e alla conquista della felicità ludica.
Che dite? Ah, un particolare importante, coinvolgete anche quei tritoni e quelle sirene di adulti, minacciandoli che se invece vi costringessero ad andare in un centro commerciale, vi trasformereste in creature diaboliche, come solo voi sapete riuscire...
Materiale occorrente:
sorriso, anche sdentato va più che bene;
occhietti vispi e attenti;
manine, due e ben addestrate;
voglia di divertirsi, quanta più possibile;
un certo appetito;
qualche cuscino dove potersi accomodare.
Bene, anzi benissimo, che la gioia di ascoltare sia con noi!
mercoledì 28 novembre 2018
LETTERA D'AMORE
Ti manca l'altra scuola?
Sì, molto; mi manca tantissimo. Ci penso ogni giorno, quando mi alzo con calma, alla stessa ora in cui l'anno scorso invece uscivo di casa per affrontare quaranta minuti di strada di buche. Mi manca, anche se ho molto più tempo per i figli, per me, i miei passatempi, per la casa. I miei figli, ora li accompagno davanti alla scuola, incontro quotidianamente i loro insegnanti, li riprendo, addirittura frequentiamo insieme dei corsi, potrei anche avere la fortuna di assistere di nuovo dopo tanto tempo alle recite natalizie.
Però mi mancano i miei alunni, gli altri: quante letture avremmo potuto assaporare, commentare, recensire e consigliare; sedute di grammatica che adoro, i segreti dei testi, il mito greco, i versi immortali dei grandi Italiani.
Per ogni giorno un'occasione di consultazione, per ogni giorno un testo teatrale in dialetto da interpretare. E poi il grande progetto, ambizioso direi, della biblioteca scolastica: aveva preso piede, cominciavano ad appassionarsi, a sfogliare e scambiarsi i testi.
I ragazzi della mia seconda, che ora stanno decidendo il loro futuro, chissà cosa avranno pensato per le superiori, quanti andranno al classico... Anche quello più antipatico e difeso dalla madre mi manca, gli dedico comunque un attimo, certo non come l'appassionata lettrice con cui scambiavo affettuosi suggerimenti.
Il capo? Adoro la prof di inglese fiduciaria di plesso attiva, disponibile, sempre con la soluzione in tasca, nel panico ma con signorilità. E la prof di musica dolce, dolcissima.
Vero, il primo amore non si scorda mai, come potrei dimenticare il primo intero anno in cui ho vestito i panni della perfida insegnante di italiano?
Tutti nel cuore.
Sì, molto; mi manca tantissimo. Ci penso ogni giorno, quando mi alzo con calma, alla stessa ora in cui l'anno scorso invece uscivo di casa per affrontare quaranta minuti di strada di buche. Mi manca, anche se ho molto più tempo per i figli, per me, i miei passatempi, per la casa. I miei figli, ora li accompagno davanti alla scuola, incontro quotidianamente i loro insegnanti, li riprendo, addirittura frequentiamo insieme dei corsi, potrei anche avere la fortuna di assistere di nuovo dopo tanto tempo alle recite natalizie.
Però mi mancano i miei alunni, gli altri: quante letture avremmo potuto assaporare, commentare, recensire e consigliare; sedute di grammatica che adoro, i segreti dei testi, il mito greco, i versi immortali dei grandi Italiani.
Per ogni giorno un'occasione di consultazione, per ogni giorno un testo teatrale in dialetto da interpretare. E poi il grande progetto, ambizioso direi, della biblioteca scolastica: aveva preso piede, cominciavano ad appassionarsi, a sfogliare e scambiarsi i testi.
I ragazzi della mia seconda, che ora stanno decidendo il loro futuro, chissà cosa avranno pensato per le superiori, quanti andranno al classico... Anche quello più antipatico e difeso dalla madre mi manca, gli dedico comunque un attimo, certo non come l'appassionata lettrice con cui scambiavo affettuosi suggerimenti.
Il capo? Adoro la prof di inglese fiduciaria di plesso attiva, disponibile, sempre con la soluzione in tasca, nel panico ma con signorilità. E la prof di musica dolce, dolcissima.
Vero, il primo amore non si scorda mai, come potrei dimenticare il primo intero anno in cui ho vestito i panni della perfida insegnante di italiano?
Tutti nel cuore.
IL TUO SOGNO
Ho un sogno, tutti ne abbiamo, anzi ho molti sogni, moltissimi.
Ho superato i quarant'anni, vale lo stesso? A quale età si realizzano?
Tolti di mezzo i desideri da madre di famiglia mater familias potrei annoverarne una ventina da concretizzare nell'immediato e altri a lungo termine.
Qualche mia amica mi confessa di condividere la voglia di aprire una libreria, una di quelle in cui si legge, si parla, si gusta la merenda, si passa per un caffè: nel mio paesello non esiste neanche una cartolibreria in cui si possano ordinare i testi scolastici, figuriamoci quante possibilità si contano per qualcosa di simile. Abbiamo una biblioteca comunale che venero, reputo alla stregua di un tempio di Atene/Minerva, dea della Sapienza: qualche adolescente mi dice ancora di non averne mai posseduto la tessera gratuita, quante volte sarà allora entrato e avrà preso in prestito un libro? Certo, usa quella del fratello/sorella/cugino, ma il punto resta, non ha mai sentito la voglia di condividere in prima persona una lettura, di crearsi una propria classifica, una storia tutta sua di lettore.
I sogni si covano da giovani, probabilmente sì, ma quando la vita ti impone una battuta d'arresto, un baratro, i tuoi se ne vanno giù, vengono inghiottiti dal buio e difficilmente risalgono; senza troppi rimpianti, che l'esistenza scivola via tanto in fretta per guardarsi indietro e rimpiangere.
Vi assicuro che con uno stipendio le aspirazioni prendono più consistenza; quando hai un reddito altalenante, traballante o evanescente non ci sono dolori e passioni che tengano, prima le necessità, poi tutto il resto, almeno questo è quello che ho vissuto io, concreto.
D'altronde è pur vero che non necessariamente i sogni devono essere enormi, impossibili, assoluti, però dal momento che dobbiamo immaginare un futuro, facciamolo in grande...
Chi ha venduto tutto per investire da qualche altra parte in una nuova attività, chi ha abbandonato il posto fisso per l'incerto, chi ha optato per la famiglia al paesello lasciandosi alle spalle la città ricca e organizzata: avete realizzato quanto speravate, siete felici?
Secondo me, si è felici già nel covare il desiderio, nel pensare al modo di coronarlo: vuoi mettere la soddisfazione di toccare con mano il tuo piccolo regno?
Quando sarò famosa, quindi ricca, aprirò un'attività , fino ad allora mi dovrete sopportare negli incontri di lettura, valutando i miei articoli, incontrandomi in qualche negozio o al bar per la colazione o su circuito cittadino in una sezione di allenamento.
Primo desiderio, a breve, indovinate?
Ho superato i quarant'anni, vale lo stesso? A quale età si realizzano?
Tolti di mezzo i desideri da madre di famiglia mater familias potrei annoverarne una ventina da concretizzare nell'immediato e altri a lungo termine.
Qualche mia amica mi confessa di condividere la voglia di aprire una libreria, una di quelle in cui si legge, si parla, si gusta la merenda, si passa per un caffè: nel mio paesello non esiste neanche una cartolibreria in cui si possano ordinare i testi scolastici, figuriamoci quante possibilità si contano per qualcosa di simile. Abbiamo una biblioteca comunale che venero, reputo alla stregua di un tempio di Atene/Minerva, dea della Sapienza: qualche adolescente mi dice ancora di non averne mai posseduto la tessera gratuita, quante volte sarà allora entrato e avrà preso in prestito un libro? Certo, usa quella del fratello/sorella/cugino, ma il punto resta, non ha mai sentito la voglia di condividere in prima persona una lettura, di crearsi una propria classifica, una storia tutta sua di lettore.
I sogni si covano da giovani, probabilmente sì, ma quando la vita ti impone una battuta d'arresto, un baratro, i tuoi se ne vanno giù, vengono inghiottiti dal buio e difficilmente risalgono; senza troppi rimpianti, che l'esistenza scivola via tanto in fretta per guardarsi indietro e rimpiangere.
Vi assicuro che con uno stipendio le aspirazioni prendono più consistenza; quando hai un reddito altalenante, traballante o evanescente non ci sono dolori e passioni che tengano, prima le necessità, poi tutto il resto, almeno questo è quello che ho vissuto io, concreto.
D'altronde è pur vero che non necessariamente i sogni devono essere enormi, impossibili, assoluti, però dal momento che dobbiamo immaginare un futuro, facciamolo in grande...
Chi ha venduto tutto per investire da qualche altra parte in una nuova attività, chi ha abbandonato il posto fisso per l'incerto, chi ha optato per la famiglia al paesello lasciandosi alle spalle la città ricca e organizzata: avete realizzato quanto speravate, siete felici?
Secondo me, si è felici già nel covare il desiderio, nel pensare al modo di coronarlo: vuoi mettere la soddisfazione di toccare con mano il tuo piccolo regno?
Quando sarò famosa, quindi ricca, aprirò un'attività , fino ad allora mi dovrete sopportare negli incontri di lettura, valutando i miei articoli, incontrandomi in qualche negozio o al bar per la colazione o su circuito cittadino in una sezione di allenamento.
Primo desiderio, a breve, indovinate?
lunedì 26 novembre 2018
CHE NOI LEGGIAMO AD ALTA VOCE
Promemoria fondamentale per non perdere neanche uno degli appuntamenti della settimana di lettura, che ammontano a ben tre e dico tre.
Che ne dite può bastare un tris di appuntamenti così?
Vi consiglio di partecipare almeno ad uno di questi piccoli eventi, per rendervi conto se sono nelle vostre corde, se sono abbastanza divertenti, se vanno migliorati e allora aspettiamo i vostri consigli...
Il divertimento sempre.
L'entusiasmo sempre maggiore.
Per il miracolo dell'ubiquità letteraria ci stiamo organizzando...
https://portalebambini.it/leggere-ad-alta-voce-fa-bene/?fbclid=IwAR1ZQUpuH3lUY4kvvi0BRSmdg6-gqF3oOHGflWyOsSBeEjrSS6pjMBtdEwo
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=954883898038630&set=a.255062141354146&type=3&theater
https://www.facebook.com/biblioteca.sorianonelcimino/?ref=br_rs
- Allora, come di consuetudine, martedì pomeriggio ore 17: 00 presso la sala ragazzi della nostra fornitissima Biblioteca Comunale: ci incontriamo lì tutti, ma proprio tutti quelli che sono liberi da impegni, quelli che hanno studiato, svolto i compiti, ripetuto la lezione, coccolato la nonna, giocato con il fratellino, addormentato la sorellina, ballato, danzato, nuotato, cantato... E tu che sei pigrissimo, ricordati che ci sono ad aspettarti dei morbidissimi divanetti colorati, da dividere certo con altri meravigliosi ascoltatori, ma comunque le storie dei libri pescati a caso valgono la pena, giuro, di lasciare casa e arrivare in tempo per l'occasione.
- E se proprio non riuscite a raggiungere la biblioteca il martedì, oppure vi piace così tanto ascoltare e sfogliare storie, guardare le illustrazioni e imparare tante parole nuove, ci potremmo vedere anche il sabato mattina, dalle 11:30 circa, che mi sembra un buon orario, dopo la colazione, le coccole, la spesa, le faccende, i compiti e prima del pranzo, una specie di aperitivo letterario, ma molto più colorato e adatto a irresistibili diavoletti.
- Poi, udite udite, per sabato 1 dicembre lasciatevi liberi per raggiungere Bomarzo, dove dalle 16:30 giocheremo di colori e fantasia, leggeremo e scriveremo, in un'anteprima di atmosfera natalizia, presso l'Associazione Arte e Benessere, tutto un pomeriggio d'arte e parole per bimbi belli e svegli, un'iniziativa gratuita e aperta a tutti.
Che ne dite può bastare un tris di appuntamenti così?
Vi consiglio di partecipare almeno ad uno di questi piccoli eventi, per rendervi conto se sono nelle vostre corde, se sono abbastanza divertenti, se vanno migliorati e allora aspettiamo i vostri consigli...
Il divertimento sempre.
L'entusiasmo sempre maggiore.
Per il miracolo dell'ubiquità letteraria ci stiamo organizzando...
https://portalebambini.it/leggere-ad-alta-voce-fa-bene/?fbclid=IwAR1ZQUpuH3lUY4kvvi0BRSmdg6-gqF3oOHGflWyOsSBeEjrSS6pjMBtdEwo
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QUELLI CHE SUONANO I PINK FLOYD
Nel mio lavoro del sostenere, ogni giorno vengo a contatto con materie diverse, più o meno impegnative, più o meno note, conosciute o dimenticate, altre proprio aliene per me - leggi inglese, ma sono sicura che a fine anno avrò anch'io una discreta pronuncia.
Il lunedì, ad esempio, assisto alla lezione di musica, che ho scoperto mi piace sempre di più, soprattutto se la considero dal punto di vista dell'inclusione - diversità - autonomia - uguaglianza - regole - ascolto - unione - rispetto...
Già la musica e l'ascolto, il tempo e il ritmo, il silenzio e l'attacco: non si percepisce molto la diversità tra gli alunni, credetemi, perché non tutti quelli seduti ai banchi riescono a trattenersi, ad ascoltare o tenere ferme le mani sul piano d'appoggio in una posizione eretta, corretta e adatta a suonare.
Si ascolta, poi si suona, ognuno con il proprio magico strumento e, ad eccezione di una chitarra, gli altri hanno portato il flauto e il mio alunno speciale, che ha delle grandi difficoltà? Senza patemi, anzi con molta calma si corre a prendere un bel tamburo, enorme: felicità allo stato puro per lui, in fissa con la musica della Sagra, sempre e comunque.
Chi tiene il tempo, chi indica il ritmo, chi batte con la mano destra secondo le indicazioni della professoressa? Quello speciale, naturalmente! Certo, non sempre proprio tutto a dovere, qualche volta ci scappa il doppio battito, il battito animale alla Raf, magari un inno al rione, poi però tutto ritorna nei ranghi, basta un richiamo, un rimbrotto, una piccola minaccia innocua.
Scoperta per i tredicenni, riscoperta per me di veri miti della musica, degli anni passati e, gioia infinita, si può eseguire una delle loro canzoni più celebri col flauto! Basta scrivere tutte le note alla lavagna, lasciar partire la base dal portatile dell'insegnate ed ecco il gioco è fatto, anzi il muro è abbattuto!
Chi l'avrebbe mai detto, musica allora!
https://www.youtube.com/watch?v=42F4cyGssSg
Il lunedì, ad esempio, assisto alla lezione di musica, che ho scoperto mi piace sempre di più, soprattutto se la considero dal punto di vista dell'inclusione - diversità - autonomia - uguaglianza - regole - ascolto - unione - rispetto...
Già la musica e l'ascolto, il tempo e il ritmo, il silenzio e l'attacco: non si percepisce molto la diversità tra gli alunni, credetemi, perché non tutti quelli seduti ai banchi riescono a trattenersi, ad ascoltare o tenere ferme le mani sul piano d'appoggio in una posizione eretta, corretta e adatta a suonare.
Si ascolta, poi si suona, ognuno con il proprio magico strumento e, ad eccezione di una chitarra, gli altri hanno portato il flauto e il mio alunno speciale, che ha delle grandi difficoltà? Senza patemi, anzi con molta calma si corre a prendere un bel tamburo, enorme: felicità allo stato puro per lui, in fissa con la musica della Sagra, sempre e comunque.
Chi tiene il tempo, chi indica il ritmo, chi batte con la mano destra secondo le indicazioni della professoressa? Quello speciale, naturalmente! Certo, non sempre proprio tutto a dovere, qualche volta ci scappa il doppio battito, il battito animale alla Raf, magari un inno al rione, poi però tutto ritorna nei ranghi, basta un richiamo, un rimbrotto, una piccola minaccia innocua.
Scoperta per i tredicenni, riscoperta per me di veri miti della musica, degli anni passati e, gioia infinita, si può eseguire una delle loro canzoni più celebri col flauto! Basta scrivere tutte le note alla lavagna, lasciar partire la base dal portatile dell'insegnate ed ecco il gioco è fatto, anzi il muro è abbattuto!
Chi l'avrebbe mai detto, musica allora!
https://www.youtube.com/watch?v=42F4cyGssSg
domenica 25 novembre 2018
NASCERE DONNA
Quando nasci femmina sai già che nella vita dovrai meritarti tutto quello che ti arriverà, tutto quello che ti accadrà dovrai sudartelo, altrimenti verrai etichettata come una poco di buono, una che si vende per la gloria, la fama, il successo, il posto di lavoro, senza effettivamente possedere le carte in regola.
Una donna viene verbalmente linciata quando sbaglia in macchina, sul lavoro, per strada: qualche giorno fa sul muro di un palazzo al paesello hanno pensato bene di esprimere le loro povere opinioni contro una vigilessa; gli uomini sì vengono offesi, ma alle donne spetta la stessa lista maschile più tutto il risvolto femminile porno.
Quando vuoi attaccare pesante qualcuno, come lo apostrofi? Figlio di... tua madre è una grande... e giù tutto l'elenco, o sbaglio? Quando una donna sta al comando di un'azienda, quando risulta capace nel proprio lavoro, quando comanda e si fa rispettare, non si definisce una con le pall£? O con gli attributi, più signorilmente.
Se sei di bell'aspetto, sicuramente hai poco cervello e se ce l'hai ti conviene tenerlo sottochiave perché all'uomo non piace essere sottomesso, tenuto in scacco o guidato dal gentil sesso; se invece sei bruttina, o ti chiami Rita Levi Montalcini o Margherita Hack o non troverai uno straccio di lavoro neanche al bar, dove cercano ragazze di bella presenza, non tipe sveglie o sgobbone.
Se ti danno fastidio in discoteca o in un locale qualsiasi non hai scusanti, meglio se esci con il velo da suora, altrimenti te la sei cercata, non puoi truccarti e vestirti come vuoi, no, saresti provocante, saresti una preda facile, quelli l'istinto animale non lo sanno tenare a bada.
La donna non sa guidare.
La donna sta bene ai fornelli.
La donna che va in palestra abbandona la famiglia.
La figlia femmina non abbandonerà mai la casa paterna, sarà di sicuro più attaccata ai genitori.
Ancora non avete figli, ci sei andata dal dottore.
Ha sposato uno ricco, apposta, così si fa mantenere.
Il brutto purtroppo che molti di questi pensieri vengono elaborati, scritti e condivisi dalle donne stesse, nei confronti di altre donne, amiche/nemiche, colleghe, vicine di casa, parenti, giovani e vecchie, istruite e analfabete, disoccupate o lavoratrici, zitelle o ammogliate che siano.
Una donna viene verbalmente linciata quando sbaglia in macchina, sul lavoro, per strada: qualche giorno fa sul muro di un palazzo al paesello hanno pensato bene di esprimere le loro povere opinioni contro una vigilessa; gli uomini sì vengono offesi, ma alle donne spetta la stessa lista maschile più tutto il risvolto femminile porno.
Quando vuoi attaccare pesante qualcuno, come lo apostrofi? Figlio di... tua madre è una grande... e giù tutto l'elenco, o sbaglio? Quando una donna sta al comando di un'azienda, quando risulta capace nel proprio lavoro, quando comanda e si fa rispettare, non si definisce una con le pall£? O con gli attributi, più signorilmente.
Se sei di bell'aspetto, sicuramente hai poco cervello e se ce l'hai ti conviene tenerlo sottochiave perché all'uomo non piace essere sottomesso, tenuto in scacco o guidato dal gentil sesso; se invece sei bruttina, o ti chiami Rita Levi Montalcini o Margherita Hack o non troverai uno straccio di lavoro neanche al bar, dove cercano ragazze di bella presenza, non tipe sveglie o sgobbone.
Se ti danno fastidio in discoteca o in un locale qualsiasi non hai scusanti, meglio se esci con il velo da suora, altrimenti te la sei cercata, non puoi truccarti e vestirti come vuoi, no, saresti provocante, saresti una preda facile, quelli l'istinto animale non lo sanno tenare a bada.
La donna non sa guidare.
La donna sta bene ai fornelli.
La donna che va in palestra abbandona la famiglia.
La figlia femmina non abbandonerà mai la casa paterna, sarà di sicuro più attaccata ai genitori.
Ancora non avete figli, ci sei andata dal dottore.
Ha sposato uno ricco, apposta, così si fa mantenere.
Il brutto purtroppo che molti di questi pensieri vengono elaborati, scritti e condivisi dalle donne stesse, nei confronti di altre donne, amiche/nemiche, colleghe, vicine di casa, parenti, giovani e vecchie, istruite e analfabete, disoccupate o lavoratrici, zitelle o ammogliate che siano.
SEI TU, LA MIA NEMICA AMATISSIMA
Ma come si fa, dico io, ad un mese dal Natale, rovinarsi così la vita, l'esistenza, l'amor proprio.
Mio marito, sempre lui, la mia dolce metà, quello che non ascolta più del 20% di quello che dico, quello che grugnisce quando mi specchio o chiedo un parere, quello che si lamenta un giorno sì e l'altro pure di quel che cucino, è tutta colpa sua.
Avete presente i volantini che ti riempiono la cassetta della posta, ecco per questa settimana in uno di quelli c'era la foto, con tanto di indicazioni tecniche, sottigliezze, cavilli, perfezionamenti e niente: di solito non percepisce quello che gli chiedo di comprare il mio coniuge, non capta mai, ieri invece è tornato tutto trionfante con l'aggeggio malefico.
Che disdetta, che disfatta, che guaio, che tribolazione: sarà colpa dell'abbondante cena di sabato sera, sarà colpa del periodo ciclico, sarà colpa della congiunzione astrale tra Cassiopea e la Via Lattea, sarà colpa della struttura ossea - corporea, sarà che ho studiato troppo e la capoccia mia è piena zeppa...
Questa mattina, a digiuno, sono salita sulla nuova bilancia elettronica ed è successo l'irreparabile: una notizia peggiore non avrei potuto proprio ricevere, sono terribilmente giù di morale e su di peso.
Secondo la massa muscolare, l'altezza, l'età e il segno zodiacale direi, sono un pessimo esempio di lotta alla cellulite; non solo gli insaccati mi fanno un baffo, sono addirittura in riserva, come le foche per l'inverno, peccato che non vada in letargo io, no, il mio appetito è costante e direttamente proporzionale all'avvicinarsi dell'ora della pappa.
Ho affogato il dispiacere, questo pomeriggio in un cappuccino caldo, insieme a cinque/sei biscotti digestivi, quelli che fanno bene, comincerò domani la mia nuova vita.
Ecco.
Sono triste, incompresa, intrattabile e sempre affamata; ho perso la fiducia nella tecnologia che migliorerebbe la vita degli uomini, ma pure tu bilancia mia - dopo che ti abbiamo accolta a casa nostra - che ti costava dirmi una piccola, innocua bugia?
Voglio assolutamente ritornare in forma, snellirmi, modellarmi, rassodare, esfoliare, distendere, massaggiare e chiedere un miracolo, natalizio, bello forte, pure una benedizione direi, con insistenza.
Peggio si può?
Mio marito, sempre lui, la mia dolce metà, quello che non ascolta più del 20% di quello che dico, quello che grugnisce quando mi specchio o chiedo un parere, quello che si lamenta un giorno sì e l'altro pure di quel che cucino, è tutta colpa sua.
Avete presente i volantini che ti riempiono la cassetta della posta, ecco per questa settimana in uno di quelli c'era la foto, con tanto di indicazioni tecniche, sottigliezze, cavilli, perfezionamenti e niente: di solito non percepisce quello che gli chiedo di comprare il mio coniuge, non capta mai, ieri invece è tornato tutto trionfante con l'aggeggio malefico.
Che disdetta, che disfatta, che guaio, che tribolazione: sarà colpa dell'abbondante cena di sabato sera, sarà colpa del periodo ciclico, sarà colpa della congiunzione astrale tra Cassiopea e la Via Lattea, sarà colpa della struttura ossea - corporea, sarà che ho studiato troppo e la capoccia mia è piena zeppa...
Questa mattina, a digiuno, sono salita sulla nuova bilancia elettronica ed è successo l'irreparabile: una notizia peggiore non avrei potuto proprio ricevere, sono terribilmente giù di morale e su di peso.
Secondo la massa muscolare, l'altezza, l'età e il segno zodiacale direi, sono un pessimo esempio di lotta alla cellulite; non solo gli insaccati mi fanno un baffo, sono addirittura in riserva, come le foche per l'inverno, peccato che non vada in letargo io, no, il mio appetito è costante e direttamente proporzionale all'avvicinarsi dell'ora della pappa.
Ho affogato il dispiacere, questo pomeriggio in un cappuccino caldo, insieme a cinque/sei biscotti digestivi, quelli che fanno bene, comincerò domani la mia nuova vita.
Ecco.
Sono triste, incompresa, intrattabile e sempre affamata; ho perso la fiducia nella tecnologia che migliorerebbe la vita degli uomini, ma pure tu bilancia mia - dopo che ti abbiamo accolta a casa nostra - che ti costava dirmi una piccola, innocua bugia?
Voglio assolutamente ritornare in forma, snellirmi, modellarmi, rassodare, esfoliare, distendere, massaggiare e chiedere un miracolo, natalizio, bello forte, pure una benedizione direi, con insistenza.
Peggio si può?
SANTA CECILIA, LA BANDA
Il 22 novembre la chiesa celebra S. Cecilia, patrona dei musicisti.
Oggi la Banda Comunale ha festeggiato con un concerto la Santa presso la chiesa del convento passionista di Sant'Eutizio frazione, sulla tomba di Eutizio Martire; prima la messa celebrata da padre Aldo e poi un'esibizione, appuntamento per tutti alle 10:30 in chiesa.
La celebrazione è stata animata dal coro della parrocchia, presenti tanti bimbi come chierichetti, accanto a padre Aldo, che durante l'omelia ha ricordato i tanti motivi per una vita cristiana, le cadute e le convinzioni dell'uomo di essere speciale, mentre schiaccia e calpesta l'altro, il prossimo per arrivare al nulla.
La banda del paese di riunisce il venerdì sera per le prove, mentre il sabato pomeriggio continuano le lezioni di musica per giovani aspiranti, principianti, piccoli curiosi: una gioia ascoltarli e ogni volta mi stupisco a guardare i giovani accanto agli anziani, i neofiti accanto ai veterani che scherzano, si confidano, si consigliano. Merita una menzione speciale Sara, una ragazza dalla forza immensa, che affronta la vita accompagnata sempre dalla sua famiglia, un esempio per chi si lamenta delle difficoltà quotidiane, per chi crede di non possedere la forza giusta per affrontare gli ostacoli, per chi pensa che la vita non meriti di essere goduta: Sara ha ricominciato a vivere dopo uno spaventoso incidente, tutto da capo e tutto nuovo, ora a ripreso a suonare sempre meglio, sempre con più intensità e amore.
Quando possiamo seguiamo sempre gli appuntamenti musicali del pargolo grande, che frequenta le lezioni del maestro Americo Gorello dal 2015: grande soddisfazione ogni uscita, un modo per circondarsi di amici, con cui condividere una sana passione.
Anche il piccoletto desidererebbe entrare a far parte del gruppo e il maestro sarebbe anche ben disposto ad accoglierlo e a guidarlo, stiamo dunque valutando la possibilità, ma quanta pazienza musicale ci vorrà da parte sua?
https://www.facebook.com/bandadisorianonelcimino/
https://www.facebook.com/americo.gorello
http://www.famigliacristiana.it/articolo/santa-cecilia-la-nobildonna-che-canto-il-suo-voto-di-castita.aspx
Oggi la Banda Comunale ha festeggiato con un concerto la Santa presso la chiesa del convento passionista di Sant'Eutizio frazione, sulla tomba di Eutizio Martire; prima la messa celebrata da padre Aldo e poi un'esibizione, appuntamento per tutti alle 10:30 in chiesa.
La celebrazione è stata animata dal coro della parrocchia, presenti tanti bimbi come chierichetti, accanto a padre Aldo, che durante l'omelia ha ricordato i tanti motivi per una vita cristiana, le cadute e le convinzioni dell'uomo di essere speciale, mentre schiaccia e calpesta l'altro, il prossimo per arrivare al nulla.
La banda del paese di riunisce il venerdì sera per le prove, mentre il sabato pomeriggio continuano le lezioni di musica per giovani aspiranti, principianti, piccoli curiosi: una gioia ascoltarli e ogni volta mi stupisco a guardare i giovani accanto agli anziani, i neofiti accanto ai veterani che scherzano, si confidano, si consigliano. Merita una menzione speciale Sara, una ragazza dalla forza immensa, che affronta la vita accompagnata sempre dalla sua famiglia, un esempio per chi si lamenta delle difficoltà quotidiane, per chi crede di non possedere la forza giusta per affrontare gli ostacoli, per chi pensa che la vita non meriti di essere goduta: Sara ha ricominciato a vivere dopo uno spaventoso incidente, tutto da capo e tutto nuovo, ora a ripreso a suonare sempre meglio, sempre con più intensità e amore.
Quando possiamo seguiamo sempre gli appuntamenti musicali del pargolo grande, che frequenta le lezioni del maestro Americo Gorello dal 2015: grande soddisfazione ogni uscita, un modo per circondarsi di amici, con cui condividere una sana passione.
Anche il piccoletto desidererebbe entrare a far parte del gruppo e il maestro sarebbe anche ben disposto ad accoglierlo e a guidarlo, stiamo dunque valutando la possibilità, ma quanta pazienza musicale ci vorrà da parte sua?
https://www.facebook.com/bandadisorianonelcimino/
https://www.facebook.com/americo.gorello
http://www.famigliacristiana.it/articolo/santa-cecilia-la-nobildonna-che-canto-il-suo-voto-di-castita.aspx
QUELLO SCRITTO
Eccomi alla fine di una lunga giornata, di una lunga settimana: sono ancora seduta davanti al portatile, controllo i social e le risposte che hanno raccolto i miei articoli in questi ultimi giorni. Grosse soddisfazioni di numeri, di pubblico, di apprezzamenti e di messaggi ricevuti.
Stiamo crescendo, il mio blog ed io, non posso che esserne contenta.
Le parole: ci rifletto spesso e lo scrivo - lo intuite, riporto sempre le mie riflessioni - servono, aiutano, piacciono, divertono, danno fastidio, urtano, incoraggiano?
Sapete, quando tratto di alcuni argomenti strettamente paesani, in determinati periodi dell'anno il conta-contatti schizza a cifre assurde, impensabili; da ieri sto chiedendo aiuto per Luigi e ho raccolto buoni risultati, non certo importanti, circa un quinto degli altri, così non va bene come speravo.
Quando mi contattano, esulto; quando mi lusingano, esulto; quando mi chiedono un parere, esulto.
Chissà, le parole da leggere e da scrivere, da interpretare e ripetere a memoria, difficile arrivare dritti al cuore, meglio un'immagine oggi, la musica accattivante forse; per me, niente di più dolce, fine, studiato, prezioso di un pensiero scritto e dedicato, lì ad aspettare, magari con un destinatario preciso, con un intento preciso.
Da grande, scriverò storie, fiabe, favole e filastrocche, arriverò dritto all'animo dei bambini, così come succede ora durante la lettura ad alta voce, quando si innesta un'atmosfera particolare, quando si crea complicità, silenzio-ascolto unico: potresti sentire battere i cuoricini tanto sono silenziosi i miei piccoli amici interessati alla storia.
Catturare le persone, catturare la loro anima, restare imprigionati nei loro sentimenti, quando riuscirò a realizzare tutto ciò con le mie parole, sarò diventata una brava scrittrice, fino a quel momento resterò una semplice mamma, prestata alla scuola, di passaggio in biblioteca, con il pallino di risultare interessante per qualche articolo redatto seduta al tavolo della sala, davanti ad un portatile, intenta a visualizzare i commenti social.
Stiamo crescendo, il mio blog ed io, non posso che esserne contenta.
Le parole: ci rifletto spesso e lo scrivo - lo intuite, riporto sempre le mie riflessioni - servono, aiutano, piacciono, divertono, danno fastidio, urtano, incoraggiano?
Sapete, quando tratto di alcuni argomenti strettamente paesani, in determinati periodi dell'anno il conta-contatti schizza a cifre assurde, impensabili; da ieri sto chiedendo aiuto per Luigi e ho raccolto buoni risultati, non certo importanti, circa un quinto degli altri, così non va bene come speravo.
Quando mi contattano, esulto; quando mi lusingano, esulto; quando mi chiedono un parere, esulto.
Chissà, le parole da leggere e da scrivere, da interpretare e ripetere a memoria, difficile arrivare dritti al cuore, meglio un'immagine oggi, la musica accattivante forse; per me, niente di più dolce, fine, studiato, prezioso di un pensiero scritto e dedicato, lì ad aspettare, magari con un destinatario preciso, con un intento preciso.
Da grande, scriverò storie, fiabe, favole e filastrocche, arriverò dritto all'animo dei bambini, così come succede ora durante la lettura ad alta voce, quando si innesta un'atmosfera particolare, quando si crea complicità, silenzio-ascolto unico: potresti sentire battere i cuoricini tanto sono silenziosi i miei piccoli amici interessati alla storia.
Catturare le persone, catturare la loro anima, restare imprigionati nei loro sentimenti, quando riuscirò a realizzare tutto ciò con le mie parole, sarò diventata una brava scrittrice, fino a quel momento resterò una semplice mamma, prestata alla scuola, di passaggio in biblioteca, con il pallino di risultare interessante per qualche articolo redatto seduta al tavolo della sala, davanti ad un portatile, intenta a visualizzare i commenti social.
sabato 24 novembre 2018
HO CONOSCIUTO TRE FATINE
Non capita certo tutti i giorni di essere contattata da persone speciali che ti parlano dei loro progetti, ne sono onorata: tre donne, di un gruppo nutrito di amici che hanno grandi idee, che desiderano rendere gli altri partecipi del bene che hanno intenzione di compiere.
Il progetto parte da lontano, parte anche dal dolore immenso di alcune famiglie private del bene più prezioso e prende forma sempre più concreta, sempre più consistente per trasformarsi in un'associazione, una ONLUS.
Il gruppo, capitanato da Francesca Romana, conta una quindicina di partecipanti, di età, occupazione, origini differenti eppure uniti, forti nell'affrontare tutte le pratiche burocratiche, i piccoli ostacoli e i primi passi nel mondo delle associazioni.
Vogliono aiutare, portare un contributo concreto a chi vive nella sofferenza, a chi ha bisogno di cure, ai piccoli come alle famiglie, ai genitori divisi tra la vita quotidiana, l'ospedale, le cure e chi li aspetta a casa, al nucleo familiare che attende a casa le buone notizie, sussultando ad ogni squillo di telefono.
A Soriano negli anni scorsi alcune di queste persone sono riuscite a sensibilizzare la popolazione per la raccolta di denaro finalizzata all'acquisto di beni consegnati direttamente all'Ospedale Bambino Gesù di Roma, con l'aiuto dei genitori dei bimbi ricoverati; ma ora hanno preso coraggio, hanno deciso di continuare in grande, di diventare più incisivi e presenti sul territorio, per arrivare a quanti più bisogni possibile, perché nei vari reparti dei nosocomi, degli ambulatori, delle strutture convenzionate c'è tanto da sostenere.
Hanno meravigliosi programmi, grandi propositi, forti motivazioni e sono decise, queste persone, a sensibilizzare noi tutti: certo chi vive in prima persona difficili realtà sarà più ricettivo, più toccato dal movimento e dai programmi, ma l'idea principale sta nella collaborazione e nell'informazione diretta con le famiglie, i pediatri, la scuola.
Mi hanno colpito tanti particolari, ma sicuramente i sorrisi di queste donne non lasciano indifferenti: hanno lottato e combattuto a lungo, ma i loro occhi sprigionano una forza che non trovi in altri volti, non senti da altre labbra, non esce da altri cuori.
Impariamo a non fermarci, a non accontentarci, stendiamo la mano e rialziamo chi sta in ginocchio: grazie a Francesca, Francesca Romana e a Rosangela per avermi resa partecipe di grandi cose.
Il progetto parte da lontano, parte anche dal dolore immenso di alcune famiglie private del bene più prezioso e prende forma sempre più concreta, sempre più consistente per trasformarsi in un'associazione, una ONLUS.
Il gruppo, capitanato da Francesca Romana, conta una quindicina di partecipanti, di età, occupazione, origini differenti eppure uniti, forti nell'affrontare tutte le pratiche burocratiche, i piccoli ostacoli e i primi passi nel mondo delle associazioni.
Vogliono aiutare, portare un contributo concreto a chi vive nella sofferenza, a chi ha bisogno di cure, ai piccoli come alle famiglie, ai genitori divisi tra la vita quotidiana, l'ospedale, le cure e chi li aspetta a casa, al nucleo familiare che attende a casa le buone notizie, sussultando ad ogni squillo di telefono.
A Soriano negli anni scorsi alcune di queste persone sono riuscite a sensibilizzare la popolazione per la raccolta di denaro finalizzata all'acquisto di beni consegnati direttamente all'Ospedale Bambino Gesù di Roma, con l'aiuto dei genitori dei bimbi ricoverati; ma ora hanno preso coraggio, hanno deciso di continuare in grande, di diventare più incisivi e presenti sul territorio, per arrivare a quanti più bisogni possibile, perché nei vari reparti dei nosocomi, degli ambulatori, delle strutture convenzionate c'è tanto da sostenere.
Hanno meravigliosi programmi, grandi propositi, forti motivazioni e sono decise, queste persone, a sensibilizzare noi tutti: certo chi vive in prima persona difficili realtà sarà più ricettivo, più toccato dal movimento e dai programmi, ma l'idea principale sta nella collaborazione e nell'informazione diretta con le famiglie, i pediatri, la scuola.
Mi hanno colpito tanti particolari, ma sicuramente i sorrisi di queste donne non lasciano indifferenti: hanno lottato e combattuto a lungo, ma i loro occhi sprigionano una forza che non trovi in altri volti, non senti da altre labbra, non esce da altri cuori.
Impariamo a non fermarci, a non accontentarci, stendiamo la mano e rialziamo chi sta in ginocchio: grazie a Francesca, Francesca Romana e a Rosangela per avermi resa partecipe di grandi cose.
PASSAMI UNA STORIA
Sabato piovoso, novembre di riposo e di riflessione, sembra che anche il nostro corpo entri in letargo in questo mese, anche se la pubblicità martellante vuol farci credere che abbiamo poco tempo per comprare, comprare, comprare...
Mentre durante la settimana, le mamme - di solito - corrono isteriche con la loro macchina da un punto ginnico, ad uno sportivo, da uno atletico all'altro canoro, il sabato ci si rilassa un po', si rimane tranquilli di più nel lettone, si fa il pieno di energie coccolose.
Però, se avete un po' di tempo libero per la fantasia dell'arcobaleno, se volete accendere l'immaginazione del cuore e nutrire di pensieri positivi la vostra mente acuta, se non vi bastano le solite parole, potreste entrare in biblioteca, oggi per esempio c'è l'appuntamento della lettura ad alta voce, alle 11:30.
Potrete conoscere i segreti del giardino, seguire le vicende di un Superconiglio, confrontarvi con il Gruffalo, aiutare la Strega Zelda a preparare pozioni, cercare gli amichetti con Piccola Macchia, vivere per un po' nel Paese dei Quadrati o in quello dei rettangoli, conoscere un elefante colorato, sfuggire dai denti di un coccodrillo che cerca di assaggiare bambini.
Potrete anche salire sulla Luna con i topini, salvare animaletti in difficoltà con la squadra dei pompieri, ritrovare le macchie della Pimpa, entrare nella casa di Olivia, diventare rossi o verdi a seconda dei vostri stati d'animo, trovare altri bimbi che non vorrebbero teneri e paffuti fratellini in braccio alla mamma.
Difficile essere bambini, certe volte i grandi non capiscono, ma di solito con un libro come per magia tutto si risolve, qualcosa di brutto si dimentica e si sorride, perché con gli amichetti anche il cielo grigio diventa interessante.
Biblioteca Comunale, il sabato ore 11:30, per bambini irresistibili e sognatori.
Mentre durante la settimana, le mamme - di solito - corrono isteriche con la loro macchina da un punto ginnico, ad uno sportivo, da uno atletico all'altro canoro, il sabato ci si rilassa un po', si rimane tranquilli di più nel lettone, si fa il pieno di energie coccolose.
Però, se avete un po' di tempo libero per la fantasia dell'arcobaleno, se volete accendere l'immaginazione del cuore e nutrire di pensieri positivi la vostra mente acuta, se non vi bastano le solite parole, potreste entrare in biblioteca, oggi per esempio c'è l'appuntamento della lettura ad alta voce, alle 11:30.
Potrete conoscere i segreti del giardino, seguire le vicende di un Superconiglio, confrontarvi con il Gruffalo, aiutare la Strega Zelda a preparare pozioni, cercare gli amichetti con Piccola Macchia, vivere per un po' nel Paese dei Quadrati o in quello dei rettangoli, conoscere un elefante colorato, sfuggire dai denti di un coccodrillo che cerca di assaggiare bambini.
Potrete anche salire sulla Luna con i topini, salvare animaletti in difficoltà con la squadra dei pompieri, ritrovare le macchie della Pimpa, entrare nella casa di Olivia, diventare rossi o verdi a seconda dei vostri stati d'animo, trovare altri bimbi che non vorrebbero teneri e paffuti fratellini in braccio alla mamma.
Difficile essere bambini, certe volte i grandi non capiscono, ma di solito con un libro come per magia tutto si risolve, qualcosa di brutto si dimentica e si sorride, perché con gli amichetti anche il cielo grigio diventa interessante.
Biblioteca Comunale, il sabato ore 11:30, per bambini irresistibili e sognatori.
AD OGNI COSTO
Si parla di prepotenti e di deboli, di bulli e di vittime; poi la discussione scivola sugli obiettivi, sul successo ad ogni costo, sulla meta da raggiungere con ogni mezzo, anche con la prepotenza e la sopraffazione.
Il mondo appare netto agli adulti, o quasi: se vuoi realizzarti nella carriera, oltre all'impegno hai bisogno di qualche spinta non metaforica, ma anche di sostanze dopanti, di quelle che non ti fanno percepire la stanchezza, di quelle che ti aiutano a rimanere ad alti livelli di prestazione per tutto il giorno, per quanto serve.
E i ragazzi? A loro stiamo parlando, con loro vogliamo capire cosa significhi il successo, la notorietà, la visibilità e li mettiamo in guardia sul pericolo, il risvolto negativo, il buco nero in cui si cade quando si intraprende una strada terribile come l'uso di eccitanti o altro.
Facile per noi adulti parlare, portare esempi, rizzare paletti e giudicare: abbiamo percorso la nostra strada, abbiamo compiuto i nostri sbagli, conosciuto i momenti di esaltazione così come lo sconforto; tutti inevitabilmente abbiamo commesso errori di valutazione per cui ci siamo rafforzati, ci siamo plasmati e più o meno malconci dispensiamo consigli.
Ma...
Se ripenso a me, da ragazza, giovane studentessa rivedo un pulcino spiegazzato, pronto a cercare la compagnia delle amiche, anche in freddi pomeriggi piovosi, carica di compiti per il giorno dopo. Da ragazzi abbiamo cambiato taglio di capelli, modi di vestire o di parlare pur di essere accettati nel gruppo; abbiamo cercato scuse o inventato bugie da raccontare ai genitori per trascorrere serate particolari.
Ad ogni costo, siamo scesi a compromessi per essere invitati alle feste, per apparire come gli altri o almeno i più simili possibile; stessa scuola superiore, stesso modello di motorino, insieme gli esami della patente, nello stesso locale per la maggiore età; stesso sport, palestra...
Non pontifichiamo ora, da grandi e vaccinati, non portiamo quegli esempi esagerati, enormi, perché in un passato non molto remoto, anche noi piccoli e neri abbiamo brancolato nel buio del nostro io alla ricerca di un posto non troppo lontano dal podio. Credo.
venerdì 23 novembre 2018
IL SOGNO DI LUIGI
Semplice, quello che molti giovani condividono, incontrare il proprio idolo calcistico, in questo caso il Capitano.
Luigi, romanista, adora Francesco Totti, segue le partite della squadra anche al bar con il padre come fanno gli esperti, tifa.
Luigi studia, è un ragazzo di tredici anni, frequenta la 3 media, sezione B; zaino giallorosso, astuccio giallorosso; sempre pronto a discutere con chi lo stuzzica sul gioco della sua squadra, su una partita, quando poi si tratta di una sconfitta diventa intrattabile.
Luigi è un ragazzo speciale, lo noti subito, non passa inosservato e poi è simpaticissimo e se per caso non lo guardi, ti chiama lui, ti ferma, batte il cinque con la mano. Prende il pulmino per raggiungere la scuola e tornare a casa, sta diventando ogni giorno più autonomo e sicuro, nonostante tanti grandi ostacoli.
Un pomeriggio a settimana poi esce per il paese con un operatore, Michael il terapista che lo segue e lo incoraggia: sono diventati amici, naturalmente e Michael ha regalato a Luigi il libro delle barzellette su Totti, un dono prezioso per il ragazzo, che se lo porta sempre dietro, anche a scuola, lo apre e lo consulta, con ammirazione, con curiosità e passione giallorossa.
Questa mattina, allora, ho pensato di provare un esperimento, uno di quelli social che tanto successo riscuotono e l'ho comunicato a Luigi, eravamo in palestra: non stava più nella pelle, sorrideva come un bambino davanti ai regali sotto l'albero di Natale; ha invocato un miracolo e mi ha domandato per una decina di volte di seguito se Totti avrebbe risposto e soprattutto quando al messaggio scritto con tanto di foto del volume.
Luigi non corre spedito, però la sua materia preferita è ginnastica; Luigi non usa correttamente il braccio sinistro, ma quando gioca con i compagni si mette a porta; Luigi vuole partecipare ad ogni sfida, perché non ha nulla di diverso dagli altri, dice.
Sono solo un'insegnante di passaggio nella sua vita scolastica, in particolare lo aiuterò per tutto l'anno a prepararsi per affrontare gli esami di terza media, che già tanto lo preoccupano... Ah, Luigi vorrebbe essere promosso senza studiare troppo, però si offende se ottiene un voto inferiore all'otto!
A quale miracolo assisteremo?
Chissà se riuscirà a coronare il suo sogno, Luigi; questo vi chiedo: aiutatemi a diffondere il messaggio, condividendo l'articolo o il post, per raggiungere Francesco, così come è successo tante volte per altri ragazzi speciali, grazie!
Questo il testo della lettera per il Capitano:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2092991327618900&set=a.1909971982587503&type=3&theater¬if_t=feedback_reaction_generic¬if_id=1542982170467247
Luigi, romanista, adora Francesco Totti, segue le partite della squadra anche al bar con il padre come fanno gli esperti, tifa.
Luigi studia, è un ragazzo di tredici anni, frequenta la 3 media, sezione B; zaino giallorosso, astuccio giallorosso; sempre pronto a discutere con chi lo stuzzica sul gioco della sua squadra, su una partita, quando poi si tratta di una sconfitta diventa intrattabile.
Luigi è un ragazzo speciale, lo noti subito, non passa inosservato e poi è simpaticissimo e se per caso non lo guardi, ti chiama lui, ti ferma, batte il cinque con la mano. Prende il pulmino per raggiungere la scuola e tornare a casa, sta diventando ogni giorno più autonomo e sicuro, nonostante tanti grandi ostacoli.
Un pomeriggio a settimana poi esce per il paese con un operatore, Michael il terapista che lo segue e lo incoraggia: sono diventati amici, naturalmente e Michael ha regalato a Luigi il libro delle barzellette su Totti, un dono prezioso per il ragazzo, che se lo porta sempre dietro, anche a scuola, lo apre e lo consulta, con ammirazione, con curiosità e passione giallorossa.
Questa mattina, allora, ho pensato di provare un esperimento, uno di quelli social che tanto successo riscuotono e l'ho comunicato a Luigi, eravamo in palestra: non stava più nella pelle, sorrideva come un bambino davanti ai regali sotto l'albero di Natale; ha invocato un miracolo e mi ha domandato per una decina di volte di seguito se Totti avrebbe risposto e soprattutto quando al messaggio scritto con tanto di foto del volume.
Luigi non corre spedito, però la sua materia preferita è ginnastica; Luigi non usa correttamente il braccio sinistro, ma quando gioca con i compagni si mette a porta; Luigi vuole partecipare ad ogni sfida, perché non ha nulla di diverso dagli altri, dice.
Sono solo un'insegnante di passaggio nella sua vita scolastica, in particolare lo aiuterò per tutto l'anno a prepararsi per affrontare gli esami di terza media, che già tanto lo preoccupano... Ah, Luigi vorrebbe essere promosso senza studiare troppo, però si offende se ottiene un voto inferiore all'otto!
A quale miracolo assisteremo?
Chissà se riuscirà a coronare il suo sogno, Luigi; questo vi chiedo: aiutatemi a diffondere il messaggio, condividendo l'articolo o il post, per raggiungere Francesco, così come è successo tante volte per altri ragazzi speciali, grazie!
Questo il testo della lettera per il Capitano:
Caro Totti,
Ti vorrei conoscere perché mi sei simpatico come giocatore e vorrei che portassi con te tuo figlio qui a scuola.
Sono Luigi, tu sei il mio idolo. Frequento la 3 media e vorrei il tuo autografo sul libro che mi ha regalato Michael, il mio operatore per l'autonomia. Ho 13 anni, sono nato il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Sono un ragazzo speciale, perché sono simpaticissimo e a scuola mi conoscono tutti. Ho tanta voglia di conoscerti, da quando ero piccolo, il mio sogno è farci una foto insieme. Mi fai questo regalo di Natale, per favore?
Un grande abbraccio da Luigi, classe 3B
Ist. Comprensivo Soriano nel Cimino
Ti vorrei conoscere perché mi sei simpatico come giocatore e vorrei che portassi con te tuo figlio qui a scuola.
Sono Luigi, tu sei il mio idolo. Frequento la 3 media e vorrei il tuo autografo sul libro che mi ha regalato Michael, il mio operatore per l'autonomia. Ho 13 anni, sono nato il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Sono un ragazzo speciale, perché sono simpaticissimo e a scuola mi conoscono tutti. Ho tanta voglia di conoscerti, da quando ero piccolo, il mio sogno è farci una foto insieme. Mi fai questo regalo di Natale, per favore?
Un grande abbraccio da Luigi, classe 3B
Ist. Comprensivo Soriano nel Cimino
P.S. la lettera è stata scritta dalla professoressa Alessandra, a cui parlo sempre della Roma, tutte le mattine a scuola le faccio una testa come un pallone.
giovedì 22 novembre 2018
INSISTERE, OBBLIGARE, CONSIGLIARE
Argomento: si deve obbligare un ragazzo alla lettura?
Risposta mia: sì.
Allora, ognuno possiede un'idea, una convinzione, libero di esprimerla, condividerla, accettare che gli altri parlino o rimanere arroccato e chiudere le orecchie.
Si parla di piacere della lettura, di invitare i ragazzi alla scoperta di testi, di consigliare di recarsi in biblioteca e assaporarne l'odore, entrare in sintonia e lasciare libertà di azione.
Si può stilare un elenco di testi da leggere, si può consigliare quale comprare, regalare o peggio, scrivere una classifica degli autori più efficaci?
Lo scorso anno, quando tenevo in mano tre classi, ho suggerito un elenco adatto ad ogni età, da cui attingere per cominciare; ho imposto la lettura di un testo al mese, con relativa relazione finale; ho messo in piedi una piccola biblioteca scolastica che a fine anno contava circa ottanta volumi e non me ne vergogno, anzi, ne vado estremamente fiera.
Diciamocelo, se si lasciassero liberi i ragazzi di andare o no in biblioteca, se fosse nelle loro mani la decisione di consultare o meno pagine scritte fitte di un argomento ostico, difficile, lo farebbero? Quanti uscirebbero di casa felici di lasciare il letto, la cameretta, il divano, la poltrona, i giochi elettronici, il telefonino per andare in un luogo di cultura, che nell'immaginario adolescenziale equivale alla scuola? L'obbligo è per me un piccolo espediente intanto per costringere il ragazzo ad entrare in biblioteca o in libreria, fatto non scontato neanche per i genitori; se è un compito, se si deve fare, allora bene o male, la consegna si porterà a termine, altrimenti ne dubito; poi scatterà la passione, il piacere, la curiosità. Oggi ci potremmo anche accontentare di un film tratto da, potremmo guardare un video, un filmato, una video-chiamata, una recensione scritta o peggio registrata dall'ultimo dei cialtroni da salotto, anzi da cameretta che abbiano attivato un canale in rete.
La cultura, la scoperta e la bellezza si apprendono, si ereditano, si assorbono: ne sono convinta; come genitori, intanto possiamo fare molto; poi subentra la scuola.
Non si può pretendere che i giovani apprezzino e salvaguardino il nostro patrimonio se siamo noi i primi a snobbarlo, se pochi si recano in visita nei musei, se pochi comprano libri, frequentano cinema, pochissimi assistono a spettacoli teatrali, ma come possiamo pretendere che i nostri figli si appassionino all'arte, alla bellezza, al bel canto e alla parola scritta e non urlata?
Nel mio paesello non ci sono poi così tante attrattive, non che ci sia questa vita mondana che distragga dal quotidiano, eppure molti bimbi prendono la tessera gratuita della biblioteca solo una volta entrati alla scuola elementare, quando poi la maestra assegna la lettura di un libro ogni venerdì per il lunedì.
Rinunciamo ad una domenica al mese nel centro commerciale e passiamola con i pargoli in visita ad un museo, una dimora storica, un parco a tema, al cinema, a teatro o semplicemente organizziamo una merenda in taverna, a base di buoni libri e saporiti biscotti fatti in casa.
Risposta mia: sì.
Allora, ognuno possiede un'idea, una convinzione, libero di esprimerla, condividerla, accettare che gli altri parlino o rimanere arroccato e chiudere le orecchie.
Si parla di piacere della lettura, di invitare i ragazzi alla scoperta di testi, di consigliare di recarsi in biblioteca e assaporarne l'odore, entrare in sintonia e lasciare libertà di azione.
Si può stilare un elenco di testi da leggere, si può consigliare quale comprare, regalare o peggio, scrivere una classifica degli autori più efficaci?
Lo scorso anno, quando tenevo in mano tre classi, ho suggerito un elenco adatto ad ogni età, da cui attingere per cominciare; ho imposto la lettura di un testo al mese, con relativa relazione finale; ho messo in piedi una piccola biblioteca scolastica che a fine anno contava circa ottanta volumi e non me ne vergogno, anzi, ne vado estremamente fiera.
Diciamocelo, se si lasciassero liberi i ragazzi di andare o no in biblioteca, se fosse nelle loro mani la decisione di consultare o meno pagine scritte fitte di un argomento ostico, difficile, lo farebbero? Quanti uscirebbero di casa felici di lasciare il letto, la cameretta, il divano, la poltrona, i giochi elettronici, il telefonino per andare in un luogo di cultura, che nell'immaginario adolescenziale equivale alla scuola? L'obbligo è per me un piccolo espediente intanto per costringere il ragazzo ad entrare in biblioteca o in libreria, fatto non scontato neanche per i genitori; se è un compito, se si deve fare, allora bene o male, la consegna si porterà a termine, altrimenti ne dubito; poi scatterà la passione, il piacere, la curiosità. Oggi ci potremmo anche accontentare di un film tratto da, potremmo guardare un video, un filmato, una video-chiamata, una recensione scritta o peggio registrata dall'ultimo dei cialtroni da salotto, anzi da cameretta che abbiano attivato un canale in rete.
La cultura, la scoperta e la bellezza si apprendono, si ereditano, si assorbono: ne sono convinta; come genitori, intanto possiamo fare molto; poi subentra la scuola.
Non si può pretendere che i giovani apprezzino e salvaguardino il nostro patrimonio se siamo noi i primi a snobbarlo, se pochi si recano in visita nei musei, se pochi comprano libri, frequentano cinema, pochissimi assistono a spettacoli teatrali, ma come possiamo pretendere che i nostri figli si appassionino all'arte, alla bellezza, al bel canto e alla parola scritta e non urlata?
Nel mio paesello non ci sono poi così tante attrattive, non che ci sia questa vita mondana che distragga dal quotidiano, eppure molti bimbi prendono la tessera gratuita della biblioteca solo una volta entrati alla scuola elementare, quando poi la maestra assegna la lettura di un libro ogni venerdì per il lunedì.
Rinunciamo ad una domenica al mese nel centro commerciale e passiamola con i pargoli in visita ad un museo, una dimora storica, un parco a tema, al cinema, a teatro o semplicemente organizziamo una merenda in taverna, a base di buoni libri e saporiti biscotti fatti in casa.
PROVA GENERALE, NIENTE PANICO
Bene, anzi benissimo, perché gli alunni coristi dell'Istituto Comprensivo, sede centrale da professionisti quali sono, non sentono l'ansia dell'esibizione ormai vicina, non si lasciano travolgere dal timore di non potercela fare, anzi: circa cinquanta elementi dalla terza media in giù che si concentrano sui quattro pezzi da eseguire, senza batticuore alcuno, sempre con quel sorriso birbante di chi la sa lunga e canora.
Ore 14:30 si comincia, in aula magna davanti ad un gruppo internazionale di docenti - Progetto Erasmus in visita - con due canzoni e tutto fila liscio: saranno le magiche mani della professoressa Barbierato che guidano occhi e orecchie dei cantanti in erba, saranno le mani del professor Achilli, seduto al piano elettrico pronto ad accompagnare e a suggerire la tonalità giusta, ma niente li scalfisce, i nostri piccoli eroi.
Certo, sono un gruppo unito e quando un membro richiede di andare in bagno, poi tutti sentono il bisogno, un corpo un'anima sonora, belli loro; giusto un attimo di pausa per bere, sgranchirsi, solleticare, raccontarsi gli ultimi sviluppi, dura la disciplina musicale.
La professoressa aggiusta il tiro, sposta in ordine di altezza, allinea quelli della primaria avanti - cerchiamo di mantenere la riga dritta - quelli della secondaria dietro accanto alle due fuori quota; prova delle due voci botta e risposta, il sardo, l'inglese, ma non c'è storia il pezzo francese risulta una meraviglia di modulazione e d'insieme, una poesia che accompagna le voci, suggestiva.
Quattro incontri in tutto, un piccolo miracolo di organizzazione, in vista della festa del Santo Patrono, per cui si mostreranno per la prima volta in pubblico, al pubblico in chiesa, presso il duomo il 6 dicembre, per la messa pomeridiana.
Ultime raccomandazioni, indicazioni di movimenti delle labbra, parole da memorizzare, abbigliamento: i bimbi ascoltano, sono pronti, si rendono conto se non ricordano qualche parolina e chiedono, riprovano; quelli delle medie che aiutano quelli delle elementari, ma non provate a chiamarli piccoli, che non vi risponderanno eh!
Il coro, tutti loro sono il coro, hanno provato, hanno imparato e memorizzato, hanno afferrato che l'unica soluzione in caso di smarrimento sarà guardare la professoressa, la sua bocca, le sue mani e il suo splendido sorriso.
Noi già siamo commossi, naturalmente, perché il risultato non sarà quello della festa, certo anche quello, ci mancherebbe, ma l'intento, il nobile fine a cui si è arrivati è l'unione, la collaborazione, il sentire l'altro vicino a sé per cantare insieme, unire le voci, né più veloce né più piano, insieme, alti, bassi, maschi, femmine, normali e speciali, tutti nostri bambini, i nostri ragazzi.
Ore 14:30 si comincia, in aula magna davanti ad un gruppo internazionale di docenti - Progetto Erasmus in visita - con due canzoni e tutto fila liscio: saranno le magiche mani della professoressa Barbierato che guidano occhi e orecchie dei cantanti in erba, saranno le mani del professor Achilli, seduto al piano elettrico pronto ad accompagnare e a suggerire la tonalità giusta, ma niente li scalfisce, i nostri piccoli eroi.
Certo, sono un gruppo unito e quando un membro richiede di andare in bagno, poi tutti sentono il bisogno, un corpo un'anima sonora, belli loro; giusto un attimo di pausa per bere, sgranchirsi, solleticare, raccontarsi gli ultimi sviluppi, dura la disciplina musicale.
La professoressa aggiusta il tiro, sposta in ordine di altezza, allinea quelli della primaria avanti - cerchiamo di mantenere la riga dritta - quelli della secondaria dietro accanto alle due fuori quota; prova delle due voci botta e risposta, il sardo, l'inglese, ma non c'è storia il pezzo francese risulta una meraviglia di modulazione e d'insieme, una poesia che accompagna le voci, suggestiva.
Quattro incontri in tutto, un piccolo miracolo di organizzazione, in vista della festa del Santo Patrono, per cui si mostreranno per la prima volta in pubblico, al pubblico in chiesa, presso il duomo il 6 dicembre, per la messa pomeridiana.
Ultime raccomandazioni, indicazioni di movimenti delle labbra, parole da memorizzare, abbigliamento: i bimbi ascoltano, sono pronti, si rendono conto se non ricordano qualche parolina e chiedono, riprovano; quelli delle medie che aiutano quelli delle elementari, ma non provate a chiamarli piccoli, che non vi risponderanno eh!
Il coro, tutti loro sono il coro, hanno provato, hanno imparato e memorizzato, hanno afferrato che l'unica soluzione in caso di smarrimento sarà guardare la professoressa, la sua bocca, le sue mani e il suo splendido sorriso.
Noi già siamo commossi, naturalmente, perché il risultato non sarà quello della festa, certo anche quello, ci mancherebbe, ma l'intento, il nobile fine a cui si è arrivati è l'unione, la collaborazione, il sentire l'altro vicino a sé per cantare insieme, unire le voci, né più veloce né più piano, insieme, alti, bassi, maschi, femmine, normali e speciali, tutti nostri bambini, i nostri ragazzi.
mercoledì 21 novembre 2018
TUTTA COLPA DELL'EMISFERO
Parole grosse oggi al corso di formazione con la dottoressa Sandra Falzone, al quarto incontro di dieci, ultimo del 2018, si riprenderá dopo la pausa natalizia.
Intanto la dottoressa ha concluso il discorso lasciato in sospeso quindici giorni fa sulla terapia farmacologica, una delle possibili soluzioni in aiuto dei piccoli e delle loro famiglie, non l'unica e certo non miracolosa, ma da tenere comunque in considerazione; poi ha specificato quali sono i veri problemi da affrontare con i piccoli, quali i miti da sfatare e i tabù da chiarire e affrontare.
Il succo di quasi tre ore di incontro pomeridiano affascinante potrei indicarlo in una sola parola: comunicazione, che si badi bene non si intende lo scambio di informazioni verbali, battute o botta e risposta, no; comunicare, capirsi, anche a gesti, indicare, guardarsi negli occhi, saper usare i codici, capirsi sui codici: sembra semplice, ma non lo è. Si comunica con il tono della voce e attraverso i neuroni specchio: una stessa domanda, modulando il tono vocale si modifica, assume connotazioni diverse e rimane più o meno impressa nel pargolo, se non comprende la differenza presenta dei disturbi. Dobbiamo riappropriarci dell'insegnare il fare, comunicare prima ancora che con il linguaggio, con il corpo, la voce, i gesti, gli occhi, il sorriso d'approvazione.
Quando si tratta di disturbi del neuro sviluppo, entrano in gioco talmente tanti fattori, che i docenti devono formarsi per capire e decodificare certi comportamenti, analizzare le varie situazioni per poter agire, supportare e indirizzare gli adulti che ruotano intorno al minore.
Sesso, sessualità, identità e ruolo di genere, orientamento sessuale: società in evoluzione, si cominciano a trattare certe situazioni sin dall'infanzia, si prende coscienza della disforia cioè la difficoltà di sopportare, quando un bambino soffre o semplicemente preferisce certi giochi non convenzionali, non facilmente identificabili con il suo sesso? Ecolalia: quando il bimbo non comprende che gli si sta porgendo una domanda e allora ripete la frase che gli viene rivolta; disprassia: il disturbo delle funzioni esecutive, difficoltà nell'organizzare le sequenze motorie per arrivare allo scopo e il piccolo risulta goffo e come impacciato.
E ancora, le caratteristiche del disturbo oppositivo-provocatorio e quelle del disturbo della condotta: componente genetica, ambiente di crescita, genitorialità, nessuno escluso; si chiariscono diversi dubbi, che sorgono sia come genitore che come insegnante, ma il punto di partenza risulta sempre lo stesso: non trascurare alcun segnale, affrontare la questione e cercare possibili approcci non per punire il bambino o farlo sentire inadeguato, ma sviluppare nel piccolo la consapevolezza del comportamento sbagliato, indicargli la strada da seguire con gradualità e gratificazione per i risultati raggiunti.
La parte consistente dell'appuntamento odierno - se per caso fin qui vi sembrasse complicato - comunque è stata la caratterizzazione dei due emisferi del cervello: il destro, cui spettano i sentimenti, i ricordi, le emozioni, l'intuito, la musica, l'arte, l'immaginazione, apprezzare, il contesto, l'impulsività, la socievolezza, il gioco simbolico, la comunicazione non verbale.
E il sinistro? Logico, analitico, specifico, le sequenze, i dettagli, la realtà dei fatti, la lista delle parole, il passato, il personale, il pensiero in senso matematico-scientifico, la pianificazione, il ricordo del vissuto. Il sinistro legge, il destro riconosce i colori: provate a leggere i nomi dei colori scritti con cromie diverse; il metodo globale per imparare a leggere non funziona, meglio il tradizionale fonico-sillabico.
E argomento finale i disturbi dello spettro autismo, tanto per entrare un poco nello specifico, rendersi conto dell'importanza di una diagnosi tempestiva che deve sopraggiungere molto prima dell'ingresso alla scuola dell'infanzia; sono cambiati i criteri per riconoscere la patologia grazie alla ricerca a livello mondiale dal 2013.
Un corso mai noioso o pedante, intreccio di teoria e pratica, tanti gli esempi portati dalla dottoressa, le sue considerazioni e le tattiche per stanare i veri colpevoli di un comportamento "strano" o di un atteggiamento fuori dalla norma; viene tracciato un sentiero per affrontare certe situazioni, i problemi si chiamano con il loro nome, non si lascia nulla di intentato e ogni adulto deve sobbarcarsi la propria responsabilitá nel riconoscere, capire e cercare di risolvere una situazione, senza chiusure mentali, posizioni di principio o veli coprenti.
Un corso mai noioso o pedante, intreccio di teoria e pratica, tanti gli esempi portati dalla dottoressa, le sue considerazioni e le tattiche per stanare i veri colpevoli di un comportamento "strano" o di un atteggiamento fuori dalla norma; viene tracciato un sentiero per affrontare certe situazioni, i problemi si chiamano con il loro nome, non si lascia nulla di intentato e ogni adulto deve sobbarcarsi la propria responsabilitá nel riconoscere, capire e cercare di risolvere una situazione, senza chiusure mentali, posizioni di principio o veli coprenti.
QUANDO IL DIRITTO ALLO STUDIO
Non volevo scrivere nulla a riguardo, ma poi non ho resistito, quando si tratta di scuola, di istituzione scolastica, di studio non mi trattengo.
Ieri in palestra a celebrare la giornata dei diritti dei bambini, oggi a casa e per quindici lunghi giorni: scuola dell'infanzia del paesello inagibile, pannelli che si imbibiscono, nessun pericolo imminente, ma...
Parliamoci chiaro, non sento ragioni quando si tratta di imparare e tenere i bambini a scuola: il loro sacrosanto diritto allo studio non si tocca. Ad appena due mesi dall'inizio delle lezioni, ad uno dall'uso della mensa, dopo l'allerta di ogni colore dell'arcobaleno a cavallo del ponte dei Santi, nel duemiladiciotto quando si progettano viaggi studio europei, noi non riusciamo a far frequentare ai nostri pulcini la scuola nel quartiere più nuovo del paesello?
Non nel centro storico diroccato, in salita, stretto, no, stiamo parlando di quello all'avanguardia...
Ma in tutto, questi bimbi quanto sono stati effettivamente a scuola, seduti a lavorare, a formare il gruppo classe, a colorare, ritagliare, schematizzare, cantare, ascoltare, coccolare... Ma stiamo scherzando? E per quando riapre la scuola a due giorni dalla festività del Santo Patrono e della Madonna? Che sembra sempre una parolaccia, ma si tratta dell'Immacolata, scusate.
Non accetto che si privino i nostri bimbi e, badate bene, i miei sono "grandi", non frequentano più quella struttura evidentemente inadeguata, che in lunghi mesi estivi deve essere messa a norma, deve essere pronta per settembre per accogliere in ogni condizione meteo gli scolari e le insegnanti.
Si conoscono i nomi di chi ha progettato, realizzato, eseguito chenesoio tutto?
Ma come, io in qualità di insegnante devo giustificarmi se offendo, intimidisco, esaspero... uno studente e magari prendermi anche una coltellata, possibilmente senza reagire e tutti questi scienziati dell'edilizia non compiono bene il loro dovere e impediscono le lezioni, il lavoro degli altri, privando i nati dal 2013 in giù della loro sede scolastica?
Lavorate di notte, trovate altra sede, organizzate turni, aprite sedi chiuse o spremetevi le meningi, ma i bambini devono stare a scuola.
E i disagi per tutte le famiglie, ne vogliamo parlare?
Ieri in palestra a celebrare la giornata dei diritti dei bambini, oggi a casa e per quindici lunghi giorni: scuola dell'infanzia del paesello inagibile, pannelli che si imbibiscono, nessun pericolo imminente, ma...
Parliamoci chiaro, non sento ragioni quando si tratta di imparare e tenere i bambini a scuola: il loro sacrosanto diritto allo studio non si tocca. Ad appena due mesi dall'inizio delle lezioni, ad uno dall'uso della mensa, dopo l'allerta di ogni colore dell'arcobaleno a cavallo del ponte dei Santi, nel duemiladiciotto quando si progettano viaggi studio europei, noi non riusciamo a far frequentare ai nostri pulcini la scuola nel quartiere più nuovo del paesello?
Non nel centro storico diroccato, in salita, stretto, no, stiamo parlando di quello all'avanguardia...
Ma in tutto, questi bimbi quanto sono stati effettivamente a scuola, seduti a lavorare, a formare il gruppo classe, a colorare, ritagliare, schematizzare, cantare, ascoltare, coccolare... Ma stiamo scherzando? E per quando riapre la scuola a due giorni dalla festività del Santo Patrono e della Madonna? Che sembra sempre una parolaccia, ma si tratta dell'Immacolata, scusate.
Non accetto che si privino i nostri bimbi e, badate bene, i miei sono "grandi", non frequentano più quella struttura evidentemente inadeguata, che in lunghi mesi estivi deve essere messa a norma, deve essere pronta per settembre per accogliere in ogni condizione meteo gli scolari e le insegnanti.
Si conoscono i nomi di chi ha progettato, realizzato, eseguito chenesoio tutto?
Ma come, io in qualità di insegnante devo giustificarmi se offendo, intimidisco, esaspero... uno studente e magari prendermi anche una coltellata, possibilmente senza reagire e tutti questi scienziati dell'edilizia non compiono bene il loro dovere e impediscono le lezioni, il lavoro degli altri, privando i nati dal 2013 in giù della loro sede scolastica?
Lavorate di notte, trovate altra sede, organizzate turni, aprite sedi chiuse o spremetevi le meningi, ma i bambini devono stare a scuola.
E i disagi per tutte le famiglie, ne vogliamo parlare?
martedì 20 novembre 2018
IL MIO PURGATORIO
E passano veloci i mesi di scuola, finito anche il secondo mi sto abituando lentamente alla nuova realtà quotidiana, per scoprire ogni giorno che non è per niente facile abituarsi e che quando penso si aver capito il verso, allora cambia di nuovo tutto.
Il lavoro non si discute: supplisco nel sostenere, non che abbia tutte le carte in regola, non che sia proprio completa, ma per quest'anno il Fato mi ha chiamato per un singolo e io credo che nulla capiti per caso, nulla arrivi senza motivo.
Come ti trovi, cosa pensi, che credi, come la vivi, quali difficoltà, quali mansioni, che fai, lavori poco, non hai da correggere pacchi di compiti: queste le più comuni questioni che mi sono state poste, che ho udito o mi hanno suggerito.
I docenti abilitati a cui spetta di diritto questo incarico sono i più formati, i più informati, i migliori e raffinati insegnanti dotati di alcune determinate capacità, che a quelli del posto comune non sono richieste, eppure nell'immaginario collettivo sono - come dire - snobbati.
Pur non dovendo correggere i famosi pacchi di verifiche, tali figure soggiacciono a ben altri impegni, si muovono come su sabbie mobili e sono pronte ad assistere in ogni materia curricolare, non la sola propria amata scelta.
Lato positivo, ti ritrovi a ripassare, ripetere, rivedere informazioni abbandonate nella notte dei tempi, posate in un lato remoto del cervello o, ancor meglio, a studiare tante novità, una sorta di aggiornamento o corso di primo livello di una disciplina mai affrontata.
Ci sono incontri specifici, documenti specifici, termini specifici e, naturalmente, una realtà talmente particolare e unica che richiede parole dolci, un tatto diverso e una sensibilità fuori dall'ordinario; ti ritrovi spesso ad alti livelli di stress, pochi riscontri materiali immediati, lavoro di ore di preparazione che va in fumo, nozioni spiegate e apprese, che vengono dimenticate dalla memoria a breve durata.
Nessuno può assicurare a chi sostiene di poter entrare in classe e avere la possibilità di svolgere tutto il lavoro programmato, la verifica scelta, il compito assegnato, no, perché se si tratta di una giornata no, di una di quelle storte e nere, beh! Si salvi chi può e chi vuole parli da sola, che il discente non ne ha voglia, ha altro a cui pensare, altro su cui concentrarsi.
Non possiedo tutti i requisiti al punto giusto, spesso mi commuovo, qualche volta mi incarto, finisco la pazienza, mi arrabbio con me stessa e la mia situazione lavorativa, perché vorrei uscire di casa per sentire i versi a memoria di qualche sonetto, invece mi toccherà un saliscendi irrequieto. Pace, mi sto allestendo un enorme bagaglio, sono prove di vita, mi si induriscono le spalle, sviluppo tecniche di respirazione vicine ai monaci tibetani.
Sto pensando di scriverci un libro.
E tutto il resto è noia.
lunedì 19 novembre 2018
COME TU MI VEDI
E quando rifletto, mi scatta l'angolo filosofico della mente e sento la necessità di scrivere, di condividere certe idee, magari per trovare conforto, per scambiare qualche opinione o forse solo per sentirmi un attimo al centro della vostra attenzione.
Ad ognuno il proprio carisma, senza cercare di imitare gli altri, trovare la propria peculiarità, ciò che ci permette di differenziarci dagli altri per arricchire la comunità; quando ti senti il padrone del mondo per quanto sai fare, per quanto riesci a realizzare e quando invece ciò che porti a compimento sembra senza carattere, senza importanza rispetto al lavoro e l'impegno di un altro.
E non parliamo di aspetto fisico, bellezza e fascino: in questo periodo, ad esempio, oscillo tra la grazia di una foca su terraferma e quella di un bradipo in una gara campestre; non potrei salvare nulla di ciò che vedo allo specchio, a figura intera poi una tragedia.
Il lavoro, ne vogliamo parlare? Un giorno che ti senti come Jach e Rose sulla prua del Titanic, il giorno dopo del Titanic non hai neanche la scialuppa; quando voli in mongolfiera perché hai capito tutto, hai trovato la chiave di volta della tua storia recente e il giorno dopo che ti senti come un tappo di sughero.
Ah ma manca la famiglia, carucci loro, sempre gentili e disponibili...
E qui potrei scrivere un piccolo manuale del perfetto genitore fallito, perché non tutto va nel verso che avevi sognato e sperato, predichi per ore e nessuno è stato ad ascoltare, cucini come un maestro stellato ed hanno appena cominciato la dieta, non cucini e diventi un cattivo esempio da non seguire.
Di amicizia e altri sentimenti: c'è chi giura di condividere tutto come con una sorella, chi riesce a farsi terra bruciata intorno, serate indimenticabili e feste notturne sui social con grandi sorrisi stampati di rosso verniciati, chi giura di tenersi caldo con la copertina e le pantofole a forma di animale, senza sentire il bisogno della compagnia degli altri. Dove sia la giusta misura, quanto sia profondo il legame senza falsi giuramenti o intenti profetici per tutta la vita...
Quando ti atteggi a super donna, forte paladina della giustizia, che finalmente ha trovato il proprio posto nel mondo e poi ricevi un messaggio che ti rimette subito al tuo posto di secondo ordine, in attesa degli ordini dei superiori per muoverti, per agire, perché le decisioni spettano ad altri, che non ti permettono di sgarrare.
E alla fine di una lunga giornata di inizio settimana, che già annuncia grandi spese e minime soddisfazioni, ti siedi al tuo solito tavolo, apri il portatile e speri di cambiare il mondo, di suscitare pensieri profondi da discutere nelle sedi opportune.
Ad ognuno il proprio carisma, senza cercare di imitare gli altri, trovare la propria peculiarità, ciò che ci permette di differenziarci dagli altri per arricchire la comunità; quando ti senti il padrone del mondo per quanto sai fare, per quanto riesci a realizzare e quando invece ciò che porti a compimento sembra senza carattere, senza importanza rispetto al lavoro e l'impegno di un altro.
E non parliamo di aspetto fisico, bellezza e fascino: in questo periodo, ad esempio, oscillo tra la grazia di una foca su terraferma e quella di un bradipo in una gara campestre; non potrei salvare nulla di ciò che vedo allo specchio, a figura intera poi una tragedia.
Il lavoro, ne vogliamo parlare? Un giorno che ti senti come Jach e Rose sulla prua del Titanic, il giorno dopo del Titanic non hai neanche la scialuppa; quando voli in mongolfiera perché hai capito tutto, hai trovato la chiave di volta della tua storia recente e il giorno dopo che ti senti come un tappo di sughero.
Ah ma manca la famiglia, carucci loro, sempre gentili e disponibili...
E qui potrei scrivere un piccolo manuale del perfetto genitore fallito, perché non tutto va nel verso che avevi sognato e sperato, predichi per ore e nessuno è stato ad ascoltare, cucini come un maestro stellato ed hanno appena cominciato la dieta, non cucini e diventi un cattivo esempio da non seguire.
Di amicizia e altri sentimenti: c'è chi giura di condividere tutto come con una sorella, chi riesce a farsi terra bruciata intorno, serate indimenticabili e feste notturne sui social con grandi sorrisi stampati di rosso verniciati, chi giura di tenersi caldo con la copertina e le pantofole a forma di animale, senza sentire il bisogno della compagnia degli altri. Dove sia la giusta misura, quanto sia profondo il legame senza falsi giuramenti o intenti profetici per tutta la vita...
Quando ti atteggi a super donna, forte paladina della giustizia, che finalmente ha trovato il proprio posto nel mondo e poi ricevi un messaggio che ti rimette subito al tuo posto di secondo ordine, in attesa degli ordini dei superiori per muoverti, per agire, perché le decisioni spettano ad altri, che non ti permettono di sgarrare.
E alla fine di una lunga giornata di inizio settimana, che già annuncia grandi spese e minime soddisfazioni, ti siedi al tuo solito tavolo, apri il portatile e speri di cambiare il mondo, di suscitare pensieri profondi da discutere nelle sedi opportune.
domenica 18 novembre 2018
LEGGERE INSIEME
Ed è di nuovo domenica sera, quando lancio gli appuntamenti per la settimana, gli incontri organizzati tra amichetti a base di libri.
Mi sento ripetitiva, forse logorroica, probabilmente sto esagerando con questa tematica, ma non posso non ricordare certi impegni, perderei il mio ruolo fondamentale di taccuino/agenda/signorina buonasera del paesello mio.
Ci sono grosse novità, ma che dico, enormi, e non mi riferisco certo alla mia condizione dietetica, né tanto meno ad un cambio immagine, che sento come doveroso, ma sarebbe un fatto miracoloso.
Continuate a seguire le cronache, le chiacchiere da blogger e ne leggerete delle belle, anzi mostruose... Perché ci stiamo allargando; abbiamo preso contatti con i paesi limitrofi, che ci hanno accolto con grande affetto, ci aspettano e ci preparano.
Bene.
Martedì avete impegni? Vi aspettiamo presso la biblioteca, fornita e comoda da raggiungere, di fianco al Palazzo Comunale, aperta tutti i giorni; i volontari saranno pronti ad accogliere i piccoli lettori alle 17:00, per trascorrere momenti insieme, fitti di parole sussurrate e pagine colorate: tra impegni familiari e di lavoro non risulta semplice trovare i giusti incastri, ma per quelli della biblioteca niente è impossibile, quando si tratta di bimbi poi...
Avete impegni martedì? Niente panico, ci si rivede sabato alle 11:30; l'esperimento è partito timido, ma comunque soddisfacente per la gioia manifestata dai bimbi in ascolto.
Mi piace ricordare quanto sia importante poter usufruire in ogni momento di una struttura grande e fornita come la nostra biblioteca; appena si entra sulla sinistra trovate a disposizione dei volumi di ogni tipo da prendere e portare a casa, lasciando un'offerta per le necessità e le spese correnti; se invece possedete libri e tomi in buono stato, volumi interessanti, qualche nuova uscita di cui vorreste disfarvi, basta informarsi, potrete arricchire la collezione, rifornire il fondo, condividere il sapere e rendere felici gli appassionati.
Intanto segnatevi sull'agenda, sul calendario, sul cruscotto della macchina o sul finestrino appannato di lasciarvi liberi i pomeriggi del 1 e del 7 dicembre, poi non dite che non vi avevo avvertiti....
Martedì ore 17:00 e sabato ore 11:30 e chi non partecipa per pigrizia merita di trasformarsi in uno sporcello o di trovare una maestra come Argia Sforza, a voi la scelta...
https://www.facebook.com/Biblioteca-Comunale-di-Soriano-nel-Cimino-217359071699555/
Mi sento ripetitiva, forse logorroica, probabilmente sto esagerando con questa tematica, ma non posso non ricordare certi impegni, perderei il mio ruolo fondamentale di taccuino/agenda/signorina buonasera del paesello mio.
Ci sono grosse novità, ma che dico, enormi, e non mi riferisco certo alla mia condizione dietetica, né tanto meno ad un cambio immagine, che sento come doveroso, ma sarebbe un fatto miracoloso.
Continuate a seguire le cronache, le chiacchiere da blogger e ne leggerete delle belle, anzi mostruose... Perché ci stiamo allargando; abbiamo preso contatti con i paesi limitrofi, che ci hanno accolto con grande affetto, ci aspettano e ci preparano.
Bene.
Martedì avete impegni? Vi aspettiamo presso la biblioteca, fornita e comoda da raggiungere, di fianco al Palazzo Comunale, aperta tutti i giorni; i volontari saranno pronti ad accogliere i piccoli lettori alle 17:00, per trascorrere momenti insieme, fitti di parole sussurrate e pagine colorate: tra impegni familiari e di lavoro non risulta semplice trovare i giusti incastri, ma per quelli della biblioteca niente è impossibile, quando si tratta di bimbi poi...
Avete impegni martedì? Niente panico, ci si rivede sabato alle 11:30; l'esperimento è partito timido, ma comunque soddisfacente per la gioia manifestata dai bimbi in ascolto.
Mi piace ricordare quanto sia importante poter usufruire in ogni momento di una struttura grande e fornita come la nostra biblioteca; appena si entra sulla sinistra trovate a disposizione dei volumi di ogni tipo da prendere e portare a casa, lasciando un'offerta per le necessità e le spese correnti; se invece possedete libri e tomi in buono stato, volumi interessanti, qualche nuova uscita di cui vorreste disfarvi, basta informarsi, potrete arricchire la collezione, rifornire il fondo, condividere il sapere e rendere felici gli appassionati.
Intanto segnatevi sull'agenda, sul calendario, sul cruscotto della macchina o sul finestrino appannato di lasciarvi liberi i pomeriggi del 1 e del 7 dicembre, poi non dite che non vi avevo avvertiti....
Martedì ore 17:00 e sabato ore 11:30 e chi non partecipa per pigrizia merita di trasformarsi in uno sporcello o di trovare una maestra come Argia Sforza, a voi la scelta...
https://www.facebook.com/Biblioteca-Comunale-di-Soriano-nel-Cimino-217359071699555/
PUFFOSI COLORI D'AUTUNNO
Non dormo molto, forse l'avrete capito, specialmente se sono andata a riposare con il rimorso di aver trangugiato troppo: mi sveglio presto per far finta di allenarmi, perdere qualche grammo di ciccia e gustare il cappuccino caldo di quella santa donna che mi ha messo al mondo...
Aria frizzante, sole pallido, strade solitarie; mi piace passeggiare e fotografare, niente di professionale, anche perché mentre procedo sbrigo le pubbliche relazioni social alternando in modo goffo i tasti del telefono.
Sono andata in cerca del rosso autunnale, tra i miei preferiti, senz'altro, ma non che mi dispiaccia il giallo, tutti i colori della natura, a noi trovare il momento per fermarsi e assaporarli.
Novembre, a mio modesto parere, si presta molto alla riflessione, al movimento lento della vita, al riposo dagli affanni e alla rinuncia alle corse, con la nebbia poi, magico.
Ecco allora i miei scatti colorati, natura urbana.
Erano due cachi seduti in panchina...
Aria frizzante, sole pallido, strade solitarie; mi piace passeggiare e fotografare, niente di professionale, anche perché mentre procedo sbrigo le pubbliche relazioni social alternando in modo goffo i tasti del telefono.
Sono andata in cerca del rosso autunnale, tra i miei preferiti, senz'altro, ma non che mi dispiaccia il giallo, tutti i colori della natura, a noi trovare il momento per fermarsi e assaporarli.
Novembre, a mio modesto parere, si presta molto alla riflessione, al movimento lento della vita, al riposo dagli affanni e alla rinuncia alle corse, con la nebbia poi, magico.
Ecco allora i miei scatti colorati, natura urbana.
Erano due cachi seduti in panchina...
sabato 17 novembre 2018
AL CINEMA, AL CINEMA, DA OGNI REGNO
Sabato pomeriggio, dopo il catechismo.
Il piccoletto, classe 2009, esce dal duomo che sono le 17:00, qualche chiacchiera e saluti con Gabriella, la catechista, per poi correre in gruppo al cinema, evviva!
Ripresa la stagione, dopo la lunga pausa, cominciamo con qualcosa di fantastico e magico, un film che soddisfa tutti i gusti, pur sembrando all'apparenza per leggiadre ballerine classiche: qualche mamma, un babbo, tanti pargoli dalla mascella croccante e dalla sete inesauribile.
Pop corn caldi, acqua a portata di mano e qualche altra schifezza che non si sa mai ci venisse fame durante i cento minuti di programmazione...
Tutti ne rimangono entusiasti, ognuno per un motivo proprio: le bimbe e tutto il fascino di balletti e tutù, trucchi e acconciature meravigliose; maschi e topi, soldati marcianti e ambiente pauroso, adulti e diverse chiavi di lettura.
Intanto si tratta di una pellicola al femminile, a cominciare dalla madre morta, che vuol tramandare il suo mondo alla figlia prediletta in modo arcano, due regine su quattro regni volitive e forti, combattenti e mai scontate, i due re sempliciotti e caricaturali; la protagonista, come in un romanzo di formazione, matura e diventa consapevole delle sue capacità e della forza che racchiude - che le si svela, guada caso, guardandosi in uno specchietto rotondo da borsetta.
Il bene e il male, nulla che sia netto e chiaro dal primo momento, tanto che l'atmosfera sembra lunare, avvolta nella fitta nebbia e accompagnata dal topo gigante; il rosa confetto che non mantiene il ruolo iniziale, lo schiaccianoci belloccio, come voce della coscienza della protagonista, che può limitarsi a chiedere aiuto; la prima ballerina di colore sul palcoscenico.
Particolare, scenografico, cattura senz'altro la fantasia dei piccoli, li incolla alla sedia nelle scene di battaglia; lento ma non troppo in certi momenti fiabeschi, floreali, di acconciatura-donne.
Le donne, perfide loro, mai fidarsi, sembrano trasparenti e cristalline come acqua alpestre, poi si trasformano in ingranaggi particolari, si fermano, ci ripensano, ripartono e combinano un pacco di guai...
https://www.facebook.com/cinemaflorida.soriano/
Il piccoletto, classe 2009, esce dal duomo che sono le 17:00, qualche chiacchiera e saluti con Gabriella, la catechista, per poi correre in gruppo al cinema, evviva!
Ripresa la stagione, dopo la lunga pausa, cominciamo con qualcosa di fantastico e magico, un film che soddisfa tutti i gusti, pur sembrando all'apparenza per leggiadre ballerine classiche: qualche mamma, un babbo, tanti pargoli dalla mascella croccante e dalla sete inesauribile.
Pop corn caldi, acqua a portata di mano e qualche altra schifezza che non si sa mai ci venisse fame durante i cento minuti di programmazione...
Tutti ne rimangono entusiasti, ognuno per un motivo proprio: le bimbe e tutto il fascino di balletti e tutù, trucchi e acconciature meravigliose; maschi e topi, soldati marcianti e ambiente pauroso, adulti e diverse chiavi di lettura.
Intanto si tratta di una pellicola al femminile, a cominciare dalla madre morta, che vuol tramandare il suo mondo alla figlia prediletta in modo arcano, due regine su quattro regni volitive e forti, combattenti e mai scontate, i due re sempliciotti e caricaturali; la protagonista, come in un romanzo di formazione, matura e diventa consapevole delle sue capacità e della forza che racchiude - che le si svela, guada caso, guardandosi in uno specchietto rotondo da borsetta.
Il bene e il male, nulla che sia netto e chiaro dal primo momento, tanto che l'atmosfera sembra lunare, avvolta nella fitta nebbia e accompagnata dal topo gigante; il rosa confetto che non mantiene il ruolo iniziale, lo schiaccianoci belloccio, come voce della coscienza della protagonista, che può limitarsi a chiedere aiuto; la prima ballerina di colore sul palcoscenico.
Particolare, scenografico, cattura senz'altro la fantasia dei piccoli, li incolla alla sedia nelle scene di battaglia; lento ma non troppo in certi momenti fiabeschi, floreali, di acconciatura-donne.
Le donne, perfide loro, mai fidarsi, sembrano trasparenti e cristalline come acqua alpestre, poi si trasformano in ingranaggi particolari, si fermano, ci ripensano, ripartono e combinano un pacco di guai...
https://www.facebook.com/cinemaflorida.soriano/
SIA CHIARO
Ritorno ancora una volta su questo argomento per maggiore chiarezza, per non lasciare dubbi o perplessità, perché vorrei spiegare di nuovo che tutti gli eventi, ogni incontro, le letture di cui mi occupo sia presso la biblioteca comunale che fuori, in luoghi magici e accoglienti, sono gratuiti per chi partecipa, ma anche per chi si impegna in prima linea: sono azioni libere di volontariato.
I locali in cui veniamo ospitati, che gli imprenditori offrono sono il loro luogo di lavoro: mettono a disposizione spazi ben attrezzati e ambienti raffinati; preparano loro la merenda e le bibite; il mio impegno che si limita alla passione per la lettura non viene retribuito, non è a carico di nessuno, metto in gioco quel poco che so fare, quanto riesco a condividere e basta.
I libri consultati, letti e assaporati dai bimbi sono presi dagli scaffali della biblioteca, dove ritornano appena spenti i riflettori, per essere a disposizione di chi li ha ascoltati, li vuole con sé o semplicemente non desidera perderne il ricordo.
Per tanti anni ho recensito gratuitamente, ho presentato, presenziato, ho moderato e criticato gratuitamente, pur desiderando un straccio di lavoro, cercando di trovare un senso a quanto avevo studiato e interpretato; molti si sono approfittati, pochi mi hanno pagato, ora sono nella condizione di offrire il mio tempo senza rimorsi, crisi o lacrime amare.
Una volta uno scultore di Ronciglione mi ha ingaggiata con grosse speranze di guadagno, a parole; poi tutto si è dissolto in una sua opera, stimata come preziosa dai suoi amici... Finito l'impegno, perse le tracce dell'artista, sparito il mio compenso: fregatura.
Anche alcuni pittori nostrani non mi hanno mai aiutata in questo, anzi, hanno contribuito all'abbassamento della mia autostima.
Ora ho un buon lavoro, comunque un contratto a tempo determinato, ma sicuro, che mi permette di tenere testa a piccoli incontri con i bambini, di cui vado molto fiera: sono momenti che preparo e condivido con i miei figli, sono soddisfazioni lette negli occhi degli ascoltatori, ringraziamenti sussurrati con la piccola bocca sdentata e sorrisi inestimabili.
E comunque, magari in futuro, potrei trasformare questa mia passione in un'occupazione, un lavoro vero e proprio retribuito, pagato, richiesto e corteggiato; nulla toglie che in futuro non si possano organizzare pomeriggi strutturati e merende in modo diverso.
I locali in cui veniamo ospitati, che gli imprenditori offrono sono il loro luogo di lavoro: mettono a disposizione spazi ben attrezzati e ambienti raffinati; preparano loro la merenda e le bibite; il mio impegno che si limita alla passione per la lettura non viene retribuito, non è a carico di nessuno, metto in gioco quel poco che so fare, quanto riesco a condividere e basta.
I libri consultati, letti e assaporati dai bimbi sono presi dagli scaffali della biblioteca, dove ritornano appena spenti i riflettori, per essere a disposizione di chi li ha ascoltati, li vuole con sé o semplicemente non desidera perderne il ricordo.
Per tanti anni ho recensito gratuitamente, ho presentato, presenziato, ho moderato e criticato gratuitamente, pur desiderando un straccio di lavoro, cercando di trovare un senso a quanto avevo studiato e interpretato; molti si sono approfittati, pochi mi hanno pagato, ora sono nella condizione di offrire il mio tempo senza rimorsi, crisi o lacrime amare.
Una volta uno scultore di Ronciglione mi ha ingaggiata con grosse speranze di guadagno, a parole; poi tutto si è dissolto in una sua opera, stimata come preziosa dai suoi amici... Finito l'impegno, perse le tracce dell'artista, sparito il mio compenso: fregatura.
Anche alcuni pittori nostrani non mi hanno mai aiutata in questo, anzi, hanno contribuito all'abbassamento della mia autostima.
Ora ho un buon lavoro, comunque un contratto a tempo determinato, ma sicuro, che mi permette di tenere testa a piccoli incontri con i bambini, di cui vado molto fiera: sono momenti che preparo e condivido con i miei figli, sono soddisfazioni lette negli occhi degli ascoltatori, ringraziamenti sussurrati con la piccola bocca sdentata e sorrisi inestimabili.
E comunque, magari in futuro, potrei trasformare questa mia passione in un'occupazione, un lavoro vero e proprio retribuito, pagato, richiesto e corteggiato; nulla toglie che in futuro non si possano organizzare pomeriggi strutturati e merende in modo diverso.
AVVENTURA LETTURA
Questo pomeriggio ci siamo proprio immersi nell'avventura della lettura, in campagna, una passeggiata per il podere, prima di trovare posto nella saletta del camino: erba alta, piante coltivate e altre selvagge, qualche testimonianza del passato, uno spaventapasseri al centro dell'orto.
Immaginatevi un grande tavolo di legno scuro rettangolare, con un cerchio di bimbi intorno e un secondo cerchio di adulti, tutti seduti - o quasi - il caminetto alle spalle e libri presi in prestito dalla biblioteca comunale da ascoltare, storie di animali, di fattoria, di bruchi e trasformazioni, di voli e gatti ingordi, di macchie nere in cerca di amichetti.
Un ottimo risultato che nessuno dava per scontato: non è facile prevedere la presenza dei piccoli, per tanti motivi tra ninne, dottore, compleanni, feste, partite, compiti e impegni degli adulti accompagnatori, eppure alla fine hanno partecipato circa venti attenti ascoltatori, allegri amichetti, spiritosi e buongustai.
Non vi nascondo l'ansia dell'attesa e il timore di non riuscire a convincere il pubblico, a trattenere l'uditorio, la paura di non risultare interessante e meritevole di attenzione; invece i partecipanti hanno retto, hanno sopportato, hanno apprezzato, di più e meglio la merenda offerta da Letizia e Beppe, naturalmente!
Insomma tutto è stato letto liscio, assaggiato di gusto, votato il meritevole, scambiata l'opinione e, fatto interessantissimo, qualche idea è vibrata nell'aria rurale, un incontro tra gastronomia e geografia, un miscuglio di Nord e Sud, un infuso di curiosità e opere d'arte culinarie, un scambio di passioni e conoscenza, di sapori e colori.
Un ringraziamento particolare a chi ci ha ospitato e ci ha offerto la merenda; un abbraccio forte forte ai bimbi splendidi partecipanti, ma prima di tutto, questo non sarebbe mai accaduto senza quelle deliziose e simpatiche mamme che accolgono le idee, raccolgono la sfida, partecipano ad ogni costo e purtroppo per loro mi danno ascolto... GRAZIE DI CUORE.
https://www.facebook.com/lortodiHans/
https://www.facebook.com/letizia.licastro.7
https://www.facebook.com/giuseppe.bianchi.77736
L'esterno dell'agriturismo, per una piccola passeggiata.
La merenda, per grandi e piccoli, alla fine dei lavori c'è sempre una ricompensa...
I piccoli ricordi del pomeriggio trascorso insieme, sempre a tema: oggi bruchetti di cartoncino colorato.
I piccoli esploratori alla scoperta del territorio che ci ospita, ascoltando Beppe.
Il momento della lettura, rilassante forse, ma quanto veramente interessante?
Immaginatevi un grande tavolo di legno scuro rettangolare, con un cerchio di bimbi intorno e un secondo cerchio di adulti, tutti seduti - o quasi - il caminetto alle spalle e libri presi in prestito dalla biblioteca comunale da ascoltare, storie di animali, di fattoria, di bruchi e trasformazioni, di voli e gatti ingordi, di macchie nere in cerca di amichetti.
Un ottimo risultato che nessuno dava per scontato: non è facile prevedere la presenza dei piccoli, per tanti motivi tra ninne, dottore, compleanni, feste, partite, compiti e impegni degli adulti accompagnatori, eppure alla fine hanno partecipato circa venti attenti ascoltatori, allegri amichetti, spiritosi e buongustai.
Non vi nascondo l'ansia dell'attesa e il timore di non riuscire a convincere il pubblico, a trattenere l'uditorio, la paura di non risultare interessante e meritevole di attenzione; invece i partecipanti hanno retto, hanno sopportato, hanno apprezzato, di più e meglio la merenda offerta da Letizia e Beppe, naturalmente!
Insomma tutto è stato letto liscio, assaggiato di gusto, votato il meritevole, scambiata l'opinione e, fatto interessantissimo, qualche idea è vibrata nell'aria rurale, un incontro tra gastronomia e geografia, un miscuglio di Nord e Sud, un infuso di curiosità e opere d'arte culinarie, un scambio di passioni e conoscenza, di sapori e colori.
Un ringraziamento particolare a chi ci ha ospitato e ci ha offerto la merenda; un abbraccio forte forte ai bimbi splendidi partecipanti, ma prima di tutto, questo non sarebbe mai accaduto senza quelle deliziose e simpatiche mamme che accolgono le idee, raccolgono la sfida, partecipano ad ogni costo e purtroppo per loro mi danno ascolto... GRAZIE DI CUORE.
https://www.facebook.com/lortodiHans/
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L'esterno dell'agriturismo, per una piccola passeggiata.
La merenda, per grandi e piccoli, alla fine dei lavori c'è sempre una ricompensa...
I piccoli ricordi del pomeriggio trascorso insieme, sempre a tema: oggi bruchetti di cartoncino colorato.
I piccoli esploratori alla scoperta del territorio che ci ospita, ascoltando Beppe.
Il momento della lettura, rilassante forse, ma quanto veramente interessante?