Formatore e grande affabulatore, Hans ha chiacchierato ininterrottamente per quasi due ore nell'aula magna gremita di insegnanti, in un attento e religioso silenzio.
Ha affrontato tante tematiche, partendo dalla nascita della storia d'amore dei suoi genitori, che poi hanno creato una famiglia molto numerosa, di cui lo studioso tesse lodi e sottolinea difetti, in modo sempre giocoso, piacevole e divertito.
La sua mamma che lo salva dal buio del coccodrillo, che rispetta le promesse, che divide le ciliege in modo equo e matematico tra i figli, nonostante ci fosse uno più goloso e uno meno. E poi il forte desiderio di lui piccolo di farsi ascoltare, di parlare, di essere al centro dell'attenzione e non uno di sei, come accadeva a casa.
Quando si passa dallo stadio di animale a quello di umano? Quando si risponde finalmente a quella faccia che di continuo ti assale sulla tua culla sin dai primi giorni di vita, pronunciando in modo reiterato "mamma"; la parola, la parola ci differenzia dagli animali. Ci distinguiamo dagli altri per il nostro nome, ciò che di più prezioso possediamo e la Storia dell'umanità ha tra i suoi primi pezzi le Tavole della Legge, perché di questo abbiamo bisogno, di leggi.
Per un uomo diventare padre è un atto di adozione, volendo potrebbe anche non accorgersi della nascita del figlio, potrebbe anche non venirlo mai a sapere; per la donna tutto cambia sin dal primo istante, su tutto il corpo, perché la donna è colei che sa accogliere.
Giusto che i bambini conoscano il dolore e la sofferenza, non possiamo eliminare questa realtà dalla loro esistenza; come ogni gesto possieda per noi umani un significato, esempio dei fiori: per l'amata sono un piccolo segno di innamoramento, per la mucca sono erba da mangiare!
E poi la stoccata ai docenti: non si entra a scuola, non si va in classe se non si raggiunge almeno un alto livello di felicità, che in percentuale potrebbe attestarsi sul 75%: gli alunni hanno bisogno della felicità degli insegnanti, per sentire il desiderio di continuare ad apprendere, per provare gioia e gusto nel realizzare un lavoro, nell'ascoltar una poesia, nell'ammirare un quadro.
Voglia di andare avanti, ANCORA è la parola magica e poi i lavori manuali, quelli in cui si pasticcia, si realizza, si manipola, si costruisce: uso delle mani e non dimenticheranno mai più quell'esperienza, in tutti i sensi.
Incontro di formazione diverso dagli altri, in cui gli input arrivano a raffica da direzioni diverse, Hans un grande paroliere, un sorriso sempre in agguato e mille spunti di riflessione, di ricerca per non assopire il desiderio di insegnare.
E poi un giro nell'Istituto, dove si svolge la XXI Festa del Libro, ventuno edizioni e l'ambiente è meraviglioso, colorato, a misura di curiosità di bimbo, con sale di lettura a tema e, udite udite, una biblioteca di scuola grande e fornita a disposizione dei bambini, momenti mi metto a piangere, dalla gioia: allora esiste!
https://www.facebook.com/hans.hermans.1447
http://www.tusciaweb.eu/2019/05/tutto-pronto-per-la-festa-del-libro/
giovedì 30 maggio 2019
martedì 28 maggio 2019
CHI INSEGNA NON FA NIENTE
È vero, i docenti di solito combinano poco o nulla, dipende dai giorni.
Bisogna solo ricordarsi quali pagine sono state assegnate da studiare, se combaciano perfettamente con quanto hai spiegato in classe con tre discorsi diversi; quali esercizi erano per casa, quali svolti in classe, quali capiti e quali non capiti, forse sorvolati?
Occorre attendere un attimo prima di chiamare l'appello, per aspettare i ritardatari, chi si ferma a chiacchierare fuori nonostante la campanella, chi si rifornisce al distributore, chi lancia l'ultimo bacio all'amata; così non si segna il ritardo sul registro, per evitare un'altra giustificazione.
Si deve procedere con cautela, guardare tutti negli occhi e captare se sono svegli al punto giusto, se non hanno speso le ore di sonno in giochi, telefoni e social, altrimenti ogni sermone sarà lanciato nel vuoto cosmico del soporifero.
Ci si aspetta anche che Pierino interagisca con Carletto per le figurine, il panino imbottito, le patatine o il cioccolatino, che magari l'altro non ha; scattano la ruzzicarella, la presa in giro e qualche strattone. E Paolino ha portato tutto il materiale? No, infatti gira per la classe in cerca di matite, colori, squadre, righello, gomma, compasso e fogli protocollo, i compagni però non si mostrano generosi, questa volta.
Poi si passa all'appello, Manuelina c'è ma non c'è, non sta seduta al suo posto, no. È corsa in bagno in lacrime: bisogna armarsi di pazienza, chiamare un collaboratore a cui lasciare il resto degli alunni in sorveglianza e stanarla, con le buone, con i discorsi materni, paterni e dello Spirito Santo, per convincerla a rientrare, sedersi e ascoltare la lezione, certo senza il voto.
E poi cambiamo di posto, non ho studiato perché la nonna si sentiva male, la cagnolina ha partorito, gli allenamenti sono finiti tardi, che facciamo oggi, che pizza la solita Storia. Tutto questo alla prima ora, per sei ore, per cinque giorni.
Quando si incontra la settimana dei colloqui con i genitori?
Bisogna solo ricordarsi quali pagine sono state assegnate da studiare, se combaciano perfettamente con quanto hai spiegato in classe con tre discorsi diversi; quali esercizi erano per casa, quali svolti in classe, quali capiti e quali non capiti, forse sorvolati?
Occorre attendere un attimo prima di chiamare l'appello, per aspettare i ritardatari, chi si ferma a chiacchierare fuori nonostante la campanella, chi si rifornisce al distributore, chi lancia l'ultimo bacio all'amata; così non si segna il ritardo sul registro, per evitare un'altra giustificazione.
Si deve procedere con cautela, guardare tutti negli occhi e captare se sono svegli al punto giusto, se non hanno speso le ore di sonno in giochi, telefoni e social, altrimenti ogni sermone sarà lanciato nel vuoto cosmico del soporifero.
Ci si aspetta anche che Pierino interagisca con Carletto per le figurine, il panino imbottito, le patatine o il cioccolatino, che magari l'altro non ha; scattano la ruzzicarella, la presa in giro e qualche strattone. E Paolino ha portato tutto il materiale? No, infatti gira per la classe in cerca di matite, colori, squadre, righello, gomma, compasso e fogli protocollo, i compagni però non si mostrano generosi, questa volta.
Poi si passa all'appello, Manuelina c'è ma non c'è, non sta seduta al suo posto, no. È corsa in bagno in lacrime: bisogna armarsi di pazienza, chiamare un collaboratore a cui lasciare il resto degli alunni in sorveglianza e stanarla, con le buone, con i discorsi materni, paterni e dello Spirito Santo, per convincerla a rientrare, sedersi e ascoltare la lezione, certo senza il voto.
E poi cambiamo di posto, non ho studiato perché la nonna si sentiva male, la cagnolina ha partorito, gli allenamenti sono finiti tardi, che facciamo oggi, che pizza la solita Storia. Tutto questo alla prima ora, per sei ore, per cinque giorni.
Quando si incontra la settimana dei colloqui con i genitori?
domenica 26 maggio 2019
LA PROCESSIONE, QUELLA SUGGESTIVA
La sera del 14 maggio, quella della processione canonica e tradizionale del Santo per le campagne della Terra da lui cristianizzata pioveva: sarebbe stato pericoloso sia per i facchini trasportarne la statua, sia per la banda che per i fedeli procedere sul bagnato.
Tutto rimandato a sabato 25, ore 21:00.
Sant'Eutizio frazione, quella dove sono conservati i resti mortali del Martire, nelle catacombe che sono un gioiello tanto prezioso quanto poco conosciuto; tutto pronto davanti al Convento di San Paolo della Croce, padre Aldo in prima linea accanto ai bambini della Prima Comunione, con il loro abito bianco.
Piccola parata degli uomini che porteranno a spalla il Santo, banda musicale, fuochi d'artificio e poi si può cominciare: circa quattro chilometri percorsi a piedi su strada asfaltata per le campagne, dove affacciano villette e case moderne.
La strada viene illuminata da fuochi nei barattoli di latta, candele in vasetti di vetro e fiaccole per i fedeli, prese all'inizio con un obolo di offerta in cambio: gli altarini allestiti lungo il cammino, agli incroci, da famiglie private sono le fermate di sosta e di riposo per i facchini, ma anche di preghiera e commento per il parroco, che benedice popolazione e case invocando la protezione dei Santi.
C'è il vice sindaco, fasciato, ci sono alcuni vigili urbani: tutto procede nel più regolare dei piani, con la folla che si ingrandisce sempre di più man mano che ci avviciniamo di nuovo al centro abitato, sempre accompagnati dagli incitamenti di padre Aldo e dalle note della banda comunale, fino alla salita finale, di corsa.
Emozioni, preghiere, unione della popolazione: realtà non scontata, ma vera specie se si considera la presenza di tanti bimbi, accanto ai nonni magari, per due ore di partecipazione di tutti e poi i fuochi finali, quando si ringrazia il comitato della Festa degli Spaghetti che ha permesso di raccogliere un buon contributo, sonante, tangibile, non solo chiacchiere.
Bene, molto bene: quando si incontrano sacro e profano, quando i giovani si sostituiscono ai grandi, quando alla realizzazione di un evento collaborano in molti, ognuno con la propria peculiarità certo, ma comunque per un unico scopo.
Al prossimo anno per la processione, ma se c'è da partecipare per contribuire, non mancheremo, sicuramente.
Tutto rimandato a sabato 25, ore 21:00.
Sant'Eutizio frazione, quella dove sono conservati i resti mortali del Martire, nelle catacombe che sono un gioiello tanto prezioso quanto poco conosciuto; tutto pronto davanti al Convento di San Paolo della Croce, padre Aldo in prima linea accanto ai bambini della Prima Comunione, con il loro abito bianco.
Piccola parata degli uomini che porteranno a spalla il Santo, banda musicale, fuochi d'artificio e poi si può cominciare: circa quattro chilometri percorsi a piedi su strada asfaltata per le campagne, dove affacciano villette e case moderne.
La strada viene illuminata da fuochi nei barattoli di latta, candele in vasetti di vetro e fiaccole per i fedeli, prese all'inizio con un obolo di offerta in cambio: gli altarini allestiti lungo il cammino, agli incroci, da famiglie private sono le fermate di sosta e di riposo per i facchini, ma anche di preghiera e commento per il parroco, che benedice popolazione e case invocando la protezione dei Santi.
C'è il vice sindaco, fasciato, ci sono alcuni vigili urbani: tutto procede nel più regolare dei piani, con la folla che si ingrandisce sempre di più man mano che ci avviciniamo di nuovo al centro abitato, sempre accompagnati dagli incitamenti di padre Aldo e dalle note della banda comunale, fino alla salita finale, di corsa.
Emozioni, preghiere, unione della popolazione: realtà non scontata, ma vera specie se si considera la presenza di tanti bimbi, accanto ai nonni magari, per due ore di partecipazione di tutti e poi i fuochi finali, quando si ringrazia il comitato della Festa degli Spaghetti che ha permesso di raccogliere un buon contributo, sonante, tangibile, non solo chiacchiere.
Bene, molto bene: quando si incontrano sacro e profano, quando i giovani si sostituiscono ai grandi, quando alla realizzazione di un evento collaborano in molti, ognuno con la propria peculiarità certo, ma comunque per un unico scopo.
Al prossimo anno per la processione, ma se c'è da partecipare per contribuire, non mancheremo, sicuramente.
sabato 25 maggio 2019
IL PAESELLO, DOVE?
Ho acquistato in edicola una nota rivista specializzata in viaggi e vacanze, attirata dall'inserto in lingua italiana e inglese sulla mia amata regione, il Lazio, di cui sono una estimatrice incondizionata nonostante la pessima gestione politica di ogni gruppo al potere, in fatto di Beni Culturali da proteggere, valorizzare e rilanciare.
Ho aperto e letto avida il lungo articolo riguardante la mia provincia e le sue verdi e storiche bellezze, per godere di una ventata di orgoglio, per constatare che anche quelli specializzati si fossero resi conto dei Tesori che calpestiamo, guardiamo e viviamo ogni giorno.
Ebbene, nell'elenco dei siti di interesse, dei luoghi del cuore da non perdere una volta che si passi da queste parti, per Viterbo e paesotti limitrofi, troviamo oltre al capoluogo Città dei Papi e di Rosa, Civita di Bagnoregio, Tarquinia, Norchia, Caprarola, Bomarzo, Vulci, Bolsena e tutti i centri del Lago, Vitorchiano, Bagnaia e Vignanello.
E il Paesello mio? Quello che era la Perla dei Cimini?
Nulla, niente, silenzio.
Io qualche domanda ogni tanto me la pongo, specie quando affronto l'allenamento mattutino su circuito cittadino: quando conto le attività che chiudono e i locali del centro abbandonati, quando partecipo agli eventi o alle inaugurazioni delle mostre, quando vorrei acquistare un libro, quando c'è da darsi da fare in prima fila, quando urge chiudere la vita social e i commenti che lasciano il tempo che trovano, per vivere il paesello dal vero.
Le parole non servono, le immagini non bastano, per l'impegno invece, direi che è giunta l'ora; ma non cerchiamo solo le autorità, chi comanda, chi decide; la differenza la fanno i cittadini.
Ho aperto e letto avida il lungo articolo riguardante la mia provincia e le sue verdi e storiche bellezze, per godere di una ventata di orgoglio, per constatare che anche quelli specializzati si fossero resi conto dei Tesori che calpestiamo, guardiamo e viviamo ogni giorno.
Ebbene, nell'elenco dei siti di interesse, dei luoghi del cuore da non perdere una volta che si passi da queste parti, per Viterbo e paesotti limitrofi, troviamo oltre al capoluogo Città dei Papi e di Rosa, Civita di Bagnoregio, Tarquinia, Norchia, Caprarola, Bomarzo, Vulci, Bolsena e tutti i centri del Lago, Vitorchiano, Bagnaia e Vignanello.
E il Paesello mio? Quello che era la Perla dei Cimini?
Nulla, niente, silenzio.
Io qualche domanda ogni tanto me la pongo, specie quando affronto l'allenamento mattutino su circuito cittadino: quando conto le attività che chiudono e i locali del centro abbandonati, quando partecipo agli eventi o alle inaugurazioni delle mostre, quando vorrei acquistare un libro, quando c'è da darsi da fare in prima fila, quando urge chiudere la vita social e i commenti che lasciano il tempo che trovano, per vivere il paesello dal vero.
Le parole non servono, le immagini non bastano, per l'impegno invece, direi che è giunta l'ora; ma non cerchiamo solo le autorità, chi comanda, chi decide; la differenza la fanno i cittadini.
UN PEZZO DI TIROLO, ANZI UN TRIS
Ebbene sì, quando sei troppo povera per trascorrere le vacanze in montagna,
quando hai l'indole marina ma vivi in collina,
quando ami gustare nuovi sapori e assaggiare qualcosa di diverso ma non puoi spostarti più di tanto,
quando cerchi il Tirolo, ma non sai quale strada percorrere... Un pezzo di Sud Tirolo viene da te, a tavola.
Serata tra amici, cena a tema, profumi diversi, in un agriturismo a pochi chilometri dal paesello, dove vivono e lavorano un architetto romano e un maestro di sci della Sud Tirolo - e il femminile della preposizione articolata non è un errore.
Letizia e Beppe ci hanno accolto nella loro azienda con uno Sprizt, alcolico al punto giusto, e qualche salatino di pane; via via abbiamo gustato i piatti tipici altoatesini a base di carne e verdure: per quanto possa interessare, in base al mio gusto, il canederlo di spinaci è stato il migliore, non che gli altri non siano stati assaporati con gusto.
La carne, ad ognuno la sua: per noi adulti goulash e per i pargoli salsiccia.
Poi mannaggia alla Sacher e a quanto è buona, ci è scappata anche la candelina: cioccolato non ti temo, ti adoro.
E alla fine con il caffè un sorso di grappa, a scelta, che non guasta mai, a detta degli uomini.
Non volevo far la figura della coatta che fotografa tutto il menù, quindi mi sono limitata al principio e alla fine: per conoscere cosa c'era nel mezzo e quanto fosse buono, non vi rimane che provare di persona, oppure raggiungere le montagne.
https://www.facebook.com/lortodiHans/?__tn__=%2Cd%2CP-R&eid=ARBWvqEGkM4cc2SXJINTB-Wyw2DMmA-RR0vptcWWVypCXpZbiJKZmBefxZKcRkkbB735b7b5m7QC5Nyy
quando hai l'indole marina ma vivi in collina,
quando ami gustare nuovi sapori e assaggiare qualcosa di diverso ma non puoi spostarti più di tanto,
quando cerchi il Tirolo, ma non sai quale strada percorrere... Un pezzo di Sud Tirolo viene da te, a tavola.
Serata tra amici, cena a tema, profumi diversi, in un agriturismo a pochi chilometri dal paesello, dove vivono e lavorano un architetto romano e un maestro di sci della Sud Tirolo - e il femminile della preposizione articolata non è un errore.
Letizia e Beppe ci hanno accolto nella loro azienda con uno Sprizt, alcolico al punto giusto, e qualche salatino di pane; via via abbiamo gustato i piatti tipici altoatesini a base di carne e verdure: per quanto possa interessare, in base al mio gusto, il canederlo di spinaci è stato il migliore, non che gli altri non siano stati assaporati con gusto.
La carne, ad ognuno la sua: per noi adulti goulash e per i pargoli salsiccia.
Poi mannaggia alla Sacher e a quanto è buona, ci è scappata anche la candelina: cioccolato non ti temo, ti adoro.
E alla fine con il caffè un sorso di grappa, a scelta, che non guasta mai, a detta degli uomini.
Non volevo far la figura della coatta che fotografa tutto il menù, quindi mi sono limitata al principio e alla fine: per conoscere cosa c'era nel mezzo e quanto fosse buono, non vi rimane che provare di persona, oppure raggiungere le montagne.
https://www.facebook.com/lortodiHans/?__tn__=%2Cd%2CP-R&eid=ARBWvqEGkM4cc2SXJINTB-Wyw2DMmA-RR0vptcWWVypCXpZbiJKZmBefxZKcRkkbB735b7b5m7QC5Nyy
venerdì 24 maggio 2019
UN CORO? MORBIDO
E lo sapete che manca una sola settimana all'esibizione del CORO dell'Istituto Comprensivo?
Oggi prove quasi decisive, diciamo; sono in venti i piccoli coristi, mancano i ragazzi della seconda media in viaggio d'istruzione, dalla prima elementare alla terza media, belli loro; si prende il tempo di ogni pezzo intonato, per rendersi conto della consistenza.
Aula magna della scuola, sede centrale, mentre intorno si stanno muovendo gli operai per allestire le cabine elettorali, spostare tutto il possibile per le imminenti votazioni: il professor Francesco Achilli alla tastiera e la professoressa Tiziana Barbierato alla direzione delle voci; i protagonisti seduti sulle sedie più o meno composti, comunque pronti, poi in piedi quando c'è da muoversi a ritmo.
I brani da ricordare, da riprodurre, da vocalizzare sono una decina: ci si impegna dalle onde del mare alle cime delle montagne, dalle piccole guardie della Carmen alle suore ACT, passando per l'Inno, che va cantato pulito, mi raccomando, senza intrusioni o intromissioni indebite.
I bambini sono meravigliosi, impegnati anche con una lingua difficile da Re Leone; quando ondeggiano battendo le mani a ritmo mi emozionano sempre, senza steccati, senza confini, senza barriere: tutti davanti alla professoressa, attenti a cogliere il segnale del via, a modulare il volume a seconda dell'innalzarsi o abbassarsi della sua mano.
Quanto tempo avranno a disposizione per esibirsi durante la manifestazione della Notte della Legalità, venerdì prossimo presso l'aula magna delle Medie?
Tutto il tempo di cui hanno bisogno, i nostri piccoli, i bambini del coro senza barriere.
Prendete nota degli appuntamenti, sono tutti importanti, nati per occasioni speciali:
31 maggio, manifestazione Notte della Legalità
5 giugno, anniversario del bombardamento del paese
Lì dove arriva la musica, lì dove arrivano le voci dei bambini, altri non sono arrivati; lasciatevi commuovere, lasciatevi coinvolgere.
http://www.icsorianonelcimino.gov.it/
Oggi prove quasi decisive, diciamo; sono in venti i piccoli coristi, mancano i ragazzi della seconda media in viaggio d'istruzione, dalla prima elementare alla terza media, belli loro; si prende il tempo di ogni pezzo intonato, per rendersi conto della consistenza.
Aula magna della scuola, sede centrale, mentre intorno si stanno muovendo gli operai per allestire le cabine elettorali, spostare tutto il possibile per le imminenti votazioni: il professor Francesco Achilli alla tastiera e la professoressa Tiziana Barbierato alla direzione delle voci; i protagonisti seduti sulle sedie più o meno composti, comunque pronti, poi in piedi quando c'è da muoversi a ritmo.
I brani da ricordare, da riprodurre, da vocalizzare sono una decina: ci si impegna dalle onde del mare alle cime delle montagne, dalle piccole guardie della Carmen alle suore ACT, passando per l'Inno, che va cantato pulito, mi raccomando, senza intrusioni o intromissioni indebite.
I bambini sono meravigliosi, impegnati anche con una lingua difficile da Re Leone; quando ondeggiano battendo le mani a ritmo mi emozionano sempre, senza steccati, senza confini, senza barriere: tutti davanti alla professoressa, attenti a cogliere il segnale del via, a modulare il volume a seconda dell'innalzarsi o abbassarsi della sua mano.
Quanto tempo avranno a disposizione per esibirsi durante la manifestazione della Notte della Legalità, venerdì prossimo presso l'aula magna delle Medie?
Tutto il tempo di cui hanno bisogno, i nostri piccoli, i bambini del coro senza barriere.
Prendete nota degli appuntamenti, sono tutti importanti, nati per occasioni speciali:
31 maggio, manifestazione Notte della Legalità
5 giugno, anniversario del bombardamento del paese
Lì dove arriva la musica, lì dove arrivano le voci dei bambini, altri non sono arrivati; lasciatevi commuovere, lasciatevi coinvolgere.
http://www.icsorianonelcimino.gov.it/
mercoledì 22 maggio 2019
MAMME 2009, PULCINI
E allora cominciamo a rivalutare quelle povere donne che, abbandonati cucine, panni e altri impegni gravosi, caricano il borsone nel bagagliaio dell'auto e portano il pargolo alla partita di torneo.
Non una semplice partita di calcio, no, ma uno scontro vero e proprio, un duello all'ultimo contropiede, una resa dei conti e dei tempi - da quindici o venti minuti, poi si vedrà.
Le mamme e gli altri adulti accompagnatori si presentano puntuali all'appuntamento stabilito dall'allenatore, poi capita però che gli avversari si dimentichino qualcosa, come ad esempio le divise - e tornino indietro, posticipando di venti minuti il fischio d'inizio.
Ma le mamme sanno aspettare, anche con un pacchetto di mais tostato, gomme, caramelle, biscotti e altri rinforzi, per combattere il caldo, il freddo, la pioggia e l'ansia.
Ci sono quelle informate, che riescono a tenere il conto delle reti, dei falli, delle punizioni; ci sono quelle che invece fino all'ultimo minuto non ricordano neanche dove si debba giocare e contro chi, fatto alquanto grave per gli uomini, non certo per le sante donne che devono districarsi tra ricevimento insegnanti, rinfreschi comunioni, vaccini, visite ai nonni e scadenze dal commercialista.
Ognuna con la sua vita privata, il suo umore, pessimo se parliamo di dieta, ottimo se consideriamo la corsa e il dimagrimento; problemi con il menù della cena, altro grande scoglio familiare.
Ci si potrebbe fermare a comprare un panino imbottito con carne scelta, ma anche il cibo veloce andrà bene perché tra gioco, calci e doccia, i piccoli campioni riescono a snervare anche il più santo dei genitori che attendono fuori dagli spogliatoi, chiacchierando di lavoro, impegni e altri appuntamenti, che certo ai figli poco importano, se c'è da gioire per un meraviglioso 4 - 1, grazie al bel gioco di squadra, compatto.
E sì perché quando si comincia sfavoriti, quando si compete con una rosa ristretta, gli avversari si sentono vincenti e vincitori, ancor prima di scendere in campo, tra le note dell'inno nazionale, come i grandi, ma molto più sinceri, spontanei e sorridenti.
Si sistemano in fila, aspettano il fischio dell'arbitro e poi salutano con le manine, sia verso gli spalti, sia alle loro spalle, dove si sono posizionate le loro prime tifose.
Poi vincono.
Non una semplice partita di calcio, no, ma uno scontro vero e proprio, un duello all'ultimo contropiede, una resa dei conti e dei tempi - da quindici o venti minuti, poi si vedrà.
Le mamme e gli altri adulti accompagnatori si presentano puntuali all'appuntamento stabilito dall'allenatore, poi capita però che gli avversari si dimentichino qualcosa, come ad esempio le divise - e tornino indietro, posticipando di venti minuti il fischio d'inizio.
Ma le mamme sanno aspettare, anche con un pacchetto di mais tostato, gomme, caramelle, biscotti e altri rinforzi, per combattere il caldo, il freddo, la pioggia e l'ansia.
Ci sono quelle informate, che riescono a tenere il conto delle reti, dei falli, delle punizioni; ci sono quelle che invece fino all'ultimo minuto non ricordano neanche dove si debba giocare e contro chi, fatto alquanto grave per gli uomini, non certo per le sante donne che devono districarsi tra ricevimento insegnanti, rinfreschi comunioni, vaccini, visite ai nonni e scadenze dal commercialista.
Ognuna con la sua vita privata, il suo umore, pessimo se parliamo di dieta, ottimo se consideriamo la corsa e il dimagrimento; problemi con il menù della cena, altro grande scoglio familiare.
Ci si potrebbe fermare a comprare un panino imbottito con carne scelta, ma anche il cibo veloce andrà bene perché tra gioco, calci e doccia, i piccoli campioni riescono a snervare anche il più santo dei genitori che attendono fuori dagli spogliatoi, chiacchierando di lavoro, impegni e altri appuntamenti, che certo ai figli poco importano, se c'è da gioire per un meraviglioso 4 - 1, grazie al bel gioco di squadra, compatto.
E sì perché quando si comincia sfavoriti, quando si compete con una rosa ristretta, gli avversari si sentono vincenti e vincitori, ancor prima di scendere in campo, tra le note dell'inno nazionale, come i grandi, ma molto più sinceri, spontanei e sorridenti.
Si sistemano in fila, aspettano il fischio dell'arbitro e poi salutano con le manine, sia verso gli spalti, sia alle loro spalle, dove si sono posizionate le loro prime tifose.
Poi vincono.
domenica 19 maggio 2019
NON CHI COMINCIA MA QUEL CHE PERSEVERA
Domenica di mare: Civitavecchia, il porto e l'Amerigo Vespucci, la nave scuola che porta onore all'Italia.
Siamo partiti presto, noi partiamo sempre presto, abbiamo percorso tutta la superstrada, con un veloce lungo tratto nuovo nuovo: per arrivare a destinazione abbiamo impiegato poco più di un'ora ed è cambiato il cielo, è migliorato il tempo e sono sparite le nubi.
Mattinata frizzante, piacevole, lungomare: la nave ci aspettava grande e nera, in legno levigato, signorile e tirata a lucido; non delle dimensioni di una crociera, ma molto più interessante, raffinata, ornata; siamo andati spediti, niente fila, controllo personale e delle borse, giusto e poi camminata libera sui due ponti, guardati a vista dal personale, gentile ma concentrato.
Giro di meraviglia, tutto perfetto, pulito, ordinato, curato sulla nave, un po' meno tra i cespugli, sulle scalinate, accanto alle panchine, peccato maltrattare così un ambiente rinnovato e messo a nuovo da poco tempo.
Prima e dopo la visita ci siamo goduti la passeggiata, il mare increspato, il sole pallido, il viavai dei bambini su ruote, i sassi della riva, gli scogli artificiali, i pescatori della domenica; unica mota stonata il pranzo veloce, in quel locale di pasto veloce scelto dai bimbi: non ci è proprio piaciuto niente, né le patatine né il regaletto di vera plastica, sarà per la prossima, quando scopriremo la cucina locale, l'accoglienza e il servizio di un locale come si deve.
Siamo partiti presto, noi partiamo sempre presto, abbiamo percorso tutta la superstrada, con un veloce lungo tratto nuovo nuovo: per arrivare a destinazione abbiamo impiegato poco più di un'ora ed è cambiato il cielo, è migliorato il tempo e sono sparite le nubi.
Mattinata frizzante, piacevole, lungomare: la nave ci aspettava grande e nera, in legno levigato, signorile e tirata a lucido; non delle dimensioni di una crociera, ma molto più interessante, raffinata, ornata; siamo andati spediti, niente fila, controllo personale e delle borse, giusto e poi camminata libera sui due ponti, guardati a vista dal personale, gentile ma concentrato.
Giro di meraviglia, tutto perfetto, pulito, ordinato, curato sulla nave, un po' meno tra i cespugli, sulle scalinate, accanto alle panchine, peccato maltrattare così un ambiente rinnovato e messo a nuovo da poco tempo.
Prima e dopo la visita ci siamo goduti la passeggiata, il mare increspato, il sole pallido, il viavai dei bambini su ruote, i sassi della riva, gli scogli artificiali, i pescatori della domenica; unica mota stonata il pranzo veloce, in quel locale di pasto veloce scelto dai bimbi: non ci è proprio piaciuto niente, né le patatine né il regaletto di vera plastica, sarà per la prossima, quando scopriremo la cucina locale, l'accoglienza e il servizio di un locale come si deve.
sabato 18 maggio 2019
EMOZIONI E COMUNICAZIONE
Incontro finale in aula magna, sede centrale dell'Istituto Comprensivo di Soriano, tutta per noi - genitori ed insegnati - c'è la dottoressa Elena Del Sordo, che ci guida alla scoperta della comunicazione efficace e dei modi di comunicare. La dottoressa ha portato avanti un progetto con tutti i ragazzi della Prima Media sulla prevenzione al bullismo: tema del convegno è dunque il punto della situazione, ma soprattutto la predisposizione di noi adulti nei confronti di questi giovani e dei loro stati d'animo.
Riusciamo a comunicare il nostro messaggio, quel che pronunciamo è veramente ascoltato e immagazzinato? Tono aggressivo, modo assertivo, posizione del corpo, sorriso, distrazione: dobbiamo imparare a concedere agli altri il giusto spazio, dedicare del tempo buono e fruttuoso e, sopratutto, diventare coerenti.
E già perché sembra che quel che diciamo non corrisponda poi a quel che trasmettiamo con il corpo, con lo sguardo, con i gesti; quando ci lamentiamo dei figli che si chiudono e non vogliono aprirsi o rivelare ciò che li turba, dobbiamo poi essere sempre pronti a cogliere l'attimo delle loro confidenze. Cellulare o diario segreto? Attenzione a non sbirciare, a non rompere il rapporto di fiducia, nel rispetto dei tempi, dei modi e del desiderio di parola.
Abbiamo poi capito che tutte le emozioni sono positive, vanno distinte poi in piacevoli e spiacevoli; quelle di base che siano funzionali o disfunzionali, dipende da noi, nessuna emozione è sbagliata e quelle secondarie sono emozioni derivate con l'aspetto cognitivo.
Paura, tristezza, rabbia, disgusto e gioia: queste le primarie, quelle che possiedono tutti gli uomini e gli animali; sbagliamo quando ricerchiamo il risultato ad ogni costo, quando giudichiamo un ragazzo, uno studente dal risultato: siamo orgogliosi dei figli come persone e non per il voto che raggiungono; impariamo a distinguere il semplice capriccio dalla smorfia di nausea o repulsione; non priviamo i piccoli della tristezza, non evitiamo loro insuccessi o momenti bui, perché sono quelli che li fanno crescere; servono i no, come sono indispensabili le regole, solo che tutti poi le dobbiamo rispettare.
Comunicare, impossibile non farlo: con il corpo, con gli occhi, con il silenzio; l'efficacia sta tutta nel trovare l'equilibrio assertivo, non assumere un stile comunicativo aggressivo né passivo; per riuscire bene, dobbiamo impegnarci nel saper scegliere, nel mandare messaggi chiari e credibili.
Un ottimo incontro di due ore di esempi, di sollecitazioni a riflettere sul nostro modo di affrontare gli altri, sulla riuscita dei nostri obiettivi come educatori: gli adulti devono imparare ad ascoltare e a farsi ascoltare.
http://www.icsorianonelcimino.gov.it/category/news/
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Riusciamo a comunicare il nostro messaggio, quel che pronunciamo è veramente ascoltato e immagazzinato? Tono aggressivo, modo assertivo, posizione del corpo, sorriso, distrazione: dobbiamo imparare a concedere agli altri il giusto spazio, dedicare del tempo buono e fruttuoso e, sopratutto, diventare coerenti.
E già perché sembra che quel che diciamo non corrisponda poi a quel che trasmettiamo con il corpo, con lo sguardo, con i gesti; quando ci lamentiamo dei figli che si chiudono e non vogliono aprirsi o rivelare ciò che li turba, dobbiamo poi essere sempre pronti a cogliere l'attimo delle loro confidenze. Cellulare o diario segreto? Attenzione a non sbirciare, a non rompere il rapporto di fiducia, nel rispetto dei tempi, dei modi e del desiderio di parola.
Abbiamo poi capito che tutte le emozioni sono positive, vanno distinte poi in piacevoli e spiacevoli; quelle di base che siano funzionali o disfunzionali, dipende da noi, nessuna emozione è sbagliata e quelle secondarie sono emozioni derivate con l'aspetto cognitivo.
Paura, tristezza, rabbia, disgusto e gioia: queste le primarie, quelle che possiedono tutti gli uomini e gli animali; sbagliamo quando ricerchiamo il risultato ad ogni costo, quando giudichiamo un ragazzo, uno studente dal risultato: siamo orgogliosi dei figli come persone e non per il voto che raggiungono; impariamo a distinguere il semplice capriccio dalla smorfia di nausea o repulsione; non priviamo i piccoli della tristezza, non evitiamo loro insuccessi o momenti bui, perché sono quelli che li fanno crescere; servono i no, come sono indispensabili le regole, solo che tutti poi le dobbiamo rispettare.
Comunicare, impossibile non farlo: con il corpo, con gli occhi, con il silenzio; l'efficacia sta tutta nel trovare l'equilibrio assertivo, non assumere un stile comunicativo aggressivo né passivo; per riuscire bene, dobbiamo impegnarci nel saper scegliere, nel mandare messaggi chiari e credibili.
Un ottimo incontro di due ore di esempi, di sollecitazioni a riflettere sul nostro modo di affrontare gli altri, sulla riuscita dei nostri obiettivi come educatori: gli adulti devono imparare ad ascoltare e a farsi ascoltare.
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