Seguo la vita culturale del Paesello mio, mi piace sentir narrare, ricordare, conoscere.
Sia ben chiaro però che non rientro nella categoria del Laudator temporis acti e anzi mi risultano particolarmente antipatiche le persone che stavano meglio quando si stava peggio, che i giovani di oggi sono bamboccioni, che una volta c'era più rispetto...
Intanto perché questo è il mondo, è la società che ci hanno preparato, organizzato, lasciato e trasmesso, chissà come si evolveranno.
Comunque, ho partecipato alla presentazione di un libro "storico-biografico" su un personaggio ben conosciuto nel secolo scorso, un vicino di casa del Pisciarello mio, di una comunità che è passata e certo non tornerà: del vicinato rumoroso e scapestrato, del cappello-cappotto-cravatta della domenica tutti a messa, della famiglia patriarcale, dell'autorità della Scuola.
Breve dibattito intorno al soggetto del libro, alla Storia locale, all'interesse che va scemando per la Memoria e le vestigia, i personaggi del posto a cui dedicare una via: perché non ricordiamo, perché non conosciamo, perché non ci informiamo?
La scuola, sempre tirata in causa.
Il racconto degli anziani, che certo oggi non stazionano davanti al camino con i piccoli intorno ad ascoltare.
I social, eccoli.
La frenesia, il poco tempo, altri interessi...
Facciamola un'analisi sociologica, intervistiamo i cittadini, intanto però cominciamo a riprendere a frequentare i luoghi di Cultura, proponendo buona Cultura, oggi si dice ACCATTIVANTE.
E dopo l'impegno culturale una cioccolata ci stava proprio bene.
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