Se c'è un giorno che mi mette ansia, preoccupazione e tanta agitazione, è proprio quello dei colloqui del secondo quadrimestre.
Oggi.
E ci siamo collegati, dal primissimo pomeriggio: non più quelle care vecchie file di brontolii, di numeretto, scortesia e pettegolezzi, no. Adesso siamo telematici, lontani e sempre reperibili.
Io in cucina, ambiente ristretto caldo con una buona illuminazione, se solo ci fosse il sole. Piove pure. Li vedo nello studio privato, in pausa lavoro, in macchina al parcheggio, dalla cameretta con tutto l'armamentario dei giochi virtuali al fianco. Qualche alunno fa capolino, qualcuno sfugge, qualcuno fa il segno della croce, dai!
L'ansia mi fa compagnia da una settimana, perché ho raccolto le mail degli appuntamenti, ho incastrato gli impegni dei genitori e miei, in modo quasi perfetto. Ho sovrapposto solo due famiglie, anzi, sono riuscita a risolvere in fretta.
Come va? Come si comporta? Che mi dice, sta migliorando? Sono quasi tutte signore le mie interlocutrici, peggio per i figli perché i padri si sa sono sempre più buoni e accondiscendenti, ma le mamme... Chi promette tempesta, chi un taglio netto, chi dice di essere rassegnata e chi chiede invece un consiglio, collaborazione o conforto.
I punti critici sono pochi, per fortuna, risolvibili. Bisogna collaborare, cercare la soluzione migliore, prendere coscienza del problema e agire di conseguenza: ma se non ama la lettura il pargolo, che si fa? C'è chi propone un audio-libro, chi la lettura a coppia, chi quelli della propria giovinezza. I genitori non si fanno certo scoraggiare dalla prole restia, la prof ringrazia di cuore.
Meglio in presenza, certo, guardarsi negli occhi e stringersi la mano a fine chiacchierata, però per ora va bene così. Si tira fino a tardi, quando finisco non sono tanto fresca.
La valutazione è questione spinosa, non semplice e ben dibattuta. Cerco di fare del mio meglio e di cogliere il momento propizio, che sia anche al rientro, dopo un approfondito ripasso.
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