Ebbene sta per concludersi il mio terzo anno consecutivo in quel plesso, in quell'istitituto comprensivo, in quel paese. O a quel paese? No, torniamo seri.
Tre anni di amore e odio, covid e tamponi, mail e presentazioni in pover point, libri e relazioni, uscite poche però.
Quanto si impiega a creasi una nomea? Quanto tempo occorre per ammucchiare aneddoti, voci, esperienze e sentito dire?
Certo all'inizio sei un'emerita sconosciuta, una delle tante di passaggio per quella salita, per quel cancello, per quell'ingresso antipanico.
Poi trascorrono i giorni che diventano settimane che si allungano in mesi e quindi anni scolastici susseguenti. In continuità sono stata lì, con quei bambini diventati ragazzi, quelle bimbe diventate signorine, studenti con una loro personalità.
Stavo appunto riflettendo su quanto si sia detto o scritto nei gruppi genitori su di me, sul mio lavoro, sulle mie pretese: il tutto è andato a costituire la mia buona e cattiva fama, quanto mi precede ormai prima di entrare in classe.
Chiudo con la terza il mio primo ciclo completo, la Dirigente a settembre assegnerà e abbinerà di nuovo le classi, secondo i criteri che ha già chiarito al collegio: chissà chi spera di non incontrarmi sulla sua strada e chi invece mi rimpiangerà?
Eccomi sono così Strega, mi riesce naturale.
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