Che non sono certo i Pitagorici né i fortunati dell'estrazione del lotto. Sono invece quattro docenti di lettere, uno per sezione, che si sono dati appuntamento in sede centrale di buon mattino e già colazionati per non perdere tempo e lavorare.
Lavorare alla formulazione dei titoli degli elaborati, gli scritti di lingua italiana, sì insomma i temi, di diversa fattura, consistenza, indirizzo, appartenenza, costanza, disciplinati secondo determinate regole...
Solo che lavorare significa chiacchierare confrontarsi spulciare testi citazioni capitoli di romanzi ed elaborare.
Intanto le tematiche, poi le discipline, poi la sintassi, le fonti e i rimandi: non si finisce mai, un circolo vizioso da cui non si esce, perché tutto risulta interessante, estremamente adatto a dimostrare le capacità e le competenze linguistiche, la padronanza lessicale dei nostri alunni.
Non basta. Ci confrontiamo su fasce di livello, metodo e metodologie, lavoro di gruppo, rapporti con i colleghi, progetti riusciti e nuove prospettive future. Qualche pettegolezzo o confidenza di gioventù li vogliamo aggiungere?
Empatia.
E dopo quattro ore di intensi scambi abbiamo abbandonato il campo per rifocillare corpo e spirito e passare a giudizi, comportamento e scrutini.
Quanto ci sia dietro ad ogni singolo vocabolo o segno di punteggiatura, non lo scopri finché non hai da presentare le terne per l'esame di Stato.
Scuola: passione.
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