Mi ha contattata Egle perché le serviva un aiuto: raccontare il rugby attraverso una storia che abbracciasse bambini, giovani e adulti, che esaltasse gli ideali di quello sport e fungesse da sfondo ad una giornata dedicata alla squadra e alle famiglie.
Il gruppo promotore è quello di Viterbo, che ha "messo in campo" un'intera giornata di gioco, amicizia e ricordi tra passato, presente e futuro: Egle ha rivestito il ruolo di ponte tra le parti, la scrittrice e la squadra, la fantasia e la corsa, la penna e il campo verde.
Ho ideato la storia, basandomi sulle peculiarità del rugby, a cominciare dalla pallovale, e sul desiderio espresso dagli organizzatori di esaltare l'unione tra giovani e anziani, il passaggio di consegne e l'importanza del rispetto delle regole.
Non solo la storia è stata letta con interesse, apprezzata e subito accettata, ma addirittura sono stata invitata al campo a interpretarla ad alta voce, mentre intorno a me si materializzavano i protagonisti della fiaba, davanti ai piccoli giocatori seduti ad ovale con accanto i loro genitori.
E questa mattina alle 11 la festa è cominciata: accolta con gentilezza a affabilità, mi sono posizionata a centrocampo, microfono in mano ed ho letto le mie parole; la mia fantasia ha preso forma, il pubblico ha ascoltato, ho raccolto complimenti e strette di mano, assieme ad una possibile collaborazione futura. Emozione e grande soddisfazione.
Grazie a Egle Rossetti, a suo fratello Giuseppe e a tutto il mondo viterbese del rugby, nella persona di Cristiano, che hanno creduto nelle mie capacità di scrittrice.
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