La vita non è semplice, l'abbiamo capito da tanto tempo, a nostre spese, con tutte le esperienze e le prove che ha sottoposto a noi come ad altri, purtroppo.
Sentirsi unici, amati, coccolati, esauditi, questo possiamo desiderare e chiedere, alla famiglia e agli amici, quelli più intimi, sinceri e sempre presenti.
Non ho denari in un deposito, come Paperone, non ho ricchezze custodite in una grotta come Alì Babà, sono solo una mediocre affabulatrice, il mio regalo dunque è semplice, essenziale direi, ti dedico le mie povere parole.
Ti auguro di crescere i tuoi figli, come i tuoi genitori hanno allevato te e i tuoi fratelli, nel rispetto, nell'amore e nella condivisione; ti auguro di educarli e di istruirli come ha fatto tuo padre con te, con modestia, sincerità, senza alzare mai la voce e senza disturbare i presenti.
Ti auguro di allevarli con la stessa dedizione, la semplicità, il sorriso di tua madre e di essere ricordata da loro ormai grandi con una lacrima tra le ciglia, con le tue parole preferite e gli amorevoli rimproveri.
Ti auguro di non cambiare mai, anche nella tua indecisione e nella tua scrupolosità, con la competenza e le capacità che ammiro in te.
Ti auguro, infine, ciò che mi hai dedicato per questo nuovo anno: che tu possa avverare tutti i tuoi sogni.
sabato 31 gennaio 2015
venerdì 30 gennaio 2015
Così piccola e fragile...
La nostra famiglia si è arricchita di una nuova piccola Stella, magnifico. E' un mistero profondo e meraviglioso, la nascita; nulla di più straordinario, nessun dolore e nessuna sofferenza che siano meglio ricompensati, una gioia infinita che comincia con lacrime e vagiti.
Così piccola e indifesa, a piccoli passi cercherà la sua autonomia, i suoi gusti, i suoi colori, le sue passioni. Avrà una famiglia sempre vicina, fermamente convinta delle sue enormi capacità, del suo talento, sia esso nel disegno, nel costruire con i mattoncini, nel recitare le poesie e le filastrocche scolastiche, nelle lingue straniere.
Vorrà camminare sola, arrampicarsi, saltare, correre, non ammetterà mai di essere piccola e incapace davanti ai coetanei, ma cercherà le coccole e la tranquillità nell'intimità della casa.
Nessun uomo sarà bello e forte come suo padre, nessuna donna la saprà capire meglio di sua madre, nessun compagno sarà amico più fidato e sicuro di suo fratello o di sua sorella. Non si dimenticherà mai della casa in cui è cresciuta e dei giochi che ha chiesto a Natale.
Così piccola e indifesa, a piccoli passi cercherà la sua autonomia, i suoi gusti, i suoi colori, le sue passioni. Avrà una famiglia sempre vicina, fermamente convinta delle sue enormi capacità, del suo talento, sia esso nel disegno, nel costruire con i mattoncini, nel recitare le poesie e le filastrocche scolastiche, nelle lingue straniere.
Vorrà camminare sola, arrampicarsi, saltare, correre, non ammetterà mai di essere piccola e incapace davanti ai coetanei, ma cercherà le coccole e la tranquillità nell'intimità della casa.
Nessun uomo sarà bello e forte come suo padre, nessuna donna la saprà capire meglio di sua madre, nessun compagno sarà amico più fidato e sicuro di suo fratello o di sua sorella. Non si dimenticherà mai della casa in cui è cresciuta e dei giochi che ha chiesto a Natale.
DOVE DEVI ANDARE?
E' finita finalmente una giornata lunga, lunghissima; ho corso tutto il giorno da un punto cardinale all'altro, sono stremata, credo anche di aver concluso molto poco, mi sento prostrata. Spendere più di quello che si è guadagnato, non mi sembra proprio esaltante. Ho trascurato completamente casa e famiglia per arrivare a cosa? Ci sono giorni in cui costruisco, solidifico le mie idee, altri come questo in cui disperdo forze, senza arrivare da nessuna parte. Si cresce quotidianamente, si migliora, mi dicono e me ne voglio convincere.
Ho sentito troppe scuse, per cercare di scaricare le proprie responsabilità; quelle delle donne sono veramente tante, ma certe sono proprio brave a trovarne sempre di nuove.
In alcuni momenti vorrei sparire e ritornare quando tutto è finito, quando passata è la tempesta.
Questa sera non sono soddisfatta di quello che ho compiuto, sarà anche colpa delle avverse condizioni meteo, ma sento di aver perso una giornata di vita buona, per accontentarmi di campare tranquilla.
Domani è un altro giorno.
Ho sentito troppe scuse, per cercare di scaricare le proprie responsabilità; quelle delle donne sono veramente tante, ma certe sono proprio brave a trovarne sempre di nuove.
In alcuni momenti vorrei sparire e ritornare quando tutto è finito, quando passata è la tempesta.
Questa sera non sono soddisfatta di quello che ho compiuto, sarà anche colpa delle avverse condizioni meteo, ma sento di aver perso una giornata di vita buona, per accontentarmi di campare tranquilla.
Domani è un altro giorno.
lunedì 26 gennaio 2015
Perché a Sarteano sì?
Intendiamoci bene, non mi piace vedere l'erba del vicino sempre più verde, non voglio denigrare il paese in cui sono nata, cresciuta e ho deciso di piantare la tenda della vita, però...
La gita domenicale a Sarteano, provincia di Siena, mi ha aperto un nuovo mondo, sconosciuto; si tratta di un piccolo centro in cui ancora esistono i cestini lungo le strade e ci sono i grandi cassonetti di diversi colori per la raccolta differenziata. Dall'uscita dell' autostrada al centro abitato, su fino al Castello non abbiamo incontrato immondizia abbandonata sul ciglio della strada, né cartacce o bottiglie di plastica e vetro in attesa degli operatori. Niente.
Civiltà? Buon senso civico? E, udite udite, neanche un escremento in bella vista. Inaudito, inconcepibile, non fare la gincana tra ricordini vari di cani sporcaccioni e padroni "distratti".
Come è possibile? La Toscana sa accogliere, sa coccolare, sa stupire anche il turista di un giorno, quello mordi e fuggi e noi no?
Ancora: un Museo civico informatizzato, piccolo ma completo, biglietto adulti 4 euro e ridotto 3. C'è la pedana e la seggiola per i disabili, lo schermo touch screen, un mega-televisore per video didattici...Alice nel Paese delle Meraviglie.
La gita domenicale a Sarteano, provincia di Siena, mi ha aperto un nuovo mondo, sconosciuto; si tratta di un piccolo centro in cui ancora esistono i cestini lungo le strade e ci sono i grandi cassonetti di diversi colori per la raccolta differenziata. Dall'uscita dell' autostrada al centro abitato, su fino al Castello non abbiamo incontrato immondizia abbandonata sul ciglio della strada, né cartacce o bottiglie di plastica e vetro in attesa degli operatori. Niente.
Civiltà? Buon senso civico? E, udite udite, neanche un escremento in bella vista. Inaudito, inconcepibile, non fare la gincana tra ricordini vari di cani sporcaccioni e padroni "distratti".
Come è possibile? La Toscana sa accogliere, sa coccolare, sa stupire anche il turista di un giorno, quello mordi e fuggi e noi no?
Ancora: un Museo civico informatizzato, piccolo ma completo, biglietto adulti 4 euro e ridotto 3. C'è la pedana e la seggiola per i disabili, lo schermo touch screen, un mega-televisore per video didattici...Alice nel Paese delle Meraviglie.
SARTEANO CHE VAI...
Gita a Sarteano per conoscere il Castello, dove è allestita una collettiva che ci interessa particolarmente. Abbiamo organizzato un'uscita di gran lusso, con tanto di pranzo in trattoria, per non rimanere al freddo e al gelo, con i soliti panini da gita che ai pargoli piacciono tanto, ma che sarebbe stato certo difficile consumare con le fredde e forti folate di vento tra i vicoli del centro storico.
Arrivare alla Rocca non è agevole e anche il percorso interno mette a dura prova i visitatori. La mostra naturalmente è interessante, particolare l'accostamento dei quattro artisti, che, ognuno a modo suo, raccontano il proprio tempo, la propria visione della realtà, il susseguirsi di persone e avvenimenti.
Avevamo già avuto modo di ammirare le opere di Crucili, Fondi e Sanna, oggi abbiamo anche scoperto Monizzi: devo confessare che non mi aspettavo una simile location, rustica, faticosa, particolare, ma azzeccata direi soprattutto per le sculture di Fondi, sempre enigmatiche, intrise di significati mai banali o immediati.
I miei bimbi hanno naturalmente apprezzato molto il percorso della roccaforte, specie le scale a chiocciola dalla piccionaia all'ingresso.
Per concludere in bellezza e storia, abbiamo visitato anche il locale Museo Civico Archeologico, un gioiellino tecnologico, poche sale ma ben fornite, con accattivanti pannelli esplicativi, in diverse lingue comunitarie e la riproduzione, addirittura, nei locali del seminterrato della Tomba della Quadriga, affascinante per i nostri curiosi occhietti.
Ottima giornata, spesa contenuta - considerato che si sposta una "famiglia numerosa"- peccato il freddo polare!
Arrivare alla Rocca non è agevole e anche il percorso interno mette a dura prova i visitatori. La mostra naturalmente è interessante, particolare l'accostamento dei quattro artisti, che, ognuno a modo suo, raccontano il proprio tempo, la propria visione della realtà, il susseguirsi di persone e avvenimenti.
Avevamo già avuto modo di ammirare le opere di Crucili, Fondi e Sanna, oggi abbiamo anche scoperto Monizzi: devo confessare che non mi aspettavo una simile location, rustica, faticosa, particolare, ma azzeccata direi soprattutto per le sculture di Fondi, sempre enigmatiche, intrise di significati mai banali o immediati.
I miei bimbi hanno naturalmente apprezzato molto il percorso della roccaforte, specie le scale a chiocciola dalla piccionaia all'ingresso.
Per concludere in bellezza e storia, abbiamo visitato anche il locale Museo Civico Archeologico, un gioiellino tecnologico, poche sale ma ben fornite, con accattivanti pannelli esplicativi, in diverse lingue comunitarie e la riproduzione, addirittura, nei locali del seminterrato della Tomba della Quadriga, affascinante per i nostri curiosi occhietti.
Ottima giornata, spesa contenuta - considerato che si sposta una "famiglia numerosa"- peccato il freddo polare!
sabato 24 gennaio 2015
CHI NASCE TONDO PUÒ MORIRE QUADRATO?
Con questa perla di saggezza popolare racchiudo un tema dibattuto spesso con un mio amico speciale, il quale ama ricordare in particolare una donna che, avendo fatto una buona carriera, sembra essersi dimenticata delle sue origini contadine, umili ma onorevoli.
Il paese per questo è micidiale, non "perdona", tutti conoscono tutti, sanno tutto di tutti e in special modo ti giudicano dalla tua stirpe, dal tuo albero genealogico.
Nessuno si vergogni dei propri genitori e del loro lavoro, purché onesto e onorevole.
Arredare la casa con gusto, possedere una casa in centro, una macchina nuova, un guardaroba invidiabile e tanto altro, deve essere "guadagnato" con intelligenza, capacità, un pizzico di fortuna e di prontezza a cogliere l'attimo giusto, a saper approfittare del momento.
Ma quelle chic, con la puzza sotto al naso, non ti saluteranno mai, loro non scambieranno mai una parola con te, anche se sono tue coetanee e magari sono venute a scuola con te tanti anni prima, se non appartieni ad un certo rango, al di sopra della media; peggio per loro dico io.
Il paese per questo è micidiale, non "perdona", tutti conoscono tutti, sanno tutto di tutti e in special modo ti giudicano dalla tua stirpe, dal tuo albero genealogico.
Nessuno si vergogni dei propri genitori e del loro lavoro, purché onesto e onorevole.
Arredare la casa con gusto, possedere una casa in centro, una macchina nuova, un guardaroba invidiabile e tanto altro, deve essere "guadagnato" con intelligenza, capacità, un pizzico di fortuna e di prontezza a cogliere l'attimo giusto, a saper approfittare del momento.
Ma quelle chic, con la puzza sotto al naso, non ti saluteranno mai, loro non scambieranno mai una parola con te, anche se sono tue coetanee e magari sono venute a scuola con te tanti anni prima, se non appartieni ad un certo rango, al di sopra della media; peggio per loro dico io.
venerdì 23 gennaio 2015
LIBERTA' D'ESPRESSIONE
Questo post nasce dopo uno scambio di battute con una delle mie care cugine, a cui ho chiesto un parere schietto e sincero del mio operare scritto: anche se non si è d'accordo con quanto da me espresso, resta comunque un buon lavoro.
Quando scrivo, esprimo ciò che penso, un mio vissuto, una sensazione, ci metto la mia faccia, metto a nudo il mio essere; poi però tentenno sul giudizio di chi legge, cerco di capire umori e giudizi, opinioni più o meno contrastanti.
Ognuno è libero di pensare e dire ciò che vuole, senza però ledere la libertà degli altri: "La mia libertà finisce dove comincia la vostra”, sentenziava Martin Luther King.
Espressione vocale-verbale, scritta, grafica, l'importante è farsi capire, mandare un messaggio che gli altri comprendano e possano approvare o respingere, civilmente certo.
Mio figlio maggiore pretende libertà di parola dialettale e ad ogni mio rimprovero ribadisce con forza la sua nascita e formazione paesana; invece si esprime in italiano corretto il piccolo non ancora "deviato" dal gergo adolescenziale.
La mia amica inglese tenta di farsi capire da me, che mastico pochissimo la sua lingua, a gesti, espressioni facciali, con vocabolarietto e traduttore del cellulare.
L'innamorato che scrive con la bomboletta spray il nome della sua bella sul muro della chiesina romanica, a mio modesto parere, non solo è da censurare, ma anche da multare pesantemente; i graffitari che "ingentiliscono" il pilone del cavalcavia o il muro grigio della metro realizzano un'opera d'arte, ma lascino stare i vagoni del treno e le stazioni storiche.
Quando scrivo, esprimo ciò che penso, un mio vissuto, una sensazione, ci metto la mia faccia, metto a nudo il mio essere; poi però tentenno sul giudizio di chi legge, cerco di capire umori e giudizi, opinioni più o meno contrastanti.
Ognuno è libero di pensare e dire ciò che vuole, senza però ledere la libertà degli altri: "La mia libertà finisce dove comincia la vostra”, sentenziava Martin Luther King.
Espressione vocale-verbale, scritta, grafica, l'importante è farsi capire, mandare un messaggio che gli altri comprendano e possano approvare o respingere, civilmente certo.
Mio figlio maggiore pretende libertà di parola dialettale e ad ogni mio rimprovero ribadisce con forza la sua nascita e formazione paesana; invece si esprime in italiano corretto il piccolo non ancora "deviato" dal gergo adolescenziale.
La mia amica inglese tenta di farsi capire da me, che mastico pochissimo la sua lingua, a gesti, espressioni facciali, con vocabolarietto e traduttore del cellulare.
L'innamorato che scrive con la bomboletta spray il nome della sua bella sul muro della chiesina romanica, a mio modesto parere, non solo è da censurare, ma anche da multare pesantemente; i graffitari che "ingentiliscono" il pilone del cavalcavia o il muro grigio della metro realizzano un'opera d'arte, ma lascino stare i vagoni del treno e le stazioni storiche.
martedì 20 gennaio 2015
LA MERAVIGLIOSA ARTE DI ARRANGIARSI
Quando hai tanta voglia di studiare, ma la tua splendida famiglia non può mantenerti parcheggiato all'università, quando sei il capo di una famiglia numerosa, impegnativa, rumorosa e birichina, che vuoi seguire giorno dopo giorno, sempre vicino, perché pensi che sia giusto così, per la tua forte gelosia, quando non hai a tua completa disposizione baby sitter fidate, gratuite e automunite, allora non ti resta che arrangiarti e andare a caccia di lavori brevi e saltuari, meglio se ben pagati.
Ci si arrangia in mille modi diversi: in campagna, per occupazioni senza contratto, giornaliere, faticose e lunghe, scomode e dolorose, ma il gruzzolo alla fine è molto appagante.
Si cercano lavoretti ad ore, nelle case, negli uffici, nei negozi, che combacino magari con l'orario scolastico, in modo da non far pesare la tua assenza ai piccoli, accompagnati e ripresi in tempo.
Ci si impegna in casa, perché l'artigianato è una splendida attività che inorgoglisce chi la pratica, dà ottimi frutti e nella migliore delle ipotesi si tramanda di generazione in generazione, per non dimenticare, per risparmiare e per apprezzare chi con la sola forza delle mani sa creare, cucire, riparare, ricamare, decorare, intrecciare, confezionare.
Si è sempre a disposizione delle amiche, che lavorando seriamente loro, hanno bisogno di una tata, di un passaggio in macchina, in un momento di difficoltà o di malattia.
Si collabora con la scuola, in progetti di studio del territorio o di approfondimento di alcune materie, per un approccio semplice ma completo per gli studenti, per invogliarli a scoprire e ad amare il posto in cui abitano.
Si praticano insomma mille attività, siano esse artigianali, culturali, alte o umili, di un'intera giornata o di poche ore, l'importante è sempre esserne fieri e consapevoli che si è in balia della marea, con alti e bassi, periodi più intensi e impegnativi, altri di crisi esistenziale, di ripensamenti e di messa in discussone anche delle proprie capacità intellettive.
Ci si arrangia in mille modi diversi: in campagna, per occupazioni senza contratto, giornaliere, faticose e lunghe, scomode e dolorose, ma il gruzzolo alla fine è molto appagante.
Si cercano lavoretti ad ore, nelle case, negli uffici, nei negozi, che combacino magari con l'orario scolastico, in modo da non far pesare la tua assenza ai piccoli, accompagnati e ripresi in tempo.
Ci si impegna in casa, perché l'artigianato è una splendida attività che inorgoglisce chi la pratica, dà ottimi frutti e nella migliore delle ipotesi si tramanda di generazione in generazione, per non dimenticare, per risparmiare e per apprezzare chi con la sola forza delle mani sa creare, cucire, riparare, ricamare, decorare, intrecciare, confezionare.
Si è sempre a disposizione delle amiche, che lavorando seriamente loro, hanno bisogno di una tata, di un passaggio in macchina, in un momento di difficoltà o di malattia.
Si collabora con la scuola, in progetti di studio del territorio o di approfondimento di alcune materie, per un approccio semplice ma completo per gli studenti, per invogliarli a scoprire e ad amare il posto in cui abitano.
Si praticano insomma mille attività, siano esse artigianali, culturali, alte o umili, di un'intera giornata o di poche ore, l'importante è sempre esserne fieri e consapevoli che si è in balia della marea, con alti e bassi, periodi più intensi e impegnativi, altri di crisi esistenziale, di ripensamenti e di messa in discussone anche delle proprie capacità intellettive.
lunedì 19 gennaio 2015
CHE DOMENICA BESTIALE!
Festa di S. Antonio abate, doppio appuntamento per la benedizione degli animali domestici, domenica mattina nella piazza centrale del paese e il pomeriggio presso il convento di S. Eutizio frazione.
Avevamo già deciso di portare i pargoli ai due appuntamenti, per assistere alla festa e sopratutto per ammirare gli animali il più vicino possibile.
Sono cresciuta trascorrendo ogni estate in campagna, nella casa-fattoria del nonno paterno, a contatto diretto con le bestiole, invece i miei figli vivono in paese, in un appartamento, un po' signorini.
Nonno Angelo allevava le galline, che all'imbrunire dovevano essere convinte a rientrare nelle casette del pollaio, le pecore, che radunava con il suo potente fischio, le mucche nella stalla, cani da caccia e da guardia, gatti di tutte le taglie e colori, conigli, oche e papere, piccioni, tacchini e naturalmente maiali. Ho visto tosare, mungere, puntare una preda, macellare, governare, curare, ma sempre fuori casa, ognuno al suo posto; un animale era un animale, per noi nipoti anche un prezioso compagno di giochi.
Da qualche anno, a mio modesto parere, siamo andati un po' troppo oltre, stiamo confondendo ruoli e affetti e non sono d'accordo con chi mi confessa che sente un cane come un figlio, chi lo vizia con filetto magro e altre prelibatezze, lo fa dormire sul proprio letto.
Durante la festa pomeridiana, ha commentato bene padre Aldo, quando ha affermato che gli animali non possono essere accostati agli uomini avendo la sola anima ferina, ma di sicuro molti uomini si avvicinano di più alle bestie, in certi atteggiamenti animaleschi.
Avevamo già deciso di portare i pargoli ai due appuntamenti, per assistere alla festa e sopratutto per ammirare gli animali il più vicino possibile.
Sono cresciuta trascorrendo ogni estate in campagna, nella casa-fattoria del nonno paterno, a contatto diretto con le bestiole, invece i miei figli vivono in paese, in un appartamento, un po' signorini.
Nonno Angelo allevava le galline, che all'imbrunire dovevano essere convinte a rientrare nelle casette del pollaio, le pecore, che radunava con il suo potente fischio, le mucche nella stalla, cani da caccia e da guardia, gatti di tutte le taglie e colori, conigli, oche e papere, piccioni, tacchini e naturalmente maiali. Ho visto tosare, mungere, puntare una preda, macellare, governare, curare, ma sempre fuori casa, ognuno al suo posto; un animale era un animale, per noi nipoti anche un prezioso compagno di giochi.
Da qualche anno, a mio modesto parere, siamo andati un po' troppo oltre, stiamo confondendo ruoli e affetti e non sono d'accordo con chi mi confessa che sente un cane come un figlio, chi lo vizia con filetto magro e altre prelibatezze, lo fa dormire sul proprio letto.
Durante la festa pomeridiana, ha commentato bene padre Aldo, quando ha affermato che gli animali non possono essere accostati agli uomini avendo la sola anima ferina, ma di sicuro molti uomini si avvicinano di più alle bestie, in certi atteggiamenti animaleschi.
domenica 18 gennaio 2015
INCONTRO DI STUDIO, CONFERENZA PRESSO LA SALA CONSILIARE
Sabato pomeriggio, la sala consiliare è gremita di tante personalità della cultura, di esperti, studiosi, ma anche di appassionati e semplici curiosi; si discute in particolare dei vari siti archeologici che costellano il territorio comunale, la loro situazione attuale, lo stato degli studi e delle ricerche, la possibilità di ampliare gli scavi e giungere a delle conclusioni storiche certe.
Si evidenziano carenze e problematiche comuni a tutti i piccoli centri, che devono sorvegliare e valorizzare un patrimonio di grande valore storico, spesso dimenticato, saccheggiato, bistrattato o addirittura recintato e quindi inaccessibile anche alle soprintendenze.
Si evidenzia in particolare il fondamentale lavoro, portato avanti con dedizione, di numerosi volontari, che sotto la supervisione degli esperti hanno permesso tante campagne si scavo, altrimenti impensabili e impossibili da realizzare.
Finite le relazioni, siamo scesi tutti nell'Antiquarium per una visita guidata fatta da Francesca Ceci, con il suo consueto piglio entusiasmante e coinvolgente.
E' stata un'occasione davvero interessante: non conosco bene tutte le zone ricordate dai relatori, perciò conto di partecipare alle visite in programma con la mia famiglia, per non perdere buone opportunità archeologiche.
Si evidenziano carenze e problematiche comuni a tutti i piccoli centri, che devono sorvegliare e valorizzare un patrimonio di grande valore storico, spesso dimenticato, saccheggiato, bistrattato o addirittura recintato e quindi inaccessibile anche alle soprintendenze.
Si evidenzia in particolare il fondamentale lavoro, portato avanti con dedizione, di numerosi volontari, che sotto la supervisione degli esperti hanno permesso tante campagne si scavo, altrimenti impensabili e impossibili da realizzare.
Finite le relazioni, siamo scesi tutti nell'Antiquarium per una visita guidata fatta da Francesca Ceci, con il suo consueto piglio entusiasmante e coinvolgente.
E' stata un'occasione davvero interessante: non conosco bene tutte le zone ricordate dai relatori, perciò conto di partecipare alle visite in programma con la mia famiglia, per non perdere buone opportunità archeologiche.
sabato 17 gennaio 2015
ALTRA RETROSPETTIVA, RONCIGLIONE CHIAMA...
Sabato ore 11, come sempre, Cantina delle Maestranze e tanti ospiti, ormai facce conosciute. Sono di casa, mi accoglie il curatore della mostra con una forte stretta di mano e un rimprovero amichevole: ho criticato, sono stati apportati dei cambiamenti, piccole modifiche che conferiscono all'ambiente una certa personalità. Un grande cartellone appeso alla parete con note biografiche e critiche dell'artista omaggiato e molti pieghevoli a disposizione dei visitatori, che vogliano portarsi via un ricordo dell'evento. Rimango piacevolmente colpita, naturalmente.
Non conoscevo il pittore, ma molte sue opere sì: è l'esecutore dello stemma del carnevale di Ronciglione, quello ufficiale dal 1971. Tanti quadri alle pareti ritraggono cavalli, in forme futuriste, poi un omaggio a Michelangelo, meraviglioso.
La mia attenzione però si focalizza sui disegni chiusi nel vetro del tavolo centrale, la vera essenza di un artista, a mio modesto parere, lì dove si capisce l'idea iniziale, lo studio, le migliorie, i ripensamenti, il lavoro instancabile.
Ho avuto modo di conversare di nuovo di restauro, mercato e collettive d'arte con una pittrice di origini colombiane, che si è stabilita a Ronciglione da diversi anni ormai, Xenia Miranda, che mi ha invitata a visitare la sua casa atelier.
Ritornerò presto, ne sono sicura.
Non conoscevo il pittore, ma molte sue opere sì: è l'esecutore dello stemma del carnevale di Ronciglione, quello ufficiale dal 1971. Tanti quadri alle pareti ritraggono cavalli, in forme futuriste, poi un omaggio a Michelangelo, meraviglioso.
La mia attenzione però si focalizza sui disegni chiusi nel vetro del tavolo centrale, la vera essenza di un artista, a mio modesto parere, lì dove si capisce l'idea iniziale, lo studio, le migliorie, i ripensamenti, il lavoro instancabile.
Ho avuto modo di conversare di nuovo di restauro, mercato e collettive d'arte con una pittrice di origini colombiane, che si è stabilita a Ronciglione da diversi anni ormai, Xenia Miranda, che mi ha invitata a visitare la sua casa atelier.
Ritornerò presto, ne sono sicura.
venerdì 16 gennaio 2015
LA CLASSE 75 INIZIA A TIRARE LE SOMME...
Ci siamo appena ripresi dalle feste natalizie e già si organizza il carnevale, che quest'anno sarà breve e intenso, e tutto quello che verrà da qui a maggio.
Come al solito tante idee da approvare, alcune bocciate sul nascere, altre valutate attentamente dopo aver preso contatti con i possibili fruitori degli eventi.
Nel nostro paese non è molto sentito lo spirito carnascialesco, quindi ogni evento deve essere studiato bene, a tavolino come si dice, per non rischiare una perdita. Abbiamo pensato ad una grande serata in maschera per l'ultimo sabato di carnevale appunto, che coincide con la festa degli innamorati.
Per non svelare troppi particolari, dirò solo che è stato votato un tema "storico", ma molto elegante, raffinato, ma poco impegnativo per gli uomini, per le donne invece... Dipende dalla loro civetteria!
Il fondo cassa, per la festa patronale, naturalmente sta crescendo e gode di ottima salute, grazie anche agli artigiani e ai commercianti del paese, che hanno donato il ricavato della festa natalizia organizzata nella piazza centrale con tanto di ricca tombola con premi in buoni spesa.
Domani sera festeggeremo il primo dei nostri che compie i suoi primi quarant'anni, una grande emozione per Francesco e per noi, suoi amici e compagni di viaggio in questa impegnativa avventura per un anno.
Come al solito tante idee da approvare, alcune bocciate sul nascere, altre valutate attentamente dopo aver preso contatti con i possibili fruitori degli eventi.
Nel nostro paese non è molto sentito lo spirito carnascialesco, quindi ogni evento deve essere studiato bene, a tavolino come si dice, per non rischiare una perdita. Abbiamo pensato ad una grande serata in maschera per l'ultimo sabato di carnevale appunto, che coincide con la festa degli innamorati.
Per non svelare troppi particolari, dirò solo che è stato votato un tema "storico", ma molto elegante, raffinato, ma poco impegnativo per gli uomini, per le donne invece... Dipende dalla loro civetteria!
Il fondo cassa, per la festa patronale, naturalmente sta crescendo e gode di ottima salute, grazie anche agli artigiani e ai commercianti del paese, che hanno donato il ricavato della festa natalizia organizzata nella piazza centrale con tanto di ricca tombola con premi in buoni spesa.
Domani sera festeggeremo il primo dei nostri che compie i suoi primi quarant'anni, una grande emozione per Francesco e per noi, suoi amici e compagni di viaggio in questa impegnativa avventura per un anno.
C'E' SEMPRE TEMPO PER IMPARARE
In tempo di crisi, di perdita di lavoro, di cassa integrazione o di momentanea interruzione occupazionale, meglio coltivare uno o più hobby, leggere, imparare o dedicarsi al volontariato, ci si sente migliori, non si lasciano i giorni trascorrere pigri e tutti uguali e soprattutto si arricchisce il proprio curriculum.
Mia sorella, single in terra straniera, ha pensato bene di imparare il lavoro a maglia, tra una lezione di tedesco e l'ora in palestra, ottima scelta. Quando, prima o poi, tornerà in patria l'aspetta il cucito materno.
La meravigliosa bibliotecaria mi ha messo in contatto con una signora di nazionalità inglese, coniugata da quarantacinque anni con un italiano, che vorrebbe apprendere la nostra lingua, con cui ha poca dimestichezza, partendo dalla grammatica, argomento tanto importante quanto ostico anche per i giovani studenti.
Per accumulare punteggio, che nei concorsi pubblici ancora fa brodo, sto frequentando un corso di computer per LIM, la lavagna multimediale che dovrebbe entrare in tutte le aule scolastiche italiane, anche se non sono una patita tecnologica, anzi.
Qualsiasi tipo di corso è degno, a mio avviso, di attirare la nostra attenzione, sta a noi alzarci dalla poltrona o staccarci dalla scrivania dove campeggia il computer e andare in cerca di opportunità di crescita e di soddisfazioni.
Mia sorella, single in terra straniera, ha pensato bene di imparare il lavoro a maglia, tra una lezione di tedesco e l'ora in palestra, ottima scelta. Quando, prima o poi, tornerà in patria l'aspetta il cucito materno.
La meravigliosa bibliotecaria mi ha messo in contatto con una signora di nazionalità inglese, coniugata da quarantacinque anni con un italiano, che vorrebbe apprendere la nostra lingua, con cui ha poca dimestichezza, partendo dalla grammatica, argomento tanto importante quanto ostico anche per i giovani studenti.
Per accumulare punteggio, che nei concorsi pubblici ancora fa brodo, sto frequentando un corso di computer per LIM, la lavagna multimediale che dovrebbe entrare in tutte le aule scolastiche italiane, anche se non sono una patita tecnologica, anzi.
Qualsiasi tipo di corso è degno, a mio avviso, di attirare la nostra attenzione, sta a noi alzarci dalla poltrona o staccarci dalla scrivania dove campeggia il computer e andare in cerca di opportunità di crescita e di soddisfazioni.
mercoledì 14 gennaio 2015
UNA RACCOMANDAZIONE NON SI NEGA A NESSUNO
Questione annosa questa, in casa mia.
Quando si è in cerca di lavoro e la disperazione chiude lo stomaco, si pensa ad ogni possibile soluzione, lecita o poco lecita che sia. Non credo che esista qualcuno nel nostro Paese, che non abbia preso almeno una volta in considerazione questa eventualità.
Sono una partigiana della meritocrazia e sono fermamente convinta che i bravi un giorno trionferanno; intanto però lavorano di più i meno capaci, o comunque quelli che hanno le giuste conoscenze, gli agganci migliori.
La raccomandazione ci sta tutta, a mio parere, nel settore privato, dove un datore di lavoro deve assumere una persona qualificata, competente e si affida anche al parere e al giudizio di amici e colleghi, prima di valutare il curriculum. Si tratta di investire e guadagnare con il proprio denaro.
Invece nel pubblico no, esigo trasparenza, correttezza, concorsi puliti, nessun aiutino o spinta al momento opportuno.
Nel 2011 ho partecipato ad un concorso: non sono bastati la mia laurea con lode e il corso di computer, la commissione che mi ha esaminata, a suo insindacabile giudizio, ha valutato il mio orale appena sufficiente, mentre un neodiplomato poco sveglio ha raggiunto il massimo previsto. Alla fine del colloquio, quando il ragazzo si è alzato, l'esaminatore gli ha stretto la mano e gli ha chiesto di salutare papà.
Quando ti trovi davanti a questi fatti compiuti non puoi che raccogliere i tuoi effetti personali, tornare a casa e disperarti al telefono con una tua amica speciale e il giorno dopo riprendere a spedire curricula.
Quando si è in cerca di lavoro e la disperazione chiude lo stomaco, si pensa ad ogni possibile soluzione, lecita o poco lecita che sia. Non credo che esista qualcuno nel nostro Paese, che non abbia preso almeno una volta in considerazione questa eventualità.
Sono una partigiana della meritocrazia e sono fermamente convinta che i bravi un giorno trionferanno; intanto però lavorano di più i meno capaci, o comunque quelli che hanno le giuste conoscenze, gli agganci migliori.
La raccomandazione ci sta tutta, a mio parere, nel settore privato, dove un datore di lavoro deve assumere una persona qualificata, competente e si affida anche al parere e al giudizio di amici e colleghi, prima di valutare il curriculum. Si tratta di investire e guadagnare con il proprio denaro.
Invece nel pubblico no, esigo trasparenza, correttezza, concorsi puliti, nessun aiutino o spinta al momento opportuno.
Nel 2011 ho partecipato ad un concorso: non sono bastati la mia laurea con lode e il corso di computer, la commissione che mi ha esaminata, a suo insindacabile giudizio, ha valutato il mio orale appena sufficiente, mentre un neodiplomato poco sveglio ha raggiunto il massimo previsto. Alla fine del colloquio, quando il ragazzo si è alzato, l'esaminatore gli ha stretto la mano e gli ha chiesto di salutare papà.
Quando ti trovi davanti a questi fatti compiuti non puoi che raccogliere i tuoi effetti personali, tornare a casa e disperarti al telefono con una tua amica speciale e il giorno dopo riprendere a spedire curricula.
martedì 13 gennaio 2015
Mio padre mi diceva sempre...
"A quel che vedi poco credi, a quel che senti non credere affatto!"
Si fa presto a parlare e a promettere, poi quando si è al dunque, quando è il momento di mantenere la parola data, tutto tace e ci si dilegua. Ma anche colui che si vanta a parole, è spesso gravemente carente nei fatti, fino a non possedere nulla di quanto elogiato, descritto, sognato.
Capita così spesso, troppo spesso nella vita quotidiana, sul lavoro, ma anche in famiglia. La scusa, buona per ogni stagione, è il troppo stress, i mille impegni, la vita frenetica che ci portano a parlare a sproposito, a promettere impegno e dedizione che invece non possiamo e non vogliamo onorare, perché troppo presi da altro.
Una delle bugie peggiori è l'invito volante, quello che molti usano per salutarti un giorno di questi ti chiamo per un caffè; poi ci sentiamo per stare insieme a cena, appena mi libero ti telefono e mi racconti. Siccome sono una credulona, o meglio non dico bugie, se uno mi saluta in questo modo, dal giorno dopo sono in attesa della telefonata, perché non penso si possa inventare tutto.
Molte persone si pavoneggiano con gli amici per quanto possono spendere, per quanto guadagnano o quanto riescono a risparmiare, ma omettono magari di menzionare l'aiuto fondamentale di genitori e parenti vari, che sovvenzionano ogni desiderio e ordine.
Ho smesso di credere a delle "amiche" da tanto tempo ormai, a quelle che ti cercano solo per sfogarsi dei loro problemi, ma rimangono completamente indifferenti ai tuoi, quelle che ti sorridono in faccia e ti sparlano alle spalle, quelle che vogliono sapere tutto di te per poi raccontarlo al bar la mattina dopo, quelle che non hanno mai tempo di rispondere a un tuo messaggio.
Basterebbe non aprir bocca invano e soprattutto centellinare le amicizie, tutti gli altri sono semplici conoscenze e le loro parole ti scivoleranno via.
Si fa presto a parlare e a promettere, poi quando si è al dunque, quando è il momento di mantenere la parola data, tutto tace e ci si dilegua. Ma anche colui che si vanta a parole, è spesso gravemente carente nei fatti, fino a non possedere nulla di quanto elogiato, descritto, sognato.
Capita così spesso, troppo spesso nella vita quotidiana, sul lavoro, ma anche in famiglia. La scusa, buona per ogni stagione, è il troppo stress, i mille impegni, la vita frenetica che ci portano a parlare a sproposito, a promettere impegno e dedizione che invece non possiamo e non vogliamo onorare, perché troppo presi da altro.
Una delle bugie peggiori è l'invito volante, quello che molti usano per salutarti un giorno di questi ti chiamo per un caffè; poi ci sentiamo per stare insieme a cena, appena mi libero ti telefono e mi racconti. Siccome sono una credulona, o meglio non dico bugie, se uno mi saluta in questo modo, dal giorno dopo sono in attesa della telefonata, perché non penso si possa inventare tutto.
Molte persone si pavoneggiano con gli amici per quanto possono spendere, per quanto guadagnano o quanto riescono a risparmiare, ma omettono magari di menzionare l'aiuto fondamentale di genitori e parenti vari, che sovvenzionano ogni desiderio e ordine.
Ho smesso di credere a delle "amiche" da tanto tempo ormai, a quelle che ti cercano solo per sfogarsi dei loro problemi, ma rimangono completamente indifferenti ai tuoi, quelle che ti sorridono in faccia e ti sparlano alle spalle, quelle che vogliono sapere tutto di te per poi raccontarlo al bar la mattina dopo, quelle che non hanno mai tempo di rispondere a un tuo messaggio.
Basterebbe non aprir bocca invano e soprattutto centellinare le amicizie, tutti gli altri sono semplici conoscenze e le loro parole ti scivoleranno via.
lunedì 12 gennaio 2015
INDOVINA CHI VIENE DOMENICA A PRANZO?
Sono contenta di ricambiare tanti inviti a pranzo dei nostri amici, ma l'appuntamento mi innervosisce, e non poco. Non sono una brava cuoca, me la cavo, come si dice, ma con alcune grosse lacune, come la preparazione di piatti a base di pesce e i dolci, terra da me poco esplorata.
Vengono per festeggiare insieme il compleanno del loro figlio minore, ci siamo divisi le pietanze: a me il compito di preparare l'antipasto, il primo e il contorno, alla mia amica, cuoca sopraffina, il secondo e il dolce. Non è solo brava ai fornelli, cura ogni particolare della tavola dalle posate ai sottobicchieri, ai centrotavola, ma soprattutto riesce a presentare le sue bontà con estrema efficacia, ecco perché sono tanto nervosa.
Quando arrivano, recano anche altre prelibatezze fuori-accordo, siamo tutti con l'acquolina in bocca.
Sul tavolo ho sistemato un triste e anonimo cestino di pane affettato e uno con grissini e cracker, quasi dimenticati, la mia amica invece ha provveduto ad una invitante e friabile focaccia ricca, praticamente divorata. Gli gnocchi sono buoni, al ragù di carne, semplice e sono riuscita anche a non farli scuocere, pericolo scampato; peccato che li abbia serviti a tavola nello stesso tegame della cottura del ragù, per praticità e perché non ho una fiamminga da portata adatta. Grosso errore.
Il rotolo di carne è meraviglioso, avvolto in crosta di pasta brisè, ma certo non può essere tagliato senza prima presentarlo ai commensali e in secondo momento guarnito con una riduzione di scorze di arancia. Mi occupo di bagnare la carne e mi armo di tegamino e sgommarello, poco professionale, ma non possiedo una salsiera apposita e neanche le pinze per servire le fette di carne, altre gravi mancanze. Le chiedo di illustrarmi la ricetta, anche se so che non sarò mai in grado di riprodurre il tutto: la spiegazione è tanto appassionata quanto impegnativa e mio marito intanto se la ride, pensando al futuro risultato.
La torta preparata dalla mia mica sembra uscita dalla pasticceria e non è posta in un semplice contenitore di plastica, no, sta su un'alzatina di cristallo finemente lavorata, con tanto di campana-coperchio. Per la decorazione ha portato tutto l'occorrente, in tanti piccoli contenitori e lavora con maestria e pazienza, mentre istruisce i miei pargoli convincendoli che sia un lavoro facile.
Tutto buono, alla fine, evitata la pessima figura, benché abbia adoperato anche bicchieri e piatti di plastica, sacrilegio mai visto alla loro mensa.
Vengono per festeggiare insieme il compleanno del loro figlio minore, ci siamo divisi le pietanze: a me il compito di preparare l'antipasto, il primo e il contorno, alla mia amica, cuoca sopraffina, il secondo e il dolce. Non è solo brava ai fornelli, cura ogni particolare della tavola dalle posate ai sottobicchieri, ai centrotavola, ma soprattutto riesce a presentare le sue bontà con estrema efficacia, ecco perché sono tanto nervosa.
Quando arrivano, recano anche altre prelibatezze fuori-accordo, siamo tutti con l'acquolina in bocca.
Sul tavolo ho sistemato un triste e anonimo cestino di pane affettato e uno con grissini e cracker, quasi dimenticati, la mia amica invece ha provveduto ad una invitante e friabile focaccia ricca, praticamente divorata. Gli gnocchi sono buoni, al ragù di carne, semplice e sono riuscita anche a non farli scuocere, pericolo scampato; peccato che li abbia serviti a tavola nello stesso tegame della cottura del ragù, per praticità e perché non ho una fiamminga da portata adatta. Grosso errore.
Il rotolo di carne è meraviglioso, avvolto in crosta di pasta brisè, ma certo non può essere tagliato senza prima presentarlo ai commensali e in secondo momento guarnito con una riduzione di scorze di arancia. Mi occupo di bagnare la carne e mi armo di tegamino e sgommarello, poco professionale, ma non possiedo una salsiera apposita e neanche le pinze per servire le fette di carne, altre gravi mancanze. Le chiedo di illustrarmi la ricetta, anche se so che non sarò mai in grado di riprodurre il tutto: la spiegazione è tanto appassionata quanto impegnativa e mio marito intanto se la ride, pensando al futuro risultato.
La torta preparata dalla mia mica sembra uscita dalla pasticceria e non è posta in un semplice contenitore di plastica, no, sta su un'alzatina di cristallo finemente lavorata, con tanto di campana-coperchio. Per la decorazione ha portato tutto l'occorrente, in tanti piccoli contenitori e lavora con maestria e pazienza, mentre istruisce i miei pargoli convincendoli che sia un lavoro facile.
Tutto buono, alla fine, evitata la pessima figura, benché abbia adoperato anche bicchieri e piatti di plastica, sacrilegio mai visto alla loro mensa.
sabato 10 gennaio 2015
DIMMI CON CHI VAI...
In un gruppo non ti piacciono tutti, ma neanche tu piaci a tutti.
In un gruppo tutti hanno lo stesso diritto di parola, ma anche lo stesso dovere di ascolto.
In un gruppo si somma il lavoro di tutti e fra tutti si divide il merito.
In un gruppo non ha ragione chi parla più forte, ma non ha torto chi ascolta in silenzio.
In un gruppo, quando sale la tensione, uno fa una battuta sconcia e tutti si rilassano.
In gruppo le critiche devono essere costruttive, non distruttive.
Quando fai parte di un gruppo non ti senti mai solo; esci e incontri sempre qualcuno con cui parlare.
Quando sei in un gruppo non puoi imporre le tue idee, ma hai il sacrosanto diritto di replica.
In un gruppo nasce una questione, si discute della questione e la questione si risolve.
Il gruppo decide a maggioranza, per alzata di mano, in assemblea plenaria o quasi.
Nessuno deve essere escluso dal gruppo, ma neanche soffocato.
In un gruppo ognuno ha il proprio compito, che va eseguito con il maggior impegno possibile.
Nessuno deve essere giudicato, ma nessuno si deve arrogare il diritto di giudicare.
In un gruppo ammettere le proprie mancanze o paure aiuta la collaborazione, ma anche sentirsi elogiati ed essere ringraziati dà la giusta carica.
In gruppo senti ripeterti la stessa domanda tante volte quante sono le teste-gruppo, ma anche i complimenti si susseguono.
In gruppo è difficile trovare un accordo, ma non impossibile.
Quando il gruppo scarta la tua idea, non puoi offenderti, fatti venire un'idea più brillante la volta successiva.
In un gruppo tutti hanno lo stesso diritto di parola, ma anche lo stesso dovere di ascolto.
In un gruppo si somma il lavoro di tutti e fra tutti si divide il merito.
In un gruppo non ha ragione chi parla più forte, ma non ha torto chi ascolta in silenzio.
In un gruppo, quando sale la tensione, uno fa una battuta sconcia e tutti si rilassano.
In gruppo le critiche devono essere costruttive, non distruttive.
Quando fai parte di un gruppo non ti senti mai solo; esci e incontri sempre qualcuno con cui parlare.
Quando sei in un gruppo non puoi imporre le tue idee, ma hai il sacrosanto diritto di replica.
In un gruppo nasce una questione, si discute della questione e la questione si risolve.
Il gruppo decide a maggioranza, per alzata di mano, in assemblea plenaria o quasi.
Nessuno deve essere escluso dal gruppo, ma neanche soffocato.
In un gruppo ognuno ha il proprio compito, che va eseguito con il maggior impegno possibile.
Nessuno deve essere giudicato, ma nessuno si deve arrogare il diritto di giudicare.
In un gruppo ammettere le proprie mancanze o paure aiuta la collaborazione, ma anche sentirsi elogiati ed essere ringraziati dà la giusta carica.
In gruppo senti ripeterti la stessa domanda tante volte quante sono le teste-gruppo, ma anche i complimenti si susseguono.
In gruppo è difficile trovare un accordo, ma non impossibile.
Quando il gruppo scarta la tua idea, non puoi offenderti, fatti venire un'idea più brillante la volta successiva.
venerdì 9 gennaio 2015
MI SI CONSENTA...
L'altra sera al telefono una delle mie amiche speciali mi ha confessato di aver letto i miei ultimi articoli, mentre piangendo singhiozzava. Si è commossa a tal punto da non riuscire a fermarsi, intanto che li commentava con suo marito. Ne sono rimasta molto colpita ed euforica le ho domandato se ho allora raggiunto lo scopo di arrivare un po' al cuore di chi legge, se con i miei post riesco a trasmettere emozioni.
Un'altra mia amica mi ha scritto parole di apprezzamento entusiasmanti ad un pezzo in cui chiedevo commenti e consigli utili a migliorare stile e forma di scrittura; ancora non sono riuscita a ringraziarla a voce, di persona, per il mio forte pudore a parlare dei miei sentimenti, guardando dritta negli occhi il mio interlocutore.
Mi inorgoglisce constatare che qualcuno ha condiviso un mio articolo, è un meraviglioso segno di approvazione e incoraggiamento e, quando capita, sono contenta come un bambino che ha ricevuto un premio per il suo buon comportamento.
Spero di continuare a riscuotere consensi e ricevere apprezzamenti scritti e verbali, i complimenti fanno sempre tanto piacere.
Un'altra mia amica mi ha scritto parole di apprezzamento entusiasmanti ad un pezzo in cui chiedevo commenti e consigli utili a migliorare stile e forma di scrittura; ancora non sono riuscita a ringraziarla a voce, di persona, per il mio forte pudore a parlare dei miei sentimenti, guardando dritta negli occhi il mio interlocutore.
Mi inorgoglisce constatare che qualcuno ha condiviso un mio articolo, è un meraviglioso segno di approvazione e incoraggiamento e, quando capita, sono contenta come un bambino che ha ricevuto un premio per il suo buon comportamento.
Spero di continuare a riscuotere consensi e ricevere apprezzamenti scritti e verbali, i complimenti fanno sempre tanto piacere.
giovedì 8 gennaio 2015
ORTE - STAZIONE DI ORTE
Arriviamo alla stazione alle 4:40 del mattino, mia sorella riparte per la Spagna, il treno per Roma Tiburtina delle 5:05 porta già cinque minuti di ritardo, cominciamo bene. Deve acquistare il "documento di viaggio", gli uffici della biglietteria sono vuoti, si apre alle sei.
Ci sono ben due bussolotti telematici funzionanti, ma solo con carta di credito. Nessun problema, lei ne ha una, io invece già avrei avuto un grattacapo.
La stazione comincia ad animarsi, arrivano i primi assonnati pendolari, quasi quasi facciamo in tempo anche a prenderci un caffè... Peccato che l'unico bar presente sia sprangato, abbandonato; potremmo però rifarci con un mega distributore di bevande e schifezze varie, ma quel tipo di vivande, al momento, proprio non ci interessa.
Neanche l'edicola dà ancora segni di vita, eppure le persone sui binari sono un numero considerevole.
Tecnologia sì, ma quante persone non lavorano più alla stazione?
Ci sono ben due bussolotti telematici funzionanti, ma solo con carta di credito. Nessun problema, lei ne ha una, io invece già avrei avuto un grattacapo.
La stazione comincia ad animarsi, arrivano i primi assonnati pendolari, quasi quasi facciamo in tempo anche a prenderci un caffè... Peccato che l'unico bar presente sia sprangato, abbandonato; potremmo però rifarci con un mega distributore di bevande e schifezze varie, ma quel tipo di vivande, al momento, proprio non ci interessa.
Neanche l'edicola dà ancora segni di vita, eppure le persone sui binari sono un numero considerevole.
Tecnologia sì, ma quante persone non lavorano più alla stazione?
mercoledì 7 gennaio 2015
Chiudiamo in "bellezza" - Il presepe vivente di Tarquinia
Pomeriggio del 6 gennaio, caldo e assolato, è tutto un brulicare di persone e personaggi: siamo a Tarquinia per il secondo anno consecutivo, rimaniamo impressionati dalla folla intorno a noi, in attesa, digitale, curiosa, sorridente, al guinzaglio, truccata, abbigliata in maniera impropria. Il corteo si compone lentamente, prima le odalische, corte di Erode, poi tutti gli altri, i Re Magi sui cammelli e le legioni romane, chiomate, porporate, armate, impellicciate, che piacere immenso ascoltare il capo impartire ordini in lingua latina.
Ci mettiamo quindi in coda, con tutta la pazienza possibile, sapendo che è ardua impresa e dopo circa un'ora riusciamo ad entrare, ma ne è valsa la pena.
I lebbrosi sono terribilmente veritieri e paurosi, complici anche i fumogeni e la scarsa illuminazione, poi le odalische che danzano sui tappeti e si prosegue per quasi due ore lungo un percorso che si snoda nel centro storico. Bancarelle di ogni sorta, mestieri e intrattenitori, i legionari, uno sposalizio, la danzatrice del ventre, i giocolieri con il fuoco e tanto altro.
Si mangia e si beve, possiamo offrire il sesterzio che ci è stato consegnato con il biglietto d'ingresso, ma ce lo teniamo stretto per ricordo, meglio lasciare i più comuni spiccioli di euro. I miei bimbi rimangono impressionati dai malati, ma anche da chi urlando chiede l'elemosina, curvo, a terra e con la mano protesa. Naturalmente non mancano gli animaletti, altro grande punto d'interesse, come pecore che allattano bianchi agnelli, cavalli che vengono ferrati, oche nella gabbia, un falco, gli asinelli, i piccoli starebbero le ore lì ad accarezzarli.
Si giunge alla mangiatoia, c'è una ressa particolare, perché Maria sta allattando il Bambinello, smisurata tenerezza; poi quando si stacca dal seno il Piccolo focalizza l'attenzione sui doni dei Magi e protende le sue manine per toccarli, sempre più commovente.
Certi particolari vengono trascurati, come le scarpe di alcuni figuranti non adatte, la calzamaglia dei legionari, una addirittura fucsia, alcuni occhiali di troppo, ma nella calca, nel crepuscolo, nel buio della sera e soprattutto nella confusione tali irregolarità rimangono in secondo piano, se questo presepe non raggiunge la perfezione, certo le si avvicina molto.
Ci mettiamo quindi in coda, con tutta la pazienza possibile, sapendo che è ardua impresa e dopo circa un'ora riusciamo ad entrare, ma ne è valsa la pena.
I lebbrosi sono terribilmente veritieri e paurosi, complici anche i fumogeni e la scarsa illuminazione, poi le odalische che danzano sui tappeti e si prosegue per quasi due ore lungo un percorso che si snoda nel centro storico. Bancarelle di ogni sorta, mestieri e intrattenitori, i legionari, uno sposalizio, la danzatrice del ventre, i giocolieri con il fuoco e tanto altro.
Si mangia e si beve, possiamo offrire il sesterzio che ci è stato consegnato con il biglietto d'ingresso, ma ce lo teniamo stretto per ricordo, meglio lasciare i più comuni spiccioli di euro. I miei bimbi rimangono impressionati dai malati, ma anche da chi urlando chiede l'elemosina, curvo, a terra e con la mano protesa. Naturalmente non mancano gli animaletti, altro grande punto d'interesse, come pecore che allattano bianchi agnelli, cavalli che vengono ferrati, oche nella gabbia, un falco, gli asinelli, i piccoli starebbero le ore lì ad accarezzarli.
Si giunge alla mangiatoia, c'è una ressa particolare, perché Maria sta allattando il Bambinello, smisurata tenerezza; poi quando si stacca dal seno il Piccolo focalizza l'attenzione sui doni dei Magi e protende le sue manine per toccarli, sempre più commovente.
Certi particolari vengono trascurati, come le scarpe di alcuni figuranti non adatte, la calzamaglia dei legionari, una addirittura fucsia, alcuni occhiali di troppo, ma nella calca, nel crepuscolo, nel buio della sera e soprattutto nella confusione tali irregolarità rimangono in secondo piano, se questo presepe non raggiunge la perfezione, certo le si avvicina molto.