Il protagonista del romanzo di Svevo, Zeno Cosini, mi somiglia molto per certi aspetti inconsci; anche se non fumo, anch'io cerco sempre la data giusta per iniziare ad agire, cominciare una nuova "avventura" dietetica e questioni simili.
Ad esempio, il primo dicembre, quale giorno migliore per iniziare un nuovo stile di vita?
Ho preparato una lista
-di lavori domestici, riparazioni, cambiamenti, modifiche, assembramenti, pulizie mastodontiche
-di nomi di persone da depennare dalle mie angosce e di conoscenze non meritevoli delle mie attenzioni;
-di libri mai letti da prendere in prestito in biblioteca;
-di luoghi a breve distanza da visitare e gustare;
-di gentilezze e accorgimenti da sfoderare solo con chi mi vuole veramente bene;
-di date buone per condividere la mia tavola con amici e parenti, che poi ricambieranno l'invito;
-di azioni "infantili" da non ripetere più, perché lesive della mia buona reputazione;
A parte, è pronto anche un elenco di frasi mai pronunciate, cattiverie mai dette, delusioni che mi hanno cambiata, ma questo rimarrà ancora in fondo al cassetto dei desideri inevasi, sono una donna ben educata, anche con chi mi fa del male.
Per questo post ho scelto due immagini di opere meravigliose, Narciso del mio amato Caravaggio e "Donna allo specchio" di Picasso, inconfondibile.
Il mondo sarebbe migliore se le persone avessero il coraggio di guardarsi dentro, di ammettere i propri sbagli e chiedere scusa, per poi ricominciare insieme.
Sto ancora aspettando vecchie, insensibili conoscenze.
mercoledì 29 novembre 2017
martedì 28 novembre 2017
OGGI, SIAMO LIBERI?
Questa è una delle domande che il piccolo principe mi rivolge appena alzato, quando si sta stropicciando gli occhietti e non è ancora nel pieno controllo del suo corpo.
La mia risposta risulta sempre la stessa, ogni volta: certo che è libero, tutti loro sono liberi, il problema è il mio, io sono quella sempre impegnata!
Libero di scorrazzare per tutta la palestra rincorrendo la palla, libero di giocare con i suoi amichetti, libero di scambiare impressioni, sorrisi e consigli tattici, libero di soffocare il suo istinto individualista in nome del gioco di squadra e infine libero di seguire i consigli e gli ordini di Daniele e Fabio per centrare il canestro e accumulare punti.
Altre volte è libero di giocare con l'inglese, imparare una lingua che gli sarà utile nella vita, frequentare amichetti della sua età con cui confrontarsi e ridere degli errori, libero di capire il momento di condivisione, ma anche di lavoro e di ascolto.
Tutto questo ho la fortuna di moltiplicarlo per tre, ognuno dei pargoli con il proprio mondo, gli orari, le strategie e le amicizie, a cui devo adattarmi: non lo sento un peso, assolutamente, per me è un'opportunità continua per loro di crescita e miglioramento a cui posso partecipare e contribuire.
Poi una volta ogni tanto, molto raramente capita che anch'io chieda un momento, un'oretta scarsa di libera uscita, la famosa ora d'aria che non si nega neanche ai carcerati: non che sia sempre possibile, magari qualcuno dei dolci esserini mi si affianca, capita che qualcuno non mi molli e si proponga come ombra, quasi malefica.
Ecco, questo è, non sono loro le vittime, anzi i pupotti si beano tra occasioni mondane, riunioni private, pubblici giochi, momenti di preghiera e riflessione, a incastrare il tutto ci pensa l'adulto, fatto apposta.
E poi nei momenti di noia assoluta si afferra il gioco tecnologico, si litiga con i coinquilini, ci si accapiglia che è una meraviglia, si gioca litigandosi l'infernale aggeggio difendendolo con mani, piedi e ogni altra parte del corpo più o meno adatta e adattabile... Quindi, a volte, meglio organizzare il pomeriggio vicini con il cuore, ma distanti fisicamente...
La mia risposta risulta sempre la stessa, ogni volta: certo che è libero, tutti loro sono liberi, il problema è il mio, io sono quella sempre impegnata!
Libero di scorrazzare per tutta la palestra rincorrendo la palla, libero di giocare con i suoi amichetti, libero di scambiare impressioni, sorrisi e consigli tattici, libero di soffocare il suo istinto individualista in nome del gioco di squadra e infine libero di seguire i consigli e gli ordini di Daniele e Fabio per centrare il canestro e accumulare punti.
Altre volte è libero di giocare con l'inglese, imparare una lingua che gli sarà utile nella vita, frequentare amichetti della sua età con cui confrontarsi e ridere degli errori, libero di capire il momento di condivisione, ma anche di lavoro e di ascolto.
Tutto questo ho la fortuna di moltiplicarlo per tre, ognuno dei pargoli con il proprio mondo, gli orari, le strategie e le amicizie, a cui devo adattarmi: non lo sento un peso, assolutamente, per me è un'opportunità continua per loro di crescita e miglioramento a cui posso partecipare e contribuire.
Poi una volta ogni tanto, molto raramente capita che anch'io chieda un momento, un'oretta scarsa di libera uscita, la famosa ora d'aria che non si nega neanche ai carcerati: non che sia sempre possibile, magari qualcuno dei dolci esserini mi si affianca, capita che qualcuno non mi molli e si proponga come ombra, quasi malefica.
Ecco, questo è, non sono loro le vittime, anzi i pupotti si beano tra occasioni mondane, riunioni private, pubblici giochi, momenti di preghiera e riflessione, a incastrare il tutto ci pensa l'adulto, fatto apposta.
E poi nei momenti di noia assoluta si afferra il gioco tecnologico, si litiga con i coinquilini, ci si accapiglia che è una meraviglia, si gioca litigandosi l'infernale aggeggio difendendolo con mani, piedi e ogni altra parte del corpo più o meno adatta e adattabile... Quindi, a volte, meglio organizzare il pomeriggio vicini con il cuore, ma distanti fisicamente...
lunedì 27 novembre 2017
BUSSOLA, BACI E NOTTI IN BIANCO
L'ho letto tutto d'un fiato, preso in biblioteca giovedì pomeriggio e domenica sera concluso, la lettura è molto scorrevole, semplice ma coinvolgente, che ti prende e ti immedesimi nel quotidiano.
Si tratta di un padre alle prese con una compagna dormigliona - che lavora/scrive di notte soprattutto - e tre bimbette vispe, allegre e da preparare per portare a scuola. In sintesi come trascorre in un anno solare la vita di questa famiglia come tante, alle prese con la spesa, il mutuo, la preparazione della cena e l'organizzazione della quotidianità, in una casa in periferia a contatto con serpenti e cinghiali.
Niente di eclatante, ma tutto molto vero e divertente, in cui ognuno di noi, che non sia un membro della famiglia del mulinobianco, si può rispecchiare, vedere, finalmente sorridere e sperare di non essere additato come caso umano di genitore pessimo.
Bussola è uno famoso nel suo ambiente, ancor di più la sua compagna, ma con questo libro - come si dice - ha sfondato, ha trovato la strada della celebrità, contattato direttamente dalla Casa Editrice per la pubblicazione... E pensare che tutto ebbe inizio da un suo lungo post/lettera indirizzato a Fedez, il cantante preferito dalla figlia maggiore, sua sfegatata fan in cerca di autografo.
Quando dici il potere del web, di internet, della comunicazione immediata e globale: di condivisione in condivisione il successo é stato così evidente ed eclatante che il suo nome é cominciato a rincorrersi in contemporanea con il lievitare dei suoi seguaci virtuali...
Lo consiglio a tutti, naturalmente, coloro che si sentono schiacciati dai pargoli, innamorati di chi condivide l'esistenza loro, chi non è perfetto ma si mette in gioco, chi abbandona la vita tranquilla per rincorrere i propri sogni.
E niente, attendo fiduciosa, attendo l'arrivo del mio momento di gloria, anche se mi rendo conto che:
non ho grande talento
non sono una che destreggia bene il multimediale
non rincorro amici virtuali, anzi aspetto che gli altri mi chiedano l'amicizia per non risultare insopportabile, invadente, insopportabilmente invadente
non riuscirò mai a farmi conoscere se non cambierò modo di scrivere o soggetti, secondo me, fanno più effetto le parolacce, le sconcezze, perché la dolcezza e il politicamente corretto non vanno tanto di moda, sembri bigotta e bacchettona.
https://www.facebook.com/matteo.bussola.1/posts/10207584423513797
https://www.facebook.com/matteo.bussola.1?hc_ref=ARS-i2dY_oZOWUFHFrQKrXMNl2DsRvCdTnz4HYDLzdgEnKwVkgZvM3uht1H2PHhsTXE&fref=nf
Si tratta di un padre alle prese con una compagna dormigliona - che lavora/scrive di notte soprattutto - e tre bimbette vispe, allegre e da preparare per portare a scuola. In sintesi come trascorre in un anno solare la vita di questa famiglia come tante, alle prese con la spesa, il mutuo, la preparazione della cena e l'organizzazione della quotidianità, in una casa in periferia a contatto con serpenti e cinghiali.
Niente di eclatante, ma tutto molto vero e divertente, in cui ognuno di noi, che non sia un membro della famiglia del mulinobianco, si può rispecchiare, vedere, finalmente sorridere e sperare di non essere additato come caso umano di genitore pessimo.
Bussola è uno famoso nel suo ambiente, ancor di più la sua compagna, ma con questo libro - come si dice - ha sfondato, ha trovato la strada della celebrità, contattato direttamente dalla Casa Editrice per la pubblicazione... E pensare che tutto ebbe inizio da un suo lungo post/lettera indirizzato a Fedez, il cantante preferito dalla figlia maggiore, sua sfegatata fan in cerca di autografo.
Quando dici il potere del web, di internet, della comunicazione immediata e globale: di condivisione in condivisione il successo é stato così evidente ed eclatante che il suo nome é cominciato a rincorrersi in contemporanea con il lievitare dei suoi seguaci virtuali...
Lo consiglio a tutti, naturalmente, coloro che si sentono schiacciati dai pargoli, innamorati di chi condivide l'esistenza loro, chi non è perfetto ma si mette in gioco, chi abbandona la vita tranquilla per rincorrere i propri sogni.
E niente, attendo fiduciosa, attendo l'arrivo del mio momento di gloria, anche se mi rendo conto che:
non ho grande talento
non sono una che destreggia bene il multimediale
non rincorro amici virtuali, anzi aspetto che gli altri mi chiedano l'amicizia per non risultare insopportabile, invadente, insopportabilmente invadente
non riuscirò mai a farmi conoscere se non cambierò modo di scrivere o soggetti, secondo me, fanno più effetto le parolacce, le sconcezze, perché la dolcezza e il politicamente corretto non vanno tanto di moda, sembri bigotta e bacchettona.
https://www.facebook.com/matteo.bussola.1/posts/10207584423513797
https://www.facebook.com/matteo.bussola.1?hc_ref=ARS-i2dY_oZOWUFHFrQKrXMNl2DsRvCdTnz4HYDLzdgEnKwVkgZvM3uht1H2PHhsTXE&fref=nf
domenica 26 novembre 2017
QUALE BLOG, QUALI CONSIGLI
Avrei voluto scrivere di altro questa sera, avrei voluto ridere con voi delle mie disavventure, invece una notizia ascolata al telegiornale mi ha scosso, rattristato e spinto ad affrontare un argomento che scotta.
Ammetto la mia ignoranza, profonda e senza scusanti, circa siti e blog che trattano di argomenti difficili e importanti in modo sconsiderato e pessimo: PRO ANA e PRO MIA, sono sigle di cui non conoscevo neanche l'esistenza, che invece vanno per la maggiore tra le adolescenti, le giovanissime alle prese con i cambiamenti del corpo, con l'aspetto esteriore e l'accettazione di sé.
Si tratta di anoressia e bulimia, sono disturbi alimentari, sono malattie difficili che portano nel peggiore dei casi alla morte; dunque le ragazze seguono, leggono e purtroppo applicano consigli, regole e suggerimenti condivisi su questi blog curati da altrettanto giovani e sprovvedute ragazze, senza competenze, capacità o conoscenze adeguate, fino ad arrivare al peggio, appunto.
Un madre si è resa conto dei cambiamenti e delle difficoltà della figlia, ha indagato e ha capito.
Quanti invece sono sprovveduti, assenti o distratti? Quanti genitori non capiscono la gravità del disturbo, non si rendono conto di avere un grosso problema rinchiuso in camera, dalla prima colazione alla cena saltate?
E allora ho digitato quelle maledette parole sul motore di ricerca e si è aperta una voragine: ha ragione l'esperta intervistata al telegiornale, sono siti che istigano al suicidio, che inneggiano a vomitare, non mangiare, bere anche se si hanno forti dolori allo stomaco. Come si fa dico io a non oscurare certi blog? Non si tratta né di informazioni né di libertà di espressione, mi viene male solo a leggere.
http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/11/26/news/chiuso_il_blog_che_insegna_a_diventare_anoressiche_denunciata_l_amministratrice-182185480/
http://proanorexia2.blogspot.it/
http://prova9111.forumfree.it/?t=58147284
Ammetto la mia ignoranza, profonda e senza scusanti, circa siti e blog che trattano di argomenti difficili e importanti in modo sconsiderato e pessimo: PRO ANA e PRO MIA, sono sigle di cui non conoscevo neanche l'esistenza, che invece vanno per la maggiore tra le adolescenti, le giovanissime alle prese con i cambiamenti del corpo, con l'aspetto esteriore e l'accettazione di sé.
Si tratta di anoressia e bulimia, sono disturbi alimentari, sono malattie difficili che portano nel peggiore dei casi alla morte; dunque le ragazze seguono, leggono e purtroppo applicano consigli, regole e suggerimenti condivisi su questi blog curati da altrettanto giovani e sprovvedute ragazze, senza competenze, capacità o conoscenze adeguate, fino ad arrivare al peggio, appunto.
Un madre si è resa conto dei cambiamenti e delle difficoltà della figlia, ha indagato e ha capito.
Quanti invece sono sprovveduti, assenti o distratti? Quanti genitori non capiscono la gravità del disturbo, non si rendono conto di avere un grosso problema rinchiuso in camera, dalla prima colazione alla cena saltate?
E allora ho digitato quelle maledette parole sul motore di ricerca e si è aperta una voragine: ha ragione l'esperta intervistata al telegiornale, sono siti che istigano al suicidio, che inneggiano a vomitare, non mangiare, bere anche se si hanno forti dolori allo stomaco. Come si fa dico io a non oscurare certi blog? Non si tratta né di informazioni né di libertà di espressione, mi viene male solo a leggere.
http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/11/26/news/chiuso_il_blog_che_insegna_a_diventare_anoressiche_denunciata_l_amministratrice-182185480/
http://proanorexia2.blogspot.it/
http://prova9111.forumfree.it/?t=58147284
LA MUSICA, LA BANDA, SANT'EUTIZIO
Domenica mattina appuntamento ore 10:00 al Convento della Frazione di Sant'Eutizio: la banda è chiamata a raccolta per festeggiare la protettrice della musica e per partecipare alla messa sulla tomba del Santo, io accompagno il primogenito che suona il flicorno contralto, in abbigliamento informale.
Come sempre un grande fermento prima dell'inizio: bisogna sistemare postazioni e leggii per i tanti musicisti, giovanissimi, giovani e meno giovani - la più piccola Ilenia frequenta la quinta elementare - sono circa venticinque suonatori di ogni età accomunati dalla passione delle note, che li unisce e li rende un gruppo affiatato sotto la guida del maestro Americo Gorello.
Intanto prendono posto anche i fedeli, la chiesa via via si riempe; i bambini del catechismo si sistemano a destra in alto, di fronte a loro le signore del coro parrocchiale, si accendono le luci e tutto si illumina d'oro, presiede la celebrazione padre Aldo, inimitabile.
Musica, parole, Buona Novella: per chi crede è un'ora di raccolta, riflessione, lode; trovo la pace e la forza di affrontare gli impegni, le difficoltà del quotidiano, che spesso mi tolgono il sorriso e la gioia di vivere.
Bravissimi i componenti della banda; c'è anche Sara, la forza della vita, splendida ragazza accompagnata dai suoi amorevoli e straordinari genitori e allora pensi che non dovresti mai smettere di ringraziare per quel che hai invece di lamentartene.
Tutto il bello della musica, tutto il desiderio di provare e riprovare finché non ci riesci.
Come sempre un grande fermento prima dell'inizio: bisogna sistemare postazioni e leggii per i tanti musicisti, giovanissimi, giovani e meno giovani - la più piccola Ilenia frequenta la quinta elementare - sono circa venticinque suonatori di ogni età accomunati dalla passione delle note, che li unisce e li rende un gruppo affiatato sotto la guida del maestro Americo Gorello.
Intanto prendono posto anche i fedeli, la chiesa via via si riempe; i bambini del catechismo si sistemano a destra in alto, di fronte a loro le signore del coro parrocchiale, si accendono le luci e tutto si illumina d'oro, presiede la celebrazione padre Aldo, inimitabile.
Musica, parole, Buona Novella: per chi crede è un'ora di raccolta, riflessione, lode; trovo la pace e la forza di affrontare gli impegni, le difficoltà del quotidiano, che spesso mi tolgono il sorriso e la gioia di vivere.
Bravissimi i componenti della banda; c'è anche Sara, la forza della vita, splendida ragazza accompagnata dai suoi amorevoli e straordinari genitori e allora pensi che non dovresti mai smettere di ringraziare per quel che hai invece di lamentartene.
Tutto il bello della musica, tutto il desiderio di provare e riprovare finché non ci riesci.
sabato 25 novembre 2017
PALLACANESTRO, ANCORA UNA
Ancora una partita, in palestra: il sabato pomeriggio sta diventando un appuntamento fisso e ricercato dal cucciolo di casa, il cestista tendente al calcio.
Altra partita, grande vittoria, enorme distacco.
A difesa degli avversari vorrei - come si dice - spezzare una lancia a favore, veramente hanno effettuato tanti tiri a canestro, ma raramente a buon fine e così il risultato rende un trionfo il pomeriggio appena trascorso.
Devo rilevare purtroppo una serie di paroloni, parolacce, turpiloquio degli allenatori, che un po' ha impressionato, abbiamo sentito perfettamente dall'altra parte della palestra rispetto alle panchine, specie quel povero diavolo del giovane allenatore avversario, quasi offeso, che ad un certo punto ha pure rinunciato ad alzarsi, agitarsi, urlare e imprecare.
Belli i piccoli atleti che aspettano la fine del primo tempo per invadere il campo e tirare a canestro con tutti i palloni colorati della rastrelliera; buoni i pop corn offerti dalla squadra di casa, nei sacchetti bianchi griffati di verde; belle le mamme assiepate sugli spalti con i loro piccoli a fremere per i tiri, chissá se si puó diventare famosi giocatori anche partendo da una piccola realtá come la nostra!
Per la Virus del paesello ottimo risultato, morale alle stelle, qualificazione: direi che ne hanno di motivi per festeggiare!
https://www.facebook.com/events/191415948096875/192334658005004/?notif_t=admin_plan_mall_activity¬if_id=1511608918333389
https://www.facebook.com/groups/39259672863/?multi_permalinks=10155153244192864¬if_id=1511608975425982¬if_t=group_activity
Altra partita, grande vittoria, enorme distacco.
A difesa degli avversari vorrei - come si dice - spezzare una lancia a favore, veramente hanno effettuato tanti tiri a canestro, ma raramente a buon fine e così il risultato rende un trionfo il pomeriggio appena trascorso.
Devo rilevare purtroppo una serie di paroloni, parolacce, turpiloquio degli allenatori, che un po' ha impressionato, abbiamo sentito perfettamente dall'altra parte della palestra rispetto alle panchine, specie quel povero diavolo del giovane allenatore avversario, quasi offeso, che ad un certo punto ha pure rinunciato ad alzarsi, agitarsi, urlare e imprecare.
Belli i piccoli atleti che aspettano la fine del primo tempo per invadere il campo e tirare a canestro con tutti i palloni colorati della rastrelliera; buoni i pop corn offerti dalla squadra di casa, nei sacchetti bianchi griffati di verde; belle le mamme assiepate sugli spalti con i loro piccoli a fremere per i tiri, chissá se si puó diventare famosi giocatori anche partendo da una piccola realtá come la nostra!
Per la Virus del paesello ottimo risultato, morale alle stelle, qualificazione: direi che ne hanno di motivi per festeggiare!
https://www.facebook.com/events/191415948096875/192334658005004/?notif_t=admin_plan_mall_activity¬if_id=1511608918333389
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giovedì 23 novembre 2017
SOGNARE UN NUOVO AMORE E...
Stavo raccogliendo le idee per quest'articolo e mi è venuta in mente la canzone di Eros, una delle mie preferite, di quando ero giovincella e appesa a mille sogni per il futuro, forte della mia intelligenza.
Chissà che fine ha fatto quella pulzella? Spesso me lo chiedo: si sarà spenta o avrà solo cambiato abito?
Questo pezzo che state leggendo è il numero 1510, avete capito bene: ci stiamo avvicinando a grandi falcate al quarto compleanno della mia quarta creatura e ancora non vi siete scocciati di me, delle mie chiacchiere e dei miei sollazzi.
Alla riunione dei materassi, mi sono vergognata di farmi pubblicità e di decantare le gesta di cotanto blog culturale, spiritoso, leggero, amatoriale, artistico, giovane, mai fuori luogo; ma pensa tu che scema, errore gravissimo: mai sminuire la propria creatura, causa di notti insonni, agitazione, lavoro e impegno costante... Sto cercando di organizzare il fine settimana, abbiamo in vista più impegni che ore a disposizione e poi vorrei raccontarvi tutto il bello della mia terra.
Intanto riaprirà il cinema del paesello e già questo è un ottimo inizio.
A volte, penso che alcuni dei miei lettori prendano troppo sul serio i miei scritti, magari sentendosi chiamati in causa, quando invece a loro neanche pensavo al momento della stesura; altri invece credo che mi sottovalutino o mi snobbino apposta, magari non sto loro simpatica, capita, anche se con una faccina come la mia come si fa - dico io - a non volermi bene? E poi già soffro la fame, volete anche privarmi del vostro affetto?
Ecco, mi si stanno chiudendo gli occhi, non voglio, ho ancora tanto da raccontare...
Spero che questo mio tentativo di notorietà, legato alla passione della scrittura, mi lanci verso altre e alte mete, non contro un muro, però, ci mancherebbe, non vorrei spiaccicarmi o spappolarmi, io.
A tutti voi che leggete, che commentate, che rispondete, che mi vivete, nonostante i miei enormi difetti, GRAZIE!
A tutti gli altri di passaggio, di saluto fugace, di strizzatina di occhi, di prurito al naso, di orticaria, di noia e rassegnazione, di urto o odio, non so non credo spero di no... GRAZIE lo stesso, spero che possiate cambiare idea, semplicemente leggendo le solite mie sciocchezze...
Chissà che fine ha fatto quella pulzella? Spesso me lo chiedo: si sarà spenta o avrà solo cambiato abito?
Questo pezzo che state leggendo è il numero 1510, avete capito bene: ci stiamo avvicinando a grandi falcate al quarto compleanno della mia quarta creatura e ancora non vi siete scocciati di me, delle mie chiacchiere e dei miei sollazzi.
Alla riunione dei materassi, mi sono vergognata di farmi pubblicità e di decantare le gesta di cotanto blog culturale, spiritoso, leggero, amatoriale, artistico, giovane, mai fuori luogo; ma pensa tu che scema, errore gravissimo: mai sminuire la propria creatura, causa di notti insonni, agitazione, lavoro e impegno costante... Sto cercando di organizzare il fine settimana, abbiamo in vista più impegni che ore a disposizione e poi vorrei raccontarvi tutto il bello della mia terra.
Intanto riaprirà il cinema del paesello e già questo è un ottimo inizio.
A volte, penso che alcuni dei miei lettori prendano troppo sul serio i miei scritti, magari sentendosi chiamati in causa, quando invece a loro neanche pensavo al momento della stesura; altri invece credo che mi sottovalutino o mi snobbino apposta, magari non sto loro simpatica, capita, anche se con una faccina come la mia come si fa - dico io - a non volermi bene? E poi già soffro la fame, volete anche privarmi del vostro affetto?
Ecco, mi si stanno chiudendo gli occhi, non voglio, ho ancora tanto da raccontare...
Spero che questo mio tentativo di notorietà, legato alla passione della scrittura, mi lanci verso altre e alte mete, non contro un muro, però, ci mancherebbe, non vorrei spiaccicarmi o spappolarmi, io.
A tutti voi che leggete, che commentate, che rispondete, che mi vivete, nonostante i miei enormi difetti, GRAZIE!
A tutti gli altri di passaggio, di saluto fugace, di strizzatina di occhi, di prurito al naso, di orticaria, di noia e rassegnazione, di urto o odio, non so non credo spero di no... GRAZIE lo stesso, spero che possiate cambiare idea, semplicemente leggendo le solite mie sciocchezze...
ALBERI, PIANTUMAZIONE SCOLASTICA
Festa dell'albero 21 novembre; nella scuola in cui ho la fortuna di insegnare, cerimonia spostata di un giorno: nel grande atrio ci ritroviamo in tanti, studenti e insegnanti in rappresentanza di ogni ordine e grado, dai piccini armati di bandierina di carta, ai grandi schivi e vergognosi.
Ci sono anche le autorità in divisa, il Corpo Forestale accorpato ai Carabinieri: il capitano ricorda l'importanza degli alberi e gli incendi devastanti della scorsa estate, per cui sono andati in fumo circa cinquanta ettari di verde, fortunatamente sembra che le indagini abbiamo portato a scoprire qualche colpevole.
Cartelloni, disegni, foglie: ciclo vitale, dal fiore alla pianta, ulivo e corbezzolo protagonisti, ma anche riferimenti storici, legislativi e umanistici.
Intervento dei ragazzi miei, per l'occasione hanno pensato di comporre delle poesie, ne sono fiera, dolci loro e un poco vergognosi, poi il Dirigente chiama qualcuno senza preavviso che risponde, spiega e indica il proprio lavoro sul pannello appeso alla parete, belli loro!
Ci si sposta in cortile, all'ingresso e si libera una piantina di ulivo dal vaso: sindaco e assessori all'opera, discorso sui vari tipi di esemplari autoctoni, orgoglio naturalistico, importanza delle origini e patrimonio da salvare e conservare.
La buona scuola, la natura autunnale e un lavoro, più di così!
Ci sono anche le autorità in divisa, il Corpo Forestale accorpato ai Carabinieri: il capitano ricorda l'importanza degli alberi e gli incendi devastanti della scorsa estate, per cui sono andati in fumo circa cinquanta ettari di verde, fortunatamente sembra che le indagini abbiamo portato a scoprire qualche colpevole.
Cartelloni, disegni, foglie: ciclo vitale, dal fiore alla pianta, ulivo e corbezzolo protagonisti, ma anche riferimenti storici, legislativi e umanistici.
Intervento dei ragazzi miei, per l'occasione hanno pensato di comporre delle poesie, ne sono fiera, dolci loro e un poco vergognosi, poi il Dirigente chiama qualcuno senza preavviso che risponde, spiega e indica il proprio lavoro sul pannello appeso alla parete, belli loro!
Ci si sposta in cortile, all'ingresso e si libera una piantina di ulivo dal vaso: sindaco e assessori all'opera, discorso sui vari tipi di esemplari autoctoni, orgoglio naturalistico, importanza delle origini e patrimonio da salvare e conservare.
La buona scuola, la natura autunnale e un lavoro, più di così!
DEFIBRILLIAMO
E non ci facciamo mancare nulla noi, specie se ci chiama a raccolta la maestra di danza: urge riunione dimostrativa, senza obbligo di acquisto, di bontà, morbidezza, igiene dei materassi!
Eccoci, a frotte, rigorosamente a coppie: uomo/donna, non conta se vere o simulate, l'importante è risultare uniti, tanto che interviene anche mia madre, che preferirebbe starsene finalmente tranquilla al caldo in casa, ma per la nipote questo e altro.
Così funziona: solo per aver organizzato la serata si ottiene un sostanzioso assegno, da impegnarsi nell'acquisto di uno strumento importante e immancabile nella palestra. Dunque, si va e si chiacchiera, si prova, si dimostra e ci si stende, sul materasso, naturalmente!
Prima tocca ad Andrea, in tutte le posizioni e a noi non rimane che ammirare la schiena diritta, le spalle all'altezza giusta e il collo rilassato; poi è la volta della maestra stessa - magra e ginnica lei - che con il suo splendido sorriso fa la vaga, quasi si vergogna di mettersi in gioco. Cuscino, coperta, materasso, doghe, faggio, lattice, lana, colonna, vertebre... Un vortice di parole, di frasi ben pronunciate, un fluire continuo di nozioni medico-pubblicitarie che ammalia, convince quasi: certo bello è bello il tutto, morbido e utile, quasi conveniente, per non parlare poi del riferimento agli acari malefici che si annidano nel tuo povero e sporco materasso di casa, quello che deformato faticosamente giri, rigiri, sbatti, spolveri... E l'umidità, il sudore, il sintetico che non traspira? La dimostrazione finisce, vorresti comprare tutto, perché conviene, perché tutto ti invita al cambiamento, ma poi ti ricordi che non hai il conto postale giusto per sogni merinos...
Intanto si beve qualcosa, si stuzzica al buffet e si è fatta l'ora di tornare dai tuoi soliti invadenti acari, ops familiari!
Eccoci, a frotte, rigorosamente a coppie: uomo/donna, non conta se vere o simulate, l'importante è risultare uniti, tanto che interviene anche mia madre, che preferirebbe starsene finalmente tranquilla al caldo in casa, ma per la nipote questo e altro.
Così funziona: solo per aver organizzato la serata si ottiene un sostanzioso assegno, da impegnarsi nell'acquisto di uno strumento importante e immancabile nella palestra. Dunque, si va e si chiacchiera, si prova, si dimostra e ci si stende, sul materasso, naturalmente!
Prima tocca ad Andrea, in tutte le posizioni e a noi non rimane che ammirare la schiena diritta, le spalle all'altezza giusta e il collo rilassato; poi è la volta della maestra stessa - magra e ginnica lei - che con il suo splendido sorriso fa la vaga, quasi si vergogna di mettersi in gioco. Cuscino, coperta, materasso, doghe, faggio, lattice, lana, colonna, vertebre... Un vortice di parole, di frasi ben pronunciate, un fluire continuo di nozioni medico-pubblicitarie che ammalia, convince quasi: certo bello è bello il tutto, morbido e utile, quasi conveniente, per non parlare poi del riferimento agli acari malefici che si annidano nel tuo povero e sporco materasso di casa, quello che deformato faticosamente giri, rigiri, sbatti, spolveri... E l'umidità, il sudore, il sintetico che non traspira? La dimostrazione finisce, vorresti comprare tutto, perché conviene, perché tutto ti invita al cambiamento, ma poi ti ricordi che non hai il conto postale giusto per sogni merinos...
Intanto si beve qualcosa, si stuzzica al buffet e si è fatta l'ora di tornare dai tuoi soliti invadenti acari, ops familiari!
lunedì 20 novembre 2017
BEI TEMPI QUELLI, DEGLI ALTRI?
Allora non voglio proprio tediarvi con argomenti pesanti e sonnolenti, ci mancherebbe solo questo vista poi la tarda ora, ma comunque ci tengo a mettervi al corrente di un paio di considerazioni personali, come sempre capita da quasi quattro anni a questa parte.
Scrivo, leggete e poi ne parliamo.
Mi hanno recentemente inserita in un gruppo di vecchie glorie, ere giurassiche fa, quando eravamo giovani e spensierati... E dunque leggo, scruto, soppeso, analizzo foto e messaggi, rimpianti e tempi ormai iti, passati e sorpassati condivisi sul social più social di tutti: sembra che ormai tutto si possa condividere appunto, tutto si possa commentare, divulgare e rimpiangere.
Non rimpiango nulla, di quel che è stato, ho trascorso molti anni all'Università - scelta dell'Ateneo forzata su Viterbo - non sono stati né spensierati né ricchi di avventure fantastiche.
Ho sudato e anche parecchio, perché i miei genitori non potevano pagare che le tasse di iscrizione, non mi hanno mai mantenuto a zonzo: ho sempre cercato lavoretti saltuari, a ore o stagionali che si conciliassero con l'inizio dell'Anno Accademico, con gli orari delle lezioni, con le visite guidate a Roma di sabato mattina. Mai una festa goliardica, una sbronza: ero già fidanzata, mi piaceva trascorrere le serate libere in pizzeria o al cinema, pub e locali tranquilli, dunque non ho vissuto? Probabilmente ai più sembrerà pure una vita triste, grigia o inconcludente; dal mio punto di vista sono estremamente fiera dei risultati che ho raggiunto negli anni, sono andata fuori corso per tanti motivi e un enorme lutto, ma non voglio trovare scuse. Ho ottenuto il massimo dei voti, con il massimo dell'impegno, senza nulla ricevere di gratuito. Ma certo non ho nulla da scrivere a commento di certe foto sbiadite, viaggi o vacanze che probabilmente si potevano affrontare con leggerezza solo negli anni universitari, poi con il pezzo di carta in tasca si diventava seri e affidabili, non so...
Eccomi, scontata e petulante, seria e bacchettona, ma la vita questo mi ha riservato, non si poteva chiedere di più e non l'ho chiesto, non l'ho preteso.
Per i miei figli cerco di raggiungere il massimo, nel limite delle nostre capacità economiche; non posso promettere la luna, non possono loro neanche chiederla: se volessero di più procederanno di persona, di testa loro come ha fatto mia sorella. Ma quella è un'altra storia, un'altra soddisfazione.
Scrivo, leggete e poi ne parliamo.
Mi hanno recentemente inserita in un gruppo di vecchie glorie, ere giurassiche fa, quando eravamo giovani e spensierati... E dunque leggo, scruto, soppeso, analizzo foto e messaggi, rimpianti e tempi ormai iti, passati e sorpassati condivisi sul social più social di tutti: sembra che ormai tutto si possa condividere appunto, tutto si possa commentare, divulgare e rimpiangere.
Non rimpiango nulla, di quel che è stato, ho trascorso molti anni all'Università - scelta dell'Ateneo forzata su Viterbo - non sono stati né spensierati né ricchi di avventure fantastiche.
Ho sudato e anche parecchio, perché i miei genitori non potevano pagare che le tasse di iscrizione, non mi hanno mai mantenuto a zonzo: ho sempre cercato lavoretti saltuari, a ore o stagionali che si conciliassero con l'inizio dell'Anno Accademico, con gli orari delle lezioni, con le visite guidate a Roma di sabato mattina. Mai una festa goliardica, una sbronza: ero già fidanzata, mi piaceva trascorrere le serate libere in pizzeria o al cinema, pub e locali tranquilli, dunque non ho vissuto? Probabilmente ai più sembrerà pure una vita triste, grigia o inconcludente; dal mio punto di vista sono estremamente fiera dei risultati che ho raggiunto negli anni, sono andata fuori corso per tanti motivi e un enorme lutto, ma non voglio trovare scuse. Ho ottenuto il massimo dei voti, con il massimo dell'impegno, senza nulla ricevere di gratuito. Ma certo non ho nulla da scrivere a commento di certe foto sbiadite, viaggi o vacanze che probabilmente si potevano affrontare con leggerezza solo negli anni universitari, poi con il pezzo di carta in tasca si diventava seri e affidabili, non so...
Eccomi, scontata e petulante, seria e bacchettona, ma la vita questo mi ha riservato, non si poteva chiedere di più e non l'ho chiesto, non l'ho preteso.
Per i miei figli cerco di raggiungere il massimo, nel limite delle nostre capacità economiche; non posso promettere la luna, non possono loro neanche chiederla: se volessero di più procederanno di persona, di testa loro come ha fatto mia sorella. Ma quella è un'altra storia, un'altra soddisfazione.
OLIO E VINO, GALLESE
Una domenica di sole e d'azzurro troppo calda per essere sprecata per le faccende domestiche, meglio trascorrere qualche ora all'aperto, in compagnia di gente allegra e musicale, alla scoperta di prodotti locali e buona cucina.
Premesso che abbiamo assaggiato per la prima volta un percorso eno-gastronomico, abbiamo provato la formula con i piccoli di casa che, buon gustai, assaggiano di tutto, ma poi per sfamarsi...
Non abbiamo scelto il menú completo, preferendo l'opzione di piatti singoli anche per limitare la spesa: si gira per il centro storico con un cartellino appeso al collo su cui annotare il consumato alla ricerca delle taverne, dove trovare una portata diversa e un bicchiere di vino/acqua, per noi fritti e sfizzi, zuppa di funghi, carne alla brace, dolcetti in sacchetti serviti all'istante, ci si puó sedere o portare via e appoggiarsi da qualche parte.
Siamo arrivati presto, quando in giro c'era poca gente, nessuna fila e tanti posti a sedere anche in piccoli ambienti, poi man mano sono arrivate frotte di affamati: niente panico, file regolari, attesa sopportata alla perfezione anche perché giravano diversi musicisti e artisti di strada pronti a rallegrare e distrarre i pargoli, far ballare e cantare gli adulti. Le porzioni non erano abbondanti, ma sommandole tutte ci si ritrovava ben sazi e dissetati. Un simpaticissimo Otto ci ha catturati con la sua mimica e la magia: abbiamo seguito lo spettacolo due volte; giro per il mercatino sul belvedere, invece nessuna visita guidata o spiegazione dei monumenti piú rilevanti almeno nelle ore in cui siamo rimasti noi nel centro storico.
Buona esperienza, soddisfatti della scelta gastronomica, per il futuro magari valuteremo due menú completi da dividere con i piccoli.
https://www.facebook.com/events/1974448356164225/
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domenica 19 novembre 2017
IL PAESELLO MIO, DA ME BISTRATTATO
Sapete ormai - voi lettori affezionati e mai annoiati dai miei pessimi e ripetitivi scritti quotidiani - quanto ami il paesello che mi ha dato i natali: lo percorro, lo fotografo, lo elogio e lo vivo; qualche volta però lo maltratto, è vero.
Perché paesello?
Per tanti, tantissimi motivi, che vado ad elencare: se avrete voglia e pazienza di seguire e leggere fino alla fine, attenderò poi le vostre rimostranze, le critiche, gli sfottó.
Parliamone, sono un tipo calmo e riflessivo, ben educato.
E badate, non si tratta di politica, di cattiva amministrazione, perché ne sono passati di amministratori su quelle poltrone, piuttosto intendo qualche incomprensione/difetto in noi cittadini...
Son passati circa venticinque anni da quell'estate in cui ci siamo ritrovati tutti in piazza a festeggiare la vincita di un torneo legato ad una famosa acqua minerale: avremmo avuto a breve un fantastico campo di calcio, si é subito partiti con la recinzione... Ecco solo quella, poi? Ma tranquilli, avremo presto un Centro Sportivo con i fiocchi, basta attendere ancora un po'. Intanto possiamo goderci la visione di qualche bel film, al cinema, quello che é stato inaugurato quasi un anno fa, splendido, rinnovato, pulito... Poi? E niente, mai aperto al pubblico, ancora gli ultimi lavori e poi via!
Un teatro si può avere? Sempre lo stesso locale, vedi sopra.
Parco giochi alberato senza giochi per i più piccoli, perché divelti, rovinati, spaccati dai buontemponi, intanto i cani scorrazzano liberi, per i propri bisogni, non raccolti no, non serve.
E la piazza centrale come versa?
Parcheggio selvaggio dalla mattina alla sera, nessun vaso a contenere le vetture: si gusta un caffè con scarico e rombo incorporati, nel frattempo le aree di sosta limitrofe rimangono vuote. Sta per chiudere un altro esercizio commerciale, da bere e mangiare: oggi pomeriggio due su quattro bar di piazza erano chiusi, gli altri rantolavano.
Da noi i giorni festivi sono sacri, tutte saracinesche abbassate, poi da turisti ci spostiamo, basta oltrepassare il Tevere e ci ritroviamo in un altro pianeta, altra mentalità, altra accoglienza, organizzazione, insomma un modo fantastico di farti spendere tanti soldi enogastronomici.
Siamo noi quelli che riusciamo a polemizzare su un grande concerto gratuito, da stadio, per la viabilità e le misure di sicurezza eccessive; la tradizione di formare un gruppo di lavoro per la festa patronale di maggio partita con la Classe 72 è già naufragata, si é costituita una compagine mista, che il Cielo l'aiuti.
Vogliamo parlare di mostre, inaugurazioni, presentazioni di libri, seminari, gruppi di lettura, visite guidate anche gratuite?
No, meglio soprassedere.
E in Faggeta, come ci si arriva?
Mai nessuno che abbia previsto un servizio bus/navetta che colleghi il paesello al verde più bello del circondario...
E mi fermo qui. Basta, per il momento.
LO SPORT CHE NON HA ETÀ
Sabato pomeriggio di nuovo in palestra a seguire le vicende sportive della Virus, la squadra di basket del paesello, sempre su invito di Daniele, l'allenatore del piccoletto; questa volta seguiamo la Nazionale Italiana Over 50 - una delle tre di cui dispone il nostro Paese.
Si tratta quindi di campioni, di sportivi ben allenati e preparati che ancora hanno il fiato giusto per affrontare quattro tempi combattuti a ritmo serrato, uno spettacolo: veramente, per la velocità del gioco, perché in campo sembravano sempre in superiorità numerica e parlo da profana.
Hanno vinto loro, gli ospiti, in tenuta azzurra, meritatamente: bravi, sicuri, sempre a segno.
Gli spalti della palestra erano tutti occupati dai tanti piccoli giocatori che hanno risposto all'invito di Daniele con le proprie famiglie, certo pretendere poi che stessero seduti per tutta la partita era chiedere troppo, si sono immedesimati del gioco e nella confusione del tifo, diciamo!
Carinissime le ragazze sostenitrici della squadra di casa - e qualcuna compagna di vita dei giocatori - ci hanno offerto un sacchetto di caldi pop corn "griffato": quando lo spettacolo te lo devi godere fino in fondo!
https://www.facebook.com/events/560757680933715/
https://www.facebook.com/groups/39259672863/?fref=ts
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giovedì 16 novembre 2017
LE RELATRICI - CONFERENZIERE
Mi solletica questo argomento, e quando mi solletica non posso non scrivere quattro righe che mi permettano di stare meglio, quando ci vuole ci vuole.
Stavo scorrendo la pagina principale del social che frequento e ho, con grande orgoglio, constatato l'importanza e gli impegni di certe mie amiche brave e preparate in convegni, tavole rotonde, presentazioni, convivi culturali.
Insomma le signore danno filo da torcere, come si dice, agli uomini, non soffrono, non si sminuiscono, anzi sono agguerrite e competenti e, naturalmente, belle!
Poi ho cominciato a rimuginare, forse a causa della situazione mia domestica: quando un uomo ha tenuto la sua bella conferenza, ha esposto il suo pensiero, ha illustrato il suo sapere e le sue ricerche, cosa fa? Torna a casa, si siede in salotto, sul divano, in pantofole e si riposa... Magari comincia a pensare al prossimo impegno, ai colleghi, all'Universo.
Invece per una donna, cosa cambia, dopo un incontro culturale, una presentazione, una lettura, una lectio magistralis?
Di tutto.
Torna a casa e veste i panni quotidiani, organizza tutto e tutti, bilancia, prevede, gestisce, colloquia, pulisce e prepara... Super impegnata, sempre sull'orlo di una qualche crisi, se anche non si dedicasse personalmente alla cura domestica, delega e sceglie a chi delegare, ammonisce, supervisiona.
La vita è questa: agli uomini nessuno chiede oltre, di più del loro impegno lavorativo quotidiano e se anche partecipassero alla vita casalinga, andrebbero con i piedi di piombo, miti, timorosi e sui binari da loro tracciati dalla compagna di vita.
Brave le donne, capaci di tenere tutto sotto controllo, forti, equilibrate, intelligenti, appassionate in ogni angolo di vita, ci mettono il cuore, ci impegnano l'animo.
Sono capaci di cimentarsi contemporaneamente su più fronti, non si spaventano facilmente.
Professionali in pubblico davanti ad una platea, poi morbide e coccolose.
DIMMI DOVE GUARDI... E TI DICO CHI SEI
E allora sono andata, all'appuntamento in biblioteca, seminario gratuito sulla comunicazione tenuto dalla dottoressa Elena Del Sordo, esperienza forte, ora vi spiego il perché.
Intanto è stata una lunga e colloquiale chiacchierata, interessantissima, su argomenti per me - e penso anche per le altre persone intervenute - nuovi e mai toccati che mi hanno lasciata perplessa, in senso positivo: la dottoressa chiacchierando con noi e illustrandoci i vari stili di comunicazione ha subito colto alcune nostre caratteristiche simpatiche e nascoste!
Indovinate?
Sono un comunicatore cinestesico, in altre parole di pancia! Avete letto bene...
Naturalmente c'è tutto un lungo discorso da interpretare alle spalle di cotanta definizione, ma dico io né uditivo né visivo, proprio basato sugli altri sensi: il tatto, l'odorato e il gusto, naturalmente!
Che sensazione, sentirsi sottolineare gli atteggiamenti, la direzione dello sguardo, il modo di spiegare un concetto o di gesticolare per inquadrarti in modo ottimo, al primo colpo, bravissima Elena.
I seminari sono aperti a tutti e liberi, ci si ritrova in biblioteca perché è il luogo più adatto per riunirsi, ragionare di queste tematiche e, perché no, prendersi un poco in giro, scherzare sui risultati e commentare la faccia dell'interessata alla scoperta dell'arcano sotteso, nascosto, timido modo di porsi nei confronti degli altri...
Prossimo incontro 30 novembre, COMUNICARE IN MODO CONSAPEVOLE
http://roberto.baldassar.net/visivo-uditivo-cinestesico-cinestetico/
https://www.facebook.com/Biblioteca-Comunale-di-Soriano-nel-Cimino-217359071699555/?fref=ts
Intanto è stata una lunga e colloquiale chiacchierata, interessantissima, su argomenti per me - e penso anche per le altre persone intervenute - nuovi e mai toccati che mi hanno lasciata perplessa, in senso positivo: la dottoressa chiacchierando con noi e illustrandoci i vari stili di comunicazione ha subito colto alcune nostre caratteristiche simpatiche e nascoste!
Indovinate?
Sono un comunicatore cinestesico, in altre parole di pancia! Avete letto bene...
Naturalmente c'è tutto un lungo discorso da interpretare alle spalle di cotanta definizione, ma dico io né uditivo né visivo, proprio basato sugli altri sensi: il tatto, l'odorato e il gusto, naturalmente!
Che sensazione, sentirsi sottolineare gli atteggiamenti, la direzione dello sguardo, il modo di spiegare un concetto o di gesticolare per inquadrarti in modo ottimo, al primo colpo, bravissima Elena.
I seminari sono aperti a tutti e liberi, ci si ritrova in biblioteca perché è il luogo più adatto per riunirsi, ragionare di queste tematiche e, perché no, prendersi un poco in giro, scherzare sui risultati e commentare la faccia dell'interessata alla scoperta dell'arcano sotteso, nascosto, timido modo di porsi nei confronti degli altri...
Prossimo incontro 30 novembre, COMUNICARE IN MODO CONSAPEVOLE
http://roberto.baldassar.net/visivo-uditivo-cinestesico-cinestetico/
https://www.facebook.com/Biblioteca-Comunale-di-Soriano-nel-Cimino-217359071699555/?fref=ts
mercoledì 15 novembre 2017
QUANDO NOVEMBRE
E allora ragioniamo del tempo, del trascorrere delle ore, dei giorni e dei mesi. Niente di più scontato e banale, forse, l'argomento che meglio riempie i silenzi imbarazzanti tra due interlocutori con poca confidenza, che magari stanno stretti in un ambiente chiuso oppure vicini a tavola, senz' altra scusa di contatto...
Molti si lamentano di novembre, un mese di passaggio, grigio e noioso, il mese dei morti dicono, un poco tetro e tanto piovoso di solito. Lo adoro, io. Da sempre, ma in particolare da quando mi sono ritrovata - causa di forza maggiore - a districarmi tra gli impegni stagionali della campagna: finalmente quando arrivava novembre era la pace, la tranquillità e il riposo. Finito il ciclo di lavori stagionali, delle raccolte, ci si riposava, si rimettevano a posto tutti gli attrezzi agricoli, in attesa del silenzio invernale ristoratore.
Perché lamentarsi del mese della quiete, del silenzio e del riposo?
D'estate è una corsa continua, in fibrillazione, c'è sempre tempo per ogni impegno, non arriva mai la fine della giornata e anche dopo cena, scatta il momento dell'allenamento, della passeggiata di corsa, del giro per un gelato e il fresco della panchina. In pratica il nostro corpo subisce mille stimoli, sollecitazioni, sempre vigile e accorto, sull'orlo di una crisi ginnica, mistica, solare e cellulitica.
L'autunno invece, il cambio dell'ora, il buio, le tenebre, il caldo casalingo, il fuoco di un camino non è caldo come il sole del mattino... Ma ci accontentiamo del ritmo rallentato, quasi da letargo. Si cena prima, si pulisce e velocemente si guadagna un posto sul divano, poltrona, plaid, scalda coperte o quello che preferite.
E godiamocelo questo tempaccio freddo, il vento pungente, le guance arrossate, l'umidità che minaccia le articolazioni, l'impasto che lievita, il forno caldo, i biscottini...
Chi ha detto che novembre non merita tutto il nostro rispetto?
martedì 14 novembre 2017
SI TORNA A COMUNICARE
Riprendono gli incontri in biblioteca con le due nostre dottoresse preferite: Giuliana Taddei e Elena Del Sordo sono di nuovo disponibili a guidarci alla scoperta della comunicazione a partire da giovedì 18 novembre.
É già stilato un calendario degli incontri e degli argomenti affrontati via via, appuntamenti imperdibili per chi è curioso, titubante, indeciso, assetato di sapere e voglia di condividere una nuova esperienza.
Sono incontri semplici, familiari direi, in cui nessuno interroga nessuno, né qualcuno viene giudicato, anzi: si tratta di parlare, discutere, confrontarsi tra pari sotto la guida di esperti che insaporiranno i discorsi e ci supporteranno e sopporteranno nel migliorare le nostre relazioni e i nostri legami sociali.
I seminari erano iniziati nella scorsa primavera, poi interrotti per l'estate ma con l'augurio di rivederci e continuare il discorso cominciato quasi per gioco: le dottoresse hanno mantenuto la parola ed hanno messo a disposizione gratuitamente il loro tempo e le loro competenze per ammaestrarci su tanti piccoli grandi temi quotidiani frequenti.
Meglio quindi non mancare, per ascoltare e parlare, capire e ridere dei nostri errori comunicativi, sempre con il sorriso e nel rispetto della personalitá di ognuno, senza timore di giudizio o accuse.
APICE
Associazione e Centro di Psicologia e Psicoterapia
in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Soriano nel Cimino
presenta
un ciclo di Seminari informativi gratuiti su varie tematiche
16 Novembre 2017: “Parlare o Comunicare?”
30 Novembre 2017: “Comunicare in modo consapevole”
18 Gennaio 2018: “Che stress: non ho neanche il tempo di respirare”
15 Marzo 2018: “Conosciamo le nostre emozioni”
Gli incontri si terranno il Giovedì alle ore 17:30
Per informazioni:
Centro di Psicologia e Psicoterapia APICE
Via Igino Garbini 29/G, Viterbo
Tel: 0761/220585
Biblioteca Comunale di Soriano nel Cimino
https://www.facebook.com/Biblioteca-Comunale-di-Soriano-nel-Cimino-217359071699555/?fref=ts
Email: info@centroapice.org
biblioteca@comune.sorianonelcimino.viterbo.it
É già stilato un calendario degli incontri e degli argomenti affrontati via via, appuntamenti imperdibili per chi è curioso, titubante, indeciso, assetato di sapere e voglia di condividere una nuova esperienza.
Sono incontri semplici, familiari direi, in cui nessuno interroga nessuno, né qualcuno viene giudicato, anzi: si tratta di parlare, discutere, confrontarsi tra pari sotto la guida di esperti che insaporiranno i discorsi e ci supporteranno e sopporteranno nel migliorare le nostre relazioni e i nostri legami sociali.
I seminari erano iniziati nella scorsa primavera, poi interrotti per l'estate ma con l'augurio di rivederci e continuare il discorso cominciato quasi per gioco: le dottoresse hanno mantenuto la parola ed hanno messo a disposizione gratuitamente il loro tempo e le loro competenze per ammaestrarci su tanti piccoli grandi temi quotidiani frequenti.
Meglio quindi non mancare, per ascoltare e parlare, capire e ridere dei nostri errori comunicativi, sempre con il sorriso e nel rispetto della personalitá di ognuno, senza timore di giudizio o accuse.
APICE
Associazione e Centro di Psicologia e Psicoterapia
in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Soriano nel Cimino
presenta
un ciclo di Seminari informativi gratuiti su varie tematiche
16 Novembre 2017: “Parlare o Comunicare?”
30 Novembre 2017: “Comunicare in modo consapevole”
18 Gennaio 2018: “Che stress: non ho neanche il tempo di respirare”
15 Marzo 2018: “Conosciamo le nostre emozioni”
Gli incontri si terranno il Giovedì alle ore 17:30
Per informazioni:
Centro di Psicologia e Psicoterapia APICE
Via Igino Garbini 29/G, Viterbo
Tel: 0761/220585
Biblioteca Comunale di Soriano nel Cimino
https://www.facebook.com/Biblioteca-Comunale-di-Soriano-nel-Cimino-217359071699555/?fref=ts
Email: info@centroapice.org
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lunedì 13 novembre 2017
SI TORNA A STUDIARE
Eccomi davanti al portatile, mentre con gli occhi socchiusi cerco di non cadere sulla tastiera faccia in avanti, ad informarvi ancora una volta della mia scialba e noiosa esistenza.
Sapete già che ho la possibilità di insegnare, di torturare ben tre classi nella mia materia preferita: ritengo di vivere una splendida avventura, temo che prima o poi mi sveglierò e mi renderò conto di aver sognato. Intanto preparo compiti, correggo scritti di ogni tipo, assegno componimenti da imparare a memoria e soprattutto leggo, leggo ad alta voce di qualsiasi argomento, fatto storico o mitologico che capiti, mi piace e spero piaccia sempre più a quei poveri studenti mie adorate cavie.
Abbiamo allestito una biblioteca scolastica, che ora annovera più di quaranta volumi, soprattutto classici, a disposizione di ogni alunno di buona volontà da me costretto a leggere un libro al mese - ma si riesce a sopravvivere, giuro.
Orbene, ci sono grosse novità all'orizzonte, si profilano grandi cambiamenti che naturalmente mi spaventano e non poco: devo riprendere in mano libri seri, importanti e ricominciare a formarmi, ad approfondire, a specializzarmi, in poche parole a studiare, di brutto come si dice.
Non sono nel pieno delle mie facoltà intellettuali dopo una normale giornata; spero di riuscire nell'intento: la buona volontà non manca, ho investito un bel po' dei miei risparmi, perché certo lo studio costa non solo impegno e costanza.
Allora ecco la mia piccola quanto inutile riflessione notturna:
ho qualche anno di studio alle spalle, vari esami di approfondimento, mi mancano molte nozioni ancora - giusto;
devo imparare - giusto;
devo rendermi conto dei cambiamenti e degli sviluppi degli studi specifici su disturbi/bisogni specifici/certificazioni - giusto;
ho in mano la sorte scolastica di splendidi adolescenti che mi vedono e mi subiscono come guida, non posso non essere all'avanguardia delle tecniche di insegnamento/supporto/conforto psicologico - giusto.
E quando mi dicono: "Oggi non ci sono più insegnanti validi come una volta, oggi tutti cercano solo lo stipendio" - giusto?
Sapete già che ho la possibilità di insegnare, di torturare ben tre classi nella mia materia preferita: ritengo di vivere una splendida avventura, temo che prima o poi mi sveglierò e mi renderò conto di aver sognato. Intanto preparo compiti, correggo scritti di ogni tipo, assegno componimenti da imparare a memoria e soprattutto leggo, leggo ad alta voce di qualsiasi argomento, fatto storico o mitologico che capiti, mi piace e spero piaccia sempre più a quei poveri studenti mie adorate cavie.
Abbiamo allestito una biblioteca scolastica, che ora annovera più di quaranta volumi, soprattutto classici, a disposizione di ogni alunno di buona volontà da me costretto a leggere un libro al mese - ma si riesce a sopravvivere, giuro.
Orbene, ci sono grosse novità all'orizzonte, si profilano grandi cambiamenti che naturalmente mi spaventano e non poco: devo riprendere in mano libri seri, importanti e ricominciare a formarmi, ad approfondire, a specializzarmi, in poche parole a studiare, di brutto come si dice.
Non sono nel pieno delle mie facoltà intellettuali dopo una normale giornata; spero di riuscire nell'intento: la buona volontà non manca, ho investito un bel po' dei miei risparmi, perché certo lo studio costa non solo impegno e costanza.
Allora ecco la mia piccola quanto inutile riflessione notturna:
ho qualche anno di studio alle spalle, vari esami di approfondimento, mi mancano molte nozioni ancora - giusto;
devo imparare - giusto;
devo rendermi conto dei cambiamenti e degli sviluppi degli studi specifici su disturbi/bisogni specifici/certificazioni - giusto;
ho in mano la sorte scolastica di splendidi adolescenti che mi vedono e mi subiscono come guida, non posso non essere all'avanguardia delle tecniche di insegnamento/supporto/conforto psicologico - giusto.
E quando mi dicono: "Oggi non ci sono più insegnanti validi come una volta, oggi tutti cercano solo lo stipendio" - giusto?
“Puoi arrivare da qualsiasi parte, nello spazio e nel tempo, dovunque tu desideri.”
—(Richard Bach - Il gabbiano Jonathan Livingston)domenica 12 novembre 2017
ALLUMIERE-TOLFA, CALCIO E NON SOLO
La famiglia sportiva, questa domenica, si è spostata in trasferta ad Allumiere per una partita di calcio del primogenito: Allumiere-Tolfa contro la Polisportiva nostra.
Pensando alla vicinanza con Roma, mi aspettavo un clima primaverile, quantomeno mite, niente, ci siamo ritrovati sotto un cielo grigio tra splendide colline arancioni e, mentre i ragazzi si scaldavano, abbiamo approfittato per un giro in centro e una colazione al bar, che migliora di molto la vita autunnale...
Partita sofferta, come si dice, e per niente gloriosa, anzi; soffrono i nostri giovanissimi e subiscono un attacco continuo; non seguo spesso il mio campione, ma oggi ho voluto strafare e quando è entrato in campo ho semplicemente urlato:
"VaiAntoniofaccisognare!" Ancora non mi parla...
Dopo la doccia, mentre cominciavano a cadere le prima gocce di pioggia, ci siamo spostati a Tolfa, destinazione la trattoria Da Maria, in cui abbiamo trovato ambiente caldo e cibo squisito, contenti i miei carnivori cuccioli: dopo la sconfitta bisogna pure sollevare un poco il morale!
A seguire scarpinata fino alla Rocca: splendida passeggiata tra i vicoli sino alle rovine e panorama che ripaga della fatica; il percorso non è adatto a persone con difficoltà motorie né a passeggini, meglio andare se i piccoli camminano senza capricci o caricarseli in spalla con il marsupio, lo zaino o altro aiuto.
http://www.polisportivamonticimini.it/giovanissimi-sperimentali-viaggi-verso-
allumiere/https://www.facebook.com/PolisportivaMC/?fref=ts
https://www.facebook.com/trattoria.damaria.tolfa/?fref=ts
Lo stadio che ha ospitato i nostri Giovanissimi, in completo giallo.
Mamme in tribuna, tifo incondizionato.
Centro storico di Allumiere, piazza principale.
Statua di donna, il silenzio, per i vicoli del centro.
Pensando alla vicinanza con Roma, mi aspettavo un clima primaverile, quantomeno mite, niente, ci siamo ritrovati sotto un cielo grigio tra splendide colline arancioni e, mentre i ragazzi si scaldavano, abbiamo approfittato per un giro in centro e una colazione al bar, che migliora di molto la vita autunnale...
Partita sofferta, come si dice, e per niente gloriosa, anzi; soffrono i nostri giovanissimi e subiscono un attacco continuo; non seguo spesso il mio campione, ma oggi ho voluto strafare e quando è entrato in campo ho semplicemente urlato:
"VaiAntoniofaccisognare!" Ancora non mi parla...
Dopo la doccia, mentre cominciavano a cadere le prima gocce di pioggia, ci siamo spostati a Tolfa, destinazione la trattoria Da Maria, in cui abbiamo trovato ambiente caldo e cibo squisito, contenti i miei carnivori cuccioli: dopo la sconfitta bisogna pure sollevare un poco il morale!
A seguire scarpinata fino alla Rocca: splendida passeggiata tra i vicoli sino alle rovine e panorama che ripaga della fatica; il percorso non è adatto a persone con difficoltà motorie né a passeggini, meglio andare se i piccoli camminano senza capricci o caricarseli in spalla con il marsupio, lo zaino o altro aiuto.
http://www.polisportivamonticimini.it/giovanissimi-sperimentali-viaggi-verso-
allumiere/https://www.facebook.com/PolisportivaMC/?fref=ts
https://www.facebook.com/trattoria.damaria.tolfa/?fref=ts
Lo stadio che ha ospitato i nostri Giovanissimi, in completo giallo.
Mamme in tribuna, tifo incondizionato.
Centro storico di Allumiere, piazza principale.
Statua di donna, il silenzio, per i vicoli del centro.
Tolfa, la Rocca, in cima e tutto il percorso per arrivarci: i pargoli l'hanno presa bene, come un'avventura da coraggiosi.