giovedì 19 ottobre 2023

QUELLI DADA, ATTUALI.

  Sin dagli studi universitari ho sempre ammirato i Dada, gli artisti irrispettosi, irriverenti, geniali che rifiutavano la società costituita, stereotipata, colpevole dello scoppio della Grande Guerra.

 Poi i tempi cambiano, le abitudini si modificano, gli acronimi perdono di significato originario per trovarne un altro e la scuola è proprio il crogiolo dei cambiamenti, la culla delle sperimentazioni, il centro del Sapere, l'occhio degli acronimi... E ti ritrovi un giovedì pomeriggio di riunione da remoto a confrontarti con chi è diventato un paladino dada, un precorritore dei tempi disciplinari, un organizzatore di ambienti e lezioni, alunni e discipline. Un confronto, il punto di vista di chi ha caldeggiato l'apertura "al futuro".

 E già perché oggi DADA sta per Didattiche per Ambienti di Apprendimento: l'ambiente scolastico, il vecchio edificio, la sede della Sapienza si sta organizzando per accogliere e valorizzare, catturare ed educare preadolescenti che si spostano da un'aula all'altra a seconda dell'orario di studio, secondo piani prestabiliti, protocolli certi e collaudati, regole di comportamento agguerrite.

 Aula di discipline Stem, ossia scientifiche, ma anche artistiche, musicali, linguistiche e letterarie, in cui disporre materiali specifici, attrezzature suggestive, cartaceo di un certo spessore, volumi di conoscenza e supporti sperimentali.

 Ci stiamo organizzando dunque per capire, valutare, migliorare, evolverci con un occhio vigile al passato recente classico e sempre efficace, al recupero degli apprendimenti, al potenziamento delle conoscenze, al raggiungimento degli obiettivi, al rispetto dei traguardi prefissati, nel solco del curricolo per saperi imprescindibili e scrittura creativa, valorizzazione della specificità, includendo ogni singolo e prezioso soggetto che sceglie di studiare nel nostro Istituto.

 Sembra un'operazione impegnativa. E lo è.

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