venerdì 8 dicembre 2023

LA COPERTA DI LANA

  Ho una coperta di lana, nel mio corredo, era di mia nonna materna. Oggi l'ho guardata e accarezzata, ogni volta una sensazione diversa, perché passano gli anni, sono genitore di tre ragazzi grandi in cerca della loro strada, la vita intorno cambia, i ruoli si invertono, mia madre invecchia.

 La coperta ha colori scuri, un insieme di rettangoli: il risultato di tanti avanzi, quando restavano dalla lavorazione di maglioni, sciarpe, cappelli per tutti, indistintamente e guai a non accettare apprezzare il pezzo, donato incartato con involucro di carta velina bianca e carta marrone.

A casa mia era la quotidianità: scampoli e ritagli, lavorati da mia madre per realizzare abiti su misura, e piccoli gomitoli per le coperte, perché non si buttava via niente. Non di poteva buttare niente. Come in campagna dal nonno paterno, al momento della macellazione del maiale, festa grande.

 Per i fili di lana il lavoro spettava a me, c'era una gerarchia da rispettare: mentre i grandi erano intenti in occupazioni simili, io piccoletta dovevo rimettere ordine nel contenitore di latta. Un altro bel ricordo è la svagatura dei pisellini freschi, presi al mercato rionale, in Piazza Macello: sedute, in grembo una ciotola da riempire con attenzione e via i baccelli.

 Oggi ripercorro certi ricord e situazioni affettive perché prepotente arriva l'aria natalizia, atmosfera dice. Certo il Natale che vivi da bambina non tornerà più: attesa, dolci, frittelle, anguilla arrosto, tombola con lacrime di perdita; ora tutto è diverso, non saprei quanto peggiore. Mancano tanti, troppi: perdite giovani, assurde, incomprensibili, manca l'unione attorno ai nonni, siamo sparsi in tanti rivoli, poco numerosi rispetto alle famiglie de'navorda...

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