martedì 20 settembre 2022

CIAO ZIO ANGELO

  E così ci siamo ritrovati a ragionare di vita e morte, di sofferenza e soddisfazioni che la nostra esistenza ci può riservare. Se ne è andata una parte importante della famiglia di mio padre, il marito di zia Abramina la piccola di casa, quella a cui somiglio di più, dopo quarantasette anni di unione coniugale e altri di fidanzamento, in tutto cinquantuno.

 Giovani, giovanissimi tutti quando si sono trovati e mai più lasciati, quando sono diventati genitori, quando hanno perso i loro genitori: il dolore della perdita sta anche nella mancanza dell'appoggio incondizionato che erano soliti trovare costante, quotidiano.

 Lo ricordo burbero, quando eravamo piccole, in campagna lo zio Angelo, ma tutti lo erano, a cominciare da mio padre: poche smancerie, si badava al sodo, lavoro e concretezza; poi il tempo passa e le figlie crescono, le accompagni all'altare, le affidi all'uomo che hanno scelto, ti donano i nipotini, la vera grande gioia. I nostri genitori, gli zii questo ci hanno trasmesso, ragionavamo oggi: la famiglia, le decisioni importanti prese dopo lungo ragionare, il duro lavoro che ti permette il pane quotidiano e tutto quello che ti serve, anni di sacrifici per toccarne con mano il frutto, riposarti soddisfatto di avercela fatta, ritrovare figli e nipoti attorno alla tavola per le feste comandate.

 Però.

 C'è anche la malattia, c'è il dolore, ci sono quelle lotte che non riesci a vincere, ma se hai il conforto degli affetti, se puoi contare su parenti e amici fedeli, allora hai seminato bene.

 Ciao zio Angelo, salutaci tutti: mi immagino a ragionarvi di nocchie e resa, di orto, di figli e nipoti, di lavoro in cava, magari seduti ad un tavolo con le carte da gioco in mano. Ricordati che il babbo riesce a contare tutti punti e le carte che passano.

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