mercoledì 27 maggio 2020

IL GIAPPONE, ALL'IMPROVVISO

 Ospite speciale nella nostra aula virtuale, aperta ai ragazzi di prima e seconda media della Salvo D'Acquisto per l'occasione; occasione ghiotta veramente, quella di poter ascoltare, interagire, intervistare Susanna Biganzoli, guida turistica abilitata per il giapponese della Tuscia e non solo.

 Susanna ha dialogato con i ragazzi di Calcata - Faleria per circa novanta minuti sui tanti aspetti della cultura d'Oriente per illustrare a grandi linee la sua passione nata dopo la maturità classica per il Paese che si dice l'ultima fermata prima della Luna.

 L'Estremo e dopo il Pacifico, l'arcipelago formato da quattro isole maggiori e migliaia di minori, dove oltre alle previsioni del tempo meteorologico, si aggiornano le fioriture più spettacolari, da sud a nord a seguito dell'inizio della bella stagione e da nord a sud alla scoperta dei colori più intensi e penetranti dell'autunno.
 Susanna ha visitato per lavoro per la prima volta il Giappone nel maggio del Duemila, quando già la distanza tra Tokio e Kioto. più o meno Roma  - Milano, si copriva in sole tre ore di treno: megalopoli di asfalto e grattacieli, ma anche natura di profumi e fioriture di rododendri; gli agglomerati si susseguono, il paesaggio urbanizzato non lascia il posto alla campagna tra le grandi città, ma non per questo non si respira verde e natura, primavera e purezza.
 Il Giappone conta un'estensione superficiale di poco superiore a quella italiana, ma con una popolazione di oltre il doppio: prevalentemente montuoso, catene da nord a sud, un territorio difficile da vivere costellato di grandi cittadine, dove si ricerca il contatto della fioritura dei ciliegi in primavera e del rosso delle foglie d'acero.
 Nessun contatto fisico nel saluto, accoglienza e apertura alle culture diverse, ma forti legami agli usi e alle tradizioni, questo dovuto all'isolamento in cui è vissuto per secoli il Giappone, in parte volontario; ma uscendo dal suo medioevo, il Giappone ha recuperato in pochi anni divenendo il paese più all'avanguardia.
 E ancora il cibo per cui lo conosciamo in Europa a partire dal sushi, la tempura (accento sulla e), il sashimi e il nigiri, il dorayaki e il riso, come per noi Italiani il pane; poi la carne di Kobe e scoprire che l'introduzione di quella bovina nella dieta, a base prevalentemente di pesce, risale a non più di cento anni fa, ma poi hanno pensato al sukiyaki.
 Il Giappone e l'emergenza virus, naturalmente e ascolti quello che non avresti mai creduto: il Paese tecnologico non si è dotato di una didattica a distanza, non ha predisposto lezioni alternative per raggiungere i ragazzi in tempi di chiusura; perché questo contraddistingue i nostri popoli, la capacità di adattarsi all'imprevisto: quando in Italia non arrivano i treni in orario o non si rispettano le regole alla lettera, nel Paese del Sol Levante trovare una risposta immediata a ciò che non funziona diventa difficile, se non impossibile.
 Il Giappone e l'elevato rischio sismico, per cui non troviamo resti archeologici di oltre mille anni fa, pochi elementi in pietra, ma tanti templi e luoghi sacri in legno, che viene restaurato e cambiato al massimo ogni venti anni: distruggere e ricostruire. Così come gli oggetti in ceramica che vengono restaurati in modo tale da lasciare in evidenza le crepe attraverso sottili fili dorati, come tante rughe del passare del tempo.
 La geisha, le geisha, il nome rimane invariato al plurale: donne colte, bellissime, che dedicano l'intera loro esistenza all'apprendimento dell'arte della poesia, della musica e della danza, per accogliere e allietare gli ospiti, senza la possibilità di sposarsi e avere una famiglia, vestite di kimono, dal viso bianco con la bocca disegnata rosso acceso. Ne sono rimaste ormai poche, mentre fino agli anni '50 erano molto popolari e diffuse.
 E la scrittura, dal cinese al giapponese: le opere scritte alla corte imperiale di Kioto, di amori, avventure, vita quotidiane: la letteratura dell'anno Mille in mani femminili.
E come ultimo argomento Susanna ci ha parlato della bomba sganciata su Hiroshima e Nagasaki alla fine dalla Seconda Guerra Mondiale: Museo della Pace, Parco della Pace, il ricordo di oggetti fermi nel momento dell'impatto, che hanno perso forma e colore, ma allo stesso tempo la voglia di spazzare via la memoria e continuare a vivere.
 Ricordo indelebile nel monumento a Sadako e alle mille gru, per cercare un conforto e la speranza nella lotta contro la leucemia a soli dodici anni.

 Ancora una volta una lezione speciale per raccontare il Mondo, non solo attraverso i libri - validi strumenti - ma con le parole e le emozioni, la voce pacata e dolce di Susanna, che ha accettato di condividere con i ragazzi la sua passione per la cultura e la storia giapponesi.

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https://criticaleora.blogspot.com/2016/05/quelli-cheil-giapponese.html

https://criticaleora.blogspot.com/2016/12/parole-doriente-profumo-intenso.html

http://criticaleora.blogspot.com/2019/04/san-pellegrino-i-fiori-e-la-guida.html


Miyajima island, davanti alla baia di Hiroshima

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