martedì 29 gennaio 2019

SIATE ACCATTIVANTI

 Pomeriggio impegnativo, a scuola, corso di formazione - aggiornamento e, aggiungerei, svecchiamento! - con la dottoressa Spinucci, al secondo appuntamento, sulla didattica "di nuova generazione".
 Si parla di digitale, gli strumenti e non il fine dell'insegnamento in tempi social: tutto ciò che serve per far innamorare i ragazzi della scuola, per invogliarli ogni mattina a varcare quella soglia e apprendere; dobbiamo incuriosirli, catturare la loro attenzione, coinvolgerli nella lezione, sperimentare e progettare, impostare il tutto per raggiungere l'obiettivo trasversale.
 Ecco, abbiamo imparato tante parole nuove e affrontato concetti: l'importanza del luogo di apprendimento, ad esempio, come organizzare l'aula in cui svolgere il lavoro con spazi appropriati e suddivisi per momenti specifici.
 Certo il paragone con altre nazioni più ricche e meno popolose non regge: gli edifici nostrani soffrono di carenze non solo tecnologiche a volte anche basilari, però il corpo docente non teme confronti e ci formiamo anche per questo!
 Si descrive lo spazio flessibile dunque, ma in alternativa possiamo usufruire di laboratori esterni, in cui spostare gli alunni: si tratta di organizzare i tempi di lavoro, di pausa, di produzione e di ascolto, sempre cercando di stupire chi abbiamo davanti, ma al contempo producendo una lezione di cui andare fieri. Uscire dall'aula insoddisfatti, convinti di non aver raggiunto lo scopo che ci eravamo prefissati equivale ad una sconfitta e ad una perdita di tempo prezioso.
 Strutturare la lezione in aula LIM, uno strumento certamente importante, ma non fondamentale, perché si può conquistare l'attenzione dei discenti attraverso qualsiasi espediente, per colpirli e lasciarli ragionare; un dibattito, un esperimento di cui registrare i vari passaggi, ma anche la proposta di diverse soluzioni per un problema; dividere la classe tra chi possiede i requisiti giusti per continuare a seguire e magari mandare fuori chi non li ha.
 Come un artigiano che teneva a bottega il garzone, così la scuola del futuro: meglio fornire un esempio, mostrare come si procede, piuttosto che ripetere lo stesso concetto teorico fino allo sfinimento, meglio visualizzare e memorizzare, passare dalla teoria alla pratica: un momento condiviso e collaborativo, che certo aumenta la percentuale di riuscita e di immagazzinamento del sapere.
 Alla base delle nuove metodologie scopriamo allora il costruttivismo, flipped classroom ad esempio, classe capovolta: sono tutte strategie lontano dal libro di testo e dalla lezione frontale, in cui il docente è comunque il regista, decide cosa-come-dove, ma i ragazzi sono partecipi in prima persona per il lavoro che viene loro richiesto, l'elaborazione e la presentazione ai compagni.
 Una piccola comunità di pratica: il mondo cambia, cambia la scuola, perché gli alunni devono sentire il desiderio di scoprire e conoscere, stare bene e uscire felici, come i loro insegnanti del resto.

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