sabato 6 luglio 2019

ATTIVITÀ CEDESI, VENDESI ATTIVITÀ

 Sono tornata dal giro di allenamento mattutino lungo il circuito del paesello mio con qualche foto triste.
 Si tratta di cartelli affissi alle vetrine di negozi, di annunci scritti sulla porta d'entrata di attività chiuse o che sono in procinto di chiudere: cambio, cedimento, ripensamenti, rinnovo, resa, nuovi progetti, vita nuova, esautoramento?
 Le spiegazioni possono essere tante, tanti i motivi che spingono un commerciante, un ristoratore, giovane o vecchio che sia, a tornare sui suoi passi, a voler cambiare aria, a decidere di ripensare la propria esistenza, la giornata lavorativa, l'organizzazione della famiglia.
 Modificare l'assetto: una sconfitta o una prova di coraggio?

 Ho sempre pensato che le attività del paesello vadano aiutate, supportate: meglio spendere i propri soldi nei negozi e nelle imprese locali per garantire lavoro, e quindi dignità, a concittadini, alle persone che con audacia decidono di sfidare il mercato, che investono nel nostro territorio, valorizzandolo e quindi arricchendolo.

 Poi subentrano altri meccanismi: impegni familiari, problemi di salute, rivoluzione domestica, cambio di residenza e tenere in piedi un'attività diventa difficile; non solo quindi problemi economici, restringimento del fatturato, diminuzione di incassi o nuovi concorrenti; ma resta il presupposto che la diminuzione di servizi, la chiusura di esercizi commerciali non offre un buon panorama di vitalità cittadina, di ricchezza diffusa, di intraprendenza.

 Continuare a lavorare stringendo i denti, provare un salto nel nuovo, dare un taglio netto al passato, scegliere il cambiamento: ogni persona avrà i suoi buoni motivi ponderati, valutati a tavolino, scelti con cura, sono comunque decisioni sofferte.

 Ai consumatori comunque il compito - se non il dovere - di non voltare le spalle, aiutare nei limiti del possibile chi tiene vivo il paesello, chi offre servizi, chi produce ricchezza, chi permette di non spostarsi in altro luogo per piccoli e grandi acquisti, o ci ritroveremo in un posto destinato a dormitorio, in cui si rientra la sera dopo una lunga giornata di lavoro altrove.





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