giovedì 6 febbraio 2014

Recensione di "Diario di donne" di P. Murli

Diario di donne è un pugno allo stomaco, non è una lettura piacevole, ma necessaria.
Non è un libro di cui aspetti impaziente il finale, perchè è suddiviso in tanti piccoli, piccolissimi capitoli, frammenti di vita, momenti culmine esistenziali di altrettante donne indicate con il solo nome di battesimo.
Non è una lettura facile e scorrevole, anzi.
Bisogna ritornare più volte su alcuni punti e poi fermarsi e riflettere se in quella stessa situazione ci saremmo comportati allo stesso modo, o se invece avremmo trovato altra soluzione vitale.
Tutte queste donne sono sole, ma profondamente consapevoli della loro forza, hanno la situazione in pugno, sono padrone della loro vita e, fatto ancor più rimarchevole, hanno ben chiaro il loro futuro. Non si lasciano vivere, o almeno non più. Hanno percorso un lungo cammino di iniziazione alla vita, quella vera però, non la finzione che tutti noi, volenti o nolenti, ogni giorno mettiamo in scena.
Basta con le convenzioni sociali, nessuna vuole essere spettatrice passiva di ciò che accade: allora la donna tradita si vendica del proprio marito, la madre di famiglia-moglie incompresa finalmente trova il modo di volare "fuori dal corpo verso la libertà, quella vera però".
Quindi in ognuna di loro potremmo specchiarci, potremmo ritrovare una protagonista che corrisponda il nostro sentire, le nostre paure, i nostri turbamenti.

Vivamente consigliato:
a chi ogni giorno affronta la propria esistenza come un automa,
a chi pensa di non aver nulla da dire al mondo,
alle donne che si lasciano scivolare l'esistenza e le passioni sul corpo come pioggia,
e naturalmente a tutti gli uomini, specie a quelli che, pensando di tenere in pugno la loro compagna di vita, non le parlano mai a cuore aperto.





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