sabato 22 marzo 2014

Il delitto Coco, il primo magistrato ucciso dalle BR

Venerdì pomeriggio libero da impegni di lavoro, niente di meglio che informarmi su fatti di cronaca accaduti nei cosiddetti "anni di piombo", ammetto la mia profonda ignoranza.
Di nuovo presso la sala consiliare, appuntamento con Il salotto delle 6, questa volta per ascoltare il figlio del giudice Coco, freddato dalla Br durante la pausa pranzo dell'8 giugno 1976 a Genova.
Il moderatore, dopo i primi doverosi saluti, inizia a parlare ma si lascia sfuggire un'imperfezione, sbagliando la data del triplice omicidio.
Questo pomeriggio il sindaco neanche si è fatto vedere e nessuno ha riassunto in breve qualche notizia bibliografica sull'autore. Pazienza.
Bottone accenna a qualche timida domanda, ma Massimo Coco è meravigliosamente allenato a portare il discorso lì dove vuole lui, a dosare sarcasmo, ironia e rabbia.
Coco figlio afferma di aver sdoganato il rancore, non la vendetta, suo padre è morto e dopo quasi 38 anni ancora non si è fatta luce sui colpevoli, non può perdonarli, come da più parti insistono che si faccia, innanzitutto perché ancora non si conoscono.
Inoltre non vuole, non ha alcuna intenzione di perdonare chi gli ha cambiato radicalmente la vita durante l'adolescenza, proprio il giorno del suo sedicesimo compleanno infatti il padre veniva seppellito.
Con voce calda e modi tranquilli, Massimo Coco narra quegli anni terribili: per lui e per le due sorelle maggiori era anche scattato il piano-sicurezza con la scorta; pur essendo giovani liceali, erano stati spiati, catalogati e archiviati dalle BR in tutti i loro spostamenti quotidiani.
Coco è fermo e deciso, nessun perdono per chi commette delitti a sangue freddo, non tollera che gli si dica come comportarsi con tali personaggi che oggi godono invece di una certa "fortuna", occupano posti importanti anche in politica o non hanno mai scontato per quello che hanno commesso.
Parla di centinaia di morti, tantissimi gli invalidi permanenti, molti dei quali non hanno mai ricevuto indennizzi, quando poi i colpevoli sentenziano, rilasciano interviste, scrivono e presentano libri con il patrocinio di enti amministrativi.
E' un continuum di considerazioni, dati, statistiche impressionante, per circa un'ora e mezzo di conferenza. Non ci si annoia, anzi questo affermato musicista è brillante, sarcastico e ironico, tanto che il moderatore lo definisce spassoso.
Esco dalla sala con l'amaro in bocca, troppi giovani non conoscono questi tristi fatti che hanno caratterizzato la storia recente dell'Italia.



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