venerdì 30 maggio 2014

SPECCHIO DELLE MIE BRAME, CHI È...

Il confronto è sempre ottima occasione di crescita e di miglioramento, per questo mai sottrarsi a critiche, commenti e incontri ravvicinati. Perché giudichiamo gli altri, per quanto concerne: vita, matrimonio, educazione dei figli e poi non sopportiamo la benché minima ripresa su noi stessi?
Mi capita spesso di dovermi giustificare con le amiche riguardo i più svariati campi d'azione e questo non mi sembra l'atteggiamento giusto, devo imparare ad amarmi e ad accettarmi per come sono, proprio così come appaio allo specchio.
Siamo il risultato di tanti anni di educazione di genitori, nonni e parenti vari, che con le loro parole, critiche ed elogi ci hanno plasmato, cucendoci addosso quel vestito che crescendo, magari, ci va stretto.
Mai confrontare però due fratelli, ponderare le loro abitudini e criticarne le scelte, le strategie e i modi di sopravvivenza.
Invece, troppo spesso mi capita di ascoltare madri sull'orlo di una crisi di nervi causata dal figlio minore meno forte a scuola del maggiore, oppure parole amare per la prole meno ginnica, meno atletica o semplicemente più pigra.
Così succede anche tra adulti, uomini seri e vaccinati, che invece di apprendere nuove soluzioni o nuovi spunti vitali dai colleghi, si chiudono a riccio, rifiutandosi di riconoscere il merito del nemico evitando di elogiarlo pubblicamente, con l'uso evidente della tecnica dell'indifferenza.

Per questo articolo ho scelto un quadro del mio amato Caravaggio Narciso, la cui storia è nota a tutti; morale: il mondo è bello perché vario, c'è posto per tutti e la bravura sta nel dimostrare le nostre capacità, non nell'affossare gli altri.

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