domenica 7 aprile 2019

MATTEO, IL CUORE, UN DONO

 Non voglio tediarvi con le mie solite parole.
 Non voglio sembrare scontata o esagerata.
 Non voglio assillarvi.

 Ma devo ringraziare una famiglia, delle persone uniche che dal dolore e dalla disperazione hanno saputo trarre la forza per raccontarci e farci partecipi della loro vicenda emozionante, dell'Amore che hanno respirato per lunghi mesi in un reparto ospedaliero pediatrico, della lotta quotidiana alla scoperta del futuro.
 Dalle semplici chiacchiere di conoscenti diventate poi amiche, sono nate delle storie, piccoli racconti di una paginetta, trasformati quindi in splendidi disegni da Francesca V.
 Francesca D., la mamma di Giulia e Matteo, ha fortemente voluto che il tutto si concretizzasse in un incontro di sensibilizzazione, per approfondire certe tematiche scomode, difficili da affrontare e spiegare, specie ai bambini: la malattia, l'attesa, un bimbo diventato angioletto, la decisione più terribile, il dono di un organo vitale.
 Devo essere sincera, quando ero seduta a casa davanti al mio portatile, le parole dalla mia testa alla tastiera scorrevano fluide, commoventi e appassionate, ma calme; oggi pomeriggio davanti a quegli occhietti vispi e alle manine alzate per chiedere dei chiarimenti ho tremato più di una volta, tirando su col naso: meravigliosi i bimbi, semplici nelle spiegazioni, attenti e silenziosi all'ascolto delle storie sul trapianto.
 Già, il trapianto, parola enorme, che spaventa, associata alla vita e alla morte, alla disperazione e alla speranza; per fortuna accanto a me avevo Nicoletta, dolce e pacata professionista, infermiera dei bimbi, che con termini semplici ha trasmesso un importante messaggio, un incoraggiamento di inno alla vita.
 Tutto è corso via nel modo più naturale possibile, dalle lacrime degli adulti alle battute di Matteo, dallo sfogo di Giulia per le parole d'amore della sua mamma alla descrizione dei disegni sul cavalletto, dal laboratorio di cuori di carta alla merenda finale.

 Pomeriggio speciale, indimenticabile.
 Grazie a chi lo ha reso possibile, prime tra tutti le Fatine, poi Letizia e Beppe che ci hanno ospitati nella loro azienda e, non ultimi, tutti coloro che sono venuti ad ascoltare le letture di storie fatate su Matteo e il suo grandissimo cuore.





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