lunedì 12 gennaio 2015

INDOVINA CHI VIENE DOMENICA A PRANZO?

 Sono contenta di ricambiare tanti inviti a pranzo dei nostri amici, ma l'appuntamento mi innervosisce, e non poco. Non sono una brava cuoca, me la cavo, come si dice, ma con alcune grosse lacune, come la preparazione di piatti a base di pesce e i dolci, terra da me poco esplorata.
 Vengono per festeggiare insieme il compleanno del loro figlio minore, ci siamo divisi le pietanze: a me il compito di preparare l'antipasto, il primo e il contorno, alla mia amica, cuoca sopraffina, il secondo e il dolce. Non è solo brava ai fornelli, cura ogni particolare della tavola dalle posate ai sottobicchieri, ai centrotavola, ma soprattutto riesce a presentare le sue bontà con estrema efficacia, ecco perché sono tanto nervosa.
 Quando arrivano, recano anche altre prelibatezze fuori-accordo, siamo tutti con l'acquolina in bocca.
 Sul tavolo ho sistemato un triste e anonimo cestino di pane affettato e uno con grissini e cracker, quasi dimenticati, la mia amica invece ha provveduto ad una invitante e friabile focaccia ricca, praticamente divorata. Gli gnocchi sono buoni, al ragù di carne, semplice e sono riuscita anche a non farli scuocere, pericolo scampato; peccato che li abbia serviti a tavola nello stesso tegame della cottura del ragù, per praticità e perché non ho una fiamminga da portata adatta. Grosso errore.
 Il rotolo di carne è meraviglioso, avvolto in crosta di pasta brisè, ma certo non può essere tagliato senza prima presentarlo ai commensali e in secondo momento guarnito con una riduzione di scorze di arancia. Mi occupo di bagnare la carne e mi armo di tegamino e sgommarello, poco professionale, ma non possiedo una salsiera apposita e neanche le pinze per servire le fette di carne, altre gravi mancanze. Le chiedo di illustrarmi la ricetta, anche se so che non sarò mai in grado di riprodurre  il tutto: la spiegazione è tanto appassionata quanto impegnativa e mio marito intanto se la ride, pensando al futuro risultato.
 La torta preparata dalla mia mica sembra uscita dalla pasticceria e non è posta in un semplice contenitore di plastica, no, sta su un'alzatina di cristallo finemente lavorata, con tanto di campana-coperchio. Per la decorazione ha portato tutto l'occorrente, in tanti piccoli contenitori e lavora con maestria e pazienza, mentre istruisce i miei pargoli convincendoli che sia un lavoro facile.
 Tutto buono, alla fine, evitata la pessima figura, benché abbia adoperato anche bicchieri e piatti di plastica, sacrilegio mai visto alla loro mensa.





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