lunedì 5 gennaio 2015

PERCHE' NON POSSIAMO PERDERCI IL PRESEPE DI CHIA

 Intanto perché è giunto alla diciannovesima edizione e un tale impegno va solo che premiato con una massiccia presenza dei concittadini.
 Spettacolo magico per i bambini, con tanto di animaletti docili e a portata di mano: pecore e agnelli, un pony, coniglietti, cavie peruviane (?), oche. Lungo il percorso, con una certa dose di pazienza per la lunga fila, si può mangiare e bere di tutto un po': sutrine o frittelloni o stracci, che dir si voglia, focacce, ricotta con zucchero e cannella, bruschetta, biscottini vari, vino caldo o freddo. Basta lasciare un'offerta in ogni bancarella.
 Tanti i mestieri presenti: falegname, fabbro, lavandaia, canestraio, censore e molto altro. Il percorso non è facile da affrontare, perché si inoltra nella campagna, ma è illuminato da fiaccole e candele a terra, che contribuiscono a rendere incantato il luogo.
 Devo però rilevare delle imprecisioni, come le unghie smaltate, anche di verde, di tante figuranti, decorate con bracciali e monili troppo vistosi e fuori tempo; altri dettagli vengono trascurati come gli occhiali lasciati sul naso, le scarpe moderne non coperte e i calzoni che escono dalle tuniche, basta poco per migliorare.
 Vera pecca, a mio modesto avviso, la colonna sonora che si sente per tutto il tragitto, anche se natalizia è troppo attuale, non chiedo i canti gregoriani, ma nemmeno Jingle bells in inglese.

















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