domenica 27 maggio 2018

LA FELICITÀ? A VOLTE BASTA POCO

 Domenica sera, tardi, tutti stanno dormendo, assaporo ancora un poco il silenzio della casa, mi coccolo al pensiero di una bella giornata importante trascorsa, andata che rimarrà nei ricordi della mia famiglia e di amici cari.
 E allora, lo sapete, corre il mio pensiero, rifletto quel poco che riesco ad ingranare e condivido, poi ognuno contribuisca con una frase, una smentita, una pacca sulle spalle, le mie sono abbastanza larghe e forti, non sono più giovincella...
 Leggo qua e là dell'importanza della presenza, del sostegno e del conforto di un amico o di una persona cara, nel momento del bisogno: ma propriamente, quale sarebbe questo frangente, attimo, istante?
 Non sono per niente d'accordo, anzi.
 Se devo trovarmi in difficoltà per avvertire la presenza amica, se devo soffrire o perdere qualcosa di importante per rendermi conto che qualcuno al mondo mi vuole bene, beh, lasciate stare, preferisco stare sola...
 Adoro la festa, la compagnia, la gioia e le risate, il sorriso dei bimbi, la confusione del gioco, la baruffa per una seggiolina, il dispetto e la rappacificazione, insomma il ritrovarsi per una occasione qualsiasi, per cui la famiglia si unisce e si coccola.
 Incontrarsi dopo tanto tempo in una camera d'ospedale, in un nosocomio o anche peggio per abbracciarsi, baciarsi, chiedere aggiornamenti su figli e nipoti... No, grazie.
 Organizziamo una festa, creiamo confusione, giochiamo, beviamo, alziamo i calici, fotografiamoci, prendiamoci in giro, mangiamo insieme, scambiamoci pareri e opinioni, ricette di cucina, impressioni su musica e viaggi, informazioni sulle vacanze, questi sono momenti da amare, condividere e ricordare.
 Non voglio ritrovarmi in difficoltà, soffrire o stare male, per sentire squillare il telefono e scoprire che dall'altra parte c'è una persona che non ha voluto la mia compagnia, ha rifiutato il mio invito o si è lamentata di me, dei pargoli o non so che altro.
 La spalla per piangere, il fazzoletto per asciugare le lacrime, una sedia per sedersi e ascoltare una notizia infausta non mi interessano, no, voglio vedere i miei figli contenti, felici, soddisfatti, accerchiati da amore e sorrisi; chi non voglia far parte di tutto questo ma aspettare l'ennesimo momento nero, beh si accomodi pure alla porta.
 Non dico, si intenda, un carnevale continuo, chi mi conosce sa bene che mi riferisco ad un cappuccino stessa ora stesso bar una mattinata libera, un evento, una festa particolare, una pizza il sabato sera bimestrale, una cuginata, un saluto al volo quando passo, insomma con il cuore, sempre.

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